Capitolo 9 - Cose di tutti i giorni

~Astra~

Caro padre,

Di nuovo ad Hogwarts! Sono veramente felice che i G.U.F.O. siano passati, ma i nostri professori stanno già tentando di farci preparare per i M.A.G.O. anche se mancano due anni. Mi sa che non avremo une attimo di riposo finché non finiremo la scuola.

Cioè, sempre ammesso che Stillens non riesca a conquistare la Gran Bretagna prima di allora. Secondo Colette e il Cavillo, il Parlamento sta facendo ogni sorta di loschi affari dietro le quinte. Hanno creato 'centri di detenzione' per persone che secondo loro sono nell'ES. Nessuno sa cosa succeda lì dentro.

Mi dispiace, forse è una questione un po' delicata, ma ti capita mai di parlare con persone nelle celle di fianco alla tua? Chiedo solo perché quando sono stata lì ho visto Hestia Carrow. Sai, la vecchia ministra. È due celle più in fondo rispetto alla tua, credo. Macmillan ha detto che qualcuno ha messo una cimice nella sua cella, quindi non abbiamo potuto parlarle. È una cosa tristissima, onestamente. Ho passato così tanto tempo ad odiarla, ma ora mi sento solo davvero, davvero dispiaciuta per lei.

Lavorerò sodo per i miei studi, lo prometto! Ho bisogno di prendere M.A.G.O. in tutte le materie che seguo per diventare avvocata, sai? Potrebbe essere difficile. Meno male che ho Wren ad aiutarmi. Comunque, ti voglio bene, e verrò a trovarti durante le vacanze di Natale se posso.

Con affetto, Astra

Alzai lo sguardo. "Hey, porto questa al signor Potter, sussurrai.

Wren annuì. "Dammi un secondo. Ho quasi finito; vengo con te."

Era venerdì notte, ed ero andata in biblioteca con Wren perché Haverna aveva già assegnato un tema di un metro per l'inizio della settimana. Ovviamente non avevo scritto una parola, ma ci avevo provato, era quello lo scopo, no?

Forse no. Onestamente, ero un po' delusa da me stessa. Alla fine dell'anno precedente avevo iniziato ad impegnarmi seriamente in Incantesimi, col solo scopo di far arrabbiare Haverna. Aveva funzionato a meraviglia, e avevo in mente di rifarlo quest'anno, ma mi ero già distratta. Posso dire a mia discolpa, però, che scrivere a mio padre era molto più importante.

"Hai scritto almeno una parola del tema?" Wren sussurrò mentre arrotolava la sua pergamena.

"Sì!" Esclamai indignata. Madama Pince mi rivolse uno sguardo truce. Abbassai la voce. "Beh... Un paragrafo... Va consegnato martedì, Wren."

Lei alzò gli occhi al cielo. "Fai come vuoi, Astra. Ma non aspettare che ti aiuti se aspetterai fino a mezzanotte di lunedì."

"Certo che no," dissi mentre ci dirigevamo verso la porta. "Lo farò martedì all'ora di pranzo."

Wren sembrava orripilata, quindi dovetti assicurarle che stavo scherzando, e che non volevo farlo sul serio (dopotutto, dovevo pur mangiarlo il pranzo, no?).

Il signor Potter era nascosto dietro una pila di pergamene quando entrammo nel suo ufficio. Manifesti di ricercati, ordini di auror, probabilmente comunicati dell'ES. Alcuni erano appesi al muro, con frecce e punti interrogativi e cerchi ovunque.

Alzò lo sguardo e ci rivolse un sorriso stanco. Non avevo notato prima tutto quel grigio nei suoi capelli, o le borse sotto i suoi occhi. "Come posso aiutarvi?"

"Giusto." Sorrisi e gli diedi la lettera. "Per mio padre."

"Benissimo." La posò sulla sua valigetta. "Potrei riuscire a fargliela arrivare questa settimana. Altrimenti la manderò ad uno dei guardiani."

"Okay. Grazie." Sorrisi di nuovo, desiderando poter fare qualcosa per renderlo meno stressato.

"Prima che andiate, ho una domanda," disse, facendosi serio. "Wren, non sai niente riguardo famiglie babbane uccise da Stillens, vero?"

Lei scosse la testa, accigliandosi. "Vuole che faccia domande?"

"No, no. Sarebbe sospetto, specialmente ora. Solo, fammi sapere se senti qualcosa. Ultimamente abbiamo un sacco di casi irrisolti. Immagino possa essere un semplice piromane babbano, ma vorrei esserne sicuro."

Wren annuì. "Okay. Le farò sapere."

Mi girai verso di lei appena la porta si chiuse dietro di noi. "Ci sono stati omicidi? Di babbani?"

"Non lo sapevo," disse subito. "Cioè, non sapevo che erano più del solito. Sapevo che ogni tanto succedeva, ovviamente..." sbattei gli occhi; cosa? "Forse Colette ne sa di più," disse lei a bassa voce.

Cinque minuti dopo piombammo in sala comune e la trovammo seduta ad un tavolino in un angolo, con parecchi libri sulla salute mentale aperti davanti a lei. "Hey," dissi, accigliandomi verso quello strano assortimento e dimenticando per un attimo la mia domanda. "Stai bene?"

"Certo," disse lei, guardandomi stranita.

"E che mi dici dei libri?"

"Oh," disse lei. "Non sono per me. Sto cercando di creare un incantesimo per ridurre l'ansia. Per la professoressa Edwards."

Annuii, sedendomi. "Fatto progressi?"

"Ho appena iniziato a fare ricerche. È un processo abbastanza lungo, Astra."

"Abbiamo una domanda," Wren disse, sedendosi di fronte a me. "Hai... Hai sentito parlare di babbani assassinati, di recente?"

Colette si accigliò. "Più del normale?" Perché erano tutti così dannatamente calmi? Cos'era normale? Perché dal mio punto di vista, normale dovrebbe essere zero omicidi.

"Penso di sì," Wren stava dicendo. "Il signor Potter mi ha chiesto se sapevo qualcosa di famiglie babbane uccise." Si strinse nelle spalle. "Non ne ho idea."

"Beh, sul Cavillo c'è sempre una lista di morti e sparizioni sospette. Non ci presto mai molta attenzione."

"Il signor Potter sembrava preoccupato," dissi. "Credo che dovremmo saperne di più."

Colette fece spallucce. "Va bene. Credo che madama Pince abbia i numeri del Cavillo in archivio. Possiamo andare a cercare domani quando apre la biblioteca."

"Oh, ci sono i provini del Quidditch domani," dissi fiaccamente.

"Dimmi la verità, è così importante?"

"James ha detto che gli serve la mia mano a scegliere un buon Battitore..."

"Non può farlo da solo?"

"Beh, no, perché deve capire se si trova bene a lavorare con lui, e non può osservare e giocare allo stesso tempo."

Colette alzò gli occhi al cielo. "Va bene. Wren ed io andremo domani in biblioteca, e tu puoi andare a giocare a Quidditch, perché ovviamente è più importante."

"Non ho mai detto questo!"

"Scegli cosa fare in base alle tue priorità," Colette disse, alzando un sopracciglio. "Ho solo dedotto, dalle tue scelte-"

"Oh, ma piantala-"

"Puoi venire da noi dopo," Wren suggerì, interrompendomi. "Se vuoi..."

Per quanto volessi scoprire cosa stava succedendo, ora che ci pensavo, non sembrava per niente divertente. Ero decisamente più la tipa da ascoltare cosa dicevano le persone che avevano fatto le ricerche. Tuttavia, sorrisi debolmente. "Forse, sì."

"Mi sa che è l'unico modo," Colette disse, alzando di nuovo gli occhi al cielo.

"Magari porta anche James ed Albus con te," Wren suggerì, sorridendo.

"A proposito, dove sono?" Colette chiese. "Pensavo aveste gli stessi orari."

"Fred è venuto ad aiutare James per domani," Wren disse. "Probabilmente si sono rintanati da qualche parte dove nessuno può origliare."

"E Albus?"

"In effetti non lo vedo da dopo cena," dissi. "Pensavo fosse con te."

Manco a farlo apposta, Albus capitombolò attraverso il buco del ritratto. Forse non me ne sarei accorta se non ci fossero stati all'improvviso parecchi primini urlanti che si scavalcavano l'un l'altro per allontanarsi da lui. Mi ci volle un attimo per capire perché: Albus tratteneva tra le mani un serpente che si agitava come un matto.

"Astra, puoi schiantare questo coso?" Chiese, camminando tranquillamente verso di noi.

Sbattei gli occhi. "Ma che..."

"Schiantalo prima che mi cada, per favore, poi spiegherò."

Lanciai uno Stupeficium, e il serpente si accasciò. Albus lo piazzò sul tavolo. Colette fece una smorfia e allontanò i libri, mentre Wren rabbrividiva e spostava la sedia il più lontano possibile.

Albus piombò nella sedia accanto alla mia, ignaro oppure noncurante della reazione della sala comune. "È uno di quelli di Nico," spiegò.

"Uno di quelli di Nico? Nico ha più di un serpente adesso?" Wren chiese.

"Girava per la Sala Grande poco fa con due serpenti arrotolati attorno alle spalle," Albus disse. "Non l'avete notato? Si lamentava con loro dicendo che Ciara era una gran troia, penso. Perfino Adalyn Lostry sembrava un po' inquieta."

"Okay? Lo sanno tutti che Nico è inquietante," dissi. "Perché hai questo serpente?"

"Beh, volevo sapere cosa voleva da loro, dato che andare in giro con dei serpenti sembrava un po' compromettente per la sua nuova posizione e tutto. Quindi l'ho seguito."

"Albus, sei stato uno stupido," Wren disse, sgranando gli occhi. "Nico è pericoloso."

Albus fece spallucce. "Non ho paura di lui."

"Beh, dovresti!"

"Comunque," Albus disse, ignorandola, "dopo cena li stavo seguendo, e..." si interruppe, accigliandosi confuso. Dopo qualche momento, sbatté gli occhi. "Non... Non ricordo cos'è successo dopo. Ricordo che è andato via, immagino? Poi ricordo di aver catturato quel dannato serpente. Mi ha riempito di parolacce per tutta la strada del ritorno, e ha detto che non mi avrebbe detto ciò che Nico mi ha fatto dimenticare." Sbatté di nuovo gli occhi. "Non posso credere che non ricordi. È successo meno di un'ora fa."

Mi accigliai, preoccupatissima. Se Nico aveva alterato la memoria di Albus, poteva voler dire che avrebbe fatto anche di peggio. "Nico ti ha obliviato?"

"Io... Non lo so..." Albus sembrava disturbato, e per un buon motivo. Non riuscivo a immaginare come doveva essere avere un vero e proprio buco nella memoria, dove sapevo mancava qualcosa di mio.

"C'è un controincantesimo?" Chiesi a Colette.

"Gli incantesimi di memoria sono delicati," Colette disse, stringendosi nelle spalle. "Di solito, solo chi li ha lanciati può annullarli, oppure qualcuno che conosce molto bene il loro stile di magia."

"Ti fa male da qualche parte?" Wren chiese.

Albus scosse la testa. "Non penso. È... È davvero strano..."

Wren scosse la testa. "Glielo chiederò. Però sul serio, è stata una mossa stupida, se ti ha obliviato. Scommetto che l'hai beccato a dire qualcosa di segreto ai suoi serpenti. Se non lo sapessimo già, questa sarebbe una conferma assoluta."

"Beh, ottimo. Lascia che faccia l'idiota, Wren," Colette disse. "Può far del male solo a lui."

"Mi metterebbe in una posizione scomoda," Wren fece notare. "Se viene scoperto, scommetto che trascinerà in mezzo anche me."

Albus si accigliò. "Quindi non avrei dovuto seguire i suoi serpenti?"

"Non lo so," lei disse piano.

"Lo avresti fatto se non avessi saputo la verità?" Colette chiese.

Albus si accigliò. "Penso di sì."

"Beh, allora hai fatto bene. Se faresti qualcosa per natura, senza sapere la verità, allora falla."

"Però è stata un'azione avventata!" Wren esclamò. "Come ho detto, Nico è pericoloso."

Albus fece spallucce. "Anche io, nelle giuste condizioni. E Nico mi fa incazzare. Adesso più che mai. Voglio indietro i miei dannati ricordi."

"In bocca al lupo," Colette disse, alzando gli occhi al cielo.

"Forse è meglio far finta che non te ne sei accorto," dissi, sospirando. "Vogliamo proteggere Wren. E non è che hai qualcosa da dimostrare, Al. Sappiamo tutti che è una spia."

Albus alzò gli occhi al cielo, brontolando che non era quello il punto, ma non protestò. Colette prese un libro dalla cima di una delle pile e aprì l'indice. Albus stava bruciando dentro, si capiva, e anche Wren sembrava persa nei suoi pensieri. Mi guardai attorno nella stanza per vedere se c'era qualcun altro dei miei amici.

Mentre cercavo, James apparve sulle scale del dormitorio maschile. "Astra!" Urlò. "Ho un piano per domani; vuoi vedere?"

Annuii, anche se avevo la sensazione che me l'avrebbe fatto vedere comunque; sembrava incredibilmente emozionato mentre correva da noi, agitando una pila di pergamene.

"Queste sono tutte le migliori giocate di Fred," spiegò, sedendosi di fianco a me. "Cioè, anche quelle di Jaycee, e di Ryan, immagino. E un paio inventate da me durante l'estate che somigliano a quelle che faceva mamma quando giocava da professionista."

"Aspetta, dov'è Fred?" Wren chiese, accigliandosi. "Pensavo sarebbe rimasto tutta la notte."

James si accigliò. "In effetti se ne è andato prima del previsto. Un'oretta fa. Ha detto che doveva incontrare qualcuno e che doveva andare ad Hogsmeade. Da come ha parlato sembrava importantissimo, quindi immagino sia roba di lavoro."

"Per cosa?" Albus chiese. "Pensavo giocasse col Puddlemere United? Non stanno a Dorset?"

James fece spallucce. "Io non lo so, Albus, ero un po' troppo distratto con tutte queste tattiche da analizzare. Comunque," si girò di nuovo verso di me, "Ho sentito che domani avremo un sacco di gente. Però, insomma, non penso ci vorrà molto con quelli dal terzo anno in giù, dato che è il ruolo di Battitore..."

Annuii. "Sono un po' piccoli. Nessuno che è già nella squadra vuole fare il Battitore?"

James rivolse uno sguardo acido ad Albus, e Albus fece finta di non vederlo. "No, nessuno. Elmer ed Elcie sono troppo mingherlini, ovviamente, e Cedric è un bravissimo portiere. Ovviamente, ho chiesto ad Albus, dato che potevamo allenarci in estate, ma ha detto di non essere interessato."

"Non voglio fare il Battitore. Sono troppo scarso."

"Sei troppo scarso perché non hai mai giocato come Battitore!"

"Sai cosa voglio essere io? Un Cacciatore con le palle."

"Albus," Wren disse, orripilata.

Colette ridacchiò. "Se bevessi uno shottino ogni volta che lei si arrabbia con voi per le parolacce, finirei in coma etilico entro stanotte."

Wren sbuffò e tirò fuori dalla borsa il suo tema di incantesimi. James sembrava sul punto di litigare con Colette (come se lui non prendesse in giro Wren per lo stesso identico motivo), quindi mi schiarii la gola e presi una pergamena a caso. "Cos'è questo schema?"

James sbatté gli occhi mentre le mie parole lo riportavano al suo lavoro. "Ehm, quello è uno dei cavalli di battaglia della mamma. La farò imparare ad Elcie prima della partita contro Tassorosso a Novembre."

Venimmo interrotti da Roxanne Weasley che sbuffò così forte da farsi sentire da tutta la sala comune. "James!" Urlò. "È tornato! Fallo andare via!"

Guardai nella direzione che indicava e vidi Fred vicino al buco del ritratto, coi capelli scombinati, che guardava malissimo la sorella. Le disse di fare una cosa volgare, poi venne da noi. "Volevo solo dirvi in bocca al lupo per domani! E mi sono scordato di dirlo, se Marcus Dillam si presenta, voglio che lo umiliate pubblicamente, che gli diciate che preferireste avere il fantasma di Volemort piuttosto che lui, quello che volete. Non mi è mai piaciuto quel tipo, e dopo che ha trattato in quel modo la mia adorata Cercatrice..."

James mi guardò confuso. "Ehm, okay? Non potevi semplicemente mandarmelo per gufo? Perché ti sei fatto tutta la strada da Hogsmeade?"

Fred sbatté gli occhi, poi scosse subito la testa. "Oh, ho detto Hogsmeade? Intendevo Hogwarts, ovviamente."

"Chi dovevi incontrare qui?" Chiesi, accigliandomi.

"Uh..."

Roxanne gli si era avvicinata da dietro, e aveva sentito tutto. "Ooooh, è la misteriosa fidanzata che dichiari di avere?" Ghignò, alzando un sopracciglio. "Secondo me è solo geloso perché io sto con Colin e lui non ha nessuna."

"No, non è una dannata ragazza..." Fred scosse la testa, guardandola male. "Era zio Harry."

"Mio padre? Perché?"

"Uh... Faccende importanti." Fred iniziò ad arretrare verso la porta. "Comunque, buona fortuna, verrò a vedere la partita, buon anno..."

Lo osservammo andarsene, poi Roxanne si girò verso di noi, sorpresa. "Forse l'ha incontrata davvero una ragazza. Sicuramente ha mentito su zio Harry, perlomeno."

"Non so, forse era roba dell'ES," dissi piano.

Roxanne si accigliò. "Non penso. Probabilmente ne avrebbe parlato prima con zia Ginny, se non con mamma o papà."

James stava sbattendo gli occhi, mentre un sorriso si allargava sul suo volto. "Fred sta dicendo che ha una ragazza? Chi è?"

Roxanne fece spallucce. "Non lo so. Ha detto solo che esiste, e non vuole dirmi chi è. Scommetto che se qualcun altro lo mettesse all'angolo, direbbe che è una che si è diplomata l'anno scorso o quello prima ancora, così rimarremmo bloccati. A me non ha mai detto nulla però."

James mi guardò, felice come una Pasqua, e gemetti. "James, no..."

"Pensi che sia Ciara Malfoy?" James chiese a Roxanne.

Roxanne scoppiò a ridere. "Oh, questa è bella!" Le ci volle un po' per capire che non scherzava. "Aspetta, fai sul serio? James, è ridicolo."

"No, non lo è! Perché dovrebbe mentire, e non dirci chi è? Ha paura che disapproviamo."

Roxanne fece una smorfia. "Senza offesa, Astra, ma se Fred si è messo con Ciara Malfoy li picchio tutti e due. Non farò sposare mio fratello con una Malfoy come lei. Non poteva rubare Scorpius a Rose, se gli piacciono i biondi?" Scosse la testa. "È ridicolo, però. Ciara Malfoy e mio fratello si odiano."

James si girò verso di me. "Mi sa che c'è un solo modo per scoprirlo, giusto? Astra, tu puoi chiedere a Ciara cosa ha fatto stanotte..."

"Davvero non ho voglia di farlo."

"Per favore..."

"No." Mi accigliai. "Assolutamente no. Se scopre il motivo della domanda..."

"Non devi dirglielo. Solo, se sembra che stia mentendo, sarà una prova in più..."

"James, non voglio..."

"Per piacere?"

Sospirai. "Va bene. Ma mi offrirai una Burrobirra alla prossima gita ad Hogsmeade, okay? Sempre ammesso che Ciara non mi ammazzi per davvero."

Roxanne scosse la testa. "Pregherò per la tua anima dopo che ti ucciderà, Astra."

"Grazie. Mi sa che mi servirà." Scossi la testa. "James, sei ridicolo, lo sai? Un giorno di questi la farai incazzare sul serio."

James si limitò a sorridere, soddisfatto.

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James mi fece provare il giorno dopo, prima dei provini di Quidditch. Ciara e Scorpius stavano facendo colazione insieme, e mi sedetti di fronte a loro. "Hey! Come va l'anno?" Chiesi, sforzandomi di sorridere.

Ciara mi guardò stranita (Non era un atteggiamento normale, e lo sapevamo entrambe), ma Scorpius sorrise e basta. "Alla grande! Niente Haverna per me quest'anno, e la professoressa Edwards mi sta molto simpatica, e a te? E sono troppo emozionato per Cura delle Creature Magiche!"

Annuii. Un bell'argomento sicuro; Cura delle Creature Magiche a livello M.A.G.O. mi stava piacendo tanto. Oltre a Poppy Stevens, noi due eravamo gli unici a seguire quel corso, quindi si prospettava un anno divertente. "Adoro Hagrid. Sarà bellissimo."

Scorpius annuì. "Oh, e io e i miei amici abbiamo trovato un nuovo modo di studiare. Ognuno di noi legge un paragrafo diverso, poi lo riassumiamo agli altri! Così tutti impariamo tutto in un quarto del tempo!"

Stavo per dire che mi sembrava un'ottima idea (magari ci avrei provato con Albus) quando Ciara intervenne. "Scorp, e se uno dei tuoi amici non capisce bene quanto te? Non saprai tutto."

Scorpius si accigliò. "Oh. Non ci avevo pensato. Magari non è una così grande idea."

Feci spallucce. "Uh, forse no. Quindi... Ciara, cos'hai fatto ieri sera?"

Mi guardò in modo strano. "Ho fatto il tema di Incantesimi. Nella sala comune di Serpeverde."

"Davvero?" Scorpius si accigliò. "Dove sei stata tutta la notte? Non ricordo di averti vista."

"Ero su una sedia nell'angolo," tagliò corto lei. "Perché, Astra?"

"Oh, nessuno motivo." Sorrisi. "Sto solo cercando di essere una cugina educata e interessata al tuo benessere. Sul serio, voglio solo sapere come procede l'anno."

Lei fece spallucce. "Nico ci ha provato con me solo due volte, il che è positivo."

Scorpius fece una smorfia. "La prossima volta fammelo sapere, C. Lo maledirò."

"Posso maledirlo da sola, meglio di te," disse lei, sorridendo.

Ridacchiai. "Si porta in giro quei serpenti in sala comune?"

Scorpius annuì, assumendo adesso un'espressione disgustata. "Ne tiene quattro o cinque in un terrarium nel dormitorio."

"Ne ha sempre almeno uno con sé. È davvero inquietante," Ciara disse. "Perfino Adalyn ha deciso che è troppo."

Alzai un sopracciglio. "Addirittura?"

"Sì. Ha provato a tornare da me strisciando, ma..." Ciara rabbrividii. "È cambiata così tanto dal suo primo anno. È una persona totalmente diversa ora. Onestamente, fa paura. Stare attaccata a Nico per così tanto l'ha davvero rovinata."

Scorpius inclinò la testa "Rovinata in senso 'è matta da legare e dovremmo dirlo ad un professore'?"

"Forse no." Ciara fece spallucce. "Non mi interessa cosa fa Adalyn. Se è così stupida da credere a tutto ciò che dice Nico, la colpa è sua."

Mi morsi il labbro, sentendo una fitta di vergogna nello stomaco. "Vorrei essere stata più gentile con lei al secondo anno."

"Non possiamo sapere in anticipo le conseguenze delle nostre azioni." Ciara mi rivolse un sorriso non molto convinto. "Non è colpa tua, Astra."

Scorpius annuì. "È stata Adalyn a decidere di rimanere con Nico. Ciara ha provato ad aiutarla, al quarto anno, ma Adalyn ha scelto Nico. La colpa è sua."

Feci spallucce. "Immagino di sì." Mi alzai. "Beh, credo di dover andare; oggi abbiamo i provini del Quidditch, e James ha detto che ha bisogno del mio aiuto."

"Buona fortuna," Ciara disse, sorridendo. "Spero tu sappia che non avete alcuna possibilità quest'anno, senza Fred Weasley."

Le feci un occhiolino. "Sogna quanto vuoi, C, ma quest'anno vi distruggeremo."

Appena tornai al tavolo di Grifondoro, James mise un braccio attorno alle mie spalle e mi guidò fuori la porta. A malapena ebbi tempo di sorridere a Wren e Colette prima di trovarmi fuori. "Cos'ha detto?" James disse piano.

Mi accigliai. "Ehm, ha detto che ha studiato in sala comune ieri sera."

"Sei sicura?"

"Beh, Scorpius ha detto che non ricorda di averla vista, ma lei ha detto che era in un angolino, nascosta. Quindi, sì, sicura." Alzai gli occhi al cielo, sorridendo. "Pronto a lasciar perdere una buona volta? Scommetto che lui è andato davvero a parlare con tuo padre."

"Sì," James disse, alzando il mento in aria. "Ma, ha detto papà, è stato solo per cinque minuti, doveva solo mandare una cosa a zio George. Quindi dov'è stato il resto del tempo?"

Sospirai. "È davvero così importante James? Passerai il resto della tua vita a ossessionarti sulla vita privata di tuo cugino? È più ridicolo di una di quelle teorie del complotto sugli Illuminati."

"Illuminati? È uno degli incantesimi di Colette?"

Scossi la testa. "No. Cose babbane. Lascia stare. Il punto è che sei ridicolo. Più che ridicolo. Sei pazzo."

James ridacchiò. "Quando avrò ragione, mi dovrai dieci galeoni.

"Accetto volentieri la scommessa, perché non posso perderla. Pensaci almeno per un secondo. Ciara Malfoy e Fred Weasley? Quelli si odiano."

"Hai visto che aveva i capelli scombinati ieri notte? Si stava scopando una in un armadio delle scope, giuro."

"Ammesso e non concesso, non era mia cugina." Risi. "Penso che preferirebbe scopare madama Pince piuttosto che Ciara, James. Non gli piace proprio per niente."

"Bene." James si mise le mani in tasca e alzò il naso in aria. "Ogni grande mente viene accusata di pazzia prima che la gente si accorga della sua genialità."

"Sai chi altro viene accusato di pazzia? I pazzi."

"Ma piantala." Mi sorrise mentre raggiungevamo il campo. "Un giorno vedrai che ho ragione. Fino ad allora, restiamo d'accordo sul non essere d'accordo."

"Certo." Guardai il campo, che era pieno di Grifondoro di ogni età. "Comunque, qual è il piano per oggi?"

"Giusto." James perse il sorriso, e all'improvviso divenne tutto professionale. "Inizieremo dai piccolini, così li togliamo subito da mezzo. Poi faremo quattro o cinque paia alla volta, vedremo chi lavora meglio. I migliori tra tutti proveranno con me."

Come previsto, non ci volle molto a esaminare tutti i piccolini. Un paio del primo anno non riuscivano a sollevare la mazza del Battitore e a stare in sella sulla scopa insieme. Anche le coppie finirono prima di quanto pensassi; c'erano un sacco di persone che semplicemente non avevano la stoffa del Battitore. Ce li vedevo come Cacciatori o anche come Cercatore, ma fare il Battitore richiedeva più percezione e precisione di quei due ruoli. Dopo un'ora e mezza ne erano rimasti una dozzina.

Giudicare il potenziale Battitore mentre questi giocava con James fu alquanto stressante. Onestamente, erano tutti davvero bravi. C'erano parecchi del quarto e del quinto anno (River inclusa), assieme a Luke ed Eric. Ai miei occhi avevano tutti più o meno la stessa abilità, oppure compensavano con l'entusiasmo. Quando James finì con ognuno di loro, avevo rinunciato a cercare di capire chi fosse il migliore.

"Beh, penso sia abbastanza ovvio," James disse quando tornò.

"Dici sul serio?" Dissi, sbattendo gli occhi. "Sono stati tutti bravissimi. Temo di non essere riuscita a capire."

"Va tutto bene. River Towning è stata l'unica che secondo me stava cercando di leggere bene le mie mosse e telegrafarmi le sue. Non è facile da insegnare."

"Beh, ottimo," dissi, sorridendo. "Quindi è lei la prescelta?"

"Direi di sì!" James stava sorridendo. "È andata benissimo! Sì!"

"Oi, Potter, vuoi tenerci qui tutto il giorno?" Eric urlò da metà campo. "Chi è?"

James si fece di nuovo serissimo. "Pronta a deludere qualcuno, Astra?"

"Oh, Merlino, non dirlo così..."

Raggiungemmo il gruppetto, e James fece l'annuncio. La reazione fu composta da squittii da parte di River, esultanze da parte di Luke, e sbuffi da parte di Eric, che dichiarò che si sarebbe lamentato per il resto dei suoi giorni. A quanto pareva, lui, Luke, e River avevano partecipato con l'idea che i perdenti avrebbero pagato una burrobirra ad Hogsmeade al vincitore. Eric era convinto che avrebbe battuto perlomeno River, e lei aveva scommetto dieci falci che sarebbe entrata nella squadra al posto suo. Adesso, era in debito di una burrobirra e dieci falci.

Tassorosso aveva i provini dopo di noi, quindi dovemmo sgombrare il campo. James stava sovraccaricando River con informazioni sugli allenamenti settimanali, sugli schemi, e sugli altri giocatori della squadra (come se non li conoscesse già tutti), quindi mi avviai da sola. James avrebbe potuto metterci ore, potenzialmente.

Ero già dentro e a metà strada verso la sala comune prima di ricordarmi che avrei dovuto incontrare Colette e Wren in biblioteca. Gemetti e tornai indietro. Passare tutta la giornata a setacciare articoli del Cavillo non era il modo in cui volevo passare il mio primo sabato del trimestre. Sapete cosa sembrava molto meglio? Un pisolino. Magari convincere Luke a tirare fuori qualcuno dei suoi giochi da tavolo. Non restare seduta nel polveroso e buio archivio della biblioteca a leggere liste di persone morte.

In biblioteca, madama Pince mi indicò la giusta stanza dell'archivio avvertendomi di non danneggiare niente o me l'avrebbe fatta pagare. Aprii la pesante porta e tossii per la nuvola di polvere che si sollevò.

"Prima era peggio," disse la voce di Albus. "Mi si sono schiariti i capelli per tutta la polvere."

Sbattei gli occhi in quella scarsa luce, dando ai miei occhi un attimo per abituarsi. Riuscivo a distinguere gli armadietti che delineavano i muri, e file su file di altri armadietti in mezzo alla stanza. Sul muro opposto c'erano alcune strette finestre che facevano passare un po' di luce. Wren, Colette, ed Albus avevano tutti le bacchette accese, e c'erano parecchie sfere di luce che galleggiavano attorno a loro tre, raccolti attorno ad un tavolo vicino alla porta. Alzai un sopracciglio. "Non sapevo saresti venuto anche tu, Al."

"Non mi perderei mai un occasione per morire soffocato dalla polvere," Albus disse, sorridendomi. Wren sembrava leggermente allarmata, quindi le diede una pacca sulla testa e si corresse, "Intendevo scoprire la verità, ovviamente."

Sorrisi. "Quindi, cos'avete trovato finora?"

Colette mi lanciò un taccuino. "Ecco la lista."

Era lunga parecchie pagine. C'erano dozzine di gruppi di nomi coi dettagli scritti ai margini. Alcuni nomi erano spuntati. Mi accigliai. "Okay, traduzione, per favore?"

"Oh, giusto, okay." Wren si alzò e corse da me. "I gruppi sono diverse famiglie babbane. E le spunte sono per le persone di cui non hanno trovato i corpi. All'inizio non ne stavamo tenendo traccia, ma ce n'erano così tanti..."

"Ci sono un sacco di famiglie da cui è sparita una persona sola," Albus disse, accigliandosi. "È strano."

"Pensiamo ci sia una qualche sorta di legame tra tutti loro," Colette disse, "ma finora non abbiamo trovato nulla. Stiamo ancora scrivendo la lista, ovviamente, quindi quando avremo l'elenco completo potrebbe essere più facile trovare la connessione."

Mi accigliai. "Che informazioni dà il Cavillo?"

"Data della scoperta, qualche dettaglio su di loro, plausibile causa della porte, possibili sospettati." Colette spinse via una pila di giornali e aprì un armadietto. "Non stiamo tenendo traccia dei sospetti, perché non sono mai gli stessi, quindi quello non è il legame."

"Un sacco di casi sono stati dichiarati incendi dolosi dai babbani," Albus disse. "Quasi tutte le case sono state bruciate. Ma i corpi mostravano segni di danni da incantesimi. Gli incendi servivano solo a coprire le tracce, forse."

"Vuoi iniziare coi numeri di Giugno?" Wren chiese, indicandomi un armadietto vicino Colette. "Al sta facendo Marzo, io Aprile, e Colette sta pensando a Maggio."

Annuii, andando verso l'armadietto. Non mi sparò una nuvola di polvere in faccia quando lo aprii, per fortuna, ma era ammuffito e vecchio. Tirai fuori un bel po' di giornali e li portai ai tavoli vicino alla porta dove lavoravano i miei amici.

Le liste erano lunghissime. Colette mi disse di non pensare ai maghi, perché molti di loro che erano scomparsi in realtà si sapeva dove fossero; nei centri di detenzione del Parlamento. Dovevo occuparmi solo dei babbani.

Ce n'erano così tanti.

Dozzine di persone, ad ogni numero. Famiglie. Bambini. Anziani. Qualcuno aveva bombardato una casa di riposo babbana all'inizio di Giugno, ed era tato spedito ad Azkaban. Riconobbi il nome, apparteneva a qualcuno che era evaso solo pochi giorni dopo.

I nomi iniziarono a confondersi tra loro, e capii che stavo lottando contro il sonno. Per quanto ci provassi, la buia e silenziosa stanza e la stanchezza dovuta a una mattinata intera di provini di Quidditch si erano tutti alleati contro di me, e prima che me ne accorgessi mi assopii. Mi rialzai, facendo un profondo respiro (per poi tossire in quell'aria polverosa, Albus non scherzava riguardo il soffocamento). Per la mezz'ora successiva, mi ritrovavo improvvisamente appoggiata sulla pila di giornali di fronte a me, oppure mi riprendevo appena prima di cadere dalla sedia. Alla fine, puntellai la testa sul gomito, determinate a finire almeno la pila di giornali che avevo preso prima di addormentarmi di nuovo.

Mi ritrovai in mezzo ad una classe. Ero seduta quasi in fondo, e fissavo il vuoto. Sembravo essere seduta vicino a Colette, ma tutto sembrava un po' sfocato. Tranne Me-del-Sogno. In realtà, quando distolsi lo sguardo da Me-del-Sogno, non riuscivo a vedere nulla eccetto delle macchie colorate...

Sentii uno schianto che sembrava venire da molto lontano, e quando mi girai vidi Me-del-Sogno in piedi in mezzo alla classe. Aveva tirato qualcosa? Sbatteva gli occhi, e sentii vagamente le persone reagire, alzarsi, urlare, ma non sapevo cos'era successo. Poi, tutto collassò su sé stesso, e mi ritrovai in un buio vuoto.

Una porta si aprì nel vuoto, e mi accorso che non era un vuoto, ma una cella di Azkaban. Immaginai fosse notte, dato che tutto tranne l'entrata della cella era scurissimo invece del grigio spento a cui ero abituata. Qualcuno teneva una bacchetta accesa vicino alla porta. "Hempsey?" Sussurrò la persona, e un mucchio di stracci vicino a me sul pavimento si mosse.

"Alzati," disse una voce burbera. "Sei stata liberata.

Il mucchio si alzò e mi accorsi che era un mucchio a forma di essere umano, vestito con stracci che erano l'uniforme da prigioniero di Azkaban. Lunghi e sporchi capelli biondi luccicarono alla luce della bacchetta, e la ragazza si girò verso la porta.

"Hempsey, andiamo," disse la persona alla porta. Non riconobbi l'uomo, ma Zaria Hempsey evidentemente sì. Poteva essere solo lei. Hempsey, ad Azkaban? Zaria.

Lei tremava, a malapena riuscì ad alzarsi. L'uomo sbuffò ed entrò per tirarla in piedi. "Riesci ad alzarti?"

"Benissimo," disse lei con una scintilla fredda negli occhi. "Hai la mia bacchetta?"

Giela lanciò. Lei si raccolse i capelli in una mano, e con l'altra usò la bacchetta per tagliarseli. "Sei pronta?" Chiese l'uomo. "Ne abbiamo qualcun altro su questo piano."

Lei annuì. Poi il suo viso si distorse. "La ucciderò."

E a quel punto mi svegliai, perché ero riuscita a cadere dalla sedia. Sentii qualcuno strillare per il rumore, e tutti e tre i miei amici corsero d ame. "Stai bene?" Wren chiese, cercando di farmi alzare.

Sbattei gli occhi, massaggiandomi la testa. "Stavo...Stavo sognando..."

Si scambiarono una rapida occhiata. "Cosa... Cosa hai sognato?" Colette chiese lentamente.

"La prima parte è stata... Davvero strana..." Spiegai la parte di Me-del-Sogno, poi scossi la testa. "Penso... Penso sia solo come quell'altro, forse? Giusto?"

Colette annuì lentamente, ma non sembrava così sicura. "Penso... penso di sì."

"Quell'altro quale?" Albus chiese. Colette spiegò rapidamente il sogno che avevo fatto qualche sentito prima, che avevamo attribuito ad un mio sentirmi senza controllo su niente.

"Forse Haverna ti sta stressando, e vorresti sfogarti?" Wren suggerì. "Lo so che non vuoi farlo quel tema."

"Penso sia quello." Mi strinsi nelle spalle. "Non è questa la parte importante. Ho sognato anche Zaria Hempsey."

Ciò fece immobilizzare tutti e tre. "Cosa... Cos'è successo?" Albus chiese lentamente.

Scossi lentamente la testa. "Credo fosse durante l'evasione. Non è successo molto. Ha detto 'La ucciderò'. Immagino parlasse di te, Wren."

Wren annuì, abbassò lo sguardo, poi fece spallucce. "Nulla di nuovo."

Albus le mise un braccio attorno alle spalle. "Sei al sicuro, okay?" Papà può proteggerti, qualunque cosa accada."

Annuì di nuovo, rivolgendogli un piccolo sorriso. "Lo so. Grazie, Al."

Colette sospirò. "Beh, almeno non è urgentissimo. Torniamo alla lista. Non credo che la polvere sia molto salutare per noi."






Spigolo autore

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Alla prossima!

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