CAPITOLO VI~La bestia
Due occhi iniettati di sangue la fissavano, famelici, gli artigli con cui si teneva alla trave del tetto sporchi di sangue, la pelliccia nera come la pece sporca, arruffata. La bestia ruggì, e Anne lasciò Sarah, per poi tentare di aprire la porta bloccata. Si girò e guardò il licantropo, una sensazione di terrore nel petto, per poi vedere i vetri infranti della finestra rotta poco fa. Come avevano fatto a non accorgesi del rumore dei vetri infranti? Il licantropo aspettava ad attacare, come se si stesse gustando la paura negli occhi delle due.
-Sarah...- Anne sussurrò quel nome, scivolando con la schiena sulla porta, per poi sedersi per terra.
-Anne... non moriremo.- le due donne guardavano la bestia sporca, gli occhi colmi di paura, la voce tremante.
-RAGAZZE!- da dietro la porta, le voci di Margaret, Derek e Larry si sovrapposero, piene di panico.
-AIUTO!- Le due risposero incerte e impaurite dalla reazione del licantropo, che sentendo le voci dall'altra parte della porta probabilmente si impaurì, quindi scese dalla trave, ferì sul braccio Anne, e saltò fuori dalla finestra da dove era venuto, ululando.
La donna urlò di dolore, mentre il sangue sgorgava inarrestabile dall'arto. Fortuna vuole che stessero in un bagno, e mentre gli altri amici tentavano di aprire la porta, Sarah prese il braccio dell'amata, per poi metterlo sotto l'acqua fredda del lavandino per provare a bloccare l'emorragia.
-Respira, respira. Tranquilla, andrà tutto bene.-
Tentò di rassicurarla, le baciò la nuca, l'accarezzò dolcemente, le sussurrò parole di conforto, finché gli altri non riuscirono a staccare dai cardini la vecchia porta, che si schiantò al suolo con un rumoraccio che fece sobbalzare le due di paura.
Anne piangeva, gemeva, e accorgendosene gli altri accorsero per aiutarla, così Margaret andò a prendere il suo kit di sopravvivenza nella camera per poi raggiungere gli altri che si erano rifugiati per l'ennesima volta in salotto, forse la stanza più sicura di tutta la Villa, con due entrate e tante vetrate.
Margaret tentò di sbrigarsi, ma non riusciva a trovare il kit. Aveva messo a soqquadro la sua stanza, ma non lo aveva trovato. Era come sparito, eppure era sicura di averlo da qualche parte. Un rumore fuori dalla sua finestra la fece sobbalzare. Cessò la sua ricerca per andare a vedere cosa fosse stato, quindi si affacciò dalla finestra e vide la bestia che tentava di raggiungere una delle finestre del secondo piano della Villa, probabilmente per entrare e mietere altre vittime preparando un agguato.
Margaret, percepito il pericolo, corse dai suoi amici, avvertendoli di ciò che aveva visto.
-Ma cosa vuole da noi?! Perché ci sta facendo soffrire le pene dell'inferno?!- domandò Marley in falsetto, avendo paura della risposta.
-Marley. Ci vuole uccidere! Ci vuole come cena!- James aveva perso la pazienza e faceva avanti e indietro nella stanza, strapazzandosi il viso con le mani.
Era nervoso, aveva paura, non riusciva a stare fermo come tutti gli altri, seduti comodamente sul divano e sulle poltrone.
-Ma noi dobbiamo precederlo. Dobbiamo ucciderlo prima che lui ci renda la sua cena. Si chiama legge di sopravvivenza.-
L'uomo cessò finalmente la sua camminata nervosa, fissando lo sguardo in ognuno dei suoi amici, per poi sospirare e chiedere come si sentisse Anne.
-Fa...male...- boccheggiò l'interessata. Aveva smesso di piangere, ma si vedeva nel suo sguardo che stava soffrendo, e neanche poco. La ferita stava prendendo una sfumatura violacea e questo preoccupava i presenti.
-Diventerò un lupo anche io...?- mormorò piano. Sembrava una bambina, il volto innocente bagnato da lacrime di dolore, di paura.
I presenti a questa domanda rabbrividirono. Se anche Anne fosse diventata un licantropo, sarebbero stati tutti esposti a un pericolo più grande, sempre che il licantropo che l'aveva ferita l'avrebbe accettata nel suo "branco".
Liam rise, rispondendo scettico:
-Ma ti pare, casomai quel lupo ti può attaccare la rabbia, ma i lupi mannari non esistono, sono solo leggenda.-
-CERTO!- il volto di Margaret si illuminò. -Liam, grande, quello è chiaramente un licantropo, e l'unico modo per farlo fuori è ferirlo con un'arma in argento! Pia! Pia!!-
La donna chiamò la gestrice delle cuoche, che stranamente non rispose al suo richiamo.
E se il licantropo avesse preso anche lei?
-Marg, ferma. Smettila di chiamarla. Non è possibile, i licantropi non esistono. Fanno parte delle favole per bambini. Servono solo a far spaventare la gente credulona.- Liam roteò gli occhi al cielo, per poi aggiungere:
-Secondo me dovresti scendere dal tuo mondo fatato, fatto dai tuoi protagonisti inventati. La vita reale è questa, non quella contenuta nelle favole o nei romanzi.-
-E invece ha ragione Margaret.- Sara lasciò la mano di Anne alzandosi e andandosi a mettere davanti al camino, così da essere visibile a tutti.
-Io e Anne lo abbiamo visto il licantropo. Il corpo non era da lupo, era più che altro un umano con una folta pelliccia nera. Solo il volto era da lupo, le zanne luccicanti, gli occhi iniettati, il naso da cane. Sì. È un licantropo.-
Anne sorrise. Le piaceva come parlava la donna, come descriveva la bestia. Lei non avrebbe potuto fare di meglio.
Prima che qualcuno avesse tempo di ribattere, uno scricchiolio sinistro si levò sopra di loro.
Tutti ammutolirono, solo Margaret ebbe il coraggio di sussurrare:
-Il licantropo è di sopra, dobbiamo sbrigarci e andare in cucina per prendere qualcosa d'argento. Ora.-
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