Capitolo 28
Sceso dal grosso furgone verde mimetico, seguì i suoi compagni che velocemente si dirigevano verso l'entrata dell'enorme aeroporto.
Col suo zaino in spalla, i pesanti anfibi ai piedi, e quegli occhi azzurro ghiaccio illuminati dai raggi del caldo sole, Evan sorrideva, sentendosi sereno. Era da tempo, fin troppo tempo, che non sentiva nemmeno la parvenza di un po' di serenità, e adesso, che percepiva quella tranquillità su ogni singolo centimetro della sua pelle, se la sarebbe goduta fin quando, ancora una volta, non avrebbe deciso di abbandonarlo di nuovo. Perché sebbene si sentisse proprio bene, lì sorridente nella sua divisa, non riusciva a convincersi che questa volta sarebbe durato un po' di più. A suo avviso, presto sarebbe di nuovo ritornato a preoccuparsi, a chiedersi confuso se avesse dovuto firmare o no per ripartire in missione, presto avrebbe dovuto fare di nuovo i conti con i suoi attacchi d'ansia, le sue notti insonni e i suoi incubi, ne era certo, seppur non riuscisse ad accettare ancora del tutto il suo triste destino da eterno infelice. Non se la vedeva proprio bene indosso, tutta quella felicità, così non poteva fare a meno di pensare che presto sarebbe di nuovo svanita nel nulla.
Provando ad ignorare quei cattivi pensieri, sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi quando vide da lontano parlare con un passeggero, colei che poteva ormai definire la sua ragazza. Non ne aveva una da tempo, anzi, probabilmente non ne aveva mai avuta una come lei, ecco perché si sentiva di poter considerare quella con Hazel, la sua prima vera relazione. Le si avvicinò, tenendosi saldo sulla schiena il suo zaino "Ciao piccola" disse, le guance rosse e il sorriso dolce. Hazel si voltò mentre il passeggero si allontanava, lo guardò sorpresa, il sorriso che d'improvviso le illuminò il viso. Non l'aveva mai chiamata così - pensò.
"Buongiorno soldato" ricambiò il saluto, avvicinandosi al suo viso e schioccandogli un veloce bacio sulle labbra morbide.
La ragazza si guardò intorno, accorgendosi solo poco dopo averlo baciato, di averlo fatto proprio davanti a centinaia di passeggeri, oltre ai colleghi, tra cui alcuni suoi superiori, che però sembravano non essersi accorti di nulla. Sorrise sollevata, mentre Evan la fissava sorpreso "Scusa, non avrei dovuto" gli disse, dando un'occhiata ai suoi compagni soldati che stavano ormai attraversando il varco prioritario, diretti verso la piccola caserma militare all'interno dell'area riservata ai controlli di sicurezza.
Il ragazzo rise "Non scusarti, non è proibito baciare un militare in pubblico. Solo la prossima volta assicuriamoci che il sergente Cooper non sia nei paraggi, ok?" le chiese sorridendole "L'ultima volta che ha beccato Peter e Casey a baciarsi sul posto di lavoro, non è finita proprio molto bene per nessuno dei due, specie per Pet" le raccontò, facendola sorridere.
Hazel cercò la sua mano non distogliendo per un solo istante lo sguardo da lui, e quando la trovò, gliela prese incastrando le piccole dita con quelle più grandi e ruvide del ragazzo "Ricordi cosa ci siamo detti l'ultima volta che proprio qui abbiamo parlato?" gli chiese, il sorriso sulle labbra.
Evan provò a ricordare "C'è qualche clausola nei loro contratti che vieta loro di salutare ed essere gentili?" gli ricordò, scimmiottando se stessa.
Evan sorrise al ricordo del giorno in cui per la prima volta si erano scambiati più di qualche semplice parola "Dovrei farti leggere il mio contratto qualche volta... Ti stupirebbe sapere quante cose possa fare in realtà un soldato in servizio!" le disse, la mano ancora stretta nella presa di Hazel.
La ragazza gli sorrise divertita, poi guardando dietro le grandi spalle del ragazzo, ad un tratto mollò la sua mano, si appese ad una spalla , e dandogli un altro bacio, stavolta sulla guancia, lo salutò "Arriva gente" disse "Ci vediamo a pranzo, ok?" gli chiese, mentre già sorrideva al gruppo di passeggeri che le venivano incontro.
"A dopo!" la salutò Evan, sistemandosi ancora una volta lo zaino in spalla, e dirigendosi verso la sua caserma, al seguito dei suoi compagni che ormai da un pezzo, lo avevano lasciato indietro.
"Così c'è qualcosa, o meglio qualcuno, che possa rappresentare davvero una distrazione per l'eccellente soldato Blake?" lo prese in giro Peter, mentre il moro lo raggiungeva.
Evan sorrise, mentre assaporava ancora il sapore di Hazel sulle sue labbra, poi dopo aver inserito la combinazione del suo armadietto, lo aprì, infilandovi dentro il suo grosso e pesante zaino.
"Hazel non è una distrazione" lo corresse il moro.
"Come chiameresti qualcuno con cui ti fermi a parlare durante il tuo orario di servizio, qualcuno con cui scegli di passare l'intero weekend, dimenticandoti dei tuoi allenamenti, le tue sedute di terapia, e più importante di tutti, il tuo migliore amico?" lo stuzzicò Peter, sistemandosi il suo gilet tattico sul petto.
"Non ho saltato i miei allenamenti, sono solo andato via prima della fine dell'addestramento di venerdì pomeriggio, e sì, forse ho saltato qualche seduta la scorsa settimana, ma fa nulla, ho già convinto Mavis di essermi ripreso quasi del tutto. E per quanto riguarda te, sbaglio o anche tu hai avuto da fare questo weekend?" chiese Evan, sorridendo sornione.
"Potrai anche aver già convinto Mavis di esser ormai guarito, ma sai benissimo che quelle sedute ti servono, Evan. E sì, anche io sono stato piuttosto impegnato questo fine settimana, ma tu come diavolo fai a saperlo?" chiese confuso Peter.
"Be' sai, si da il caso che Casey e Hazel siano così amiche da raccontarsi nei minimi dettagli cosa succede con noi due, così Cas ha raccontato di te e dell'aiuto che le hai dato ad Hazel..." stava per finire "Ed Hazel ha raccontato di ciò che è successo la notte scorsa a casa sua a Casey" completò Peter, lo sguardo divertito.
"In pratica: io so cosa hai combinato tu nel weekend, e tu sai cosa ho fatto io, ma noi due non ne abbiamo parlato neanche per sbaglio" rifletté ad alta voce confuso Evan. Peter rise "Proprio così!".
"Non ho mai provato così tanto imbarazzo in vita mia, prima di ritrovarmi di fronte alla madre di Hazel in camicia da notte l'altro giorno" si sfogò Evan, arrossendo al ricordo di ciò che era successo quella sera. Peter scoppiò in una fragorosa risata "Non facevate nulla di male quando è arrivata, giusto?" chiese curioso.
Evan pensò a quando scavalcando la finestra della camera di Hazel, lei gli era finita addosso facendolo cadere rovinosamente per terra "Niente di male, certo!" rispose il moro sorridendo.
"Come mai non sembri affatto convincente?" chiese Peter, sistemando delle munizioni nelle tasche del suo tattico.
"Sul serio, stavamo semplicemente... parlando" spiegò.
"Parlando di cosa?" fece irruzione all'improvviso nella loro conversazione John, facendo spaventare Evan che non lo aveva proprio visto arrivare.
Peter ed Evan si scambiarono qualche occhiata incerta, poi il biondino aprì bocca "Di quanto si incazzerà Cooper se non ci troverà alle postazioni entro qualche minuto" rispose deciso Peter, prendendo in mano la sua pistola e infilandola nella fondina.
Evan sospirò - come avrebbe dovuto comportarsi adesso?
John inarcò un sopracciglio, poi spostò lo sguardo su Evan, che a disagio cominciava ad innervosirsi "Ehi non ti vedo da venerdì, dove sei stato nel weekend?" chiese John, dando una pacca alla spalla del suo amico.
Evan finse un sorriso tranquillo mentre anche lui si allacciava il suo tattico "Dovevo andare in città venerdì, per questo sono andato via prima, dovevo partire presto" gli spiegò sincero.
"In città?" chiese stranito John.
"Sì, ho accompagnato - si bloccò all'istante, zittendosi prima di svelare il nome della persona in questione - Ehm, be' sì, ho passato proprio una bella serata a Los Angeles, dovremmo farci un salto qualche volta, sapete?" iniziò a sputare fuori una parola dietro l'altra nervoso.
Ma John percepì subito l'agitazione nella sua voce, così confuso aggrottò le sopracciglia, mentre Peter zitto continuava a fissarli perplesso.
"Stai parlando forse di un appuntamento con una ragazza?" tentò sorpreso il moro sorridendo sornione.
Evan arrossì velocemente, e non fu difficile per John scoprire quale sarebbe stata la sua risposta, adesso che lo guardava sorridere imbarazzato.
"Sei uscito con qualcuna!" esordì John entusiasta. "Shhh!" lo zittì Evan.
"Evan Blake è uscito con una ragazza!" disse un po' troppo forte "Cavolo Blake, da quanto tempo non te la spassavi un po' con qualcuno, eh?" sorrise poggiando una mano sulla spalla di Evan, fiero di lui.
"Da prima della missione in Iraq, ma non sono mica in astinenza, non ho ancora dimenticato com'è fatta una ragazza" chiarì Evan, chiudendo con un colpo il suo armadietto.
John rise "Hai ragione, è solo che in questi ultimi mesi sei stato così preso da ciò che è successo durante la vostra missione. E adesso stai addirittura uscendo con qualcuno" si spiegò meglio John.
"E già, un bel modo per riprendersi in mano la propria vita dopo aver rischiato di rimetterci la pelle in quell'incidente, eh?" gli chiese sorridente.
"Quale modo migliore?!" lo appoggiò il ragazzo.
Evan gli sorrise, non del tutto sicuro che dire a John di lui ed Hazel fosse davvero una buona idea. Lanciò un'occhiata perplessa al suo migliore amico, che fermo era rimasto ad ascoltarli fissandoli in silenzio, l'espressione indecifrabile sul suo volto.
"Sono contento che tu stia ritornando alla tua vecchia vita, era ora!" si congratulò John, un'altra pacca sulla spalla del suo amico. "Anche io" rispose contento Evan. Ancora qualche altro scambio di sorrisi amichevoli, poi John, con le mani in tasca e il berretto sul capo, si allontanò, diretto verso l'intero squadrone di soldati di turno quella mattina, che si erano già affrettati a prendere ognuno il proprio posto.
"Perché non gli hai detto che è di Hazel che si tratta?" chiese Peter curioso, quando John era ormai lontano.
"Qualcosa mi dice che John non la prenderà bene" rifletté Evan "Finirà per odiarmi" prevedette.
Camminava a passo svelto, sicura di sè e bellissima in quella sua elegante uniforme, il rumore dei suoi tacchi che richiamava l'attenzione dei passeggeri su di lei. Casey Johnson non era quel genere di ragazza che sorridendo, era effettivamente davvero consapevole del calibro di bellezza con la quale sfilava indosso. Si limitava a sorridere davanti allo specchio sentendosi a suo agio nel suo tailleur blu, ma in realtà non si era mai resa conto di quanto potesse sembrare splendida agli occhi della gente. Tutta quella sua sicurezza infatti, proveniva più dal modo in cui perfettamente a suo agio si muoveva in quell'aeroporto che ormai considerava casa sua, che da quell'espressione angelica e quel corpo mozzafiato con cui il padre eterno l'aveva graziata. Casey non lo avrebbe mai ammesso a se stessa, ma la sua era davvero una bellezza strabiliante.
Adesso sorrideva, stranamente di buon umore, facendo oscillare la sua bionda coda di cavallo sopra le sue spalle.
"Ciao soldato" disse poi con un sorriso smagliante ad illuminarle il volto, mentre svelta sfilava davanti gli occhi di Peter, e altri due suoi colleghi. Quest'ultimo, composto e serio, con una mano sulla fondina e l'altra su una tasca del tattico, guardava attento dritto davanti a sé. Ma quando Casey gli passò davanti, sorpreso si mise sull'attenti come prima reazione. Lei lo guardò con la coda dell'occhio mentre velocemente attraversava il varco prioritario, poi sorridente esordì "Ho della roba per te!" il sorriso beffardo.
Solo dopo pochi secondi Peter reagì, rilassando le spalle e iniziando a muoversi. Si affrettò a raggiungerla, scattando velocemente.
"Ciao Cas" la salutò leggermente in imbarazzo, seguendola all'interno di una piccola stanza bianca, mentre agitato si grattava il capo.
Casey gli lanciò un'occhiata divertita, poi senza perdere un solo attimo, svuotò un piccolo zainetto in pelle nero, riversando tutto il suo contenuto su una scrivania grigia, i guanti in lattice alle mani.
Ritornò a guardarlo "Il proprietario di questi oggetti sembra avere dei documenti falsi. Il signor Blake sta controllando la sua fedina penale, e qualcuno dovrà interrogarlo. Prima però, tu dovrai fare dei test a questa roba" gli spiegò, esaminando con attenzione ogni oggetto sul tavolo.
Peter si avvicinò, prendendo dei guanti nuovi dalla scatola sulla scrivania e indossandoli "Controllerò tutto" le disse, rigirandosi fra le mani un portafoglio rovinato.
"Perfetto!" esordì Casey, sfilandosi i guanti "Torno fra poco" gli disse, dirigendosi verso la porta.
Ma Peter le si parò davanti, bloccandola, le mani ricoperte di lattice sollevate davanti le spalle di Casey "Aspetta" le disse.
Casey, fermandosi di colpo, inarcò un sopracciglio colpita, squadrandolo con attenzione dagli anfibi marroni ai suoi piedi, fino al berretto storto sul capo.
"Pranziamo insieme dopo? Proprio come ai vecchi tempi, che ne dici?" le chiese agitato, come se avesse appena chiesto di uscire alla ragazza per cui da anni aveva una cotta.
La biondina sorrise, poi allungando le mani verso i capelli di Peter e raddrizzandogli il berretto sulla testa, gli sfiorò il viso chiaro e disse "Va bene" il sorriso smagliante che d'improvviso illuminò il volto di Peter.
"Grandioso" disse il ragazzo, ancora con quell'espressione da ebete sul viso.
"Controlla quella roba!" gli ordinò ancora una volta Casey, sorpassandolo e uscendo velocemente da quella stanza, Peter che sollevato buttava un sospiro di sollievo, adesso felice.
Evan aspettava il suo arrivo seduto ad un tavolo, con due piatti di pasta fra lui e la sedia ancora vuota davanti ai suoi occhi, non smettendo di mordicchiare nervoso il suo bicchiere colmo di Coca Cola. Evan odiava aspettare, era uno dei motivi per cui arrivava sempre in ritardo. In realtà, lo faceva inconsciamente di proposito, proprio per evitare di arrivare troppo presto ai suoi appuntamenti, e finire così per dare di matto nell'angosciante attesa. Così ora batteva il tallone con la suola dei suoi anfibi contro il parquet scuro, rigirando le sue penne nel piatto, e mandando giù ancora altra Coca Cola.
Poi finalmente qualcuno sembrò arrivare, così alzò il capo, e dimenticandosi di quanto lo avesse fatto aspettare affamato e agitato davanti al loro pranzo, sorrise guardando Hazel camminare verso di lui.
"Ehi! Scusami, dei passeggeri mi hanno trattenuta all'ufficio bagagli smarriti... Mmh, pasta!" esultò Hazel, quando spostando la sua attenzione sul suo piatto, si era seduta affamata di fronte ad Evan.
"Tranquilla" le disse il moro, già con una forchettata di penne in bocca.
"Stavo solo per fare un annuncio dall'interfono dell'aeroporto reclamando la tua scomparsa" le disse con la bocca piena. Hazel lo guardò mentre proprio come un bimbo, si sporcava di olio la bocca, e rise intenerita passandogli un tovagliolo pulito.
"Com'è andata oggi?" le chiese curioso ripulendosi, la bocca piena e il fazzoletto unto davanti le labbra.
"Tutto bene, tanti passeggeri piuttosto inclini ad arrabbiarsi per ogni cosa, e qualche volo in ritardo. E tu?" chiese poi Hazel, bevendo un po' di acqua dal suo bicchiere.
"Solita noia: il mio compito qui è sfilare per tutto l'aeroporto nella mia pesante divisa, sfoggiando una pistola scarica per far spaventare un po' la gente" si lamentò roteando gli occhi scocciato.
"A me piace stare lì a fissarti mentre sfili, impegnato a intimorire i passeggeri" gli disse ammiccando un sorriso.
Evan sorrise "Mi fissi mentre lavoro?" le chiese stranito.
"Tutti fissano i bei ragazzi in divisa, ed io non dovrei fissare il mio?" sorrise, portando un po' di pasta alla bocca.
Evan rimase fermo a guardarla in silenzio, il bicchiere vuoto poggiato sulle labbra "Che c'è?" chiese confusa Hazel masticando "Ti dà sul serio fastidio se ti fisso mentre lavoriamo?" il tono preoccupato.
"Cosa?! No, non mi dà fastidio" rispose finalmente Evan accennando una risata "Anche io ti cerco sempre fra tutte quelle ragazze in uniforme là fuori!" le spiegò, indicando con un pollice l'aeroporto che continuava a correre veloce al piano di sotto.
Hazel sgranò gli occhi piacevolmente colpita e lusingata da quell'ultima rivelazione, sorrise, poi ritornò a parlare "E allora come mai quel sorrisetto sghembo?" gli chiese, indicando la bocca di Evan con la sua forchetta. Stavolta il moro rise, poi piantando i gomiti sul tavolo in legno e poggiando il mento sui suoi pugni, disse a bassa voce "Sei la mia ragazza".
Hazel inarcò un sopracciglio "Ed io sono il tuo ragazzo" continuò ancora Evan, l'espressione meravigliata.
"Lo hai detto tu: noi due stiamo insieme" realizzò infine.
"Non è così?" chiese preoccupata la mora. "Sì che è così!" rispose deciso Evan "Devo solo abituarmi a tutto questo" le spiegò, facendola sorridere.
"Non ero il ragazzo di qualcuno da molto, troppo tempo" le confidò "Mi fa strano quando mi chiami così, ma mi piace" continuò abbassando la voce, e sorseggiando la sua Coca Cola, le gote rosse.
"Eccovi!" strillò d'improvviso qualcuno spaventandoli a morte. Hazel sobbalzò sulla sedia, mentre Evan per poco non si rovesciava il contenuto del suo bicchiere sulla divisa. "Vi ho cercato ovunque" riconobbero la voce di John, poi il moro si sedette accanto ad Hazel, facendo un fracasso tremendo con la sua sedia.
I due lo guardarono ancora un po' spaventati, gli occhi blu di Evan spalancati, ed Hazel zitta e immobile sulla sua sedia.
John si guardò intorno, facendosi spazio sul tavolo, poi spostò l'attenzione verso i due ragazzi "È tutto ok?" chiese confuso. Hazel deglutì, poi velocemente si ricompose "Certo!" quasi strillò "È tutto ok" la seguì non poi così rassicurante Evan.
"Dove sono gli altri?" chiese John, portandosi un boccone di pasta alla bocca.
"Laggiù!" rispose poi Hazel indicando Peter e Casey mentre con dei vassoi alle mani, si facevano spazio fra i tavoli, diretti verso i loro amici.
"Pasta scotta al pomodoro: la mia preferita!" esultò ironica la biondina sedendosi accanto ad Evan.
"Non è così male" rispose quest'ultimo, guardando con attenzione il suo piatto ormai vuoto.
Peter nel frattempo si gettava di peso sulla sua sedia a capo tavola, non preoccupandosi dei pareri dei suoi amici riguardo al menù, e cominciando a mangiare il suo polpettone freddo senza alcuna esitazione.
"Cosa vi danno da mangiare alla base? Sembra che non non vi nutriate da giorni!" scherzò Casey, continuando a mangiare la sua pasta un po' schifata.
"Le nostre papille gustative ci hanno ormai fatto l'abitudine" le spiegò Evan.
"Dovreste sentire l'odore della carne essiccata che ci davano in missione, quella sì che è deliziosa!" aggiunse Peter.
L'espressione disgustata sul viso di Casey, che avendo ormai perso il suo appetito, allontanò il piatto di pasta ancora per metà pieno.
"Non lo mangi?" le chiese Peter "Mi hai fatto venire voglia di carne essiccata, questo schifo non si avvicina nemmeno a quella delizia!" lo prese in giro.
Peter rise, infilzando la sua forchetta nella pasta di Casey, e cominciando a mangiare con foga anche quella.
John nel frattempo, confuso passò in rassegna i volti dei suoi amici, ma tranne lui, nessuno sembrava sorpreso dal comportamento di Casey e Peter, che per la prima volta dopo tanto tempo, si erano addirittura rivolti la parola in presenza dei loro amici.
"Voi due vi parlate?" chiese ad un tratto stupito John, osservando i due ragazzi affianco a lui.
Peter e Casey si guardarono divertiti, poi ritornarono a fissare l'amico che impaziente attendeva ancora una risposta. "John, siamo tutti ancora molto sorpresi da quello che sta succedendo davanti ai nostri occhi, non infierire" gli disse Evan, celando dello stupore dietro le sue parole.
John lo guardò confuso, spostò lo sguardo su Hazel, che divertita fece semplicemente spallucce "Casey Johnson sta rivolgendo la parola a Peter, ed io dovrei fare finta di niente?" chiese confuso il ragazzo.
Ma poi Casey reagì, sbattendo il suo bicchiere sul tavolo, prendendo un profondo respiro e cominciando a parlare "Per una volta, per una sola fottutissima volta, puoi stare zitto, non rompere i coglioni e farti i cazzi tuoi?" sbottò, stringendo i denti e incenerendo con lo sguardo carico di rabbia, il ragazzo davanti a lei. John cambiò improvvisamente espressione, il suo sghembo sorrisetto sparì velocemente, così serrò la mascella, digrignò i denti, e si ammutolì d'un tratto. Casey doveva avercela ancora a morte con lui dal compleanno di Evan.
Peter accennò una risata, poi posando una mano sul braccio della biondina nel tentativo di calmarla, disse qualcosa "John, Cas non ha ancora assimilato del tutto la sbornia del compleanno di Evan, hai presente quando infuriata con te ha mandato giù tutta quella vodka provando a trattenersi dal sfigurarti il volto?" gli ricordò il ragazzo.
John accennò un altro dei suoi sorrisetti irritanti, bevve un sorso d'acqua, poi ritornò a parlare con Casey "Sai Cas, nonostante tu ce l'abbia ancora tanto con me, io ho trovato davvero sorprendente il modo in cui mi hai schiaffeggiato quella sera" disse, le espressioni perplesse sui volti degli altri ragazzi. Casey inarcò un sopracciglio "Pensavo che prima o poi avresti dato dimostrazione della tua incredibile abilità nel prendere a sberle la gente, proprio su Peter, invece sembra che il fortunato sia stato proprio io" disse, scoppiando in una risata isterica.
"Se può interessarti, ho un altro pugno in canna che aspetta di colpire la tua bella faccia di cazzo" rispose la ragazza, il pugno ferreo poggiato sul tavolo.
Ma Peter, che sapeva benissimo quanto poco tempo mancasse prima che Casey finisse davvero col prendere a calci John, le circondò il pugno con la sua grande mano, glielo portò sotto il tavolo, poi aprendoglielo, incastrò le sue grosse dita con quelle più minute di Casey, stringendole forte la mano e tentando di calmarla.
John stufo buttò gli occhi in cielo, annoiato dall'atteggiamento di quei due, così dopo aver mandato giù ancora un po' d'acqua, riprese a parlare.
"Così adesso sono rimasto solo!" esordì, facendo spaventare Hazel accanto a lui, che sobbalzando, fece cadere rumorosamente le sue posate sul piatto in ceramica. La ragazza rivolse un'occhiata spaventata ad Evan di fronte a lei, ma notando come quest'ultimo concentrato aspettava che John continuasse a parlare, colse la sua agitazione.
"Peter è riuscito a farsi perdonare da Casey, e adesso sembra addirittura che siano tornati insieme" disse dando un'ultima occhiata ai ragazzi alla sua sinistra "E tu Evan, tu stai uscendo con qualcuno!" disse, il tono della voce un po' troppo alto. Hazel inarcò un sopracciglio confusa - Così glielo hai detto! - pensò, lo sguardo fisso su Evan.
"Devo ammettere che fra le due, la tua notizia è di certo quella che mi ha sorpreso di più!" aggiunse John, continuando a guardare il moro.
E fu in quell'esatto momento, che Hazel quasi si soffocò bevendo un po' d'acqua dal suo bicchiere, e richiamando con degli strani rumori l'attenzione del ragazzo affianco a lei.
"Aspetta, non sono del tutto solo!" rifletté John "Tu non stai con nessuno, non è vero Zel?" chiese guardando fisso negli occhi la ragazza, che proprio nel momento in cui stava per riprendersi, ritornò a tossire incredula per colpa di John.
"Insomma, Peter e Casey sono finalmente ritornati insieme, Evan sembra avere una nuova misteriosa ragazza, ma tu-" l'espressione sconvolta sul viso di Hazel "Ah? Che cosa?" quasi strillò incredula. Casey scoppiò in un'isterica e rumorosa risata "Non ci posso credere" disse la biondina, sbattendo la mano contro il tavolo e guardando divertita il suo ragazzo, che subito dopo, cominciò a ridere anche lui. Evan accennò semplicemente un sorriso divertito, notando come se la spassavano i suoi due amici, poi quando da sotto il tavolo, ricevette un calcio da Hazel che non poi così divertita, reclamava una richiesta d'aiuto, finalmente disse qualcosa.
"John" Evan richiamò l'attenzione del suo amico, che impaziente attendeva ancora una risposta dalla mora a fianco a lui "È Hazel la ragazza misteriosa con cui ho passato il weekend" confessò, il sorriso divertito sulle labbra.
Hazel finalmente poté buttare fuori un sospiro di sollievo, poi notando come l'avesse chiamata Evan, la sua ragazza misteriosa, non poté che sorridere divertita da quell'originale appellativo.
Nel frattempo Casey, che aveva smesso di ridere giusto il tempo di permettere ad Evan di rivelare a John la verità su lui ed Hazel, adesso aveva ripreso a ridere come una matta, le lacrime agli occhi e la mano sulla spalla del suo ragazzo.
Solo Peter si accorse di quanto effettivamente fosse diventata drammatica quella scena, adesso che John aveva finalmente saputo la verità. Continuava a spostare lo sguardo da Evan verso John, concentrandosi solo per poco su Hazel al centro. Tutti e tre si erano zittiti all'improvviso: l'espressione dispiaciuta sul volto di Evan, imbarazzata su quello di Hazel, e profondamente delusa sul viso di John. Adesso era davvero rimasto solo, e come se non bastasse, l'unica ragazza per cui poteva dire di provare interesse al momento, era finita per diventare la ragazza misteriosa di uno dei suoi migliori amici.
Peter tentò di far smettere di ridere Casey, poi tossì di proposito "Ragazzi?" disse richiamando su di sè l'attenzione di tutti i suoi amici "È tutto ok?" chiese sinceramente preoccupato da quell'inatteso silenzio, che nuovamente stava per essere interrotto dalla risata inopportuna di Casey, la quale per fortuna riuscì a contenersi.
Hazel e Evan si guardarono imbarazzati ma anche dispiaciuti, non riuscendo a decifrare in alcun modo il silenzio di John.
"John?" disse ad un tratto la mora, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo "Dì qualcosa" gli disse.
John la guardò zitto, la bocca serrata e gli occhi spenti - Hazel non lo aveva mai visto così giù. Il moro sollevò il capo, dando una veloce occhiata ai suoi compagni "Sono felice per voi" disse semplicemente, poi si mise in piedi, e indietreggiando con la sua sedia, andò via senza dire nient'altro.
I quattro si fissarono confusi, poi Hazel spezzò nuovamente il silenzio "Che gli prende?" chiese confusa "Sapeva che stavi uscendo con qualcuno ma no che si trattasse di me?" chiese ancora indicando con un pollice John che ormai era andato via, mentre con un sopracciglio inarcato, guardava Evan rimasto in silenzio.
"Non ho precisato che eri tu la ragazza con cui sto uscendo, ma in realtà non gli ho nemmeno detto di essere impegnato" le spiegò.
"Lo ha capito da solo, semplicemente pensava che tu fossi ancora libera" lo seguì Peter.
"Che cosa?" chiese sconvolta Hazel, guardando di nuovo il suo ragazzo, che agitato aveva ricominciato a battere il piede sul parquet.
"John ha una cotta per te, Hazel" le confessò Evan, la voce rauca.
Hazel si lasciò cadere le braccia sul tavolo, sconvolta "State scherzando, non è vero?" chiese la mora, bagnandosi le labbra agitata.
"Sei l'unica che non se ne era ancora mai accorta" parlò Casey "Ad ogni modo, non aveva speranze" aggiunse con un sottile velo di cattiveria nelle sue parole "È solo un cazzone" sbuffò.
Hazel la guardava ancora sotto shock - come aveva fatto a non accorgersene?
"E tu lo sapevi?" chiese confusa ad Evan.
"L'ho intuito. Non sono l'unico che ti cerca fra la folla quando giriamo per controllare l'area" le spiegò.
"Non riesco a crederci" disse la ragazza, bevendo un sorso d'acqua.
"Così adesso mi odierà" rifletté "Non ho mai notato quanto fosse interessato a me, e come se non bastasse, adesso sono anche la ragazza del suo migliore amico" cominciò a disperarsi.
"Ci odierà" la corresse Evan "Io potevo immaginare che fosse così preso da te".
"Sul serio vi state preoccupando se quel deficiente soffrirà o meno per la vostra relazione?" chiese Casey stupita.
I tre la guardarono "Sono l'unica a cui abbia confessato la sua cotta, sono quella a cui ha chiesto consigli e pareri, ma sono anche la sola che riesca ad ammettere quanto poco ci sappia fare John con le ragazze. Lui non è quel tipo di ragazzo, non si avvicina nemmeno ad Evan, tu Zel sei solo l'ennesima ragazza per cui ha perso la testa questa volta" ricordò loro Casey.
Hazel la guardava stupita - non conosceva bene John, e anche se non pensava che lui fosse proprio quel tipo di ragazzo che avrebbe volentieri portato nel suo posto, a cui avrebbe fatto vedere le sue fotografie, quel ragazzo che adesso vedeva in Evan, non pensava affatto che John meritasse quelle parole cariche di disprezzo riservategli da Casey.
"Che tu abbia ragione o no, questo non cambia nulla. John è un cazzone, è proprio vero, è spesso arrogante, presuntuoso e dice sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato. Ma è mio amico, io gli voglio bene" chiarì Evan "Ma non voglio nemmeno che la mia amicizia con John condizioni in qualche modo noi" disse guardando fisso negli occhi Hazel "Lui è fatto così. S'innamora perdutamente di ogni ragazza che incontra-" "Ha ragione!" s'intromise Casey ridendo.
Evan la fissò, divertito dal modo in cui Casey si ostinava a far sembrare John, come lo stronzo presuntuoso che probabilmente era davvero.
"Gli parlerò" esordì Evan sospirando, i gomiti poggiati sul tavolo "Gli racconterò di noi due, e proverò a capire quanto davvero gli importi se io e te stiamo insieme oppure no" promise, l'espressione all'improvviso più sollevata sul viso di Hazel, che adesso gli sorrideva, sentendosi meno in colpa.
"Avrà già trovato qualcun'altra con cui spassarsela!" concluse Casey, mandando giù un sorso di Coca Cola.
Spazio autrice
Finalmente eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo!
Ho avuto problemi di connessione, e fra vari impegni non sono riuscita ad aggiornare, spero mi perdonerete!
Allora? Che ne pensate di questo nuovo capitolo?
Fatemi sapere i vostri pareri!
Grazie, come sempre.
Hazel Evans
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