-sessantotto-
Tre giorni dopo la partenza di Ariel.
sconosciuto: ciao, principessa
ariel: ?
ariel: chi sei?
sconosciuto: è così che ti chiama lui, vero?
ariel: ma chi sei?!
sconosciuto: ed è tramite messaggini che parlate, giusto?
sconosciuto: piuttosto puerile
ariel: a cosa ti riferisci?
sconosciuto: "era un po' come la luna: si sentiva vivo soltanto di notte, quando in punta di piedi, sin dal calar del sole, iniziava a muovere i primi passi. Di lui si conosceva soltanto una parte, quella inevitabilmente illuminata dal sole. L'altra era nascosta, danzava col buio, e non c'era modo di scoprirne gli angoli più arcani. Quello era un lusso concesso solo a pochi. Aveva l'anima costellata di crateri, cicatrici che risaltavano da una nube di apparente candore. Si potevano notare soltanto se si prestava attenzione ed erano profonde, ancora umide, probabilmente aspettavano di essere medicate. Calde, fumavano ancora.
Rimaneva immobile, solo in compagnia di se stesso ed era presuntuoso: voleva il cielo tutto per sè, sovrastando ai piccoli astri e facendo concentrare gli sguardi solo su quella luce così maestosa.
Era lì anche se tu non lo stavi guardando. Aveva modo di scoprire tutto di te, analizzava minuziosamente il tuo modus operandi e traeva piccole, fuggevoli conclusioni. Un po' come la luna. Troppo bella ma lontana..."
sconosciuto: il tuo ragazzo, ariel, è anche un poeta e, spoiler, da vero egocentrico, nei suoi scritti parla proprio di sè
sconosciuto: della luna, ricorda, vediamo soltanto la parte illuminata. l'altra cela segreti, ombre...
sconosciuto: e lui è come la luna
sconosciuto: perciò ha dei segreti
sconosciuto: non è arrivato il momento di scoprirli?
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io vi avevo avvertiti, eh.
vi piace la descrizione che vinnie ha fornito di sè? come fa l'anonimo a sapere tutto ciò? adesso cosa succederà?
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