Capitolo sei
L'odio viene considerato comunemente in contrapposizione all'amore; di fatto i due sentimenti possono essere accostati per l'intensità e l'impeto. Dal punto di vista emozionale l'odio è tuttavia il sentimento opposto all'insensibilità nei rapporti umani, più propriamente detta indifferenza.
É un mese da quando Gerard é uscito da casa mia ed é stato il mese più brutto della mia vita. A scuola lo vedevo ridere e scherzare con un ragazzo alto e dai capelli ricci. E poi con lui c'era questo ragazzo dai capelli neri e dagli occhi azzurri. Era magro, trasandato e sembrava andare d'accordo con Gerard.
E poi c'ero io nel mio angolino con Michael. Lo guardavo da lontano e quando i suoi occhi incrociavano i miei sentivo un peso sullo stomaco. Sono stato male, davvero tanto male.
"Ehy Frank, la notte di capodanno dormi da me? Come ai vecchi tempi."
Annuisco a Mikey senza neanche rendermi conto che dormire a casa sua é uguale a dormire a casa di Gerard.
***
Mancano esattamente quattro ore al capodanno e dopo il cenone con vari famigliari sono riuscito a scappare in camera mia a cambiarmi e poi uscire di casa per andare da Mikey. Solo sulla strada mi sono accorto che indosso quella bellissima felpa con i teschi che appartiene a Gerard. Fa freddo ma io nella fretta non ho preso neanche la giacca così mi tiro su il cappuccio e metto le mani in tasca. Il profumo di Gerard mi investe e mi entra nelle narici. Quel profumo. Chiudo le mani a pugno nelle tasche e la mia mano destra si chiude intorno a qualcosa di freddo e metallico. Tiro fuori la mano e la apro. Ci trovo dentro una catenina con un piccolo ciondolo a forma di chitarra elettrica. Scaccio qualche lacrima al pensiero di Gerard e mi affretto ad arrivare a casa Way. Quando suono e la porta si apre Mikey mi trascina dentro e quasi vado a sbattere contro un corpo alto. Alzo lo sguardo e vedo Gerard. Ha tinto i capelli di rosso e ha il viso pallido.
"C-ciao."
"Ciao. Mamma sto uscendo!"
Esce di casa così. Senza guardarmi. Io rimango sulla porta prima di venire tirato da Mikey fino alla sua camera.
"Allora, aspettiamo la mezzanotte e guardiamo i fuochi?"
"Dove vuoi vederli?"
Lui mi sorride e in quel momento mi pento di averglielo chiesto.
"Vedrai."
Così rimango in ansia fino a mezzanotte meno un quarto quando vedo Mikey uscire dalla finestra.
"Dove vai?!"
"Seguimi!"
Mi sporgo dalla finestra e vedo il suo piede e poi vedo il suo viso da sopra il tetto. Pessima idea.
"Io non lo faccio."
"Oh non fare il coniglio! Sali."
Prendo un respiro profondo e mi sporgo dalla finestra. Presto trovo un appiglio e Mikey mi aiuta a tirarmi su.
La vista da qua é mozzafiato e quando vedo Mikey accendersi una sigaretta rimango spaesato. Mikey non ha mai fumato.
"Michael, tu fumi?!"
"Oh andiamo Frank, non puoi farmi la predica. E tu invece? Hai smesso di farti le canne? No. Hai perso la scommessa."
Resto spaesato. Ero così preso da Gerard da ignorare il mio migliore amico e questo mi distrugge.
"Io non- scusa."
"Non fa niente. Se vuoi puoi farene una anche ora."
"Non ho-"
Michael tira fuori dalla tasca dei jeans una pallina di carta stagnola e delle cartine lunghe. Mi da anche il suo pacchetto di sigarette.
"Non ho il grinder."
"Mikey- tu- da quanto?"
Lui scuote la testa e guarda il cielo.
"Non ho mai provato, solo sapevo che avevi perso la scommessa e magari mi facevi fumare."
La cosa peggiore é stata che la mia mano si é mossa automaticamente verso l'erba e ha iniziato a tirare su una canna come se fosse una cosa automatica del mio cervello.
"Non posso Mik. Tu sei mio amico, ti voglio troppo bene."
Mikey scuote la testa ma continua a non guardarmi.
"É che é difficile, okay? Essere il fratello minore di quello che é ritenuto un genio dalla famiglia e un ragazzo strano dal resto del mondo. Sarò sempre etichettato e questo mi va bene, per me mio fratello é un figo assurdo ma ora anche lui si sta allontanando. Non hai visto com'é distante in questo periodo? E non vuole chiedere aiuto. É un mese più o meno che é assente."
Io gli passo una mano intorno al corpo e lo stringo a me.
"Passerà tutto. Te lo giuro."
***
Sono a letto e sto cercando di dormire ma non ce la faccio. Continuo a pensare che questo letto non é il mio. Continuo a pensare a quella notte. Poi sento dei rumori e so che é Gerard. So che é lui ma non mi alzo. I passi si fanno sempre più vicini e sono due persone. Poi si sente un gemito.
"Sh, mio fratello dorme."
Gerard. Poi sento la porta sbattere, il rumore delle molle del letto e le risatine. Ma niente sarà mai fastidioso come i gemiti. Pensare che qualcuno sta toccando il mio Gerard mi uccide.
La mattina dopo mi alzo e vado in cucina. Seduto al tavolo c'è Gerard e un ragazzo. Quel ragazzo che é sempre con lui.
Li ignoro e apro il frigo per prendere un succo d'arancia.
"Frank? Che ci fai sveglio a quest'ora?"
Guardo l'orologio e vedo che sono le sette di mattina. Guardo il tavolo e c'è caffè e una pizza. Penso di essere l'unica persona che dopo che fuma non ha la fame chimica.
"Non riuscivo a dormire. Comunque tranquilli, andate avanti a scopare, non vi darò fastidio."
Gerard mi guarda e anche l'altro ragazzo mi fissa. Ha la bocca spalancata ed é abbastanza imbarazzato. Si avvicina a Gerard e gli sussurra qualcosa nell'orecchio.
"No, lui é un amico di mio fratello."
"Ora torno a letto e vi prego, fate piano."
Torno nella camera degli ospiti e poco dopo sento qualcuno che mi afferra il braccio. Io mi giro e vedo Gerard.
"Mi dici qual'é il tuo problema?"
"É lui il mio problema! Sei tu il mio problema Gerard!"
Lui scuote la testa e solo allora lo vedo. Ha un succhiotto sulla clavicola e questo mi fa riempire gli occhi di lacrime.
"Frank io-"
"Ti odio Gerard!"
Mi tira a se e le sue braccia mi stringono. In quel momento scoppio a piangere.
"Va bene."
"Ti odio."
"Lo so."
"Ti odio!"
Lui mi stringe di più e affonda il viso tra i miei capelli.
"Mi odio anche io. Mi odio per averti fatto stare male. Mi odio così tanto per questo e non so se riuscirò mai a perdonarmi. Ma sai un'altra cosa?" Io scuoto la testa. "Ti amo."
Alle sue parole mi stacco. Chi lo sa, magari dice ti amo a tutti i ragazzini. Magari ha detto ti amo anche al ragazzo con cui ha scopato questa notte. Eppure alle sue parole il mio stomaco si contorce su se stesso e mi sento avvampare.
Ti amo anche io. Vorrei urlarglielo ma ho paura. Ho paura che le sue parole non siano vere. Ho paura che lui mi abbia preso come un gioco. Ho paura che presto o tardi mi abbandonerà ancora e io rimarrò solo, solo per sempre.
[Ma sapete che sto adorando questa storia? É bellissima raga.]
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