Prefazione

Margaret, figlia di buona famiglia, aveva ereditato dal padre defunto la Grande Villa in cui resideva a quei tempi.

Felice di questo, per inaugurarla aveva invitato i suoi amici d'infanzia a passare una notte con lei.

Stranamente avevano accettato tutti, spesso c'era qualcuno che aveva altri impegni, come passare la serata con la famiglia o una cena di lavoro, e invece per quel sabato sera erano tutti liberi.

Il gruppo di amici era unito da un legame profondo instaurato anni e anni prima, aiutato anche da una passione che avevano tutti in comune: la danza.

Amavano ballare, entrare in sintonia gli uni con gli altri, muoversi con leggerezza, spiccare salti eleganti e atterrare sulle punte, per poi volteggiare delicatamente accompagnati dal suono rilassante della musica, finché questa non cessava di suonare rimpiazzata dagli applausi e dall'entusiasmo del loro pubblico.

Si esibivano spesso insieme, almeno finché la loro età glielo aveva permesso, ormai erano tutti sulla cinquantina, se non alcuni venuti più tardi e quindi più giovani sulla trentina.

Quando smisero di ballare, persero un po' i contatti, molti perché si erano creati una vita propria, mettendo su famiglia e mandando avanti una carriera desiderata da sempre. C'era chi era diventato scrittore, chi attore, chi cantante, o chi invece doveva realizzarsi definitivamente.

Margaret, la più "vecchia" della congrega, aveva la passione della scrittura che le diede, con il tempo, la fama e la notorietà che si meritava. Lei metteva nei suoi libri un pezzo della sua anima, ma non tutta, per non uscire troppo allo scoperto. Era una donna riservata, lei, sempre con una penna e un taccuino in mano, pronta ad appuntare un'ispirazione passata fulminea nella sua testa.

Ogni tanto parlava delle sue ispirazioni con Iris, quarantacinquenne innamorata dei suoi libri. Anche lei faceva parte della felice congrega di ballerini moderni, fidanzata con Mirko da alcuni anni. Iris, appena conosciuti, circa una trentina di anni prima del matrimonio aveva fatto venire anche a lui la passione del ballo, della musica, e di conseguenza anche lui si era aggregato.

Mirko aveva trovato un migliore amico, nel gruppo, Derek. Ragazzo fantastico, tutte le ragazze gli correvano dietro, se non fosse che non era orientato verso il genere femminile. Lo aveva capito verso i suoi sedici anni, quando conobbe Liam, fratello della sua migliore amica Anne, parte del gruppo di ballo.

La cantante, Layla, era sempre stata la più timida del gruppo. Nessuno capiva mai il perché, non era la più piccola, era molto brava a ballare, e aveva un bellissimo rapporto con il più estroverso del gruppo: James. Il ragazzo era un libro aperto, cinico, sarcastico e con la battuta sempre pronta. Si creava nemici per il suo modo di essere, d'altronde, se ci si pensa, alla gente molto spesso piace solo essere lusingata. Alla gente non potevi dire cosa pensavi realmente. Non era possibile essere sinceri fino in fondo.

Una persona con cui non andava per niente d'accordo era Larry. Lui, il ragazzo serafino, che tutti amavano per il suo modo di essere, elegante nei gesti e nelle mosse della danza, aveva un "nemico". Difficile a credersi.

Miranda, sua moglie, invece, era molto amica con James, e ogni volta che saltava fuori l'argomento riguardante James la donna non faceva altro che sorbirsi la sfuriata del marito, tentando di non arrabbiarsi a sua volta, d'altronde capiva che Larry fosse protettivo nei suoi riguardi, però quando si esagera, si esagera.

Gli attori del gruppo erano Gary, Michael e Sarah. Nonostante il lavoro in comune, non si incontravano quasi mai. Di rado gli davano scene da girare insieme, difatti non erano molto uniti, almeno non come Sam e Marley, che nonostante il loro legame li unisse dal profondo, non si erano mai messi insieme. Gli altri del gruppo glielo dicevano sempre, di fidanzarsi, che sarebbero stati una coppia meravigliosa, ma i due non gli davano ascolto. Loro pensavano a come fossero felici così come erano, senza relazioni amorose, ma legati solo da una amicizia profonda, e volevano far capire anche agli altri che non per forza, per essere felici insieme, ci si debba fidanzare, spesso basta solo esserci l'uno per l'altra, come amici, e come spalla.

Infine, ma non di meno importanza, c'era Mario, l'insegnante di tutta la felice combriccola. Lui, omone ormai settantenne, aveva sempre il viso increspato in un sorriso radioso. Si vedeva che non aveva il coraggio di far male neanche a una mosca. Aveva proprio un cuore d'oro, e ovviamente non potevano escluderlo dalla cena.

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Spazio autrice

Se siete arrivati fino a qui, vi ringrazio. Sono consapevole del fatto che questo capitolo è noioso. Lo è stato perfino per me nella scrittura, pensate voi! Prometto che i prossimi capitoli saranno un pochino più veloci, ma non posso promettere di farvi divertire. Insomma, stiamo in una specie di horror, non in un humor, quindi, car* lettore/lettrice, se volevi imbatterti in un racconto felice, divertente, sei nel posto sbagliato. Se ne volevi uno spaventoso e avventuroso, sei nel posto giusto! E dopo la noia trasmessa dalle mie parole, buona lettura, viaggiatore intrepido!

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