Diciannove
Le giornate a Kattegat proseguivano lentamente.
Mentre ad Hedeby mia madre Lagertha progettava lassedio contro la regina Aslaug, ovviamente con tutta la mia disapprovazione.
Abbiamo parlato tanto io e Aslaug di questa cosa ma a lei sembra non importare, infatti mi ha detto: <<Sarà come vorranno gli dèi>>.
Ho provato a dissuadere mia madre e mi ha risposto: <<Mi riprenderò ciò che è mio. Con o senza di te e la tua approvazione>> e non c'è stato modo di farle cambiare idea.
Ivar mi manca ogni giorno, sempre di più.
Le giornate sembrano non finire più, nonostante io passi il mio tempo in compagnia di Ubbe e Sigurd, ovviamente anche con i figli di mio fratello Bjorn, che anche lui mi manca e spero che possa tornare a casa sano e salvo.
Temo per la sorte del re Ragnar... sono preoccupata per la profezia di Aslaug e di quello che potrebbe accadere nel Wessex.
Sto andando da lei adesso per parlare di tutto questo; mi è sempre piaciuto parlare con lei del suo dono di veggenza, ne va molto fiera e da una parte avrei voluto averte anch'io il suo stesso potere, mentre da una parte sono felice di non possederlo perché lei vede anche cose che non vorrebbe vedere.
Entro nella sala grande e la vedo sorseggiare vino, seduta sul suo trono
<<Freyja! Vieni>> mi dice non appena mi vede, attorno a lei ci sono le sue schiave ma non vedo Margrethe, quindi suppongo che sia con Ubbe e Sigurd dato che anche loro mancano
<<Come...come stai Aslaug?>> chiedo titubante sedendomi sul trono di Ragnar come facevo insieme ad Ivar
<<Ancora viva...>> dice sorridendo e appoggiando il viso sopra la mano << Ti ci vedo bene, seduta sul trono, saresti una magnifica regina>> dice sorridendomi
<<Oh... non so se sarei in grado di regnare>> dico abbozzando un sorriso
<<Ed ecco perché saresti perfetta per farlo!... e poi a mio figlio serve una ragazza come te>> dice bevendo
<<Sei preoccupata per lui?>> chiedo
<<Spero che sia ancora vivo... e che la mia profezia sia sbagliata>> dice con voce preoccupata
<<Lo spero anch'io... volevo appunto parlarti di questa cosa. Le tue profezie si sono sempre avverate, sai bene che ci ho sempre creduto>> dico
<<Si, lo so. Sei una delle poche che ha creduto in questo... mi dispiace che per te le cose non siano facili, con tua madre e ivar, e con me per l'affetto che provi nei miei confronti. Non ti chiederei mai di scegliere tra me e lei>> dice con gli occhi lucidi
<<Lo so... lei è mia madre e le voglio bene... dispiace anche a me>> dico cercando di non piangere
<<Torna da tua madre Frey... e se Ivar tornerà prenditi cura di lui>>.
Il pomeriggio sono tornata da mia madre e Torvi mi ha chiesto di tenere i bambini perché aveva da fare con mia madre.
La cosa mi è sembrata sospetta ma mamma mi ha detto che stava solo tenendo sotto contratto alcuni uomini che volevano entrare ad Hedeby.
Sono stata con loro per ore e sentivo voci al di fuori ma non capivo cosa stava accadendo, così ho chiamato una ragazza, Martha e le ho detto di restare con i bambini e io sono andata da mia madre.
Le shieldmaiden erano pronte per attaccare Kattegat
<<Che sta succedendo?>> chiedo anche se intuisco già tutto
<<Mi riprendo ciò che è mio>> dice mamma mentre Astrid l'aiuta a mettersi l'armatura
<<Cosa? E si Aslaug che ne sarà? E non pensi a Bjorn e a cosa accadrà con i suoi fratelli?>> dico andando vicino a lei
<<Ho ucciso tuo padre perché avevo promesso agli dèi di vendicarmi di lui. Non lascerò Kattegat nelle mani di quella usurpatrice un giorno di più!>> dice impassibile davanti a me, resto in silenzio mentre cerco di capire che cosa abbia detto
<<Vuoi essere una Shieldmaiden e combattere con me? Vieni e riprendiamoci la nostra casa!>> dice appoggiando le mani sulle mie spalle
<<È la madre di Ivar. Dell'uomo che amo, come potrei fargli questo?>> dico con voce spezzata
<<Non ti ho chiesto di uccidere Aslaug! Ti sto chiedendo di venire con me, come mia Shieldmaiden...>> mi dice mentre porta una mano sulla mi guancia accarezzandomi
<<Verrò con te madre!>>.
Inizia la battaglia e io sono vicina a mia madre ed Astrid mentre mettiamo in atto il nostro piano.
Ubbe e Sigurd sono fuorigioco, quindi non potranno intralciare i nostri piani.
Incominciamo a combattere contro gli uomini e le donne della regina, uno dopo l'altro cadono sotto la nostra spada.
Mi fa impresa vedere la mia arma sporca del sangue della mia gente ma ormai siamo state costrette a farlo.
Ne uccido un'altro mentre mi giro e vedo mia madre che ha conficcato la spada nel collo di un'altro, mi guarda anche lei, poi si gira intorno e guarda quello che sta succedendo, ci guardiamo entrambe come se ci potessimo capire senza parlare
<<È il mio popolo>> dice a voce alta <<il mio popolo!>> dice ancora e ordina a tutti di fermarsi.
Un attimo di silenzio cala su Kattegat poi Aslaug si avvicina a Lagertha impugnando la spada di suo padre.
Lancio un'occhiata a mia madre e poi ad Aslaug temendo il peggio, loro iniziano a parla sotto gli occhi di tutti
<<Non ti perdonerò mai per avermi portato via mio marito, il mio mondo e la mia felicità!>> dice ad un certo punto mia madre
<<Non ho rubato tuo marito! Lui ha scelto me!>> risponde Aslaug sicura di se
<<Tu sei una strega e lo hai di certo stregato!>> risponde Lagertha, Aslaug non parla per qualche secondo ma poi dice:
<<Ragnar è morto!>> dice con uno strano sorriso <<e con lui anche mio figlio>>
<<Non puoi saperlo!>> dice mia madre con un po' di tristezza nella voce
<<L'ho visto! Di nuovo>> ripete lei, mentre il mio cuore quasi si ferma
<<puoi anche averlo visto ma non puoi saperlo con certezza!>> dice questa volta arrabbiata.
Le due parlano ancora un po' e dopo aver detto di non essere in grado di combattere, Aslaug lancia a terra la spada
<<Ti chiedo solo una cosa: lasciami andare via con i miei figli!>> chiede a Lagertha, facendosi sentire anche dagli altri.
Guardo ancora mia madre con il fiato sospeso, lei annuisce soltanto; Aslaug inizia a camminare superando mia madre e io mi volto indietro per controllato Torvi, vedo che sta bene, e subito sento un rumore di freccia scagliata.
Mi giro e vedo la regina Aslaug cadere a terra con una freccia conficcata nella schiena; mi getto su di lei cercando di aiutarla ma ormai non c'è più nulla da fare.
Lagertha ha ottenuto quello che voleva.
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