Capitolo due
"Mentono sulla marijuana. La marijuana ti fa perdere la motivazione: bugia. Quando sei fatto, puoi fare qualsiasi cosa tu faccia normalmente allo stesso modo, solo che capisci che non ne vale la pena."
"Gerard stai bene?"
Corro incontro al ragazzo che mi guarda in modo freddo. Annuisce prima di accendersi una sigaretta.
"Frank."
"Ero così preoccupato! Cosa é-"
Gerard non mi fa finire di parlare e se ne va. Non l'ha mai fatto. Lui mi ha sempre ascoltato e mi ha sempre confortato. Gerard é sempre stato mio amico, perché ora non si sta comportando da amico.
"Lascialo perdere Frank. É un periodo un po' così."
Mi giro e guardo Mik. Si assomigliano lui e Gerard. Certo, Mik é più alto e ha un viso coi tratti più decisi e più spigolosi. Ha un fisico più asciutto di Gerard, é vero, ma si assomigliano. Si assomigliano nei modi di fare, in alcune espressioni facciali. Gli occhi sono quelli del padre e le labbra quelle della madre eppure Gerard ha quel qualcosa che Mik non ha. Gerard ha i tratti del viso più morbidi. Gerard ha quel timbro di voce così melodioso. Gerard ha quel sorriso che ti scalda il cuore. Gerard ha quel sorriso che mi scalda il cuore.
"Ma io sono suo amico! Io posso aiutarlo."
"Nessuno può aiutarlo."
Mi giro a guardare Mik. Ha gli occhi tristi. Non li vedevo così tristi da quando aveva tredici anni e hanno ricoverato Gerard per non mi ricordo cosa. Quello che mi ricordo é che quando é tornato a casa lui era diverso. Più freddo, meno se stesso.
"Mik, cos'ha Gerard?"
Mikey esita un attimo prima di tornare serio. Mi guarda negli occhi mantenendo quella sua espressione fredda.
"Non sono io che te lo deve dire. Fattelo dire da lui."
***
La scuola é appena finita e io sto camminando fino a casa di Gerard perché ovviamente ho la patente ma non ho la macchina. Quando arrivo bussò ma nessuno viene ad aprirmi. Faccio il giro del giardino e vedo Gerard seduto sul dondolo che fissa il vuoto. Mi avvicino piano a lui e mi siedo lì accanto.
"Ti da fastidio se tiro su una canna qui?"
"Sei troppo piccolo per fumare quella roba, ti fa male."
É sempre così. Si lamenta ma nel frattempo mi procura cartine lunghe e carta filtro. Ora sta arrotolando il fogliettino su se stesso per crearmi un filtro.
"Grazie."
Io sto mischiando l'erba al tabacco e sto rollando il tutto. Quando ho finito accendo la punta e faccio un tiro. Il sapore forte mi scende in gola e mi brucia i polmoni.
"Sai, non dovevo farti conoscere Brendon."
"Ma non l'ho presa da Brendon! L'ho presa di Mike."
Gerard scuote la testa mentre fa un tiro. Lo osservo mentre fuma. Ha il cappuccio nero calato a coprirgli i capelli e il viso pallido é sollevato verso il cielo. É bello anche nella sua tristezza.
"Hai avuto un altro incubo sta notte?"
Annuisco. Non posso dirgli che ho sognato lui che si buttava giù da una scogliera. Non posso dirgli che mi sono svegliato piangendo e urlando il suo nome. Non posso dirgli che ho guardato lo schermo del telefono per quelle che sembravano ore indeciso se chiamarlo o no. Non posso dirgli che ora che mi ha passato lo spinello e le nostre mani si sono sfiorate ho sentito lo stomaco accartocciarsi su se stesso.
"Gerard tu sei mio amico, vero?"
"Si Frank."
"Allora mi dici cosa avevi ieri? Perché devi prendere delle medicine? Perché vai-"
Gerard mi zittisce poggiando le sue labbra sulle mie. Io rimango immobile con gli occhi spalancati. Gerard mi sta baciando. Gerard Way mi sta veramente baciando.
"Scusa."
Si stacca da me e mi guarda. Ha gli occhi tristi.
"Gerard io-"
"Vai Frank. Vai via, ti prego."
Annuisco e mi allontano da lui. Mi allontano da quella casa.
Io Gerard davvero non lo capisco. Mi bacia e poi mi caccia via. Io Gerard non lo capisco proprio.
Comunque ora sono in camera mia ad accordare la mia chitarra per poi provare a strimpellare qualcosa. Ho appena fatto qualche accordo quando mia madre si precipita in camera mia.
"Ti giuro che te la spacco quella chitarra! Fottuto Michael che te l'ha regalata!"
Le ho dovuto dire che la chitarra era un regalo di Mik perché se le dicevo che avevo speso tutti quei soldi si sarebbe arrabbiata un casino con me perché i soldi ci servono e non li posso buttare in cose del genere.
"Mi sto solo esercitando!"
"Mi stai disturbando Frank!"
La guardo. Sicuramente un tempo é stata una bella donna ma ora é così sciupata. Ora non ha più voglia di andare avanti. Siamo passati da vivere in una bellissima villetta alle case popolari. Mia madre ha dovuto vendere i suoi gioielli per far si che io avessi tutte le medicine. Ho un sistema immunitario che fa schifo, sapete? Per questo ero ogni due per tre attaccato a un respiratore. Per colpa mia lei ha perso tutto. Per colpa mia non abbiamo più niente.
"Mamma? Sto uscendo!"
Sbatto la porta dietro di me. Tutto questo pensare mi ha fatto venir voglia di spegnere il cervello e c'è solo una persona che posso chiamare a quest'ora.
"Brendon? Ho bisogno di te."
Ben presto sono sotto casa sua. Anche lui abita nelle case popolari ma a differenza mia lui é più libero. Vive con il suo ragazzo, Ryan e va all'ultimo anno a scuola con Gerard.
"Amico! Come posso aiutarti?"
Gli faccio vedere i soldi e lui annuisce. Si siede sul divano e tira fuori l'erba. Me la mette in un pacchetto di sigarette vuoto e me lo passa.
"Ti ho messo un'aggiunta solo perché sei tu."
"Grazie Bren. Ciao ragazzi."
Esco dalla loro casa e mi avvio verso il parchetto che c'è vicino alle scuole elementari. Mio padre mi ha sempre proibito di andare in quel parchetto da solo perché i ragazzi grandi fanno brutte così lì dentro. Oh, indovina, ora io sono uno di quei ragazzi. Mi tiro su una canna e inizio a fumare. Inizio a sentire la testa pesante e i sensi che si intorpidiscono e davvero, amo questa sensazione.
[Chissà se riuscirò a modificarla tutta oggi. Comunque sono partita all'una dal mare e ora sono più o meno dove c'è Roma e devo ancora arrivare fino a Milano, aiutatemi.]
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top