CAPITOLO IV~Il passo del licantropo
-Oh, mio Dio.- Iris, stretta al corpo di Mirko, era sempre stata la più sensibile del gruppo, e vedere adesso il suo maestro steso a terra, si sentì mancare. I presenti si coprirono la bocca con le mani, le lacrime agli occhi, avevano perso un tesoro, e adesso, loro malgrado, erano sicuri che qualcosa di inspiegabile fosse tra di loro, o forse, uno di loro.
-No... non può essere.- erano poche le volte in cui James mostrava i suoi veri sentimenti, ma in quel momento era più che giustificato. La sua voce era tremante, il suo corpo fremeva di paura, e i suoi occhi erano una maschera di terrore.
-Sì. L'abbiamo perso.- Margaret, inginocchiata vicino al corpo supino, aveva stretto il polso dell'uomo nella sua mano, e aveva constatato che non c'era più battito, chiudendo gli occhi al cadavere con un gesto delicato.
I presenti si abbandonarono in un pianto liberatorio, Mirko stringeva nel suo abbraccio Iris, intimandole che non avrebbe permesso niente e nessuno di farle del male, almeno finché lui era vicino a lei.
Tutti si rincuoravano, sussurravano l'un l'altro parole di conforto, avendone bisogno.
In quella notte fredda, buia, umida, la paura si era instaurata nei cuori di tutti, chi ne soffriva di più, chi di meno.
Tutti erano molto legati l'uno con l'altra, e perdere in questo modo un membro del loro gruppo era stato psicologicamente devastante, soprattutto quando la persona in questione era quella che se lo meritava di meno, rispetto a tutti gli altri.
Questo fece pensare alla maggior parte che la vita, il mondo, il fato, erano spesso ingiusti. "I migliori se ne vanno sempre", questo recitava un detto, così come "l'erba cattiva non muore mai", difatti gli "eroi", se così li possiamo chiamare, erano sempre le persone che soffrivano di più. Possibile che la bontà d'animo, la gentilezza, siano ideali che si debbano perdere solo perché il bene era costretto a soccombere al male e alla morte? Possibile che sia così tanto ingenuo da dover pagare sempre il prezzo?
-Ragazzi, stando qui probabilmente rischiamo molto. Se la bestia ci trova, siamo in trappola, è meglio scendere, e...- la voce di Margaret si incrinò di un poco. -riguardo Mario, si merita di essere seppellito, di avere un funerale, si merita di essere salutato un'ultima volta, ma ora non possiamo fare altro che lasciarlo lì. Lo so, è raccapricciante avere un morto in casa, ma siamo provati, domani chiameremo i ragazzi per il funerale...-
-No, non ci sarà un domani. Dobbiamo andare via da qui! Anche tu, Marg, vieni con noi.-
Layla parlò senza pensare, la paura si era impossessata di lei, e senza neanche accorgersene stava già percorrendo di corsa le scale per uscire e raggiungere le auto.
-Lala, Lala! Ferma! Almeno aspettaci, è pericoloso andare da sola!- James corse per stare al passo della sua più cara amica, innescando una reazione a catena: il gruppo gli andò dietro, a ruota, e appena usciti il vento gelido si insinuò nelle ossa di tutti i presenti, che rabbrividirono di paura e di freddo.
-Dov'è finita?- Liam roteava gli occhi attorno per scorgere la figura minuta della donna, ma il buio gli impediva di vedere bene.
-NO!- l'urlo della ragazza rivelò la sua posizione, e senza indugi, con James in testa, il cuore in gola, si avviarono verso la fonte.
-Lala, che succede?-
La donna, inginocchiata davanti alla sua fiat, piangeva lacrime amare, di paura. James le si inginocchiò vicino, abbracciandola e mettendo il viso nello spazio tra la spalla e il collo di lei.
-Le ruote... sono bucate.- singhiozzó la ragazza, e tutti trasalirono a quelle parole. Ormai non c'era via di fuga.
Gli ospiti pensarono di fuggire per la foresta, ma sarebbe stato troppo pericoloso, era troppo buio, e quest'ultima di notte pullulava di bestie feroci, assetate di sangue, e molti constatarono che avventurarsi là dentro sarebbe stato un suicidio bello e buono, quindi, loro malgrado, rinunciarono alla fuga.
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