9. Potremmo ritornare (neuf)
28 febbraio 2018
Jean-Eric
Essere innamorati di qualcuno è qualcosa di complicato. Essere innamorati di Martine, lo è ancora di più. Se poi contiamo anche il fatto che non la vedo da due settimane, direi che sono messo abbastanza male. Guardo distrattamente il paesaggio dall’esterno del finestrino dell’aereo. Non le ho chiesto neanche di venire in aereo con me. Dopo quell’ultimo messaggio che le ho mandato il 12, non l’ho più cercata. Forse è meglio così. Non ho idea di dove possa essere andata quei due giorni e forse non lo voglio neanche sapere. L’importante è che lei stia bene ora. Io però sto morendo dalla voglia di vederla. Mi aveva detto che veniva in Messico per vedere l’E-Prix, ma non so neanche se è partita o se è già arrivata. Mi ero ripromesso di tenermela sempre stretta, ma invece l’ho solo allontanata. <L’hai sentita?> mi chiede André come se mi avesse letto nel pensiero, dai sedili sul lato opposto rispetto a me. Io scuoto la testa continuando a guardare fuori. <Forse è meglio così> gli dico poi voltandomi verso di lui. <Perché?> <Non mi ama André. Non ricambia e non ricambierà mai quello che provo io per lei. Forse è meglio non forzare le cose e lasciare la situazione così com’è> gli rispondo io. Quasi non ci credo alle mie parole. Sono davvero disposto a lasciare andare l’unica persona che amo? <Non ce la farai mai Jev. Non riuscirai a rinunciare a lei. Te lo dico per esperienza> prosegue lui serio. <Non altra scelta André. Non mi vede in quel modo> gli dico io con un’alzata di spalle. André mi guarda preoccupato, quasi compassionevole. <Io la amo André. La amo troppo. Mi ci è voluto del tempo per capirlo e in queste ultime settimane ci ho riflettuto molto. Sono disposto a rinunciare a lei in quel modo pur di vederla felice. Questo mi farà soffrire, lo so, ma passerà… Sopravviverò. Come quando ho lasciato la Formula 1… Alla fine sono sopravvissuto e mi sono rifatto una vita. Così andrà anche con lei…> <Ma tu ce l’hai fatta perché c’era lei con te! Me l’hai detto tu!> sbotta lui sorpreso. <André…> dico io sconsolato. <No Jev, non posso permettertelo! Non puoi rinunciarci così!> esclama lui. Io sorrido amaramente. André può essere molto testardo e convincente, ma questa volta non sarà così. Non molto tempo dopo atterriamo in Messico, dove avrà sede il prossimo E-Prix. Dopo essere scesi dall’aereo privato e aver recuperato le nostre valigie, entriamo nell’aeroporto. Proprio in quel momento vedo entrare un sacco di gente, segno che è appena atterrato un aereo di linea. Io e André ci fermiamo un attimo giusto per riprenderci dalle tante ore di volo e nel frattempo lui ne approfitta per controllare qualcosa sul suo telefono. I miei occhi vagano sulla folla che si muove verso l’uscita quando noto una persona, che per qualcun altro sarebbe una fra tante, ma che io invece riconoscerei tra mille. E’ diversa, sembra quasi un’altra. Ha l’aspetto di qualcuno che non dorme da giorni. Un paio di occhiali da sole mi impediscono di vedere i suoi vispi occhi marroni, che io tanto adoro. In questo momento sembra tanto la mia versione maschile… Ma non è da sola. Un volto a me famigliare, Mitch Evans, si avvicina a lei, scambiano due parole e poi si dirigono insieme verso l’uscita. André ormai ha distolto gli occhi dal telefono per vedere cosa sto fissando con tanta insistenza. Quando vede di chi si tratta, spalanca gli occhi sorpreso. <Visto? Avevo ragione…> dico con voce distaccata, che non sembra neanche la mia, camminando anche io verso l’uscita. Non ho mai sofferto per amore e non so cosa significhi, ma quello che sto provando adesso è qualcosa di molto simile. Una volta usciti dall’aeroporto, saliamo su un taxi in direzione dell’hotel. André è più triste per me, che per aver visto quei due. Il mio cuore è stretto attorno una morsa che mi sta facendo solo male. Io però non ho altra scelta. Lei non mi ama e io sono disposto a soffrire, a piangere le notti intere, rinunciare a quella parte di felicità che solo lei mi sa dare, pur di vederla sorridere anche solo per un’istante.
Martine
Sono atterrata oggi in Messico e sono già in hotel. Tra poco scendo nel ristorante dell’hotel per cenare. Ho una fame da lupi. Prendo la tessera della mia camera ed esco. Non ho ancora visto Jean e forse è meglio così perché già sto male di mio. È più di una settimana ormai che non riesco più a dormire bene la notte. Avrò un aspetto orribile, ma me ne faccio una ragione. Arrivo nella hall, dove ci sono tutti i piloti. Alcuni si voltano verso di me mi salutano. Poi incontro i suoi occhi. Il tempo sembra fermarsi. Per qualche istante vedo solo lui. Il resto sembra poco importante. Sento quasi mancarmi il fiato. Quanto mi era mancato… Il tutto però viene interrotto da Daniel che corre ad abbracciarmi. <Ciao francesina! Quanto mi sei mancata!> rimango per un attimo interdetta da tutto questo calore, ma poi ricambio subito il gesto. <Anche tu mi sei mancato!> esclamo io scompigliandogli i capelli. <Posso salutarla anche io o no?> chiede Lucas sbucando dietro al tedesco. Daniel alza gli occhi al cielo per poi farsi da parte per il brasiliano. Lucas mi sorride per poi abbracciarmi. <Come stai?> mi chiede sciogliendo l’abbraccio. <Potrebbe andare meglio> gli rispondo io con un’alzata di spalle. Poco dopo Antonio ci chiama dicendoci che hanno già pronto il tavolo per andare a mangiare. <Marti, Antonio mi ha detto che ti hanno messo vicino a Jev> mi dice Daniel da dietro mentre ci andiamo a sedere. Io mi irrigidisco. Vedo Jev sedersi con accanto André. Io, con uno sforzo, vado a sedermi accanto al francese che mi guarda visibilmente stupito. <Ehi Marti! Che bello rivederti!> esclama il tedesco facendomi sorridere. <Sono felice anche io André. E scusami per… beh tu sai cosa…> dico poi io, tralasciando il fatto che Jean sia seduto proprio tra noi e che c’entri anche lui in tutta questa storia. <Non ti preoccupare. Ho capito. L’importante è che tu stia bene> mi risponde lui facendomi l’occhiolino e io gli sorrido più rilassata. Quando André si volta alla sua sinistra per parlare con Sam Bird, io alzo gli occhi per guardare Jev, che fino a quel momento non avevo degnato di uno sguardo. <Ciao> riesco a dire infine con un nodo alla gola. Lui mi guarda dritto negli occhi. Non dice nulla, mi guarda soltanto. Ti prego di qualcosa… Non dice più nulla perché poi arriva un cameriere per prendere i nostri ordini. Durante tutta la cena non ci rivolgiamo parola, cosa che mi fa soffrire. Riesco a parlare con tutti tranne che con lui. Finito di mangiare non mi fermo neanche nella hall per parlare con i piloti, vado dritta in camera. Non ce la facevo più a sopportare quella situazione… Chiudo la porta alle mie spalle con un sospiro. Mi cambio per andare a dormire mettendomi una felpa e dei pantaloncini corti. Prima di andare a letto però vado sul balcone per prendere una boccata d’aria. Mi stringo nella mia felpa, sentendo l’aria fredda penetrare la mia pelle. Mi appoggio con i gomiti alla ringhiera. Guardo in alto, nel cielo, e vedo le stelle brillare in questa notte messicana. I miei pensieri ci mettono poco ad andare dritti al francese. Come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto? Se solo io non avessi provato a baciarlo a Marrakesh… Mi sento così in colpa… Lo sapevo che avrei rovinato tutto... Perché ormai lui è arrabbiato con me e non mi vorrà più vedere. Io però quel bacio lo volevo davvero, e lo voglio tutt’ora. Io ho davvero bisogno di lui, più di quanto lui ha bisogno di me. Inizio a sentire freddo e le mie mani diventare ghiacciate. O forse sento freddo semplicemente perché il mio cuore è gelido ed è incapace di amare ed essere amato… Sento una lacrima scendere lungo la mia guancia, sperando di essere anche per un secondo nei suoi pensieri…
Jean-Eric
Dopo essermi fermato un po’ nella hall per parlare con i miei colleghi, sono ritornato in camera. Appena entro, mi vado a risciacquare un po’ il viso, come a risvegliarmi da tutto quello che ho vissuto oggi. Fatto ciò, esco sul balcone, per vedere che paesaggio si vede da qui. Guardo in alto nel cielo le stelle che si vedono comunque nonostante le luci della città. Ripenso a Martine, quasi istintivamente. Lei ormai nei miei pensieri quotidianamente. Ripenso ai suoi occhi in cui mi ci perderei ogni istante, ripenso alle sue labbra che avrei voluto baciare fino all’infinito, ripenso alla sua voce che non smetterei mai di ascoltare. Mi manca veramente tanto…
Perdonare presuppone odiarti, ma se dicessi che non so il perché dovrei mentirti e tu lo sai che io con le bugie… Mi manchi veramente troppo troppo troppo ancora…
Ho passato tutto il giorno a ricordarti nella canzone che però non ascoltasti. Tanto lo so che con nessuno avrai più riso e pianto come con me e lo so io ma anche te…
Ripenso a quando eravamo bambini e ci facevamo i dispetti ogni tre per due. Ripenso a quando eravamo adolescenti e ritornavamo da scuola insieme. Ripenso a tutte le volte che le ho chiesto un consiglio su come approcciare con le ragazze. Ci sono ancora troppe cose che abbiamo fatto insieme che alle quali preferirei non pensare ora.
Quasi trent'anni per amarci proprio troppo. La vita senza avvisare poi ci piovve addosso. Ridigli in faccia al tempo quando passa per favore e ricordiamoglielo al mondo chi eravamo e che potremmo ritornare…
Quindi perché mi scanso invece di scontrarti. E tu perché mi guardi se puoi reclamarmi…
Io la rivoglio, la rivoglio indietro…
Diglielo in faccia a voce alta di ricordare quanto eravamo belli e di aspettare perché potremmo ritornare…
Il mio fiume di pensieri viene interrotto dal mio cellulare che vibra per l’arrivo di una notifica, facendomi sussultare. Lo apro e rimango un attimo a fissare il nome del mittente. Martine? Decido di aprire comunque la chat con lei e vedere di che messaggio si tratta. Inevitabilmente il mio cuore batte un po’ più veloce.
Marti🤍: Excuse moi Jean, pour tout. Je suis vraiment désolé. J’espère que tu pourras me pardonner. Bonne nuit🤍
Io sorrido teneramente al suo messaggio. Non so cosa risponderle. Forse è meglio non scrivere nulla. Esco dalla chat e la lascio senza risposta. Per me il suo messaggio è un suo passo in avanti nei miei confronti. Quel messaggio mi dà quel briciolo di speranza che forse tutto quello che eravamo non è perduto. Forse… potremmo ritornare…
1 marzo 2018
Martine
<Da quanti giorni non dormi bene?> mi chiede Antonio mentre facciamo colazione nel ristorante dell’hotel. <Non lo so. Ho perso il conto> gli rispondo con un amaro sorriso sulle labbra. Le mie occhiaie sono ben evidenti ormai. <C’entra Jev vero?> mi chiede ancora con un sorriso. Io annuisco sentendo le guance scaldarsi un poco. <Abbiamo discusso non molto tempo fa e ci siamo un po’ allontanati> gli rispondo fissando la mia tazza di caffè vuota. La situazione è molto più complicata, almeno per me, però forse la spiegazione più semplice è proprio quella. <Sono sicuro che risolverete. Siete dei veri amici, si vede> mi dice lui rassicurandomi. Meno male che c’è qualcuno che la pensa ancora così… <Grazie mille Antonio, sei veramente gentile> gli dico io sincera, dopo qualche attimo di silenzio. <Non ringraziarmi! Lo sai che lo faccio con piacere!> esclama lui riuscendo a strapparmi una risata. <Ti va di fare un giro del circuito dopo?> mi propone poi. Io annuisco entusiasta. Mi piace sempre fare la track walk con i piloti e poi con Antonio il divertimento è assicurato. <Perfetto! Allora ti aspetto nella hall se tu devi andare a cambiarti e prendere le tue cose> prosegue lui mentre ci alziamo. <A tra poco!> esclamo io salutandolo con un bacio sulla guancia. Salgo in camera e mi cambio mettendo una salopette di jeans con sotto una maglietta bianca a maniche corte. Recupero il mio telefono e scendo di nuovo da Antonio. Andiamo insieme al circuito parlando del più e del meno. Ci arriviamo abbastanza in fretta dato che il nostro hotel non era molto lontano. Entriamo nel paddock dopo aver mostrato i nostri pass. Dopo che Antonio si è fermato per parlare con qualche pilota, iniziamo la nostra passeggiata per il circuito e il portoghese non ha fatto altro che farmi ridere fino alle lacrime per tutto il tempo.
@martinee_lacroix
Just smiling 📸 @afelixdacosta
Piace ad andre_lotterer, daniel_abt, jeanericvergne e altre 4.564 persone
@daniel_abt Va che bella la mia amica😍❤
@afelixdacosta Bravo anche il fotografo eh @daniel_ abt
@andre_lotterer A me sembra che stai ringhiando🤔 @martinee_lacroix
@martinee_lacroix Ah ah molto simpatico🙄🙄 @andre_lotterer
@lucasdigrassi Sorridi Marti, che sei bellissima❤🥰😍
@martinee_lacroix TVB Lucas 🥰❤
@daniel_abt
Having fun with this girl @martinee_lacroix 📸: @afelixdacosta
Piace a lucasdigrassi, jeanericvergne, andre_lotterer e altre 20. 670 persone
@andre_lotterer FALLA CADERE ABT E LA PROSSIMA GARA TI TROVI A MURO!
@afelixdacosta Poco protettivo mi dicono
@martinee_lacroix Tranquillo André, ho rimesso i piedi a terra sana e salva😘
@daniel_abt Comunque grazie per la fiducia🙄🙄 @andre_lotterer
@andre_lotterer Prego🤗
<Ti ha messo like! Ti ha messo like!> mi canzona Daniel scompigliandomi i capelli. <Questi si chiamano like tattici> gli fa eco Antonio. <Io e Jev non stiamo insieme, finitela!> esclamo io cercando di sistemare la mia chioma. Durante nostra track walk io e Antonio abbiamo incontrato anche Lucas e Daniel. <Se se e noi ci crediamo> ribatte Lucas facendomi l’occhiolino. Io lo fulmino con lo sguardo. <Che c’è? Ho detto solo quello che tutti pensiamo!> si difende Lucas alzando le mani. <Oddio vi prego, no! Ci sono già mia madre, la madre di Jean e la mia migliore amica a credere a questa cosa, quindi non vi ci mettete pure voi!> esclamo io ai tre piloti. <Come si chiama la tua migliore amica?> mi chiede curioso Antonio. <Juliette Petit> gli rispondo io. Il portoghese va a cercarla subito su Instagram. Adesso che ci penso Antonio e Juliette sono abbastanza simili: entrambi due spiriti liberi. <Però! Non è per niente male!> esclama Antonio scrollando sulla pagina della mia migliore amica. <Fammi vedere> Daniel si sporge dalla spalla del portoghese per vedere lo schermo. <Hai ragione Toni! Quando ce la presenti Marti?> mi chiede subito il tedesco. <Quando ci sarà qualche gara in Europa, vedrò di presentarvela> rispondo loro. I due esultano battendosi il cinque a vicenda e facendo scoppiare a ridere me e Lucas. Sono veramente fortunata ad avere degli amici come Antonio, Lucas e Daniel che riescono sempre a strapparmi un sorriso anche quando io non ce la faccio.
Torno in camera prima di cena. Prima di scendere al ristorante dell’hotel vado a farmi una bella doccia calda. Una volta uscita mi avvolgo in un’enorme asciugamano. Ma quando vado in camera sobbalzo quando sento gridare il mio nome. <André!> esclamo portandomi una mano al cuore per lo spavento. Il tedesco si sta piegando in due dalle risate. <Scusami, ma morivo dalla voglia di vedere la tua faccia> dice asciugandosi le lacrime agli angoli degli occhi. Io scuoto la testa ridendo e vado davanti all’armadio per cambiarmi i vestiti. Intanto il mio amico si butta comodamente sul letto. <Comunque si può sapere dove eri andata quando ti ho mandato quel messaggio due settimane fa?> mi chiede, mentre io sono davanti all’armadio. <Sono andata a Monaco da Mitch> gli rispondo tranquillamente io. Non mi volto neanche per vedere la sua faccia scioccata, anche se sono sicura mi farà morire dal ridere. <Prima che il tuo cervello pervertito possa farti dire qualcosa, non abbiamo fatto nulla> concludo io chiudendo le ante della armadio e voltandomi verso il tedesco. <E Jev?> mi chiede poi lui. <E’ complicato André…> mormoro io abbassando lo sguardo. <Non è complicato Marti! Siete voi due che lo rendete complicato!> ribatte lui. Io sorrido amaramente. In effetti non ha tutti i torti. <Dovresti parlargli Marti. Lui sta soffrendo molto per la vostra lontananza, anche se non lo vuole dare a vedere> prosegue lui. Io sospiro. Sto soffrendo anche io, e anche tanto. <Ora devo andare, però pensaci> mi dice ancora alzandosi e dandomi una pacca sulla spalla. Annuisco e lo saluto per poi vestirmi e andare giù anche io per cenare, con la speranza di togliermi dalla testa per un po’ Mr Jean-Eric Vergne.
Mi rigiro nel letto per l’ennesima volta. Non riesco a dormire. Le parole di André risuonano nella mia testa ancora e ancora. Penso e ripenso a Jean-Eric. Ma come diamine ho fatto ad innamorarmi di lui? Controllo l’ora sul mio telefono: 22:04. Sospiro. Non sono sicura che riuscirò a riaddormentarmi subito. Sento il mio cuore stringersi in una morsa. Mi manca tantissimo. Mi metto a sedere. Non posso più continuare in questo modo…
Cammino velocemente e a piedi nudi per il corridoio dell’albergo, con addosso solo una felpa extra-large. Controllo i numeri sulle porte e alla fine arrivo davanti alla sua camera numero 225. Alzo la mano stretta in pugno esitando a battere le nocche contro il legno. Ho fatto tutta questa “fatica” per venire qui e ora non busso? Alla fine, batto piano due colpi. Il mio cuore batte velocissimo e il mio respiro è irregolare. Attendo qualche secondo e poi la porta si apre mostrandomi la sua figura. Lui mi guarda attonito. <Marti?> gli sento sussurrare. <Je ne peux pas dormir Jean> dico sentendo le lacrime agli occhi. Lui mi sorride e apre le braccia. Io non esito a fiondarmici dentro. Chiude la porta alle nostre spalle e io affondo il mio viso nel suo petto coperto da una felpa senza cerniera. Dio se mi era mancato. Il suo profumo inonda le mie narici e mi fa sentire a casa. Mi lascia dei piccoli baci sui capelli e me li accarezza piano per calmarmi. E ci riesce. Sento i miei respiri tornare regolari e mi lascio avvolgere dalle sue braccia, dal suo calore. <Tu m’as tellement manqué, Jean> mormoro io. <Tu m’as manqué aussi, petite> mi dice non smettendo di accarezzarmi i capelli. La sua voce non suona per niente arrabbiata o delusa. Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi che riesco comunque a vedere bene nonostante sia buio. <Excuse-moi, Jean. Excuse-moi> dico abbassando di nuovo gli occhi. Mi sento così in colpa per averci fatto soffrire in questo modo… <Ehi…>. Mi alza il mento con due dita, facendo incontrare di nuovo i miei occhi con i suoi. <Tout va bien> mi rassicura sorridendomi. Gli sorrido anche io. Mi bacia dolcemente sulla fronte per poi tornare a guardarmi negli occhi. <Je peux dormir ici?> gli chiedo, ma infondo so già la risposta. <Bien sûr> mi dice sorridendo per poi prendermi per mano e condurmi in camera da letto. Si butta poco delicatamente nel letto facendomi ridere. Batte la mano sulla parte vuota facendomi segno di raggiungerlo. Io sorrido come una bambina e lo raggiungo sdraiandomi accanto a lui. Mi raggomitolo contro il mio migliore amico che mi stringe a sé avvolgendo un braccio attorno ai miei fianchi. Appoggio la testa contro il suo petto, proprio sopra il suo cuore. Con la mano libera, Jev cerca la mia e fa intrecciare le nostre dita, la chiave della nostra amicizia. Ascolto il battito regolare del suo cuore, che è come una specie di musica per le mie orecchie. <Bonne nuit Jean> mormoro io mentre sento le mie palpebre chiudersi piano piano. <Bonne nuit ma petite> gli sento dire, prima di addormentarmi completamente.
Spazio autrice:
Bonjour! Come state? Nuovo capitolo, nuovi riavvicinamenti. Devo ammettere che Marti e Jev sono proprio carini😍❤🥰 Che mi dite? Vi è piaciuto? Vedremo quanto dura la pace tra questi due. Comunque volevo dirvi che sto scrivendo nelle bozze una FF su Mr Lucas Di Grassi che pubblicherò quando l'avrò finita. E nulla oggi parte autrice breve perché devo andare a vedere le qualifiche della Formula E😂😂
P.S. Oggi l'ultima gara della FE. Non sono moralmente pronta😭😭💔🤧
E nulla ci vediamo alla prossima!
Baci😘❤
Martina
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top