Capitolo 38
"Piaciuto ieri il vino ai genitori di Hazel?" chiese sua madre Anne, mordicchiando una penna intenta a risolvere il suo cruciverba, quando Evan fece il suo ingresso in cucina.
Si stava preparando un caffellatte, e sua madre lo fissava con la coda dell'occhio sorridendo dietro il giornale piegato in due. Evan la guardò, versando del caffé in una tazza, poi si sedette di fronte alla donna.
"Direi di sì" rispose accennando un sorriso.
Aveva raccontato a sua madre di Hazel solo dopo l'uscita alla mostra di fotografie, e la signora Blake era rimasta entusiasta dalla notizia. L'ultima volta che aveva visto Evan impegnarsi più o meno seriamente con una ragazza, risaliva all'incirca al periodo del liceo, ma dopo il suo arruolamento, non aveva più sentito nominare nemmeno un nome femminile dalla bocca del figlio.
Non aveva visto in lui più alcun interesse per le ragazze o qualunque genere di relazione, così si era limitata a fantasticare un po' ogni qualvolta che vedeva suo figlio uscire di casa messo in tiro e con l'auto del padre.
Magari Evan sarebbe semplicemente passato a prendere Peter e John, per poi andare al loro solito posto a bere qualcosa e a giocare a biliardo, oppure, sarebbe uscito con una ragazza.
E fu proprio grazie alle sue assurde ipotesi, che Anne era riuscita a far confessare ad Evan la verità sul suo appuntamento, quando quel pomeriggio era uscito con Hazel per andare a quella mostra in città.
E adesso Anne, non riusciva proprio a rimanere discreta, a comportarsi normalmente, e a non cercare di scoprire qualcosa di più su quella presunta storia fra suo figlio e la giovane hostess con la quale lavorava.
"Allora" esordì la donna abbassando il suo giornale e puntando lo sguardo dritto verso il viso di Evan, che adesso sorseggiava divertito il suo caffellatte "Come va con Hazel?" chiese poi curiosa.
Evan accennò una risata "Va bene, va molto bene" rimase vago.
"Sai, quando il giorno del tuo compleanno lei si è presentata qui con Casey, non avrei mai pensato che sarebbe riuscita a conquistarti" gli disse Anne, piantando un gomito sulla penisola in legno e poggiando il mento contro il palmo di una mano.
Evan inarcò un sopracciglio sorridendo "In realtà ho smesso di cercare di capire che genere di ragazza fa al caso tuo già da un pezzo" aggiunse.
"Da ragazzino eri così timido, poi hai iniziato a fare il difficile, e infine hai anche smesso di provarci. Così io mi sono arresa, e non ho più cercato una ragazza per te fra le figlie delle mie amiche" continuò a parlare Anne, mentre Evan la guardava ridendo e per niente imbarazzato. Il rapporto fra lui e sua madre, il modo in cui si parlavano, condividendo segreti e opinioni, non lo aveva mai imbarazzato più di tanto.
"E quando ho conosciuto Hazel, sono rimasta davvero colpita dal modo in cui si interessava a te e a quello che fai, mi è sembrata molto gentile e carina, e sarà perché tu e la tua testardaggine mi avete portato ad arrendermi già molto tempo fa, ma non ho pensato neanche per un secondo che lei sarebbe riuscita a farti aprire un po'" Evan mordeva una fetta di pane tostato cosparso di crema al cioccolato mentre ascoltava sua madre attento, poi finalmente parlò "In realtà è stata una sorpresa anche per me".
Anne gli sorrise "È dolce e premurosa come sembra, non è vero?" si volle accertare.
"Lo è, mamma. Hazel è davvero incredibile" le rispose, pulendosi la bocca sporca di cioccolato con un tovagliolo.
Poi qualcosa nella tasca dei suoi jeans richiamò la sua attenzione cominciando a vibrare "Ed è anche arrabbiata: sono in ritardo, e lei mi sta aspettando. Devo andare" disse rimettendosi in piedi e prendendo il cellulare nei suoi jeans.
"Ehi, non arrabbiarti, sono a soli due isolati da casa tua" mentì rispondendo alla chiamata di Hazel.
Si avvicinò alla madre, le schioccò un bacio sulla guancia, poi prese le chiavi dell'auto di suo padre e uscì in fretta di casa.
Casey mangiava patatine una dietro l'altra, Peter invece beveva la sua birra coi gomiti piantati sul tavolo e le mani sul suo boccale di vetro.
Era pensieroso, assente e serio, e Casey se ne era accorta fin dal momento in cui era venuto a prenderla a casa sua.
Avrebbe giurato che fosse ancora sconvolto per la morte di Billy, ma volle chiedere comunque.
"Che succede, Pet? Non hai aperto bocca se non per chiedermi cosa volessi ordinare" chiese Casey preoccupata.
Peter scosse il capo, abbandonando velocemente quello stato di trance in cui sembrava esser bloccato da circa mezz'ora ormai.
Puntò lo sguardo su Casey, poi rispose "Niente, è tutto ok" il sorriso finto sulle sue labbra.
La biondina inarcò un sopracciglio, poi gli prese il boccale dalle mani cominciando a bere la sua birra.
"Non mentire, Peter. Mi hai chiesto di uscire perché volevi vedermi e svagare un po' per non pensare più a Billy, ma è proprio ciò che stai facendo!" gli fece notare Casey.
Peter aggrottò la fronte, abbassò lo sguardo, poi sospirò "Non sto pensando a Billy, non adesso" le rispose tornando a fissarla dritto negli occhi.
"E allora?" chiese ansiosa la ragazza.
Peter sospirò ancora agitato "Venivo sempre qui con Evan e Julian a giocare a calcetto e bere birra, ma non ricordavo fosse proprio questo il posto dove ci sbronzavamo al liceo, fin quando non mi sono seduto qui con te e ho ordinato per noi" le spiegò, guardandosi intorno con sguardo incredulo.
"È come se proprio quando riesco a non sentirmi più in colpa per quello che ho fatto a Julian, ecco che qualcosa, anche un semplice bar, mi porta a pensare di nuovo a lui" continuò, riprendendosi la sua birra e mandandone giù un bel sorso, lo sguardo fisso sul tavolo alle spalle di Casey, dove era solito sedersi con Evan e Julian.
Quel tavolo di fronte alla televisione, il posto migliore per godersi da vicino le partite di basket di cui tanto erano tutti e tre ossessionati. Lì a pochi passi dall'uscita, così che potessero fumare ogni qualvolta che Julian fosse venuto con la roba buona, e il proprietario del bar non fosse stato in zona a star loro col fiato sul collo. Quello era il loro posto, ma Peter sembrava averlo proprio dimenticato.
"Quindi è a Julian che stai pensando?" chiese Casey richiamando l'attenzione del suo ragazzo.
Peter annuì, agitato e ansioso - si irrigidiva ogni volta che sentiva quel nome, sebbene considerasse ancora quel ragazzo come una specie di fratello maggiore un po' incasinato, e con non pochi problemi con la legge.
"Sai cosa potrebbe aiutarti? Cosa ti farebbe smettere di scappare da Julian?" chiese poi Casey dopo esser rimasta in silenzio a pensare per alcuni secondi, lì intenta a mangiare le sue patatine.
Peter inarcò un sopracciglio "Cosa?" chiese poi, il tono disperato.
Cas masticava rumorosamente, deglutì, poi rispose con decisione "Incontrarlo una volta per tutte" lo sguardo fisso negli occhi del suo ragazzo.
Il biondino si lasciò scappare una risata isterica, rischiando quasi per versarsi la sua birra sui pantaloni. Si asciugò le labbra con il palmo della mano, continuando a ridere nervoso, poi puntò l'indice contro la sua ragazza diventando serio velocemente "Non è divertente, Cas" rispose.
La ragazza sbuffò "Non sto scherzando, Pet. Tu devi vederlo, accertarti che stia bene, chiedergli scusa, e spiegargli quanto tu sia pentito per quello che gli hai fatto" gli spiegò, l'espressione seria e decisa.
"Cosa? Ma non ha alcun senso!" obiettò Peter agitandosi.
"Sì che ce l'ha!" replicò la biondina.
"Cas, supponiamo anche che io trovassi il coraggio per affrontarlo, andare nella sua nuova casa e chiedere di lui, ok?
In ogni caso Julian proverebbe a spaccarmi la faccia senza nemmeno darmi il tempo di pronunciare le mie scuse, ed io non lo biasimerei nemmeno" provò a farla ragionare Peter.
"Probabilmente hai ragione: non so se tenterebbe di colpirti, o semplicemente andrebbe su tutte le furie insultandoti in ogni modo possibile, ma penso che dopo tutto, capirebbe le tue buone intenzioni, e vedrebbe il tuo gesto come un possibile tentativo di sistemare le cose fra voi" gli spiegò convinta.
"Farmi massacrare da Julian non sistemerà le cose fra noi" disse Peter, mandando giù tutto d'un sorso la birra rimasta nel suo boccale.
"Peter, non sto dicendo che basterebbero delle semplici scuse per ottenere il perdono di Julian. Non credo nemmeno che a te serva il suo perdono, direi che ciò di cui hai bisogno è solo una possibilità per spiegarti. Se poi Julian ti manderà via, minacciandoti di non farti rivedere mai più, non importa. Tu avrai fatto il possibile, avrai affrontato i tuoi sensi di colpa, e magari sentirai anche un peso in meno sulla coscienza. Avrai sbagliato, avrai comunque mandato a puttane un'amicizia, magari Julian ti odierà ancora, ma tu ci avrai provato, Peter" provò a convincerlo Casey, stringendogli una mano fra le sue.
"Forse scusarmi mi aiuterebbe davvero, ma parliamo di Julian, Casey. Tu non lo hai conosciuto, non sai di cosa sia capace, non sai quanto sia vendicativo, orgoglioso e stronzo. Mi farebbe a pezzi, e mi darebbe la caccia fino alla fine dei miei giorni" disse Peter gesticolando nervoso.
"L'altro giorno, quando io e Evan lo abbiamo visto a lavoro, sono scappato come un codardo per evitare che lui ci notasse. Evan era certo che non ci avrebbe mai riconosciuto, secondo lui l'ultima volta che Julian ci ha visti, avevamo 16 o 17 anni, ma noi due sappiamo bene che per quello che riguarda me, non è affatto così. L'ultima volta che Julian mi ha visto, è stato il giorno della sua udienza, quando senza alcuna esitazione, ho lasciato che tuo padre lo condannasse alla galera per un reato che non aveva fatto" ribadì ancora una volta.
Casey sbuffò "Conosco molto bene quella storia, Pet. Ho letto quei fascicoli, il tuo nome su di essi, la tua testimonianza, ho perfino visto quei file video: conosco ogni dettaglio di quest'enorme cazzata di cui tu sei l'artefice. Per questo credo che l'unica cosa che tu possa fare adesso, sia affrontare Julian" continuò irremovibile la biondina.
"Julian?" esordì spaventandoli una voce, cogliendoli di sorpresa e avvicinandosi a loro.
Era Evan, mano nella mano con Hazel, che sorridenti si sedevano al tavolo dei due.
"Come mai parlate di Julian Milkovich?" chiese ancora il moro, guardando confuso i visi spaventati dei suoi amici.
Peter lo fissava immobile, il viso pallido, le labbra secche e gli occhi sgranati. Casey invece balbettava una sorta di saluto per i suoi amici appena arrivati "R-ragazzi!" quasi urlò nel panico.
"Chi è Julian Milkovich?" chiese Hazel guardando i tre curiosa.
Evan si voltò verso la sua ragazza, si bagnò le labbra, poi rispose "Solo un vecchio amico con cui io e Peter uscivamo spesso da ragazzini".
"Oh" Hazel annuiva interessata "Anche Julian è un soldato, adesso?" continuò con le domande.
Casey accennò una risata; non aveva mai conosciuto Julian di persona, lo conosceva solo a causa della sua nomina di pusher trasandato con una situazione familiare a dir poco disastrosa, ma ciò nonostante, non poté che trovare esilarante l'immagine che adesso si era creata nella sua testa, e che vedeva lo stesso ragazzo che aveva trascorso gli ultimi due anni in galera per colpa di suo padre e del suo fidanzato, con una divisa mimetica indosso nel ruolo di un ubbidiente soldato.
Evan inarcò un sopracciglio, sorpreso dalla strana reazione di Casey alla domanda di Hazel, poi rispose alla sua ragazza "No, Julian non ha mai visto di buon occhio le divise, o le regole, in particolare le leggi" il tono scherzoso nelle sue parole "Diciamo che Julian era più una cattiva amicizia, una di quelle amicizie da tenere nascoste ai genitori" concluse Evan, mentre Peter lo guardava teso e silenzioso.
Ma poi inaspettatamente, il biondino ricominciò a parlare "Julian era più grande di noi, un vero mito per me e Evan ai tempi del liceo. Lo consideravamo un po' come il nostro fratello maggiore, ed è la persona con cui io ed Evan abbiamo commesso i nostri primi atti illegali" spiegò fingendosi calmo.
Evan sorrise "Come guidare ubriachi fradici a velocità fin troppo elevate in piena notte e senza patente" disse.
"O fumare erba" aggiunse Peter.
"O entrare in una proprietà privata, usare la piscina, per poi scappare via da mio padre all'arrivo della polizia e del proprietario di casa" lo seguì ancora Evan.
Hazel li guardava ridendo incredula "Cosa vi ha fatto cambiare idea poi? Insomma, siete passati dall'essere dei fuorilegge, al difendere il paese con coraggio e orgoglio nel giro di quanto? Un anno?" chiese loro colpita.
Evan rise "Julian non era solo una cattiva amicizia, Zel. Col tempo è diventato un pusher, rapinatore, e incredibile truffatore senza alcuni rivali. Ha iniziato ad esagerare, a giocare col fuoco: diventò troppo perfino per noi, così lo abbiamo allontanato" spiegò Evan, mentre Peter e Casey si guardavano nervosi.
"E poi avete pensato che l'esercito fosse di gran lunga più eccitante e pericoloso, e vi siete arruolati" rispose la mora.
"Sì, è andata più o meno così, solo che guidare da ubriachi in piena notte, continua ad essere uno dei loro passatempi preferiti" scherzò Casey guardando divertita i due ragazzi e facendo ridere Hazel ed Evan.
"Basta parlare di Julian" disse poi Peter "Allora Hazel, dove hai detto che ci porterai stasera?" chiese curioso.
La ragazza sorrise emozionata "Newport, i miei nonni hanno una casa sulla spiaggia proprio lì!" annunciò.
Evan la guardò, ripensando al momento in cui alla mostra fotografica della sua professoressa del liceo, Hazel gli aveva mostrato la fotografia scattata proprio dalla casa al mare dei suoi nonni. Quella notte poi lo aveva invitato sul tetto di casa sua, in quel posto che Hazel amava considerare solo suo. E adesso sarebbe toccato alla casa in cui milioni di ricordi sulla sua infanzia, erano conservati da moltissimi anni. Le sorrideva, felice, grato e lusingato.
Hazel continuava a portarlo in tutti quei posti, presentandogli i suoi amici, la sua famiglia, e lasciando che Evan scoprisse a poco a poco, ogni aspetto di quel casino che era la sua vita. Evan metteva ordine fra tutte quelle vecchie fotografie, quei frammenti di cuore spezzato, quelle delusioni collezionate negli anni, ed Hazel lo lasciava fare, cominciando a sentirsi finalmente a suo posto, in mezzo a tutto quel maniacale ordine che da sempre era mancato nella sua vita.
Spazio autrice
Tadaaan!
Siete rimaste sorprese? Sconvolte?
Lo so, è uno shock anche per me, ma sono davvero io, e questo è davvero un nuovo capitolo!
Mi sentivo terribilmente in colpa per avervi fatto aspettare tanto, in più ho trovato del tempo per revisionare anche quest'altro capitolo, così ho deciso di provare a farmi perdonare e di pubblicarlo.
Contente?
Spero con tutto il cuore di sì ♥️
Ed ecco che finalmente le cose si fanno un po' più divertenti!
I nostri fantastici 4 hanno organizzato un bel week-end al mare, e chissà cosa accadrà adesso...
Spero solo di non farvi aspettare troppo prima di farvelo scoprire, ricordatevi però che presto comincerà la prima sessione di esami, quindi, non arrabbiatevi troppo con me!
Aspetto i vostri commenti!
Hazel Evans
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