Prologo

Salgo velocemente le scale del condominio del mio ragazzo. Si chiama Christian e stiamo insieme da quasi un anno. Oggi ho voluto fargli una sorpresa. Non ci vediamo da una settimana perché lui è impegnato con il lavoro, così ho deciso di andarlo a trovare la sera e ne approfitterò per chiedergli di andare a convivere. Mi sento pronta per fare questo passo con lui e sono sicura al cento per cento che è pronto anche lui. Con queste premesse salgo gli ultimi due gradini e mi ritrovo davanti la porta del suo appartamento. Prendo un bel respiro: sono agitatissima. Mi sporgo per bussare, ma mi rendo conto che la porta è socchiusa. Aggrotto le sopracciglia confusa. “Strano. Di solito la lascia sempre chiusa” penso nella mia testa. Non mi faccio alcun timore ed entro piano. Penso subito all’ipotesi che ci siano dei ladri, ma la casa mi sembra in ordine. C’è un silenzio tombale quando ad un certo punto sento degli strani rumori. Mi avvio verso il suo studio, che a primo istinto sembrano provenire da lì. Anche qui la porta è socchiusa, poiché si vede uscire uno spiraglio di luce. Più cerco di capire di che rumore si tratta meno ci capisco. Sembra che ci sia più di una persona, così, pensando ancora all’ipotesi dei ladri, prendo l’ombrello, da usare in caso di pericolo, proprio accanto alla porta. Prendo un bel respiro e con una mano apro lentamente, molto lentamente, la porta. La scena che mi si presenta davanti mi fa ghiacciare il sangue. “Non ci posso credere…”. Christian, la persona con la quale avrei voluto passare il resto della mia vita, sta quasi per fare sesso con quella che credevo la mia migliore amica. L’ombrello mi cade dalla mano e provoca un forte tonfo. I due si voltano nella mia direzione stupiti. <Martine> dice Christian con un filo di voce. <Aspetta, non è come sembra> dice Camille. E io che vorrei gridargli addosso un sacco di cose, non dico nulla, scuoto semplicemente la testa tra le lacrime, giro i tacchi e me ne vado. Scendo velocemente le scale che prima avevo risalito sperando in chissà che cosa ed esco dal condominio con la stessa velocità con cui sono entrata. Ormai è buio, ma a me non importa. Inizio a correre verso casa. Entro alla velocità della luce nel mio appartamento e chiudo violentemente la porta alle mie spalle. Non mi importa se i miei vicini mi staranno gridando addosso adesso, non mi importa più nulla. Mi accascio contro la porta e mi porto le ginocchia al petto. Inizio a piangere senza riuscire a fermarmi. Mi sento così stupita, mi sento così inutile, mi sento così… sola…
 


Mi sveglio di soprassalto con il respiro irregolare mettendomi subito a sedere. Mi è sembrato di essere in apnea fino in questo momento. Mi passo le mani sul viso. Un incubo. Che poi non so quanto di incubo abbia, dato che si tratta tutto di roba vera. Sospiro frustrata. Vorrei che nulla di tutto questo fosse accaduto. Guardo l’orario: 5:20. Sbuffo e mi alzo, tanto non sarei riuscita ad addormentarmi di nuovo. Sono ormai giorni che fatico a dormire e le mie occhiaie ne sono la prova. Meno male che tra qualche giorno parto per Marrakesh per andare a vedere la gara del mio migliore amico. Sì, il mio migliore amico fa il pilota. E a proposito del tradimento, non l’ha presa per niente bene. Voleva addirittura andare a casa di quell’idiota e pestarlo, ma io l’ho fermato dicendogli che non era il caso di perdere tempo con uno così. Comunque, decido di non pensarci troppo a quella cosa e di vivere la mia vita tranquillamente. Comunque io mi chiamo Martine Lacroix, ho 27 e sono francese. In effetti sono una francese un po’ particolare. Mia madre è italiana ed è immigrata in Francia quando era giovane e qui ha conosciuto mio padre. Da lei ho ereditato la passione italiana, mentre da mio padre beh… ho ereditato quello che c’è nel classico carattere francese. Jean-Eric (così si chiama il mio migliore amico) invece, è la persona più francese che ci sia. Un carattere più francese del suo non lo ritrovate neanche nel presidente della repubblica. È soprattutto una persona molto emotiva e se gli dite qualcosa di storto fidatevi che si arrabbia subito. Comunque io e lui ci conosciamo da tutta la vita, sin da quando sapevamo solo dire le parole papà e pappa, che spesso confondevamo. Complici della nostra amicizia sono anche i nostri genitori che erano e sono molto amici. Non riuscirei ad immaginarmi una vita senza di lui, come amico si intende. Io l’ho sostenuto in molti momenti difficili, anzi difficili per entrambi, com’è stata per esempio la morte di Jules. Non è stato facile superarla, però abbiamo scelto di farci forza entrambi. Comunque, tornando a me: lavoro come meccanica in un’officina qui a Parigi e mi sono anche resa disponibile per aiutare qualche ragazzino a fare i compiti. In effetti non sono una ragazza che ha molta pazienza, però, quando serve, faccio uno sforzo. Non credo ci sia molto da aggiungere riguardo alla mia umile vita, spero solo che vi abbia interessato. Mentre concludo il mio stupendo discorso mentale, bussano alla porta di casa mia. E’ quasi mezzogiorno e io ho una gran fame. Vado ad aprire e mi trovo davanti Juliette, la mia nuova amica. Ci conosciamo da un po’ di tempo, però non abbiamo mai legato così tanto. Dopo il tradimento di Christian però, mi ha subito sostenuta e le sono veramente grata. Mi abbraccia forte mentre chiudo la porta. <Cavolo, come mai tutta questa allegria?> chiedo io stupita mentre sciolgo l’abbraccio. <Eric e io usciamo per un appuntamento!> esclama lei tutta felice. Dovete sapere che Juliette esce con ragazzi semi-sconosciuti praticamente ogni settimana, anche se poi o viene mollata o li molla, anzi, la maggior parte delle volte si tratta della seconda opzione. “Sì, non era scattata la scintilla” queste sono le sue testuali parole. Ormai ci sono abituata a sentirle parlare di un ragazzo diverso ogni tre giorni. <Bene dai, sono felice per te> le rispondo io mentre vado verso la cucina e tiro fuori dal forno le due pizze che avevo preparato durante la mattinata. <E tu invece che mi racconti?> mi chiede lei mentre si siede al tavolo con me. <Boh, nulla di particolare. Dopodomani parto per Marrakesh per l’E-Prix> <Vai da Jev vero?> mi chiede lei con un sorrisetto che non promette nulla di buono. <Sì… e cosa c’entra esattamente?> le chiedo io. <Cosa c’entra?! C’entra tutta la gente che vi shippa cara e credimi sono veramente tanti> esclama lei come se stessi dicendo che le mucche volano. Io alzo gli occhi al cielo. Sempre la stessa storia. <Ah-Ha molto divertente. A shippare me e Jev siete solo tu, mia madre e sua madre> le rispondo indicandola con la forchetta. <Ma uffi! Non distruggere così tutti i miei sogni di ship! State così bene assieme!> sbuffa lei facendomi ridere. <Te l’ho sempre detto Julie: siamo troppo simili e allo stesso tempo diversi per stare assieme. E fidati, non vorresti mai vedere una delle nostre litigate> le rispondo. Io e Jev non litighiamo spesso, ma quando succede… fidatevi di una che l’ha vissuto che non è per niente bello.
 
Nel pomeriggio esco un po’ e mi faccio un giro per Parigi. Mi piace Parigi, il problema è che come tutte le grandi città e sempre piena di turisti, cosa che a me non fa impazzire. Mentre pago il mio panettiere di fiducia, il mio telefono inizia a squillare. Prendo la borsa con dentro il pane ed esco dal negozio mentre cerco di risponde. <Pronto?> <Ma ci vuole così tanto prima che rispondi?>. La sua voce mi raggiunge all’orecchio facendomi sorridere. <No, non ci vuole tanto, ma ero fuori e non potevo risponderti subito> rispondo io continuando a camminare per le strade di Parigi. <Ok ok. Come stai?> <Va come al solito Jean. Il tempo qui fa schifo e i francesi diventato sempre più antipatici> gli rispondo io. Alzo gli occhi e vedo che ci sono dei nuvoloni grigi che minacciano pioggia. Ultimamente qui a Parigi il tempo sta facendo sempre più pena, sarà complice anche il fatto che è ancora inverno. <Ti ricordo che anche tu sei francese> mi dice sarcastico. <Lo so che sono francese, ma ci sono dei francesi che sono veramente stronzi a volte> ribatto io. <Cattivo umore?> mi chiede lui. Sa sempre quando c’è qualcosa che non va. <Sì, più o meno> rispondo io cercando di restare sul vago. Nel frattempo, apro la porta del mio appartamento ed entro in casa. Ho appena fatto in tempo a entrare che fuori sta già iniziando a piovere. <E’ successo qualcosa di brutto?> mi chiede preoccupato. <Nulla Jev, te l’ho detto. È solo che ho sognato ancora tu sai cosa> gli rispondo sedendomi con un tonfo sul divano. <Marti lo devi dimenticare ok? Quell’idiota non deve neanche più far parte dei tuoi pensieri!> <Lo so Jean, lo so! Ma non è facile! Lo so che è passato più di un mese e mezzo però mi sembra ancora ieri quando…> mi blocco sentendo un nodo alla gola. Anche se mi dico sempre che non dovrei più piangere per lui, ogni volta mi ritrovo a farlo, inconsapevolmente. Lui si accorge del mio stato d’animo e mi rassicura <Ehi, va tutto bene. So che ti fa male, ma io lo dico solo per proteggerti ok? Lo sai che mi fa male vederti soffrire> <Lo so, Jean>. Ad un certo punto però sento una voce dall’altra parte <Jev, muoviti! Sei in ritardo per il simulatore!> <Sì, lo so dammi un minuto e arrivo!> <Sei già in ritardo di dieci minuti e poi chi lo sente il capo?!> <Non rompere i coglioni André, adesso arrivo!>. Io scoppio a ridere quando la “discussione” è finita. <Scusami, ma era André, il mio compagno di squadra. E’ molto simpatico, ma a volte rompe davvero. Te lo farò conoscere> prosegue lui. Io sorrido: mi ha già parlato altre volte di questo André e spero proprio di conoscerlo. Per lui deve essere una persona davvero importante. <Ti vengo a prendere io in aeroporto dopodomani va bene?> prosegue ancora lui. <Sì, sì va bene. Non vedo l’ora di rivederti> dico io con un sorriso anche se non mi può vedere. <Anche io, Marti. Ciao> <Ciao Jev> dico per poi chiudere la chiamata. Poso il telefono affianco a me e sorrido. Non vedo proprio l’ora di rivederlo.
 
Spazio autrice:
E voilà! Prima storia su Jean Eric Vergne e io sono super felice! Spero che vi piaccia anche se la sto scrivendo proprio d'istinto. Sinceramente mi aspettavo di pubblicarla più tardi, ma ormai poco importa. Spero che questa introduzione vi possa piacere e nulla a presto per il primo capitolo.
Non potete capire quanto sono gasata per questa storiaaaaa!!!😍🥰❤

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