6. Doppietta (six)

3 febbraio 2018
Cammino per il paddock con gli occhiali da sole sugli occhi e la testa alta. Sembro tanto Jev in questo momento. Ma oggi gli occhiali, oltre per proteggermi dal sole, mi servono anche per nascondere gli occhi un po' rossi a causa delle lacrime di ieri. Alla mia sinistra e alla mia destra ci sono rispettivamente Lucas e Daniel, che oggi mi fanno da bodyguards. Entriamo nei box Audi e subito Daniel si allontana da noi per andare a parlare con Allan McNish (team principal Audi), non prima di avermi salutato con un bacio sulla guancia. Io, nel frattempo, mi porto gli occhiali sulla testa per vedere bene quello che mi sta intorno. Lucas è davanti a me, ma io ho lo sguardo basso sulle mia scarpe, persa nei miei pensieri. <Stai bene?> mi chiede e io alzo lo sguardo verso il brasiliano che mi guarda preoccupato. <Penso di sì> dico con un sorriso amaro. Lui mi sorride un poco in risposta e mi abbraccia forte. <Lo sai che io ci sarò sempre per te, lo sai vero?> mi dice appoggiando il mento sulla mia testa. <Lo so> mormoro. Ieri sono rimasta tutta la mattina in camera e il pomeriggio i due piloti dell'Audi e Antonio mi hanno portata un po' fuori, ma non stavo per niente bene. Ho mangiato poco e niente, mentre stamattina Lucas mi ha obbligata a fare una colazione abbastanza sostanziosa. Quando sto male ho preso il brutto vizio di non mangiare o di mangiare proprio poco e questo il brasiliano l'ha capito. Per me Lucas è diventato, in poco tempo, come un fratello maggiore. So che nonostante tutto lui ci sarà sempre a sostenermi. <Io adesso devo andare, tu rimani qui a guardare le prove con Bianca, va bene?> mi propone poi accarezzandomi la guancia. Io annuisco sorridendo e facendo sorridere anche lui. Mi lascia un bacio sulla fronte per poi andarsene. Io allora mi dirigo verso Bianca che si trova in fondo ai box, a seguire dagli schermi le varie sessioni. Appena mi vede mi sorride calorosamente e si alza per abbracciarmi. L'ho conosciuta ieri sera a cena e ci siamo trovate subito. <Come stai cara?> mi chiede mentre ci sediamo su delle sedie. <Un po' meglio dai> le rispondo rassicurandola. Ieri aveva subito compreso che era successo qualcosa e in un momento di pace ero riuscita a raccontarle tutto. Si è dimostrata molto comprensiva nei miei confronti ed è riuscita anche a darmi qualche consiglio su come gestire questa situazione tra me e il francese. <Ne sono contenta> mi risponde con un sorriso. <Anche perché Lucas non ha fatto altro che preoccuparsi tutto ieri pomeriggio perché eri da sola in camera e mi ha fatto venire una crisi di nervi, guarda!> aggiunge e io ridacchio, contagiando anche lei. Tra una chiacchiera e l'altra, le due prove libere passano in fretta ed è già ora delle qualifiche. Dopo esserci sgranchite un po' le gambe, io e Bianca ritorniamo a sederci sulle nostre sedie. Per un breve momento sugli schermi inquadrano Jean. Ha la tuta legata in vita, il suo cappellino del team, messo al contrario, e gli occhiali da sole. Sta parlando con qualche pilota mentre aspetta di salire in macchina per la sua qualifica. Sospiro. Non ci parliamo più da giovedì sera. <Non vi siete più parlati?> mi chiede Bianca vedendo come guardo il francese dallo schermo. <Per niente> mormoro io distogliendo lo sguardo quando vedo che non lo inquadrano più. <Tu cosa provi per lui?> mi chiede poi. Io sospiro nuovamente. <Sinceramente non lo so. Però so che non voglio distruggere il nostro rapporto. Se noi dovessimo metterci assieme e magari in un futuro litigare e lasciarci, noi non potremo mai tornare indietro e tornare ad essere i migliori amici che eravamo prima. È per questo che preferisco allontanarmi da lui, anche a costo di soffrire> le spiego poi. Bianca mi sorride comprensiva e mi stringe la mano. <Non sai quanto invidio te e Lucas. Siete una bellissima coppia, siete sposati e felici e tra poco state per avere un bambino> dico indicando il ventre un po' gonfio della brasiliana e lei ridacchia. <Siete la felicità che io probabilmente non raggiungerò mai> concludo sconfitta. <Non dire così Marti. Sono sicura che un giorno sarai felice anche tu con l'uomo che ami> mi risponde lei abbracciandomi. Cerco di credere alle sue parole. Non so quanto strada devo fare per trovare la mia felicità, ma, per ora, è ancora tutta in salita.


È in pole position. Non so perché, ma me lo sentivo che avrebbe fatto una grande qualifica. In fondo in fondo io non ho mai smesso di credere in lui. Anche Lucas ha fatto una bella qualifica: partirà terzo. Subito dietro di lui c'è l'altra Techeetah di André. Avviso Bianca che andrò a seguire la gara dal box di Jean. Lei mi sorride e mi risponde che avviserà i due piloti Audi della mia decisiome. Così poco prima della partenza, corro ai box del mio migliore amico per vedere la gara. I meccanici mi hanno riconosciuta e mi hanno salutata calorosamente. Non essendo un grande team, si conoscono un po' tutti. Per questo mi hanno subito accolta come una di loro. Ora comprendo perché Jev si è così affezionato a questo team. In pochi minuti la gara inizia e il mio cuore batte fortissimo. Dopo lo spegnimento dei semafori, partono. Jev ha una bellissima partenza e riesce a tenere dietro Buemi, ma anche il suo compagno di squadra che ora è secondo. Ma la partenza più mostruosa è stata anche quella di Piquet che ha minacciato anche di superare Jean-Eric. Subito dopo la safety car, uscita a causa di alcuni incidenti, Piquet attacca Jean e a momenti si toccano. Quando si apre la finestra dei pit stop, Jev rientra e salta da una macchina all'altra a una velocità assurda. Mi fanno quasi ridere quando lo fanno: sembrano dei grilli. Lui naturalmente non sa che sono qui, però sa che avrà il mio supporto incondizionato, sempre. Dal giro 29 però inizio a sudare freddo: André cerca di attaccare Jev e quasi si toccano. So perfettamente che André non lascerà vincere così facilmente Jev, però così facendo rischia di rimetterci il team. "Non fate cavolate, vi prego" penso nella mia testa, mentre mi torturo le mani. Al giro 33 mi viene un fottuto infarto: André ha attaccato Jev e i due si toccano e André è praticamente addosso al francese. Un boato si alza nei box, insieme a qualche imprecazione. Ma qualche secondo dopo i due riescono a far girare di nuovo le ruote, che si erano precedentemente bloccate, e ritornano alle loro posizioni senza alcun danno. Un sospiro di sollievo lascia le mia labbra. Al penultimo giro però André tenta di nuovo di passare Jev, ma non ci riesce. Alla fine, Jev vince l'E-Prix di Santiago e André taglia il traguardo in seconda posizione: la prima doppietta nella storia della Formula E. Io esulto in modo poco sobrio e per l'euforia corro ad abbracciare alcuni meccanici. <Woooohooo! Oh baby, that's historical! First one-two in Formula E history!> esclama Jean nel team radio. Sono felicissima. Questa è la seconda vittoria in Formula E di Jev, ma la prima a cui assisto. Una gara da dimenticare invece per i due piloti Audi che invece si sono ritirati. Dopo aver parcheggiato le due macchine fuori dai box, i due piloti della Techeetah si salutano e si congratulano. Dopo delle piccole interviste, i due vanno verso il podio. Grazie a John, l'ingegnere di Jev, riesco a raggiungerli prima che salgano sul podio. Jean appena mi vede strabuzza gli occhi stupito. Io però sorrido come una bambina e gli corro incontro saltandogli addosso. Lui prontamente mi prende al volo e mi stringe forte a sé sollevandomi un poco da terra. <Tu a été super> mormoro, con il viso ancora nascosto contro il suo collo. Lo sento ridere e poco dopo ci stacchiamo. Lui ha un sorriso sincero sulle labbra. <Je croyais que tu ne venais pas> mi dice piano. Lo avevo immaginato che non ci sperasse. <Au lieu de cela, je suis ici pour toi!> esclamo io schioccandogli un bacio sulla guancia. Vedo avvicinarsi a noi André e abbraccio anche lui. <Mi avete fatto prendere un infarto!> esclamo poi io guardandoli entrambi. <Immagino a tutto il team> dice André grattandosi la nuca e facendomi ridere. <Ma per fortuna è andato tutto bene> risponde Jev dando una pacca sulla spalla al suo compagno di squadra. Li saluto e lascio che salgano sul podio, mentre io vado con il team proprio sotto di esso. Sono tutti molto felici ed emozionati. Il bello del podio della Formula E è che i piloti passano proprio in mezzo ai fan e quindi fanno una specie di sfilata prima di salire sul podio. Passa prima Sebastien Buemi che è arrivato terzo, poi André e infine Jev. Vedere Jean felice è una delle cose più belle che ci siano. Io sono veramente orgogliosa di lui e della gara che ha fatto. Grazie alla sua splendida gara è salito in cima al campionato piloti. Poco dopo parte la Marsigliese, il nostro inno. Lo guardo mentre cerca di sistemarsi i capelli tutti scompigliati. Io non mi merito seriamente di stare con un ragazzo così perfetto come lui. Dio se è bello. Appena parte l'inno francese sento una lacrima scivolare lungo la mia guancia, ma io la catturo prima che arrivi al mento. Sono lacrime di gioia. Mormoro a bassa voce l'inno francese, anche se un nodo alla gola per l'emozione in parte me lo impedisce. Lui chiude gli occhi e alza lo sguardo verso il cielo. In questo momento vorrei solo andare lì e baciarlo. Ma non posso. Una fitta al cuore, per la consapevolezza che non è mio e non lo sarà mai, mi fa trattenere il respiro. Quando riapre gli occhi, riabbassa lo sguardo verso il pubblico e cerca qualcuno con gli occhi. Appena mi vede, mi sorride. Gli sorrido anche io con gli occhi lucidi. Tu es la meilleure partie de tout ça. Lo penso solo, non glielo dico: non ne avrei comunque il coraggio. Rimane a guardarmi per qualche attimo che a me sembra infinito. Chiude di nuovo gli occhi e io rimango ad ammirarlo. Vedo solo lui, il resto sembra scomparire. Voglio piangere per quanto è bello. Riapre di nuovo gli occhi e ritrova subito i miei e canta con le labbra, insieme a me, le parole dell'inno francese. Muove anche un po' le mani come se fosse un direttore d'orchestra, facendomi ridere. Quando mi vede ridere smette di cantare e ride anche lui, guardandomi come nessuno ha mai fatto prima. Quando è finito l'inno, io sono ormai in lacrime. Butto fuori l'aria che non mi ero neanche accorta di trattenere. Dopo l'inno cinese per il team, consegnano i trofei e Jean, dopo aver dato un bacio al suo, lo solleva in aria tra gli applausi di tutti. E subito dopo arriva la mia parte preferita. Fatta la consueta foto, i tre piloti aprono le loro bottiglie di champagne e lo spruzzano sui fans, mentre vengono sparati tantissimi coriandoli. Vedo Jean avvicinarsi al bordo: so già cosa vuole fare. Cerco di coprirmi un po' con la mano, ma le gocce di champagne mi arrivano comunque. Vedo comunque i due piloti Techeetah abbracciarsi. Sono molto felice e fiera di loro. Si meritano davvero questo risultato. Jean è riuscito a bersi anche un po' di champagne. André e Jev poi chiamano tutto il team sul podio, ma io rimango dove sono. Sto per tirare fuori il telefono per fare delle foto, quando Jev mi fa segno di salire con loro. Io scuoto la testa. Lui non molla e allora scende dal podio per venire da me. E' veramente testardo. <Marti...> mi dice e io scuoto la testa. <No, Jev, cosa ci vengo a fare? È vostro il podio ed è vostro il successo, io rimango qui a fare le foto> dico alzando la voce e cercando di sovrastare quelle delle altre persone. <Parte di questo successo lo devo anche a te, Marti, lo sai. Non sarei da nessuna parte se tu non mi avessi sostenuto per tutti questi anni, quindi sali su con me, per favore> mi dice all'orecchio, addolcendo un po' il tono alla fine. Io gli sorrido e alla fine annuisco. Il suo sorriso si allarga di più e prendendomi per mano, mi porta con sé sul podio. Faccio foto con il team, il trofeo, Jev e André. Ho assaggiato un po' di champagne e devo dire che non era per niente buono. Sono felice, molto felice. André e Jev vanno a fare le interviste e siccome tra un festeggiamento e l'altro si sono fatte le 19:00, me ne torno in hotel, non prima di aver mandato un messaggio al mio migliore amico avvisandolo della mia decisione. Una volta salita in camera, mi faccio una bella doccia, per recuperare le energie e per togliermi anche l'odore dello champagne di dosso, che non è per niente piacevole. Quando esco dal bagno, controllo il telefono per vedere se mi sono arrivati messaggi, ne ritrovo uno da parte di Jev.

Jean: Sono andato fuori in un ristorante a festeggiare con il team. Avrei voluto portare anche te, ma ho fatto appena in tempo a tornare in camera a cambiarmi che loro avevano già organizzato tutto. Mi dispiace lasciarti da sola, ma ti prometto che domani mattina torneremo insieme a Parigi, come avevamo già organizzato. Ti voglio bene❤

Jean: Ah, mi stavo dimenticando, domani mattina verrà con noi anche André. L'ho già avvisato di tutto.

Sorrido alle sue parole. Sa essere davvero molto dolce, quando vuole.

Non ti preoccupare per me, vai a festeggiare e divertiti. Ci vediamo domani mattina. Ti voglio bene anche io❤

La sua risposta non tarda ad arrivare. Mi ha inviato un cuore rosso. Scuoto la testa ridendo e metto il telefono della tasca dei miei jeans, per poi scendere a mangiare nel ristorante dell'hotel. C'è abbastanza gente a quest'ora al buffet, ma per fortuna riesco comunque a prendere un bel piatto di spaghetti alle vongole. Cerco con lo sguardo un posto dove sedermi e sorrido quando vedo un certo neozelandese a mangiare tutto solo. <Aleggia un'aria di solitudine attorno a questo tavolo> esclamo mentre mi siedo proprio di fronte a lui. Quando sente la mia voce, alza stupito gli occhi verso di me. <Beh, adesso non sono più solo> mi risponde, quando ha finito di masticare il suo boccone, con un sorrisetto. <Come stai?> mi chiede poi, quando ha finito il suo piatto, mentre io devo ancora iniziare a mangiare il mio. <Molto bene grazie, e tu? Ah, complimenti per la settima posizione> dico io tra un boccone e l'altro. <Grazie, anche se non è un granché. Fa bene per il team più che altro> mi risponde e io annuisco silenziosamente. La cena prosegue tra una chiacchiera e l'altra e una volta finito di mangiare, Mitch mi propone di fare un giro per Santiago e io accetto volentieri. Andiamo fino al circuito che non è molto distante dall'hotel e ci sediamo sugli spalti. È stato molto silenzioso durante il tragitto e abbiamo parlato poco e niente. Mi porto le mani intorno alle braccia cercando di scardarmele. Mi sono dimenticata di prendere una felpa e qui di sera fa freddo. Sento qualcosa di morbido sulle mie spalle. Mi volto verso Mitch e mi rendo conto che mi ha dato la sua felpa. <Ma così sentirai freddo tu> mormoro io e lui scuote la testa sorridendo. <Non soffro il freddo> mi risponde. <Ma poi giovedì sera com'è andata a finire?> mi chiede poi. Non mi aspettavo questa domanda da lui. <Diciamo non bene. Me ne sono andata un po' prima del previsto> gli rispondo guardandolo negli occhi. Lui non mi dice nulla, forse capendo la mia difficoltà a parlarne. Dopo qualche attimo di silenzio, decido di alleggerire l'atmosfera facendogli una domanda un po' scomoda <Dimmi qualcosa che non hai detto a nessuno>. Mi guarda stupito e non mi risponde subito, ci riflette un po' su. <Ho Tinder> mi risponde infine. Io strabuzzo gli occhi ridendo. <Serio?> gli chiedo io sorridendo. <Sì, ma non lo uso mai> si affretta a dire. <Mhm... Non ci credo> dico io con un sorrisetto, dandogli una leggera spallata. <Davvero! Se vuoi ti faccio vedere> esclama tirando fuori il telefono. Dopo averlo sbloccato, me lo porge. Vado nel suo account Tinder e scopro una cosa di lui che non sapevo. <Il tuo nome completo è Mitchell?> gli chiedo io corrugando la fronte. Lui annuisce. <Mi piace> affermo sorridendo tornando restituendogli il telefono. Lui mi sorride in risposta e se lo rimette in tasca. <Mi aspettavo che ti scrivessero un sacco di ragazze> dico poi io. Lui mi guarda confuso, così specifico <Nel senso, tu sei un bel ragazzo, simpatico e sei anche un bravo pilota, dovresti fare strage di cuori>. Lui ride alle mie parole. <Forse è così, ma a me interessa solo una ragazza> mi risponde poi lui con un sorriso e fissando i suoi occhi nei miei. Capendo che si tratta della sottoscritta, sento le guance andare a fuoco, anche se lui non può vedermi dato che sta iniziando a fare buio. La nostra conversazione prosegue su toni più leggeri, fino a quando non si fa abbastanza tardi per tornare in albergo: io domattina devo comunque prendere un aereo per Parigi. <Grazie mille Mitch per la chiacchierata. Mi ha fatto molto piacere> gli dico una volta arrivati in camera. <Grazie a te per essere venuta> mi risponde infilandosi le mani in tasca. Mi volto per entrare nella mia camera, quando mi prende per un polso e mi fa girare verso di lui. Me lo ritrovo a pochi centimetri dalla mia faccia, mentre le sue mani sono appoggiate ai lati della mia testa e la mia schiena aderisce alla porta. Immergo i miei occhi nei suoi ambrati. È questione di un secondo. Mi ritrovo le sue labbra sulle mie, cogliendomi totalmente alla sprovvista. Però non lo allontano, anzi ricambio. La punta delle nostre lingue si tocca e per un attimo mi toglie il respiro. Poco dopo ci stacchiamo, senza fiato. Cerco di regolare il mio respiro mentre lui si allontana di poco da me. <Baci molto bene> mi dice con quel suo solito sorriso da ragazzo. Io sento le guance a cento gradi. <Grazie. Era da un po' che... non baciavo qualcuno> dico infine. Lui mi sorride rassicurante accarezzandomi la guancia per poi lasciarci un bacio. <Ci vediamo presto> mi sussurra all'orecchio per poi andarsene. Io sospiro con un sorriso sulle labbra. Rientro in camera e mi chiudo la porta alle spalle appoggiandomi ad essa. Chiudo per un secondo gli occhi e ripenso al bacio che ho appena vissuto con Mitch. Non so se ha messo chiarezza o meno sulle mie idee, a questo ci penserò domattina. L'unica cosa che riesco a pensare al momento è che ne avevo proprio bisogno.

Jean-Eric
Salgo le scale dell'hotel dopo aver passato una bella serata in compagnia di tutto il team. Imbocco il corridoio per andare alla mia camera, quando la scena che mi si presenta davanti mi fa ghiacciare sul posto. Mitch e Martine sono insieme. Lui si sporge verso di lei per baciarla e lei, con mia grande sorpresa, ricambia. Sento la rabbia montare dentro di me, con un misto di tristezza e delusione. È come se avessi ricevuto un pugno allo stomaco, che in confronto a quello che sto vivendo ora, probabilmente avrebbe fatto meno male. Sono distante da loro, ma posso vederli benissimo limonare, mentre loro non possono vedere me. Quindi è così che stanno le cose? Lei ha preferito lui a me? I due dopo un paio di minuti si separano. Lui le sussurra qualcosa all'orecchio prima di andarsene. Entrambi sorridono, mentre io vorrei solo non aver visto niente di tutto questo. Aspetto che la mia migliore amica entri nella sua camera, prima di entrare nella mia, dato che è vicina alla sua. Una volta che sono entrato, mi siedo sul divanetto portandomi la testa tra le mani e tirandomi leggermente i capelli. Il mio respiro è irregolare per la rabbia e più dico di calmarmi, meno ci riesco. Sono arrabbiato e deluso, quasi mi sento tradito. E io che avrei voluto dirle tutto, invece mi ritrovo con un pugno di mosche in mano. Avrei dovuto capirlo: non mi avrebbe mai ricambiato. Adesso mi do anche dello stupido da solo. In preda alla rabbia e alla delusione, decido di chiamare il pilota del volo privato per Parigi di domattina. Mi risponde la sua segretaria. <Buonasera, il volo di domani si può anticipare di un'ora e mezza> chiedo io di fretta. <Certamente. Vuole che avvisi gli altri passeggeri?> <Non si preoccupi ci penso io> le rispondo. Dopo aver ringraziato e salutato la ragazza, metto le ultime cose nella mia valigia che avevo già sistemato ieri e l'appoggio sulla sedia. Domani tornerò da solo a Parigi, senza avvisare nessuno, né André né tantomeno Martine. Non mi interessa se la scelta è troppo affrettata e per ora non mi importano nemmeno le conseguenze, me ne voglio solo andare, il prima possibile.

Spazio autrice:
Bonjour! Lo so sono una persona crudele con sti due. Marti ha baciato Mitch e Jean li ha visti. Cosa succederà ora? Marti dirà a Jean del bacio? Oppure gli mentirà? Questo non vi resta che scoprirlo nei prossimi capitoli!
Lasciatemi spendere due parole per la gara di cui si parla qui, che è stata semplicemente MAGNIFICA. E nulla che dire, spero vi sia piaciuto il tutto, anche la parte del podio che scriverla è stato emozionante anche per me. Con questo vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo!
Baci❤😘🥰
Martina

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