L'AUTOSTOPPISTA

A bordo della sua amata Cadillac Seville del '75, color verde vomito, la bella Jasmine percorreva la Road 32 in direzione Chicago.

Pioveva a dirotto quella notte e la strada era abbastanza lunga partendo da San Francisco, sembrava la raffigurazione dell'infinito quella striscia di asfalto e di certo il maltempo non aiutava la situazione.

La sua unica compagnia era la radio, stava ascoltando la sua stazione preferita "Old but Gold" dove trasmettevano tutte le canzoni rock, pop e blues degli anni '70 e '80.

I tergicristalli emettevano un fastidioso suono stridulo, si dimenticava sempre di cambiarli, ma sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto appena arrivata a destinazione.

In quel momento stava ascoltando una hit intramontabile degli Huey Lewis and the news: I want a new drug.

Amava quella canzone e la cantava ad alta voce in auto, per fortuna era sola e nessuna poteva sentire le sue doti non-canore.

Alla seconda strofa della canzone Jasmine notò una persona incappucciata sul ciglio della strada che faceva cenno di fermarsi, lei non si fermò, era a conoscenza delle varie storie sugli autostoppisti, aveva visto dei film a riguardo e sapeva che non era una buona idea raccogliere una persona sconosciuta su una strada desolata soprattutto quando pioveva.

Strada desolata, già, chissà per quanto tempo avrebbe aspettato sotto la pioggia incessante quella persona prima che un'altra auto percorresse quel tratto di autostrada.

Se domani avrebbe sentito o letto la notizia di una persona morta sulla Road 32 come si sarebbe sentita? Alla fine decise di fare la cosa giusta: si fermò.

Mise la retro e accostò, mentre la persona prese il suo borsone e la raggiungeva abbassò il finestrino. <<Dove vai?>> chiese Jasmine.

<<Omaha>> rispose il ragazzo.

<<Sali, sei fortunato, è sulla mia strada>>.

Il ragazzo salì, mise il borsone sul sedile posteriore e l'auto ripartì.

<<Mi chiamo Seth>>.

<<Jasmine>>.

<<Jasmine? E' la prima volta che incontro una ragazza con quel nome>>, abbassò il cappuccio e sbottò il giubbotto << Oh...eh... mi dispiace ti sto bagnando tutto il sedile>>.

<<Tranquillo se vuoi nel vano portaoggetti c'è un pacco di fazzoletti per asciugarti>>.

<<Oh ti ringrazio>> Seth si piegò in avanti, l'aprì, prese i fazzoletti e senza che Jasmine se ne accorgesse spostò leggermente la fondina sulla cintura di lato, al cui interno c'era un coltello.

<<Certo che mi ha colto impreparato questa pioggia, una giornata che è iniziata male>>.

<<Davvero? Cosa ti è successo? Se posso chiederlo>> disse in maniera impacciata la ragazza.

<<Certo nessun problema>> mostrò un mezzo sorriso, era un ragazzo che dava un senso di serenità, di confidenza come se fosse un vecchio amico incontrato dopo tanti anni <<In pratica avevo, una specie di accordo, con una coppia incontrata nello stesso motel dove alloggiavo per farmi accompagnare a Omaha>> prese un po' di fiato <<Non so per quale motivo, alla fine hanno cambiato idea, inventandosi scuse di ogni genere del tipo che loro avevano cambiato direzione, che dovevano rimanere ancora un paio di giorni in quel motel, cose del genere. Non voglio incolparli, sicuramente hanno le loro ragioni oppure avevano paura di viaggiare con un estraneo>>.

Jasmine lo guardò un po' impaurita.

<<Non sto dicendo che sono un pazzo assassino>> continuò Seth << so cosa stai pensando>>.

<<Ah si? E cosa?>>.

Seth la guardò con occhi seri, la sua voce cambiò tonalità <<Ho ammazzato quella coppia, ho bruciato l'auto e ora sono qui con te>> poi scoppiò a ridere <<Scusami, perdonami, a volte sono un vero deficiente. Perdonami. No quella coppia è ancora viva. Quando mi hanno dato buca, mi sono incamminato nella speranza di trovare qualche passaggio per ritornare a casa in tempo per il compleanno di mia sorella>>.

<<E chi mi dice che non stai mentendo?>> Jasmine nonostante tutto cercava di tenere un timbro di voce normale.

Seth si girò per prendere il borsone dal sedile posteriore, lo mise sulle gambe e l'aprì. Estrasse una serie di cose: una maglia appallottolata, dei fogli stropicciati, un taccuino e prese

una foto che ritraeva lui e sua sorella nel giardino di casa e la mostrò a Jasmine <<La porta sempre con me>>.

<<Carina quanti anni ha?>>.

<<17 domani>>.

<<Beh allora ritieniti fortunato, stavo proseguendo dritto>> sorrise.

<<Già. E poi non potrebbe accadere il contrario?>>.

<<In che senso?>>.

<<Nel senso che sono salito su un'auto di una psicopatica>>.

<<Beh guarda poco ci manca per come stanno andando le cose nella mia vita, ma ti assicuro che sul mio curriculum c'è solo una vittima: una zanzara>>.

Scoppiarono a ridere.

<<Sei uno scrittore per caso? Ho notato tutti quei fogli e il taccuino>> chiese Jasmine senza togliere lo sguardo dalla strada.

<<Sì, beh ci sto provando. Non ho pubblicato ancora niente, nemmeno un racconto, però spero di pubblicare questo romanzo, cioè prima lo devo finire>>.

<<Di che parla?>>.

<<E' "On the road" di Kerouac attualizzato, è un libro chi mi ha cambiato la vita e mi ha aperto un mondo, spinto da quello spirito letterario un giorno, di punto in bianco, ho iniziato il mio viaggio partendo dalla California, città per città, stato per stato, racconto di come la società è cambiata, di cosa provo, cosa provano quelli della mia generazione in questi tempi con tutte le problematiche che ne derivano>>.

<<Interessante, non ho mai letto quel libro ma so di cosa parla>>.

Seth stava rimettendo a posto il borsone sul sedile posteriore, la pioggia rendeva la visuale poco nitida e Jasmine prese in pieno una buca sulla strada, entrambi sobbalzarono dal sedile.

<<Oh scusami>> disse Jasmine

<<Tranquilla era una bella buca>> scherzò Seth.

In quel frangente Jasmine notò il coltello alla cintura del ragazzo. Iniziò a guardarlo in maniera timorosa senza farsene accorgere, cercò di mantenere la calma e pensare a come uscire da questa situazione.

In auto piombò un silenzio terrificante, si sentiva solo il ronzio del motore dell'auto che aumentava i giri.

Nella lunga, silenziosa e tetra nottata solo due occhi illuminavano quel deserto autostradale.

Seth aveva intuito e cercò di riprendere la conversazione <<Tu invece che fai?>>.

<<Io? Ehm rappresentante di prodotti cosmetici>> mostrandogli un sorriso forzato.

<<Quindi viaggi molto? Ti sposti quotidianamente?>>.

<<Ogni due giorni>>.

Davvero stressante. Perché non usi l'aereo o il treno per spostarti?>>.

<<Ti sembrerà strano ma guidare mi rilassa>>.

<<E scommetto che i tuoi sono contrari a questo stile di vita, vero?>>.

Jasmine aspettò qualche secondo prima di rispondere, era una domanda che non adorava. <<Beh, i miei sono morti quando avevo sei anni, ho vissuto in orfanotrofio>>.

<<Oh mi dispiace, che brutta storia>> lo disse con un tono di voce davvero strano, come se fosse compiaciuto. <<Hai un marito o un fidanzato?>>.

<<No, sono single. Con il mio lavoro non posso permettermi una lunga relazione>> iniziava ad agitarsi.

<<Ottimo, cioè...>>, si corresse immediatamente, <<intendevo dire ottimo nel senso che non hai preoccupazioni di un uomo geloso, viaggi spesso, non sei mai a casa>>.

<<Sì, sì ho capito cosa intendevi dire>> Jasmine stava per cedere, ma non poteva in quell'istante, non c'era nessuno appiglio su cui aggrappare la propria sopravvivenza. La strada era ancora lunga prima di trovare una stazione di servizio, i suoi pensieri furono interrotti da un comunicato radio.

"Interrompiamo la trasmissione per comunicarvi che a mezzogiorno sono stati ritrovati due cadaveri nel Motel sull'interstatale 24 all'altezza di Gronville, ennesime vittime del serial killer che da un mese sta lasciando una lunga scia di sangue; il numero arriva, con questa scoperta, a dieci. Gli investigatori stanno lavorando senza sosta affinché no-".

Seth spense la radio. <<Scusami, ma non mi piace sentire queste storie, quando posso cerco di evitarle>>.

Jasmine si limitò ad annuire, Seth continuò <<Non riusciranno mai a prendere l'assassino, è troppo furbo. Dieci vittime senza lasciare tracce, un indizio, niente di niente>> sembrava compiaciuto nell'affermare questa idea.

<<Forse prima o poi lo prenderanno, no?>> si poteva leggere sul volte della ragazza la paura.

<<No, non accadrà, almeno che non sia l'assassino stesso a volerlo>>.

Una piccola speranza, una stazione di rifornimento a 15 chilometri, Jasmine doveva resistere ancora un po' e non interrompere la conversazione. <<Cosa intendi dire?>>.

Seth mostrò un rapido sorriso. <<Questo assassino è più furbo di tutti gli altri, perché ha studiato, si vede. Leggi dalla prima notizia a oggi e scoprirai che le vittime sono diverse una dall'altra, non hanno nessun fattore in comune; si sposta in continuazione e forse questo sarà un problema in futuro quando le autorità controlleranno i confini, ma secondo me sta già rimediando a questo problema e infine l'arma, anzi le armi. Non si limita a usare sempre la stessa, no, è abile, non lascia il suo marchio di fabbrica come i vecchi assassini, perché se ne frega della pubblicità o della fama>>.

Meno otto chilometri alla stazione.

<<Eh il movente?>> chiese Jasmine.

<<Beh qualche trauma infantile o adolescenziale, un evento traumatico del passato che metabolizza nell'uccidere>>.

<<Vedo che sei informato su queste cose, sicuro che stai scrivendo un libro alla Kerouac?>> sorrise nervosamente Jasmine.

<<No, no, sfortunatamente mio padre è il tenente di polizia di Omaha>> disse con un pizzo di ironia <<Ed è anche il responsabile del dipartimento della sezione omicidi, in pratica sono cresciuto ascoltando i suoi casi. Prima di intraprendere questo viaggio parlavamo di questa storia, lui non voleva che partissi ma sono testardo, volevo fare questa esperienza a tutti i costi e lui per precauzione mi ha regalato questo coltello>> Seth uscì il coltello dalla fodera, il luccichio della lama affilata illuminò metà viso di Jasmine.

<<So cosa sta pensando>> disse il ragazzo mentre girava la lama. <<Te l'ho detto sto ritornando a casa per il compleanno di mia sorella. Non sono un assassino>> i suoi occhi, il suo viso diceva tutt'altro.

Ecco che Jasmine imboccò la corsia per entrare nella stazione di servizio...self-service. La ragazza inghiottì un'imprecazione.

<<Devo fare benzina>> disse e uscì dall'auto. Anche Seth uscì <<Hai fatto bene>> si sgranchì le gambe emettendo un suono che era un mix tra una iena e un treno a carbone che frena.

Jasmine prese la pistola della benzina e la infilò nel serbatoio, i numeri dei litri iniziarono a salire, si guardò intorno...deserto.

Erano gli unici in quella zona silenziosa illuminati da una luce sabbiosa di un neon impolverato.

Seth si guardò intorno <<E' proprio deserta sta zona, non passa nessuno per fortuna che questa stazione ha un tetto che ci ripara dalla pioggia, no come quella di Murpon che aveva ancora le colonnine degli anni 50>>.

Jasmine continuava a riempire il serbatoio quando Seth si avvicinò. <<Vuoi una mano?>>.

<<No grazie ho finito>>.

Rimise la pistola nella colonnina di rifornimento ed entrambi risalirono in auto.

In auto aleggiava un sinistro silenzio accompagnato di misteriosi sguardi furtivi che si lanciavano i due. Poi Jasmine sorrise.

<<Perché stai ridendo?>> chiese il ragazzo incuriosito.

Jasmine frenò di scatto, Seth senza cintura di sicurezza batté la testa sul cruscotto violentemente.

<<Cazzo>> urlò il ragazzo col volto sanguinante.

La ragazza estrasse un punteruolo e iniziò a colpire la gola del povero ragazzo, la sottile lama bucherellava la pelle che sgorgava sangue come una piccola fontana. Seth cercò invano di proteggersi.

<<Sai mi ha fatto piacere sentire quelle parole ben spese nei mei confronti, e ti dirò di più hai perfettamente ragione però hai sbagliato su una cosa: il motivo, il movente. Non è una questione di trauma o di qualche altra cazzata, no, l'unica ragione è che uccidere fa parte della mia persona, io sono nata per uccidere, per equilibrare il mondo, tenere basso il livello di popolazione>>.

Seth si accasciò con occhi vitrei e bocca aperta piena di sangue, Jasmine cominciò a ridere senza controllo. <<E siamo a quota undici>>.

La ragazza cambiò la fodera dell'auto, acquistata in un piccolo negozio, sull'interstatale, insieme ad alcuni prodotti che usò per pulire il sangue dal tappetino e dal cruscotto e proseguì verso la sua destinazione: Chicago.

Arrivata si fermò da un rivenditore di auto per acquistare nuovi tergicristalli, come aveva detto, e lì, nel negozio c'era una radio che trasmise la notizia del ritrovamento di un altro cadavere, Seth, per mano del famigerato serial killer che avevano battezzato: Il Mietitore e Jasmine trattenne le risate nel sapere che tutti credevano che fosse un maschio.

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