Capitolo 8 - Pattuglie

~Wren~

"Beh, ecco il momento della verità," Albus disse mentre scendevamo la scala il giorno dopo. "Stiamo per scoprire di preciso quanto sarà brutto quest'anno." Si era messo a camminare avanti e indietro per la sala comune per un'ora, mentre aspettava che noi ci preparassimo. Perché? Perché Eris ed Emmanuel avevano promesso di pubblicare i turni delle pattuglie quella mattina. E sapevamo entrambi che non saremmo stati in coppia con qualcuno di piacevole se era Eris a fare i turni.

Per tutta la notte cercai di razionalizzare la cosa per sentirmi meno nervosa. Non era la cosa peggiore della mia vita. Non era nemmeno tra le prime dieci. Se è per questo la maggior parte dei prefetti mi stava simpatica, quindi non sarebbe stato troppo male. Ciò non cambiava il fatto che mi si strinse lo stomaco mentre scendevamo le scale. Cercai di non farlo notare. Si vedeva che Astra era infastidita dall'ansia di Al.

"Per Merlino, Al, sono solo i turni delle pattuglie," James stava dicendo, alzando gli occhi al cielo. "Ti comporti come se ti avessero diagnosticato il vaiolo di drago."

"E poi, non potrai mai avere qualcuno peggiore di come è stata Eris quella volta l'anno scorso, ti pare?" Astra chiese, ridendo. "Marcus non sarebbe per niente piacevole, ma almeno non sta facendo l'idiota come l'anno scorso."

"E comunque, è solo due volte alla settimana," James disse. "Tu non sei preoccupata, Wren, vero?"

Scossi la testa, una palese bugia. Riuscivo a vedere la pergamena appuntata sulla bacheca, ma eravamo troppo lontani per riuscire a leggere.

Albus mi rivolse un sorriso gramo. "Beh, togliamoci il pensiero, allora." Mi condusse in mezzo alla piccola folla di prefetti radunata attorno alla bacheca.

Poppy era avanti a tutti. Sorrise quando ci vide, e si spostò per farci passare. "Sono con un Grifondoro. Cedric Rogers? Gioca a Quidditch, vero?"

"Già," Albus disse distrattamente. "È simpatico."

Lessi la lista, cercando il mio nome. Giù, giù, giù – Ecco Albus, con Scorpius Malfoy. Lui se ne accorse nello stesso momento. "Oh, molto meglio del previsto," disse, sorridendo. "Sono con Scorp."

"Che bello!" Poppy disse.

Guardai il successivo paio di nomi, e mi si fermò il cuore. Wren Predatel, diceva, proprio di fianco a Ciara Malfoy. "Oh no," sussurrai.

Albus strinse le labbra e riguardò la bacheca, poi fece una smorfia. "Dannazione. Non va bene per niente."

Poppy sussultò. "Oh, mi dispiace tanto, Wren," disse, accarezzandomi il braccio. "Malfoy è davvero orribile, non è vero?"

"Forse Kimmel cambierà," Albus dice subito. "Dice che i turni sono definitivi, ma di certo, date le circostanze..."

"Quali circostanze?" Chiesi. "Il fatto che Ciara non mi sopporta non sarà sufficiente."

"Non quello," Albus disse, scuotendo la testa. "Lei ti ha, ecco, bullizzata sul serio, Wren. Lei e Nico ti terrorizzavano."

"Terrorizzavano. Due anni fa. Non penso sarà abbastanza per Kimmel."

Poppy si accigliò. "Di certo Kimmel non ti costringerà a fare qualcosa che ti mette a disagio."

Sbirciai verso Albus, e anche lui sembrava non sapere come rispondere. Mi accorsi che mi stavo rigirando l'orlo del maglione tra le mani e mi costrinsi a fermarmi. "Ehm.... Lei... Lei potrebbe..."

Poppy si accigliò, confusa, ma non insistette. "Okay. Beh, spero finisca tutto bene. Forse puoi parlare con Emmanuel? Vuole solo che tutti siano felici, sai, e non è per niente come Eris Prince."

Albus sorrise. "Magari ci proviamo. Grazie." Mi prese la mano e mi condusse via. "Dobbiamo tornare dagli altri, quindi ciao!"

"Buona giornata!" Disse lei con un largo sorriso.

James ed Astra ci stavano guardando. Astra sembrava annoiata, ma James (nonostante ciò che aveva detto) sembrava irrequieto. Vide le nostre espressioni e fece una smorfia.

Albus sbirciò verso di me quando li raggiungemmo. "Quindi... Ehm... Una notizia buona e una cattiva. Io sto con Scorpius, il che è stupendo. Ma..."

"Mi hanno messo con Ciara," continuai.

James imprecò, poi si morse il labbro. "Scusa. Ma è... Sicuramente Kimmel può cambiarlo?"

Scossi la testa. "Dice che i turni sono definitivi. Non penso proprio che lo farebbe."

Colette annuì. "Secondo me le stiamo antipatici, per chissà quale motivo."

"Non riesco a credere che Eris l'abbia fatto," Albus disse, scuotendo la testa. "Wren non le ha mai fatto niente di male. Perché è così stupida?"

"Nemmeno Ciara ne sarà felice," James disse, accigliandosi. "Vuoi che vi segua col mantello dell'invisibilità?"

Scossi la testa. "Se se ne accorgesse, sarebbe anche peggio. E non puoi farlo ogni notte. È contro le regole."

James mi mise una mano sulla spalla. "Ne sei sicura? Posso assicurarmi che non lo scopra. Voglio solo essere sicuro che non le vengano strane idee."

"Di che accidenti stai parlando?" Astra intervenne, sbattendo gli occhi. "Non farebbe nulla a Wren."

No, non farebbe nulla ad Astra. Io non ero della famiglia, e per quanto riguardava Ciara Malfoy, io ero una criminale. Astra, però, non era molto brava a fare questa distinzione. Guardai gli altri. Un'occhiata del tipo Glielo dite voi o glielo dico io?

Astra incrociò le braccia. "Non ti farebbe del male. Non è così cattiva come voi la dipingete."

"Noi... Noi abbiamo fatto questo discorso un anno fa," dissi lentamente, evitando i suoi occhi. "Nemmeno tu ci credesti all'epoca."

Albus annuì. "Non è così male quando sta con te. Ma... Quando tu non ci sei...

"Non ha mai superato l'idea che Wren dovrebbe essere ad Akzaban," Colette aggiunse. "L'anno scorso era un incubo in Antiche Rune." Questo era un po' esagerato, ma effettivamente Ciara si era impegnata a mostrare quanto odiasse stare in classe con me. La professoressa Ferron era così vecchia che a malapena se ne accorgeva.

James mi mise una mano sulla schiena. "Sono serio, se vuoi che vi segua col mantello lo farò."

Scossi la testa. "Non sei costretto a farlo. Non ho paura di Ciara."

"Beh, certo che no," Albus disse. "Ma lei è comunque..." Lasciò la frase in sospeso, guardando Astra. Lei alzò un sopracciglio, sfidandolo a finire la frase. Io da parte mia volevo solo smettere di parlarne.

"Oh, grande, parli del diavolo," Colette disse piano. Alzammo lo sguardo e vedemmo Scorpius e Ciara andare verso la bacheca. La maggior parte della folla ormai se n'era andata nella Sala Grande per la colazione, quindi riuscimmo a vedere chiaramente le loro reazioni. Senza pensarci, mi misi un po' più vicino a James. Forse un po' avevo paura di Ciara.

Scorpius sorrise, poi si guardò dietro. "Albus, hai visto? Siamo di pattuglia insieme?"

"Sì!" Albus si sforzò di sorridere proprio mentre Ciara rimaneva a bocca aperta.

"Cosa?"

"Che c'è?" Scorpius chiese, girandosi di nuovo per vedere cosa stesse guardando.

Ciara indicò i nostri nomi, poi gemette. "Sarà orribile."

"Hey, che ne dici di darci un taglio?" James chiese, allungando la mano verso la sua bacchetta e facendo un passo avanti.

Ciara si girò al suono della sua voce e sembrò notarci per la prima volta. Mi individuò subito. "Senti, non mi interessa se sono definitivi. Parleremo con Kimmel. Io non le faccio le pattuglie con te."

"Non funzionerà," dissi, costringendomi a mettermi davanti a James.

"Non mi faccio trattare così da Eris Prince," Ciara disse con ferocia, avvicinandosi. "Preferirei fare pattuglia con Gazza piuttosto che con te."

Trasalii. Non era una novità che dicesse cose del genere, ovviamente, ma non era una cosa bella da sentire.

Scorpius si accigliò. "Hai un po' esagerato, C."

"Silenzio!"

Da parte mia volevo solo sparire. "Non penso possiamo farci nulla."

"Dev'esserci un modo."

"Ciara," Astra disse, inserendosi a forza tra noi due. "Non sarà così male, okay?"

Ciara fissò Astra per un secondo, poi scosse la testa. "Invece sì. Non capiresti."

"Che cosa non capisco?"

Ciara mi guardò male, poi scosse di nuovo la testa. "Lascia stare, Astra. Davvero non capiresti." E a quel punto se ne andò pestando i piedi.

Scorpius si morse il labbro. "Scusa, Wren. Davvero. Ciara può essere difficile, lo so. Spero davvero che vada tutto bene."

"Grazie," dissi. James mi mise un braccio attorno alle spalle e ci incamminammo verso la Sala Grande.

Sono solo due o tre volte al mese, ricordai a me stessa. Non sarà così male. Sicuramente. Sicuramente Ciara avrebbe potuto sopportarmi. Il nostro turno era quel giovedì notte. Forse avrebbe avuto abbastanza tempo per abituarsi all'idea nel frattempo, e avrebbe deciso di fare buon viso a cattivo gioco. Magari avremmo solo camminato in silenzio per tutte le quattro ore di pattuglia. Quello potevo sopportarlo. Sfortunatamente, non ero così sicura che sarebbe andata così.

"Abbiamo prima Erbologia," Albus stava dicendo. Non avevo neanche notato che il signor Potter stava distribuendo gli orari, ma ecco il mio, appoggiato sul piatto vuoto davanti a me. Lo presi.

"Tutti gli studenti M.A.G.O. fanno lezione insieme?" Astra chiese. "Cioè, di ogni Casa?"

"Già," James disse. "Albune classi saranno piene, come Erbologia o Difesa, quelle facili o quelle coi professori brava. Ad Astronomia, però, siamo tipo in cinque."

"Ma Astronomia è facile," Albus disse.

"E molto, molto noiosa, Colette fece notare. "Davvero fai quella materia?"

"Wren ed io, sì," Albus disse.

"Quanti corsi seguite?"

Lui si accigliò. "Credo siano sei."

"E quindi io ne ho sette," dissi.

Colette scosse la testa. "Siete due pazzi."

Astra fece spallucce. "Io ne faccio sei, ma perché ho bisogno di sei M.A.G.O. per diventare avvocata. E poi, Cura delle Creature Magiche sarà una passeggiata. Il signor Potter mi ha detto spesso e volentieri non la fa nessuno. Potremmo essere solo io e Scorpius."

"La fa anche Poppy Stevens," Albus disse, guardando il tavolo di Tassorosso. "Ce l'ha detto ieri."

"Pensate che qualcuno farà incantesimi?" James chiese. "Quasi tutti hanno abbandonato del mio anno. Io non l'ho fatto solo perché ancora non so cosa fare della mia vita."

"Beh, noi la facciamo tutti, vero?" Chiesi. Gli altri tre annuirono. "Per il resto davvero non lo so."

"Non mi sorprenderei se la classe fosse mezza vuota," James disse. "Haverna non piace a nessuno."

"Mi sa che lo scopriremo giovedì," Albus disse. "Abbiamo due ore nel pomeriggio."

"Beh, io devo andare," James disse, alzandosi. "Papà mi metterà in punizione di sicuro se faccio tardi alla sua lezione. Divertitevi ad Erbologia!"

"Come no." Colette si alzò. "Ho un'ora libera, quindi penso che andrò a controllare che Haverna non abbia rovinato la Stanza delle Necessità durante le vacanze."

Astra rivolse un sorriso brillante a me e ad Albus mentre loro due se ne andavano. "Beh, almeno ci divertiremo insieme."

"Milligan mi sta simpatico," Albus disse mentre andavamo verso Erbologia qualche minuto dopo. "Insomma, non è male come insegnante."

"A me piace tanto," dissi. "Non è il professor Paciock, certo, ma almeno sa di cosa parla."

Astra fece spallucce. "Non è male."

"Tutto qui?" Al chiese.

"Già." Lei fece spallucce. "Insomma, è bravo in Erbologia. È un po' ingenuo però."

"Cosa intendi?"

"Non lo so. È solo... L'anno scorso sembrava sempre credere a tutto ciò che diceva il Profeta, anche le cose più ridicole."

"Quasi tutti si fidano del Profeta, Astra," feci notare. "Non puoi biasimarli. Non hanno tutte le informazioni.

"È a questo che serve il Cavillo!" Astra esclamò.

Albus ed io ci scambiammo un'occhiata e arrivammo alla conclusione che dovevamo cambiare argomento. "Okay," Albus disse. "Immagino sia giusto."

"Non è solo questo." Astra abbassò lo sguardo. "È anche il modo in cui ha trattato Wren per tutto l'anno scorso. Come... Non lo so, come se fosse sempre all'erta e tenesse le distanze. Mi dava fastidio."

"Mi trattano tutti così," dissi. "Prima o poi ti ci dovrai abituare, Astra. Davvero non mi dà fastidio."

"Non dovrebbe essere così."

Mi morsi il labbro. "È troppo tardi per cambiare le cose, okay?"

Albus mi mise una mano sulla spalla. "Non è un tuo problema, Wren. E comunque, Astra, non è così male. Almeno non la mette in croce come fa Haverna. E Haverna conosce la verità."

Astra fece di nuovo spallucce. "Mi dà solo fastidio che non le dia una possibilità, tutto qui."

"Come ha fatto Ciara?" Borbottai. Astra smise di camminare e mi fissò. Sbattei gli occhi, fermandomi a mia volta. Perché l'ho detto a voce alta? "Io... Scusa."

Astra sbatté gli occhi, lo stupor sul suo volto divenne lentamente fastidio. "Ciara è diversa."

"Cioé è peggio?" Albus chiese.

"Che ne dici di piantarla?"

"Oh, okay," Albus alzò gli occhi al cielo. "Quindi continuerai a difendere Ciara per ore? Wren non è la studentessa preferita di Milligan, e tu lo attacchi, ma poi Ciara si impegna apposta per far soffrire Wren e dici che noi siamo i pazzi? Sei di parte, Astra."

Astra incrociò le braccia. "No che non lo sono! Casomai lo siete voi! Non volete dare una possibilità a Ciara!"

"Perché dovrei darle una possibilità?" Albus chiese. "Non ha mostrato alcun segno di cambiamento, tranne quando è stata costretta a farlo perché il suo amico ti ha quasi uccisa."

"Non sto dicendo che devi diventare il suo migliore amico o chissà cosa. Solo di smettere di trattarla come se... Come se avessimo ancora dodici anni! Cresci un po'!"

Feci una smorfia. "Potremmo non litigare?"

Astra scosse la testa. "Se voi due volete fare gli stupidi..."

"Forse hai ragione su Milligan, Astra," Albus disse, alzando gli occhi al cielo, "ma noi abbiamo ragione su Ciara, a prescindere da ciò che dici tu. Negalo quanto vuoi, ma tua cugina è ancora una bulla. E non ho intenzione di continuare a discuterne, perché stiamo mettendo a disagio Wren, quindi è meglio se ci dai un taglio."

Astra non ci rivolse la parola per tutta Erbologia.

Era vero che Milligan era un po' ingenuo. Se qualcuno menzionava fatti di cronaca durante la lezione, tendeva a ridacchiare nervosamente e a cambiare argomento, dichiarando di non sapere nulla di quella roba. Avevo l'impressione che se avesse avuto l'occasione di chiudersi in una serra con le sue piante e restare solo per il resto della sua vita, non gli sarebbe dispiaciuto affatto. Non potevo biasimarlo. Se le cose fossero state diverse, se non avessi avuto legami col male che offuscava il futuro, credo che anche io avrei cercato di evitare tutto.

Riguardo come mi trattava, non mi dava fastidio. Non faceva mica favoritismi con gli studenti che gli piacevano. Non mi metteva voti ingiusti, e se avevo domande rispondeva sempre al meglio delle sue capacità. A chi importava se diventava sempre più pallido ogni volta che mi notava? Avevo vissuto di peggio. Almeno ci provava.

Quel giorno, distribuì il programma di studio dell'anno. La maggior parte dei miei compagni non sapeva nemmeno cosa fosse, quindi impiegò dieci minuti a spiegare in modo zoppicante che era solo una lista di ciò che avremmo imparato quell'anno. "Un trucco che ho imparato da mio fratello Maggiore," spiegò. "È andato all'università dopo Hogwarts. Una babbana. Ora lavora al Comitato Scuse ai Babbani."

"Quindi è una famiglia di prodigi," Albus sussurrò. Io sorrisi, ma Astra si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

"Comunque," Milligan disse, "Ho pensato di iniziare con qualcosa di divertente oggi. Indicò la pianta sul tavolo di fronte a lui. Aveva il gambo nero, ma a parte quello sembrava molto ordinaria e per niente magica. "Questa è Moly," disse lui. "Questa pianta può proteggere da Incantesimi Oscuri, e se viene mangiata può contrastarne gli effetti.

Luke Castel sghignazzò, poi si piegò per dire ad Astra, "Strano, eh? La Molly babbana è una droga, e questa è tipo... Una contro-droga."

Albus ed io non capimmo la battuta, qualunque essa fosse, ma Astra sembrò trovarla divertente. Coprì la risata con una mano, ma Milligan se ne accorse. "Va tutto bene?"

Luke si rialzò di scatto e assunse l'espressione di uno che non aveva mai sgarrato in vita sua. "No. Tutto perfetto. Ma forse Astra pensa che quel nome sia buffo."

Milligan si accigliò. "Buffo? Perché?"

Astra alzò gli occhi al cielo, e Luke riprese a sghignazzare. "L'unica cosa buffa qui è la faccia di Luke." Luke rimase a bocca aperta, e parecchie persone ridacchiarono. Milligan sembrava sconvolto.

"Beh, andiamo, non credo sia molto..."

"Tutto a posto, professore," Luke disse, sorridendo di nuovo. "Credo si riferisse alla mia abilità comica."

Astra ridacchiò, ma quando guardò di nuovo me ed Albus il suo sorriso scomparve. Si sistemò sulla sedia e si girò verso la cattedra.

"Lasciala stare," Albus sussurrò. "Se vuole fare la stupida..."

"Basta, Al," dissi, sospirando. In realtà, Astra non poteva essere biasimata per voler vedere il meglio di Ciara. Erano parenti, e Ciara si comportava davvero diversamente quando c'era Astra, la maggior parte delle volte. Perlomeno tendeva a lasciarmi in pace. Non ne valeva la pena per una cosa così banale.

"Quindi, ehm, Pozioni dopo?" Astra disse piano mentre stavamo tornando al castello. Sorrisi leggermente di fronte al suo tentativo di superare la cosa, ma Albus strinse le labbra.

"Sì," disse rapidamente. "Perché?"

"Per essere sicura." Lei gli diede un colpetto col gomito, e lui alzò gli occhi al cielo. Un sorrisetto fece capolino all'angolo della sua bocca, però. "Colette fa Pozioni?"

Scosse la testa. "Credo abbia Antiche Rune adesso."

"Oh."

"Perché?" Albus chiese. "Sai che ha sempre odiato Pozioni."

"Sì, lo so. È solo... Uno di noi dovrà trovarsi un nuovo compagni."

"Oh."

Li guardai, percependo tensione. "Io... A me non dà fastidio. Andate insieme voi due."

Albus sbatté gli occhi. "No, non puoi stare da sola." Vidi Astra dargli un calcio con la coda dell'occhio. "Cioè, non devi esserlo," si corresse subito. "Intendo..." Sospirò. "Resto io da solo."

"Oppure resto sola io," Astra disse, facendo spallucce. "Il punto è che non devi essere per forza tu, Wren."

Sentii una punta di fastidio. Potevo cavarmela da sola. Tra tutti, Astra e Albus dovevano saperlo. Eppure, eccoli lì, ancora in fase Proteggiamo Wren senza farle capire che ci stiamo provando. "Smettetela," dissi, accigliandomi. "Posso restare sola."

"Certo che sì," Albus disse solo. "Stiamo solo dicendo che non è necessario."

Scossi la testa. "Era a questo che mi riferivo. Smettetela di trattarmi da bambina. Smettetela di trattarmi come se non potessi prendere le mie decisioni da sola."

"Non lo stiamo facendo," Astra disse. "Stiamo solo cercando di essere buoni amici."

"Lo so." Mi fermai in mezzo alle scale. "Mi dispiace. Lo so che avete buone intenzioni. Solo..." Mi strinsi nelle spalle. "Smettetela di provarci così intensamente. Per favore." Distolsi lo sguardo, cercando di pensare a un modo per esprimermi che non mi facesse sembrare ingrata o cattiva. "È solo che... Mi ricorda tutte le cose che cerco di dimenticare, almeno credo."

Per un po' non risposero, ed io li guardai. Non sembravano aver capito, ma Albus annuì lentamente. "Okay. Noi... Non lo sapevamo, mi dispiace."

"Va tutto bene," dissi subito. "Non potevate saperlo. Non preoccupatevi." Gli rivolsi un sorriso. "Solo, trattatemi come se fossi normale, per favore."

Astra mi accarezzò il braccio, sorridendo. "Okay. Almeno fammi sapere quando sbaglio."

"Non farebbe prima a dirti quando non sbagli?" Albus la prese in giro. Astra alzò gli occhi al cielo e lo spinse.

~~~~

La lezione di Pozioni di livello M.A.G.O. era più frequentata di quanto mi aspettassi. Certo, Lockley era un insegnante di gran lunga migliore di Sulcan, quindi tutti i miei compagni che ai tempi del primo anno avevano dichiarato di odiare la materia avevano incontrato qualcuno di diverso. Gli unici assenti degni di nota erano coloro che Lockley aveva sempre guardato dall'alto in basso, come Colette e Luke.

Poppy Stevens divenne la quarta persona al nostro tavolo. Ci spiegò che le sue amiche avevano tutte deciso di abbandonare il corso (Lionel Milligan era un vero schianto e le aveva convinte tutte a diventare Erbologhe, e Pozioni non era richiesta per quello). Albus chiese perché non l'aveva abbandonata anche lei, dato che voleva fare la Magizoologa, e lei fece spallucce. "È una lezione molto pratica. Piuttosto utile, secondo me. E mi servono sei M.A.G.O. per avere un lavoro al Ministero, tanto vale quindi fare qualcosa di divertente."

"Secondo me hai una definizione strana di divertente," Astra disse asciutta.

Dopo pranzo avevamo Trasfigurazioni. Mentre salivamo le scale, Astra, Albus, e Colette passarono in rassegna ogni cosa che sapevano sulla nostra professoressa. A quanto sembrava, era stata Grifondoro, e si era diplomata quando erano al secondo anno. Non mi ricordavo di lei (a mia discolpa, il primo anno avevo tutt'altri pensieri per la testa), quindi non contribuii molto alla conversazione.

"Non credo che lei e Toire fossero amicone," Albus disse. "Non ricordo che Toire abbia mai parlato di lei."

"Era lei quella che diceva sempre a quelli del primo e del secondo anno di spostarsi se ci sedevamo vicino al fuoco?" Colette chiese.

"No, credo fosse qualcun altro..."

"Onestamente, non ricordo niente di lei," Astra disse. "Non mi sarei ricordata nemmeno che è stata Grifondoro se non me l'avessi detto. Era gentile?"

Albus fece spallucce. "Non lo so. Mi sa che era una tipa molto tranquilla."

"Magari mando un gufo a Victoire," Astra disse. "Se la ricorderà, no?"

"Forse." Albus si fermò fuori la porta della classe. "Non pensi che sia una di quelle persone che pensa che tu sia fuori di testa, Astra, vero? O che Wren sia l'incarnazione di tutto il male del mondo?"

Astra si accigliò. "E se fosse pessima come Haverna?"

"Non lo sapremo mai se non entriamo," feci notare. Albus capì l'antifona e aprì la porta.

La classe era già quasi piena. Non era la classe che avevamo sempre usato per Trasfigurazione in passato. James mi aveva detto che Trasfigurazione al livello M.A.G.O. era sempre straripante di gente, e richiedeva un'aula circa tre volte più grande di quella di livello G.U.F.I. Praticamente tutti del nostro anno erano in quell'aula, ed era chiassosa come l'aula del signor Potter prima di iniziare la lezione.

"Ecco Lacy ed Iris," Astra disse, facendo strada verso un paio di banchi vuoti vicino ad altri Grifondoro. "Chissà se si ricordano di Priscilla Edwards."

Solo vagamente, e solo perché Lacy era ossessionata dai suoi capelli. "Credo sia stata la mia ispiratrice più importante per il mio stile di terzo e quarto anno," disse con l'aria di chi la sa lunga. "Quando avevo le trecce praticamente ogni giorno? È stato grazie a Priscilla."

I capelli della professoressa Edwards (Un corto afro che secondo Lacy era stupendo) sarebbe stato un argomento da trattare un'altra volta, perché in quel momento decise di iniziare la lezione. Si schiarì la gola, guardandosi intorno nervosa in quell'aula piena di studenti chiassosi. Diedi un colpetto ad Astra col gomito, e lei si zittì, ma la maggior parte delle persone non sembrava prestare attenzione alla nostra professoressa.

"Scusate," la Edwards disse piano.

Luke alzò gli occhi al cielo e scattò in piedi. "Oi! State zitti!" L'aula si fece silenziosa in un attimo. Lui sorrise alla professoressa. "Non c'è di che."

"Bene, ehm, grazie," disse lei, sbattendo gli occhi. "Beh, salve a tutti!" Sorrise nervosa. "Sono Priscilla Edwards, e sarò la vostra nuova insegnante di Trasfigurazione." Un profondo respiro. "Ehm, quindi, mi sono diplomata ad Hogwarts circa quattro anni fa. Ero una Grifondoro-" Un'esultanza da parte di Luke ed Eric, che sembrò imbarazzarla. "Giusto. E poi ho lavorato all'Ufficio Misteri per qualche anno prima che mi offrissero questo lavoro."

Colette aveva drizzato le orecchie quando aveva nominato l'Ufficio Misteri. Non era l'unica. "È un'Indicibile?" Lacy chiese.

"Beh, sì." Disse lei.

"Com'era?" Chiese una Corvonero.

"Non posso dirlo," disse, sorridendo. Sembrava un po' più a suo agio ormai. "Sapete com'è, non parlarne era il mio lavoro." Guardai Colette, che una volta tanto sembrava quasi emozionata.

La professoressa Edwards sembrava in gamba, anche se incredibilmente ansiosa. Ogni domanda la faceva sussultare, e quando beccò Luke maledire il libro di Ciara, si innvervosì così tanto che non tolse nemmeno punti. Astra sussurrò che non aveva idea di come quella ragazza avesse fatto a diventare Indicibile, se non per il motivo che sembrava letteralmente incapace di parlare per metà del tempo.

Dopo la lezione mi offrii di andare a presentarmi assieme a Colette, dato che Albus ed Astra sembravano del tutto disinteressati. La professoressa Edwards parse allarmata nel vedere due studenti avvicinarsi alla sua cattedra, ma riuscì a sorridere. "Cosa posso fare per voi?"

Colette non sembrava sapere da dove iniziare, quindi salutai con la mano. "Sono Wren Predatel. E lei è Colette St. Pierre."

Sgranò gli occhi, e Colette si accigliò. "Che c'è? Qualche problema con Wren?"

La professoressa Edwards scosse subito la testa. "No, no, certo che no! Se il professor Potter si fida di qualcuno, a me basta."

Colette sbatté gli occhi. "Allora... Che c'è?"

"Oh, niente, proprio niente..." La professoressa Edwards fece una smorfia. "Solo, oh, forse non dovrei, ma... La professoressa Haverna mi ha avvisato che tu... Tu..."

"Ha detto che creo incantesimi?"

La professoressa Edwards annuì." Sembrava che il solo pensiero la mettesse in grande ansia.

Colette strinse le labbra. "Già. Beh, non confermerò." La professoressa Edwards fece un'altra smorfia. "Volevo solo parlarle, vede, perché voglio diventare Indicibile."

La professoressa Edwards si rilassò visibilmente. "Oh, davvero? È un'ottima scelta. Credo che tu ne sia portata. In base... In base a ciò che ho sentito di te."

Colette non riuscì a non sorridere. "Volevo solo sapere cosa devo fare per diventarlo. Non ci sono molte informazioni."

La professoressa annuì. "Ehm, beh, di solito, bisogna essere raccomandati da un Indicibile. Poi ti contattano e chiedono se sei interessata. Temo che il resto del processo sia un segreto."

"Lei è ancora Indicibile?" Chiesi. "Cioé, lavora ancora lì?"

"Sì, ci lavoro ancora. Solo durante le feste, ma sì."

"In generale cosa fa?" Colette chiese.

Lei si strinse nelle spalle. "Non posso dirtelo, temo. Da quello che ho sentito, penso che ti piacerà, però."

Colette non riusciva a smettere di sorridere mentre uscivamo. "Insomma, lo sapevo che creavano incantesimi, ma praticamente me l'ha appena confermato. Riesci a crederci?"

"Ti troverai benissimo," dissi, sorridendo. Era raro vedere Colette così emozionata per qualcosa.

"Povera Edwards, però. Ha una specie di disturbo d'ansia," Colette disse, accigliandosi. "Forse posso creare un incantesimo per aiutarla."

Alzai un sopracciglio. "Tu? Faresti qualcosa per pura bontà del tuo cuore? Questa è nuova."

Lei alzò gli occhi al cielo. "Ma stà zitta, Wren. Faccio cose buone a volte. Non sono un'egoista totale."

"E non c'è nemmeno un briciolo di tornaconto personale?"

Lei strinse le labbra. "Sai che c'è? Chiudi il becco." Sorrisi, e notai con piacere un angolo della sua bocca tremolare in risposta.

~~~~

La mia prima pattuglia con Ciara sarebbe stata quel giovedì. James passò l'intero pomeriggio a pensare metodi per evitarla. 'Fingiti malata' fu bocciato da Astra, ricordandoci che la nuova infermiera sembrava severa quasi quanto Haverna. 'Fingi di essere in punizione' fu bocciato da Albus, ricordandoci che io ero la persona con meno probabilità di tutte di ricevere punizioni, soprattutto a mezzanotte. 'Sfidala a duello' fu bocciato da me, ricordandogli che avrei preferito fare letteralmente qualunque altra cosa.

Ciara era seduta su una panca della sala d'ingresso quando raggiunsi le scale. Guardava corrucciata il pavimento, e non alzò lo sguardo finché non mi avvicinai. Non ero sicura che mi avesse notata finché non balzò in piedi all'improvviso.

"Come-" Iniziai.

"Basta," disse, interrompendomi. "Non voglio che fingiamo di essere educate, okay? Sappiamo entrambe che non saremmo sincere."

Mi accigliai. "Io sì."

"Come sei adorabile," Ciara disse sarcastica. "Restiamo d'accordo sul non parlare, okay? Tutto sarà leggermente più sopportabile."

Sospirai, non volevo litigare. Nonostante ciò che avevo detto a James ed Albus, non ero del tutto sicura che Ciara non avrebbe provato a sfidarmi a duello. Certo, tecnicamente avrei potuto batterla. Conoscevo più incantesimi scorretti di chiunque ad Hogwarts, tranne forse Nico Jasper. Ma sapevo che non sarei riuscita a costringermi a fare del male a Ciara, anche se lei ci avesse provato. Avevo già fatto del male a troppe persone nella mia vita, e Ciara Malfoy non sarebbe stata la prossima, a prescindere da ciò che avrebbe fatto.

Camminammo in silenzio per oltre un'ora. Non era per niente più sopportabile. La beccai a guardarmi all'erta parecchie volte, e la sua mano continuava a muoversi verso la bacchetta nella sua tasca. Feci del mio meglio per fare finta di non averlo notato. Mi resi conto che Ciara aveva paura di me. Il che fu strano, perché non era la reazione più comune che ricevevo. Nonostante fossi una famigerata criminale e una nota utilizzatrice di Maledizioni Senza Perdono, la maggior parte della gente non pensava facessi molta paura dopo avermi incontrata.

Quindi perché Ciara sì?

Insomma, se avesse saputo la verità, tutto ciò che potevo fare, se fossi stata una persona peggiore, era un conto. La maggior parte delle persone non sospettavano niente di tutto ciò. Perfino Colette e James non avevano idea delle cose terribili di cui ero capace, e loro mi conoscevano meglio di chiunque. Eppure, Ciara si comportava come le lo sapesse benissimo.

C'era una scintilla impulsiva nella mia testa che non era mai stata spenta del tutto da tutto ciò che avevo passato. La scintilla mi disse di chiederle quale fosse il suo problema, cosa esattamente si aspettasse che le facessi. Non lo avrei fatto, ovvio, però volevo. Un brivido mi percorse la schiena. Non pensava che fossi una spia, vero?

Ci fu uno schianto nel corridoio davanti a noi, che in quel silenzio sembrò forte come un tuono. Sussultammo entrambe così tanto che ci guardammo un attimo prima di correre dietro l'angolo a vedere cos'era successo.

Un'armatura era caduta. Beh, forse non proprio caduta. Sembrava fosse stata spinta, in realtà. Perché lo dico? Beh, Nico Jasper era appoggiato contro il muro dove prima era appoggiata, e ci rivolgeva un sorriso arrogante. "Ops," disse.

Ciara estrasse la bacchetta e gliela puntò contro. "C'è il coprifuoco, Jasper."

Nico alzò le mani, sempre sghignazzando. "Certo. Stavo solo alzando quest'armatura."

"L'hai appena buttata a terra," feci notare.

"E ora la sto mettendo a posto," disse, alzando gli occhi al cielo e agitando la bacchetta. L'armatura ritornò al suo posto. Lui guardò Ciara. "Americani, eh?"

Ciara lo guardava malissimo. "Comunque sei in giro dopo il coprifuoco. Cosa stavi facendo?"

"In verità?" Nico si avvicinò a noi e si fermò proprio davanti la bacchetta di Ciara. "Volevo solo vederti, Ciara." Sorrise di più mentre Ciara si irrigidiva. "Ti piace?"

Incrociai le braccia. "Allontanati. Dieci punti in meno a Serpeverde. Se non ne vuoi altri, ti suggerisco di tornare alla tua sala comune adesso."

Nico alzò un sopracciglio. "Cielo, stai diventando proprio una piccola bigotta. Non si direbbe che sei una vera criminale, Wren."

Ciara mi guardò male, poi spinse la bacchetta contro il petto di Nico. "Torna subito in sala comune, o ti porteremo da Lockley."

"Non ho paura di Lockley, o di te," disse lui, sorridendo verso la bacchetta.

"Aggredire una prefetta ti farà espellere," Ciara lo avvertì.

Lui sorrise. "Credo sappiamo tutti che posso cavarmela in ogni caso."

Lei lo guardò malissimo per parecchi lunghi secondi. "Nico, ti avverto..."

"Cosa? Cosa mi farai, Ciara?" Chiese lui. "Mi maledirai?"

"Io..." Ciara sbatté gli occhi, con sguardo perso nel vuoto, ed io mi allarmai. Non era normale. All'improvviso, i suoi occhi sembrarono annebbiarsi.

Anche Nico parse sorpreso quando Ciara abbassò lentamente la bacchetta. Sbattei gli occhi per un secondo, poi corsi in avanti. "Ciara?" Le afferrai il braccio e lo scossi, ma era come se fosse in trance. Non sentiva nulla, e non si accorse nemmeno che la toccavo.

Mi girai di scatto verso Nico. "Cosa le hai fatto?"

"Niente!" Lo guardai malissimo, non convinta, ma lui si limitò a far spallucce. "Ne so quanto te, Predatel. Oppure tu ne sai qualcosa?" Scossi la testa letnamente, ancora non convinta. "Come pensavo," disse lui, sospirando. "Credo che alla povera Ciara sia andato in pappa il cervello."

Sembrava quasi vero. Aveva iniziato a balbettare, con espressione confusa. Mi avvicinai per sentire cosa diceva, ed ebbi l'impressione che stesse discutendo con sé stessa. Lentamente si inginocchiò, poi si strinse la testa tra le mani.

"Deve essere stato un incantesimo," dissi, guardandomi intorno. "Non c'è nessun altro qui, vero?" Nico fece spallucce. "Qual è la controfattura?"

"Non lo so. Non sono stato io."

Lo guardai male. "Se non hai intenzione di aiutare, tornatene in sala comune. Il coprifuoco è scattato." Nico non si mosse. Io non insistetti.

All'improvviso Ciara urlò. Quando la guardai, sembrava di nuovo in possesso delle sue facoltà mentali. Si guardò intorno freneticamente. "Lui... la sua voce... Nella mia testa..."

"Chi?" Chiesi, inginocchiandomi vicino a lei e spostandole i capelli dal viso. "Nico?"

"No..." Ciara stava respirando più regolarmente, e si spostò quando la toccai. Mi spinse via, poi si rialzò e si spolverò i vestiti. "Io... Non so cos'è stato, ma se lo dite a qualcuno, desidererete non essere mai nati."

"Stai bene?" Stavo iniziando ad allarmarmi. Era chiaro che era successo qualcosa, e Ciara non poteva ignorarlo e basta. "Non sembrava-"

Ciara mi guardò male. "Silenzio."

"Dico solo che forse dovresti parlarne con qualcuno-"

"Sai che c'è, Predatel? Tu sei l'ultima persona in assoluto con cui parlerei, è chiaro?" Si girò verso Nico. "Ufficio di Lockley, adesso."

Stavolta Nico non protestò. Passò il breve colloquio con Lockley con un sorrisetto noncurante in volto. Nessuno di noi menzionò l'episodio di Ciara. Per il resto della pattuglia rimase due passi avanti a me, ignorandomi con tutte le sue forze. Non provai a parlare di nuovo.






Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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