13 Due patti con due Cooper

Siamo stati ovunque. Davvero.

Nel bar vicino scuola, nessuna traccia. Nel bar vicino casa, nessuna traccia nemmeno qui. Siamo stati persino nel boschetto, ma neanche qui c'è traccia di Micah. Zero. Meno di zero. E continua a non rispondere al cellulare.

Sto seriamente iniziando a pensare al peggio. Specie adesso che sta facendo buio.

-Sono un'idiota - dico per la miliardesima volta.

James cammina al mio fianco mentre usciamo dal bosco, diretti verso la sua auto.

Siamo stati costretti ad accendere le torce dei cellulari, ma nonostante questo è difficile orientarsi tra le sterpaglie e la leggera nebbiolina.

James in particolare sembra non essere mai stato in questa parte della città. Sta iniziando a fare più freddo e sembra preoccupato.

-Non è colpa tua, Kim - ripete per la miliardesima volta. Ogni volta che lo dice però ne sembra sempre meno convinto. -Lo troveremo.

Quando arriviamo alla sua auto, decido di arrendermi.

-Grazie per avermi aiutata a cercare Micah, James. Ma adesso sarà meglio che vada a casa e racconti ai miei genitori la verità.

James annuisce.

-Sì, forse sarà meglio coinvolgere anche qualcun altro nelle ricerche. Ti accompagno a casa.

Gli rivolgo un leggero sorriso e salgo in macchina.

Quasi sussulto quando James poggia timidamente una mano sul mio braccio.

-Quando la situazione sarà più serena, ti accetto come guida per una gita tra i boschi - mi dice.

Annuisco semplicemente.

Ci sono quei periodi della propria vita in cui non succede proprio niente. Poi improvvisamente tutte le forze dell'universo si mettono d'accordo e in un unico giorno succedono centinaia di cose.

Per cui oggi ho stretto un patto con il diavolo in persona, sono stata rapita da Dorian Hollow, ho dato inizio alla più grande rissa che la mensa della nostra scuola abbia mai conosciuto, sono finita in punizione e ho perso mio fratello. Oh, e non dimentichiamoci che James Hollow mi ha difesa e mi sta dando passaggi. Dovrei essere in super fibrillazione per questo. Invece sto tremando come una foglia, chiedendomi che diavolo di fine possa aver fatto mio fratello e cercando di non pensare a tutti gli scenari più tragici che mi vengono in mente.

Per questo quando squilla il mio cellulare salto praticamente in aria.

Spero che sia Micah, ma naturalmente non è di lui che si tratta.

È Dorian.

Sbuffo e decido di rifiutare la chiamata. Ne ho abbastanza di lui. È lui la causa per la quale tutte le cose oggi stanno andando male. Non ho proprio voglia di sentire la sua voce e tutte le cavolate che avrà da dirmi.

Ma appena chiudo la chiamata, il telefono riprende a squillare.

Scocciata, rifiuto un'altra volta, ma riprende a suonare una terza.

-Che cosa vuoi?! - Rispondo accettando la chiamata.

-Finalmente. Ce ne hai messo per rispondere, Addams. Devo forse ricordarti che devi sempre renderti disponibile nei miei confronti se non vuoi che J sappia la verità?

-Vai al diavolo - gli dico.

-Hey, hey non riattaccare. Ricomincerei a telefonarti senza sosta. Senti, non ti ho chiamata prima solo perché aspettavo che terminassi la detenzione. Se il tuo telefono avesse iniziato a squillare mentre eri in aula con Stevenson non ti avrebbe più permesso di uscire. Aspettavo una tua chiamata, in realtà.

-Perché avrei dovuto chiamarti? - Domando irritata.

-Per sapere dove siamo andati io e tuo fratello.

Come se gli infarti della giornata non dovessero finire mai.

-Aspetta, mio fratello che?!

-Sì, tuo fratello. È con me.

Vengo travolta da un'ondata di sollievo. Solo successivamente mi domando se esserne davvero sollevata.

-Dov'è? - Gli chiedo solo.

-A casa mia. Siamo nel giardino sul retro, nella casa sull'albero.

Quasi mi metterei a piangere.

-Cambio di rotta - dico a James. -Andiamo a casa tua, Micah è con Dorian.

-Wow, sei con il tuo finto Romeo? - Mi chiede Dorian.

-Smettila. Avresti potuto avvisarmi prima, deficiente!

-Ma era ovvio che fossi andato a prenderlo, no? Avevo finito il compito prima di te. Credevo l'avessi capito.

Cerco di far rallentare i battiti del mio cuore.

Dorian è andato a prenderlo.

-Sei un deficiente, Dorian Hollow! Avresti dovuto dirmelo, lasciare un messaggio o chiamarmi prima e al diavolo Stevenson! E poi che fine ha fatto il cellulare di mio fratello?!

-Questo te lo dirà lui. Sbrigati, Addams. Tuo fratello è più strano di te.

Riattacco e sprofondo sul sedile del passeggero, coprendo la mia faccia con una mano.

Micah sta bene. Micah sta bene.

-Quanto può essere idiota tuo cugino?! Aveva dato per scontato che sapessi che era andato a prendere Micah da scuola - dico a James.

Un grandissimo idiota. Però quello che ha fatto è stato... carino. Può essere associato il nome Dorian all'aggettivo carino?

-Sì beh, a volte fa cose strane - dice James. -Ma l'importante adesso è che tuo fratello stia bene.

Mi rivolge un largo sorriso e mi ritrovo a ricambiare.

Quando arriviamo a casa sua, James mi fa strada fino al retro della casa. Lì ha una piscina con delle sdraio e, più avanti, un enorme giardino, in fondo al quale si trova una piccola casa sull'albero.

-E' sempre stato il rifugio di Dorian - mi spiega James indicandola. -Io soffro di vertigini, ma lui adora l'altezza e il pericolo. Era l'unico posto completamente suo. Mio padre gliela costruì non appena arrivato da noi per... per provare a farlo felice. E a non fargli pensare alla morte dei suoi genitori.

Mi fermo un attimo. Siamo abbastanza distanti dalla casa sull'albero perché chiunque si trovi al suo interno ci senta.

Sapevo che i genitori di Dorian erano morti. Per questo vive con gli zii e il cugino, ma non ho mai saputo niente di più.

-Come sono morti i genitori di Dorian? - Chiedo a James.

-Incidente stradale - risponde lui. -Dorian aveva sette anni.

-Hey piccioncini. Volete darvi una mossa? - Chiama Dorian.

-Vai, io lì su non posso salire - mi dice James.

Annuisco.

-Ci vediamo domani, allora.

-Sì, a domani - dice James.

Si avvicina e schiocca un bacio sulla mia guancia.

Spalanco gli occhi e lo osservo mentre si allontana.

Penso di essermi avvicinata più a James Hollow nelle ultime dodici ore che in tutta la mia esistenza.

Mi riscuoto solo quando sento una pernacchia provenire dall'alto.

-Smettila di essere patetica e muovi il culo - mi dice Dorian.

Come diavolo si permette?!

Sbuffo, poi mi avvicino alla scaletta e mi arrampico, fino ad arrivare alla casetta.

Anch'io da piccola desideravo una casa sull'albero, ma ahimè non l'ho mai avuta.

Quella di Dorian non è niente male.

Al suo interno si trovano tantissimi cuscini. Ad una parete è attaccata una mappa astronomica, insieme ad alcuni poster di band anni '80. C'è anche un piccolo e vecchio tavolino in legno, insieme ad una sedia squinternata. L'ambiente è illuminato da due torce accese.

Mio fratello si trova seduto tra i cuscini.

Ha un ginocchio sbucciato e un occhi nero.

-Micah! - Esclamo precipitandomi verso di lui.

Mi abbasso di fronte a lui e osservo attentamente i suoi lividi.

Poi mi volto verso Dorian.

-Cosa gli è successo? - Gli chiedo.

Per la prima volta Dorian ha un'espressione seria. Non più quel sorrisetto strafottente o quelle fossette particolarmente irritanti.

-Quando sono arrivato a scuola, tre ragazzini lo stavano prendendo a botte - spiega.

Spalanco gli occhi.

Sapevo che doveva esserci un problema. Sapevo che qualcosa non andava e che molto probabilmente c'erano dei bulletti a scuola. Ma Micah non ne voleva parlare e io ero talmente presa dai miei problemi personali da non aver indagato più a fondo, da non averlo aiutato.

-Oh, Micah! Perché non me ne hai mai parlato? - Chiedo abbracciandolo.

Lui però si separa dall'abbraccio.

-Tanto non potevi fare niente. E poi tu sei femmina.

-E con questo cosa vorresti dire, mostriciattolo? Dimmi subito i loro nomi.

-No.

-Micah, i nomi.

-Credo che per un periodo smetteranno di dargli fastidio - interviene Dorian.

Mi volto verso di lui.

-Che vuoi dire?

Dorian fa spallucce.

-Sono intervenuto, naturalmente. Gli avevano preso il cellulare, gliel'hanno rotto. E tre contro uno non è equo. Per cui sono semplicemente sceso dalla mia moto e mi sono mostrato a loro. Dovevi vedere già da lì le loro espressioni terrorizzate. Poi gli ho detto che se si fossero azzardati anche solo a sollevare un altro dito su di lui avrei fatto pendere le loro ossa e il loro lardo dai balconi della scuola. Al ché sono andati via.

-Beh, voglio comunque i loro nomi. Devono essere puniti.

-Non te li dirà mai, Addams.

-Da quanto tempo va avanti questa storia, Micah? Ti rubavano il pranzo, vero? Per questo avevi sempre fame. Cosa ti hanno costretto a fare? - Continuo ad insistere.

Mio fratello evita il mio sguardo.

-Micah... - lo chiamo.

-Addams - mi riprende però Dorian ad una distanza ravvicinata.

Mi volto e lo trovo vicino a me. Allunga una mano e afferra il mio braccio, facendomi alzare e allontanandomi da mio fratello.

-Lascialo stare. Peggiori soltanto la situazione, così.

-Cosa vuoi saperne tu? Si tratta di mio fratello. E poi, tu sei sempre stato il bullo della situazione.

Faccio per tornare da Micah, ma Dorian mi afferra di nuovo, costringendomi a voltarmi verso di lui.

-Sarà lui a parlartene, quando se la sentirà. Ma insistere adesso non ha senso. Si sente deriso e umiliato e se ti poni in quel modo ti mostri come un'autorità, un'autorità che lui non vuole e che non lo comprende. Dovresti utilizzare un altro approccio.

-Oh e sentiamo, quale approccio dovrei utilizzare?

Dorian fa spallucce.

-Parlare con lui, non di lui. Poco fa mi ha parlato della sua collezione di insetti. Della vostra iguana e del topo che ha salvato l'altro giorno. L'ha chiamato Dottor Jekyll, a proposito.

Perplessa, sposto lo sguardo da Micah a Dorian.

-Lui ti ha raccontato tutte queste cose? - Gli chiedo stranita.

Mio fratello non parla mai con nessuno. Figurarsi con uno sconosciuto. Figurarsi con un tipo come Dorian.

-Sono o non sono il vostro eroe?

-Voglio un tatuaggio come quello - interviene Micah indicando uno dei tatuaggi di Dorian, un tatuaggio con fantasia tribale sulla sua spalla sinistra.

Alzo gli occhi al cielo. Ci mancava solo questa.

-Tu non farai nessun tatuaggio, mostriciattolo. E adesso torniamo a casa, mamma e papà saranno preoccupati.

-Io voglio restare qui.

Lo fisso allibita.

-Micah, sei serio? Dobbiamo andare!

-Dorian è mio amico. Gli stavo spiegando quante specie di formiche esistono e lui mi stava parlando della via lattea.

Mi volto verso Dorian con gli occhi sgranati.

-Tu la via lattea? Mi stai dicendo che la tua unica passione non sono i tuoi addominali?

Lui mi fa l'occhiolino.

-Amo stupirti, Addams - mi dice.

-Micah, non lo ripeterò un'altra volta. Dobbiamo tornare a casa.

-Non voglio tornare a casa. Voglio restare qui, lontano da tutto e tutti, a parlare con il mio amico.

Sgrano gli occhi, fissando Dorian. Non ho mai sentito Micah pronunciare la parola "amico" se non associata ad un pipistrello, un topo, un gatto nero.

-Che incantesimo gli hai fatto? - Domando.

Con mio stupore, Dorian non risponde con una battutina pungente. Si avvicina invece a Micah e si piega sulle ginocchia per trovarsi alla sua stessa altezza.

-Hey piccolo essere strano, è arrivato il momento di tornare a casa. Ho una fame da lupi e scommetto anche tu. Però ti faccio una promessa: potrai venire qui ogni volta che vorrai. E continueremo la nostra conversazione sulle formiche e la via lattea.

Gli porge la mano per siglare il patto.

Mio fratello lo osserva attentamente.

-Lo dici davvero? Siamo davvero amici? - Gli chiede.

-Non ti allargare troppo, piccolo essere strano. Però possiamo dare inizio al nostro contratto per diventare amici.

Micah sembra ponderare per ancora qualche istante le sue parole, dopodiché allunga il suo braccio esile e stringe la mano di Dorian.

-Molto bene. E ora smamma, su.

Mio fratello non se lo fa ripetere due volte: si alza e scende dalla scaletta.

Io però resto ferma dove mi trovo. Dovrei dire qualcosa, lo so bene. Ma non so cosa dire. Dorian è così... così... strano.

-Però. Oggi hai stretto due patti con ben due Cooper - gli faccio notare, incrociando le braccia davanti al petto.

-Da oggi le anime di ben due Cooper mi appartengono, sì.

Alzo gli occhi al cielo.

-Grazie. Per Micah - gli dico.

-Sì beh, dovrai ripagarmi anche per questo. Cosa c'è che non va nella vostra famiglia?

Osservo Dorian attentamente.

-In realtà mio fratello ti sta simpatico - affermo tentando di nascondere un sorriso.

-Assolutamente no - replica Dorian.

-Oh, invece sì.

-Ti dico di no.

-Dorian Hollow nasconde un lato tenero.

-Vai via, Addams. O potrei pensare che vuoi prolungare la permanenza quassù per avere, sai, la nostra privacy.

Per tutti i gatti neri, pensa sempre e solo a quello.

-Sei un pervertito, Dorian Hollow.

-Mi hanno detto di peggio.

-E comunque, avresti dovuto farmi sapere prima che mio fratello era con te. Hai idea di quanto mi sia preoccupata?!

-Stavo giusto chiedendomi cosa ti stesse succedendo, eri diventata troppo gentile.

-Io sono sempre gentile. Non lo sono solo con te, perché mi dai sui nervi.

-Ripeto: sei proprio uno spasso, Addams.

-Uno spasso un corno. E non azzardarti a mettere strane idee in testa a mio fratello. Non lo trasformerai in un criminale come te.

-Sbaglio o hai ancora i capelli fatti di coca cola?

-Vai a quel paese!

Detto questo, scendo anch'io la scaletta e raggiungo mio fratello.

-Andiamo - gli dico prendendolo per un braccio, facendo attenzione a non fargli male. -A mamma e papà dovremo comunque raccontare il perché dei tuoi lividi.

-Gli diremo che sono caduto!

-No, Micah. Le bugie non portano da nessuna parte. Gli diremo la verità, punto.

-Perché ce ne stiamo andando a piedi?

Sospiro.

-Perché la mia preziosa fantastica auto si trova nel cortile della scuola.


Angolo Freya

Dunqueee voglio sentire un po' di vostre impressioni. Vi sta piacendo la piega che sta prendendo la storia?

Cosa pensate di James?

Cosa pensate di Dorian?

Nel capitolo "personaggi" potete vedere il nuovo presta volto di Kim. Trovo che Vanessa Marano sia perfetta per lei!

A presto

Instagram: alexa_freya


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