CAPITOLO XIII~combattimento
Una sensazione di disorientamento s'inflitrò nei petti di tutti, che si guardarono spaesati negli occhi.
Non sapevano bene cos'altro gli sarebbe accaduto in quella serata infernale, speravano soltanto di rimanere in vita, per i loro cari, per i loro figli.
La luna splendeva beffarda in cielo, la luce fioca che emanava non era abbastanza da illuminare il folto della foresta che si ergeva imponente davanti agli ospiti.
Le fronde e gli arbusti si muovevano guidati dalla forza del vento gelido che entrava nelle loro ossa, provocandogli diversi brividi che scendevano lungo la schiena.
Anne e Sarah si avvicinarono e si presero mano nella mano. Erano consapevoli del fatto che se ci fosse stato un altro attacco del lupo avrebbero lottato fino alla morte per proteggere l'altra, un po' come Iris e Mirko, cui quest'ultimo aveva molta paura di perdere la fidanzata e il migliore amico disperso nella foresta in un solo colpo, per mano di quella bestia infernale.
Un lieve frusciare anomalo arrivò alle orecchie di tutti seguito da un leggero
Crack, crack
Come se delle foglie si stessero sottomettendo al peso di un corpo maggiore rispetto a loro. Due occhi iniettati di sangue comparvero tra due alberi e solo dopo pochi istanti uno degli ospiti se ne accorse.
-Ragazzi...- la voce tremante di Gary uscì come un sussurro, il suo corpo immobilizzato dalla paura.
I suoi amici si girarono verso di lui, lo sguardo interrogativo.
Consapevole del fatto che se avesse proferito un'altra parola dalla sua gola sarebbe emerso un urlo di spavento, con mano tremante indicò i due occhi che stavano fissando la combriccola in modo inquietante.
-Non ci attaccherà. Siamo in gruppo, e io ho il pugnale che gli toglierá la vita.-
La voce di Margaret si erse razionale spezzando il silenzio della notte. I corpi di tutti erano immobilizzati dalla paura, i battitti rimbombavano nelle orecchie facendogli pensare che davanti non avessero un licantropo, ma una banda musicale.
Un leggero ringhio salì dalla gola della bestia, la pelliccia nera e sporca che si mimetizzava nelle ombre della notte.
Il licantropo fece pochi passi avanti, si avvicinò agli amici, che si strinsero sempre di più finché le loro schiene e spalle non si sfiorarono di poco.
Margaret si fece avanti di un poco e sorresse lo sguardo della bestia fissato nei suoi occhi, e la rabbia riuscì a sovrastare la paura, quindi la donna si mise ad urlare nella speranza che il licantropo la capisse:
-Tu, brutta bestia, vattene immediatamente, la mia pazienza ha un limite e giuro che se sfiorerai anche solo con un pelo i miei amici, sei morta. Schifoso, putrido animale, va' via e non tornare mai più se non vuoi che questo coltello ti si ficchi nella carne una volta per tutte. Chiaro?!-
Detto questo agitó per aria il suo pugnale d'argento in maniera teatrale che provocò un bagliore biancastro sotto la luce della luna.
Non seppe da dove riuscì a tirare fuori tutto quel coraggio, sembrava come se la sua parte da scrittrice si fosse impossessata di lei donandole il coraggio di uno dei suoi personaggi.
La bestia, loro malgrado, sembrò non capire, quindi ruggì e si lanciò sul gruppo di amici.
Ci fu un attimo di panico, di silenzio, poi gli artigli si abbatterono sulla loro prima preda, squarciandone la pelle e facendola sanguinare.
Iris cadde per terra con un grido soffocato mentre Mirko tentava di allontanare la bestia dalla sua fidanzata a suon di pugni, ma, massiccio com'era, il licantropo quasi neanche se ne accorse di questo attacco da parte dell'uomo.
Margaret, ancora scombussolata dalla scenata di prima, riprese il controllo dei suoi muscoli e si mosse verso la battaglia dove i suoi amici stavano soccombendo sotto la potenza del lupo, che accorgendosi della donna si girò verso di lei, le zanne e gli artigli sporchi di sangue vivo.
Ci fu un attimo di silenzio, come se il mondo attorno al licantropo e alla donna si fosse fermato. Gli occhi di lui in quelli di lei. Quelli di lui famelici, iniettati di sangue, quelli di lei umani, dolci e sapienti.
Con un ruggito feroce il licantropo si avventó sulla sua vittima, e Margaret, con un urlo di paura, mise le mani avanti, pronta all'ora della sua morte, e chiuse gli occhi.
Quel momento non arrivò. Almeno, non quella notte. Il lupo guaì di dolore, quindi si accasciò per terra, il petto in una chiazza di sangue. Il pugnale di Margaret aveva colpito il cuore della bestia, il suo nucleo di vita, e l'argento che adesso scorreva nelle sue vene gli stava dando il colpo di grazia:
Tutti gli ospiti, chi ferito, chi meno, aveva assistito alla scena con il cuore in gola, e adesso il licantropo si stava trasformando in un umano.
Per un attimo Margaret non ci credette e pensò di avere le allucinazioni, barcollò di un poco e si inginocchiò per terra, vicino al corpo supino.
-P...pia?- mormorò, stupita, a fior di labbra.
Il capo delle cuoche boccheggiò di un poco, portandosi una mano dove il pugnale l'aveva colpita, e spostò lo sguardo vitreo in quello di Margaret, immobilizzata dallo shock.
-Ma... Mar...- tentò di pronunciare il suo nome con voce tremante, ma senza riuscirci: ormai le rimanevano pochi secondi di vita, quindi raccolse tutte le sue forze e cominciò a parlare mentre tutti ascoltavano allibiti.
-Io...io... scusatemi di tutto... non volevo,- mormorò gemendo.
-Margaret... grazie di avermi liberata da... da...questa maledizione...-
L'interessata le prese la mano ormai gelida e se la portó in grembo, consapevole del fatto che sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe ascoltato quella voce familiare.
-Malgrado tutto mi ero affezionata a te, mi mancherai.- sussurrò in risposta Margaret, ma invano:
L'anima di Pia era scivolata via dal suo corpo che adesso stava supino per terra, in una pozza di sangue, gli occhi che fissavano il vuoto.
Con lo sguardo velato di dolore, Margaret chiuse le palpebre alla donna che aveva stesa davanti, sussurrando con voce tremante:
-Riposa in pace, Pia.-
Quindi alzò lo sguardo sui suoi amici notò che si stavano guardando con gli occhi sgranati, non potendo gridare a quello a cui avevano assistito, sembrava un brutto sogno, un incubo, ma loro lo avevano realmente vissuto. Nessuno di loro sarebbe stato più lo stesso, quella notte li avrebbe cambiati per sempre, ma si sentivano finalmente salvi dal pericolo che li aveva ossessionati e rincorsi per tutta la notte. L'incubo era finalmente finito.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top