Capitolo 7 - Espresso per Hogwarts

~Astra~

James sospirò mentre la porta si chiudeva. "Ditemelo se sto diventando pazzo, okay?"

"Stai diventando pazzo," Colette disse immediatamente, senza alzare gli occhi dal suo libro. James aveva rinunciato ad imparare l'incantesimo che ci aveva insegnato, e ciò l'aveva fatta arrabbiare, temevo. Non la biasimavo, era un incantesimo utile da conoscere, ma arrabbiarsi con James per rinunciare ad un incantesimo per cui serviva tutta la sua concentrazione non era molto corretto. Spesso e volentieri James faceva fatica a concentrarsi.

James alzò gli occhi al cielo. "Non ho nemmeno detto perché penso di stare impazzendo.

A quel punto lei lo guardò, alzando un sopracciglio. "Oh, c'è un motivo? Pensavo intendessi in generale."

"Chiudi il becco."

Scossi la testa verso entrambi. "Perché pensi di stare impazzendo, James?"

"Non ridete, okay? So che sembra assurdo. Ma... Sembra come se Wren non mi dicesse tutto? Perché la notte che Stillens l'ha interrogata sul fatto di Zaria Hempsey, stavamo tutti ascoltando dallo specchietto. Sapete, si connette a uno che le ha dato papà, in caso qualcosa andasse storto. E quando l'ho sentita andarsene, sono sceso di sotto ad aspettare. Ma ci ha messo più tempo del previsto." Scosse la testa. "Non lo so. Penso sia successo qualcosa mentre non c'ero, che Zaria le abbia fatto qualcosa. Nessuno ne parla, ovviamente, ma... Sembra tutto un po' strano, ecco."

Mi impegnai all'inverosimile per mantenere un'espressione neutrale. Ci aveva preso in pieno, ma Wren mi aveva fatto promettere di non dire niente. Le avevo fatto promettere di dirlo a James prima o poi, ovviamente, ma a quanto sembrava il "poi" non era ancora arrivato, oltre un mese dopo. Per quanto sentivo che meritava di sapere tutto, riguardo Zaria che minacciava la vita della sua ragazza a costo di trascinarla all'Inferno con sé, non era compito mio dirlo. Dovetti fare la finta tonta. "Huh. Strano."

"Lo so. Sembro un paranoico o cose del genere. Ma..." James si strinse nelle spalle. "Non lo so. Mi ha detto che Zaria avrebbe dimostrato che è una traditrice, ma non l'ho sentita. Quindi temo sia successo qualcos'altro e non me ne parla."

"Perché mai dovrebbe farlo?" Colette chiese. Ero molto grata per la sua presenza, se non altro perché mai e poi mai avrei potuto affrontare una conversazione del genere da sola.

James inclinò la testa, pensoso. "Non lo so."

"Esatto." Colette prese di nuovo il suo libro. "Quindi non hai motivo di preoccuparti."

Lui sembrò pensarci per un secondo. "Ma sono comunque preoccupato."

Colette sospirò. "Ovviamente lo sei." Posò di nuovo il libro, stavolta leggermente frustrata. "Senti, cosa pensi ti stia nascondendo?"

"Non lo so," disse, guardando noi due. "A voi non ha detto niente?"

"Ci ha detto tutto ciò che ha detto a te," dissi. Non era una bugia, tecnicamente, ma non era nemmeno la verità pura.

"E se non ci ha detto qualcosa, è una sua scelta," Colette disse. "Spetta a lei decidere quando è pronta a parlare di certe cose, non a noi. Ma non penso stia nascondendo qualcosa al momento, almeno non riguardo questo."

Non era convinto; me ne accorsi. Sembrava solo rassegnato al fatto che Wren non avrebbe parlato finché non si fosse sentita pronta. Almeno sembrava contento di non essere l'unico a brancolare nel buio. Sperai che non scoprisse la verità.

"È solo... Vorrei che sapesse che può fidarsi di me," disse lui, sospirando. "Non so come fare a dimostrarglielo."

Gli accarezzai il braccio. "Sa che può fidarsi di te, James. Ti giuro che lo sa. Insomma, c'è un motivo se sta con te, e non qualcun altro."

Colette annuì concorde. "I momenti in cui sta meglio sono quando passa il tempo con te." Sorrisi, sorpresa dal commento; gli incoraggiamenti non erano il punto forte di Colette. Già che ci stava provando era degno di nota. Toccante.

James sorrise. "Davvero?"

"Decisamente," affermai.

"Grazie," disse lui, sembrando soddisfatto ormai. "Scusate. Non so perché mi stavo preoccupando tanto."

"È tutto a posto. Penso che tutti ci siamo preoccupati un po' quest'estate," dissi. "Niente è stato davvero normale."

Colette annuì. "Avete saputo che il Parlamento sta tenendo processi di massa?"

L'avevo saputo, perché Colette mi aveva fatto un sermone al riguardo qualche giorno prima, quando era apparso per la prima volta sul Cavillo. I Potter tendevano a non essere aggiornati sugli eventi come Colette, ovviamente, e non era il tipo di cosa su cui Wren avrebbe potuto indagare. Non rimasi sorpresa quando James chiese, "Che accidenti significa?"

"Fanno processi a sei o sette 'pericoli pubblici' alla volta, in pratica dicono che sono tutti colpevoli e li spediscono via. Principalmente persone che secondo loro sono membri dell'ES." Colette sospirò. "Le cose non vanno bene."

James sembrò allarmato. "Aspetta, stanno davvero gettando persone ad Azkaban a destra e manca senza nemmeno dimostrare che sono pericolosi? Stanno gettando membri dell'ES ad Azkaban?"

"Oh no, nessuno è andato ad Azkaban," Colette disse, alzando gli occhi al cielo. "Hanno creato centri di detenzione per trattenere le persone finché non trovano un modo per dimostrare la loro innocenza. Il che è impossibile, ovviamente."

"Stavano pensando ad Azkaban per il signor Paciock, giusto?" Chiesi.

"Sì, se riescono a catturarlo, però. È sparito, e nessuno sa dove."

James annuì. "Lo sapevo. Sapevate che la signora Paciock è stata licenziata?"

Sussultai. "No! È una guaritrice eccezionale!"

James fece spallucce. "È anche la moglie del capo dell'ES. E scommetto che non ha dato informazioni su dove potrebbe essere."

"Tu lo sai?" Colette chiese.

James scosse la testa. "Forse non lo sa nemmeno papà. È sparito e basta, ma papà ha detto di non preoccuparci. Comanda ancora l'ES dalle ombre, a quanto pare."

"Aspetta, quindi chi è la nuova infermiera?" Chiesi.

"Non lo so," James disse. "Perché? Anche quest'anno conti di passare tanto tempo in infermeria?"

Strinsi gli occhi. "Ma piantala. Anche tu ci sei stato parecchie volte, James."

"Se ti riferisci a Giugno, è stato Well-"

"Ho sentito che nessuno sa niente dei centri di detenzione," Colette disse a voce alta, interrompendo James. Entrambi sbattemmo gli occhi; di solito lei osservava con divertimento le nostre discussioni, e lasciava che fosse Wren a cambiare argomento. In quel momento, però, sembrava un po' a disagio. "Russey si rifiuta di dare informazioni," continuò lei. "Nessuno è stato rilasciato, quindi non sappiamo cosa succede lì dentro."

"Um," James disse, chiaramente tentando di adeguarsi. "Non è una bella cosa. Secondo te cosa fanno?"

Colette fece spallucce. "Probabilmente qualche rudimentale tecnica di interrogatorio, di quelle al limite della tortura."

Strinsi le labbra. "Non mi sembra una legale."

"Non lo è. Beh, non dovrebbe esserlo, perlomeno," Colette disse. "Ma Russey giocherà la carta della 'grande minaccia alla popolazione', e dirà che rinchiudere queste persone era la sua unica opzione. Finché nessuno può dimostrare che non si limita a rinchiuderli e basta, non c'è molto che il Wizengamot o il Parlamento possano fare, e alla popolazione non interessa."

James si accigliò. "Perché pensi che non gli interessi? È un po' da pessimisti."

Colette scosse la testa. "Alla gente non interessa della sofferenza degli altri a meno che non li affligge direttamente."

"Non è sempre vero," dissi.

"In generale lo è. Secondo la mia esperienza, le persone ignorano la sofferenza finché non diventa così orribile da metterle a disagio."

"È una visione molto tetra," James disse. "Che mi dici delle persone dell'ES? Quelli che combattono attivamente per tenere le persone al sicuro?"

"Caso raro."

James strinse le labbra. "Credo che tu sia troppo cinica, Colette. E credo sia perché hai frequentato pessime persone."

Lei alzò gli occhi al cielo. "No, davvero? Mia madre e mio padre sono pessime persone? Sono a dir poco sconvolta." Fece una smorfia. "Forse sei tu che sei cresciuto troppo protetto."

James guardò me, interrogative. Sospirai. "Non ha tutti i torti su questo, ma non penso che la maggior parte delle persone ignorino le sofferenze degli altri quando sanno che stanno avvenendo. E... Immagino che le persone in un certo senso si sforzino troppo di... di..."

"Di restare nell'ignoranza?" Colette suggerì.

Annuii. "Esatto. Ma non significa che sono marci dentro o cose del genere. Direi più che altro che hanno paura."

"Se hanno paura, è colpa loro," James disse, sospirando.

"Non hai mai avuto paura di niente tu?" Chiesi, sospirando.

"Sono un Grifondoro."

"E questo non ha alcuna rilevanza," Colette replicò. "Io ho paura delle altezze, e non ce lo vedo il Cappello Parlante cacciarmi dalla Casa per questo."

"Anche io ho paura di alcune cose," dissi. "Tipo, sempre. Non puoi non aver paura di niente."

"Se Stillens non ti fa paura, sei ancora più idiota di quanto pensassi," Colette disse in tono pratico.

James si accigliò per qualche secondo, riflettendoci. "Io... Beh, suppongo sia un po' spaventoso."

"È peggio," dissi, tremando.

James scosse la testa. "È solo... Non ho molta paura per me stesso. Non penso che morirò, ma non mi interessa se succede, finché combatterò." Abbassò lo sguardo. "Ma... Immagino di avere paura per gli altri. Voi ragazze, e la mia famiglia. E soprattutto Wren." Sospirò, passandosi una mano tra i capelli. "E così torniamo a ciò che dicevo prima. Scusate."

"Non c'è bisogno di scusarsi," dissi, avvicinandomi sul sedile per accarezzargli la spalla. "Abbiamo tutti paura per lei."

Sorprendentemente, Colette annuì invece di fare una critica sarcastica. "Non abbiamo motivo di preoccuparci, però. Wren è furba. Sa cavarsela da sola. E se arriverà un momento in cui sarà davvero in pericolo, tuo padre la proteggerà. È a questo che servono quelle case sicure dell'ES, no?"

James fece spallucce, e restò silenzioso per un po'. Colette tornò al suo libro, e io rimasi a fissare fuori dalla finestra. Ben presto la cosa mi annoiò, quindi dopo un po' alzai la tendina e mi limitai ad osservare le persone. Primini che correvano per il treno, già in divisa. Ragazzi del sesto e del settimo anno che torreggiavano su di loro, che mi sorridevano e salutavano quando passavano. Lacy ed Iris infilarono la testa per salutare, spiegandomi che erano a caccia di Luke e River, entrambi misteriosamente scomparsi. Notizia del tutto scorrelata, uno dei bagni era chiuso a chiave nonostante nessuno fosse entrato o uscito da almeno venti minuti, secondo uno del terzo anno.

Dopo un po', notai i Prefetti camminare per il corridoio. Scorpius infilò la testa nel nostro scompartimento. "Hey! I Prefetti hanno finito, ma Wren ed Albus sono di ronda. Credo sia colpa di Eris, ma volevo solo farvi sapere dove sono."

Sbattei gli occhi. "Colpa di Eris?"

Lui annuì, alzando gli occhi al cielo. "È Caposcuola quest'anno. Mai sentito qualcosa di peggiore?"

"Beh, ho sentito tua sorella," James disse.

Scorpius lo guardò male. "Posso ricordarti che Serpeverde avrebbe vinto con un margine ancora più anno se mia sorella non fosse stata così generosa? Non era obbligata a dare forfeit." A quel punto sorrise, dato che sapevamo tutti che Ciara avrebbe cacciato Tommy Ortega dalla squadra in ogni caso, dato che aveva quasi ucciso Elcie.

James alzò un sopracciglio. "Era davvero generosità? O solo una potente cotta per Fred?"

"Scorpius sbatté gli occhi, poi scoppiò a ridere. "Bella questa!"

"Non sto scherzando!" James disse indignato mentre Colette ed io ridacchiavamo.

Per un attimo, Scorpius lo fissò. "Sei serio?"

"È il mio secondo nome," James disse sbuffando, poi scosse la testa. "Però sì, lo sono!"

"Impossibile." Scorpius scosse la testa. "James, hai battuto la testa? Mia sorella e Fred Weasley?"

"È piuttosto ridicolo," dissi, accigliandomi. "Ne sei ancora convinto?"

James fece spallucce. "Che c'è? Ve lo giuro, è vero. Mentono entrambi, ma c'è qualcosa tra di loro."

"E quel qualcosa si chiama odio, James," Scorpius disse lentamente. "Ciara e Fred non si sopportano. È ancora più profondo di tutta la storia Malfoy/Weasley. Si odiano e basta."

James scosse la testa, borbottando che eravamo tutti idioti. Scorpius si limitò ad alzare gli occhi al cielo. "Beh, comunque, ho sentito che hai visto tuo padre di nuovo, Astra? Sta bene?"

Annuii. "Abbastanza. Cioè, date le circostanze. Sai che gli sto scrivendo?"

Scorpius sorrise. "Che cosa bella."

"Ma guarda un po'," Colette disse. Guardai lei, poi seguii il suo sguardo verso il corridoio. In quel momento stava passando fuori dal nostro scompartimento Marcus Dillam. Ed era un vero straccio coi capelli scombinati, occhi incavati, e un'evidente mancanza di arroganza.

"Wow..." dissi, sbattendo gli occhi. "Cosa gli è successo?"

Scorpius si accigliò. "Non lo so. Qualcuno all'incontro ha detto che durante l'estate i suoi genitori hanno divorziato. Si dice che suo padre lavori per Stillens, e che sua madre l'abbia scoperto."

James annuì, ritornando allegro. "Colin mi ha detto che sua madre viene pagata per non farlo sapere in giro."

Colette annuì. "La versione ufficiale è che Dillam senior è diventato un po' troppo affettuoso con una delle tirocinanti, e la signora Dillam lo ha scoperto a giugno."

Scorpius si accigliò. "Marcus è una persona orribile, ma un po' mi dispiace per lui. Se quello che dicono è vero, è una cosa spiacevole da scoprire."

Scossi la testa. "Se lo merita."

Scorp mi accarezzò la spalla. "Immagino di sì, dopo tutto quello che ti ha fatto."

"Magari quest'anno non ci creerà problemi," Colette disse. "Almeno non andrà più a dichiarare sui giornali che sei una troia."

"Comunque, qualcuno di voi fa Cura delle Creature Magiche quest'anno?" Scorpius chiese.

Colette fece una smorfia. "Perché diavolo dovrei fare quella materia?"

"Io sì," dissi, alzando gli occhi al cielo. "Sembrava la scelta più facile."

Scorpius sorrise. "La faccio anche io! Finora non ho trovato nessun altro. Quanto sarebbe bello se fossimo solo noi ed Hagrid? L'ho sempre adorato a lezione. Sarà anche meglio ora che la gente a cui non interessa se ne è adnata!" Sorrise di nuovo, muovendosi verso la porta. "Beh, io vado a cercare Rose! Ci vediamo al banchetto! E se vedete Ciara, per favore siate gentili. Eris è stata... Beh, non molto gentile, diciamo."

"Cosa ha fatto?" Chiesi.

Scorpius scosse la testa, aprendo la porta dello scompartimento. "Chiedilo a Ciara. È più arrabbiata di me. Ciao!" E così se ne andò.

"Eris Prince, caposcuola." James scosse la testa. "In che mondo viviamo?"

"Uno che sta sprofondando nel caos," Colette disse, guardandolo stranita. "Onestamente, questo è il male minore."

James alzò gli occhi al cielo. "Non intendevo letteralmente."

Smisi di prestargli attenzione mentre cominciavano a litigare. Controllavo il corridoio per vedere se Ciara sarebbe passata. Dubitavo sarebbe entrata, considerando chi erano i miei due compagni, ma volevo assicurarmi che stesse bene. Eris era una degli studenti più perfidi che avessi mai incontrato, e se aveva iniziato a prendere di mira Ciara io e lei avremmo avuto dei problemi. Ciara ed io non andavamo molto d'accordo, ma non avrei permesso a Eris Prince di bullizzarla. Era mia cugina, dopotutto.

Passarono circa cinque minuti prima che la vedessi. Balzai in piedi e piombai nel corridoio, sorprendendola. "Hey! Scorp è passato poco fa. Ho sentito che Eris Prince sta facendo l'idiota come al solito."

Ciara diede un'occhiata al nostro scompartimento e fece una smorfia. "ha messo le riunioni dei Prefetti nel bel mezzo di uno degli allenamenti di Quidditch di Serpeverde. Non ha intenzione di cambiare."

Sgranai gli occhi. "Non ci credo."

Ciara annuì. "Ha detto che posso parlarne con la preside, ma..." Scosse la testa. "Kimmel è pazza. E credo che adori Eris per qualche motivo."

"Mi spiace."

Ciara sospirò. "Dovrò parlarne con Madama Bump. Non so proprio cosa fare. Non posso saltare gli allenamenti, perché la mia squadra non saprà cosa fare senza di me, ma non penso ci darà un altro turno. Dovrà cambiare tutto il programma, e non lo fa da anni."

Sorrisi. "Per quello non posso fare niente, ma posso rendere la vita di Eris un inferno, se vuoi. Non ho una posizione da perdere, e a questo punto, non penso proprio che Hogwarts espellerà qualcuno a meno che non commetta direttamente un omicidio."

"Lo faresti per me?" Ciara chiese in tono sorpreso.

"Ma certo. Sei della famiglia. La cosa più vicina che ho ad una sorella, per quanto fastidiosa."

Ciara sorrise. "Onestamente, sarebbe fantastico. Ma non cacciarti in guai troppo grossi. Non che mi importi di te, ma la reputazione di famiglia ne risentirebbe."

Feci spallucce. "Darò la colpa ai Lewis. L'educazione durante l'infanzia incide molto sulle persone."

Si girò per andarsene, poi si fermò. "Grazie. So che non siamo sempre andate d'accordo, ma sono davvero contenta che tu sia maturata un po'. Sei una brava persona."

Sbattei gli occhi, sorpresa da quel complimento fuori norma. "Grazie, Ciara. Sai, nemmeno io odio ogni minute che passo con te. Non sei male. E poi, con James che insiste da tutta l'estate che tu e Fred Weasley stareste insieme, mi sono abituata a difenderti."

Ciara sbatté gli occhi. "Lui insiste su cosa?"

"Che tu e Fred Weasley siete una coppia. Te lo giuro, ci crede sul serio."

Io ridacchiai, ma Ciara sembrava a disagio. "Perché lo pensa?"

"Non lo so. Dice sempre che è perché voi due siete diventati civili alla fine dell'anno scorso. "Scossi la testa. "Lo so, sembra impazzito."

Lei annuì lentamente, sembrando stranita da quell'idea. "Decisamente. Davvero non capisco come fai a sopportare di stare attorno a lui. O a chiunque altro, in realtà. Immagino che Albus non sia così male, ma il resto..."

C'è stato un tempo in cui l'avrei assalita per quella frase. C'è stato anche un tempo in cui le sue parole sarebbero state intrise della massima malizia e odio di cui era capace. Ora, tuttavia, il suo tono era quello di una cugina divertita ma esasperata, ed io mi limitai a ridere. "Onestamente, sono tipi a posto. Come se i tuoi amici fossero migliori." Mi accorsi che non sapevo chi fossero tali amici. Ciara non si mise a difendere nessuno, e decisi di passare oltre. "Ma da quando ti sta simpatico Albus Potter?"

"Mi ha dato supporto alla riunione, dopo che Eris ha tolto punti a Serpeverde per il mio atteggiamento dicendomi in pratica di prenderlo in quel posto." Fece spallucce, sorridendo. "Non era tenuto a farlo. È stato molto gentile da parte."

"È una delle persone più gentili che conosco," concordai. "Lui e Wren."

Ciara strinse le labbra. "Su di lei dovremmo essere d'accordo sul non essere d'accordo."

Per quanto volessi discutere, resistetti all'impulso. Lei non sapeva che Wren era una spia, ricordai a me stessa. Non sapeva quanto buona e coraggiosa fosse davvero la mia amica.

"Mancano solo una ventina di minuti," Ciara disse, offrendomi un sorriso. "Mi sa che devi andare a cambiarti."

"Grazie," dissi, andando verso la porta dello scompartimento. "A dopo, cara cugina." Si girò e mi lanciò un sorriso mentre se ne andava.

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Aspettammo Albus e Wren vicino all'ultima carrozza per dieci minuti abbondanti dopo che salirono tutti. Rimasi vicino ai Thestral, dato che James e Colette non potevano vederli, e provavo a dirgli che di certo mancava solo un altro minuto. Ero abbastanza sicura che non mi capissero, dato che erano Thestral, ma Hagrid diceva sempre alla nostra classe che i Thestral di Hogwarts erano incredibilmente intelligenti. Sia come non sia, non tentarono di incamminarsi senza noi sulla carrozza.

Finalmente Wren ed Albus arrivarono, conducendo con sé una ragazzina di Serpeverde con le guance rigate di lacrime che stringeva forte un gattino bianco. Il gattino non sembrava troppo entusiasta della cosa.

"Scusateci per l'attesa," Albus disse, sospirando. "Lei è Elinor Anders. È del secondo anno."

"L'abbiamo aiutata a trovare il suo gatto," Wren sospirò, accarezzando la spalla della bambina. Elinor ci guardò all'erta e si avvicinò di più a Wren.

"Siamo in ritardissimo," Albus disse, sospirando, mentre salivamo sulla carrozza. "Scommetto che Eris convincerà Kimmel a metterci una nota."

"Scusate," Elinor disse con voce piccola piccola. Si era messa in un angolino vicino a Wren e sembrava cercare di rendersi più invisibile che poteva."

"Oh, no, non è colpa tua," Albus la rassicurò subito, rivolgendole un sorriso caldo. "Siamo felici di aiutare!"

"È un bel gatto," James disse gentilmente, appoggiando i gomiti sulle ginocchia così da sporgersi in avanti e vederla dietro Wren. "Come si chiama?"

"Bella," Elinor disse piano.

"L'hai presa da poco?"

Elinor annuì. "L'ho avuta per il mio compleanno."

"Magnifico! Buon compleanno in ritardo, a proposito," James disse. Il suo buon umore riuscì a farla sorridere un pochino. "Beh, comunque, io sono James Potter. Piacere di conoscerti, Elinor. Forse conosci mia sorella? È del quarto anno ma è in Serpeverde."

Elinor annuì leggermente. "La conosco."

"Sono certo che la conoscono tutti," Albus disse, ridendo. "Nostra sorella è un po' pazza. Le vogliamo bene comunque, però."

"Sono Astra Lestrange," dissi, offrendole la mano.

Lei la strinse timidamente. "Ciao."

Colette stava leggendo, quindi Wren la indicò solamente. "Lei è la nostra amica Colette."

Elinor sgranò gli occhi. "È lei quella che ha inventato la bomba di glitter?"

Questo attirò l'attenzione di Colette. "Ma quante persone conoscono quell'accidenti di incantesimo? Non è nemmeno la versione definitiva!"

Elinor appassì. "Io... Nessuno sa come usarlo davvero..."

"Tutti ne hanno sentito parlare," Albus disse, alzando gli occhi al cielo. "L'ho usato nel bel mezzo della Sala Grande."

"E Haverna ha detto tra le righe a tutta la classe di Incantesimi che sei stata tu a farlo," le ricordai. "Le voci circolano in fretta ad Hogwarts."

"Comunque, Elinor, pronta per il secondo anno?" James chiese, guardandoci tutti di traverso.

"Penso di sì," disse lei. "Non ho potuto vedere nessuno dei miei amici per tutta l'estate. E non ho un gufo, quindi potevo scrivergli solo quando loro scrivevano a me."

"Nemmeno i tuoi genitori hanno un gufo?" Albus chiese.

Elinor scosse la testa. "Sono babbani."

"Che bello!" James disse, prima che uno di noi potesse avere altre reazioni (una nata babbana in Serpeverde non si era mai vista). "Mio nonno adorava i babbani. Ci parlava sempre di ogni genere di invenzione babbana. Le faceva sembrare fighissime."

"Non sono fighe come la magia," Elinor disse, ridacchiando.

James annuì. "Ci sta." Iniziò a farle domande su ogni sorta di oggetto babbano come se non sapesse nulla al riguardo (lavastoglie? Sul serio? Lui sapeva benissimo cos'era una lavastoviglie, e io lo sapevo perché ero stato io a parlargliene).

Mentre lui pensava a mettere Elinor a suo agio, Albus si girò verso di me. "Non sapevo che James fosse bravo coi bambini."

"Non smette mai di sorprendere," dissi, ridacchiando. "Ma dimmi dell'incontro dei prefetti. Davvero Eris è Caposcuola?"

Nel tempo impiegato a raggiungere il castello, Albus mi aveva detto ogni orribile dettaglio della riunione dei Prefetti. Eris era davvero Caposcuola, per motivi aldilà della nostra comprensione. Poteva togliere punti ai prefetti, e lei ed Emmanuel Beck avevano l'incarico di creare i turni di pattuglia. Albus temeva che sarebbe stato messo in coppia con Ciara o Marcus o qualcuno di altrettanto orribile.

"Ciara non è male," dissi sulla difensiva mentre camminavamo verso il castello. "Infatti prima ti stave elogiando, Al."

"Davvero?" Albus sbatté gli occhi. "Cosa ha detto?"

"Che l'hai difesa contro Eris, che è stata una cosa molto gentile da parte tua. Ha anche detto che non sei tanto male, il che è tanto, detto da lei."

Albus sorrise leggermente, sembrando molto stupito. "Wow. Non credo abbia mai detto qualcosa di carino su di me prima d'ora."

Raggiungemmo le grandi porte della Sala Grande. Albus le aprì leggermente, poi tornò in punta di piedi da noi. "La Cerimonia dello Smistamento è appena iniziata. Credo che dovremmo aspettare che finisca."

Non mi ero mai persa una Cerimonia dello Smistamento prima. Fu alquanto strano, rimanere fuori dalle porte e sentire le lontane esultanze mentre ogni primino veniva smistato. Sembrò volerci una vita, molto più di quando eravamo seduti dentro a guardare il tutto. Elinor guardò attraverso lo spiraglio della porta, molto più interessata di tutti noi; aveva senso, dato che era solo al secondo anno e tutto.

Appena la Cerimonia dello Smistamento finì, Albus aprì le porte e sgattaiolò dentro coperto dalle chiacchiere che si erano scatenate all'istante. Kimmel riuscì a riportare il silenzio nel momento stesso in cui ci sedemmo.

"Bentornati ad un altro anno ad Hogwarts!" Kimmel disse, sorridendo caldamente verso tutti noi. Non riuscii a non sentirmi arrabbiata. Come poteva stare lì a fingere di essere una così brava persona, quando l'anno passato era rimasta a guardare mentre Welling torturava degli studenti?

In quel momento fece alzare i Capiscuola. Potenti esultanze dai tavoli di Tassorosso e Corvonero sovrastarono i fischi miei e di James.

"Ora, ci sono alcuni volti nuovi al tavolo degli insegnanti che devo presentare. Per cominciare, Hannah Paciock ha deciso di ritirarsi dal ruolo di infermiera di Hogwarts-"

"Come no," James sussurrò, alzando gli occhi al cielo.

"Quindi diamo il benvenuto alla nostra nuova infermiera, Jericho Cantha." Una donna in fondo al tavolo si alzò. Sembrava piuttosto severa, almeno paragonata alla signora Paciock. Mi appuntai mentalmente di provare ad evitare l'infermeria quest'anno.

"Ed abbiamo la nostra nuova insegnante di Trasfigurazione, Priscilla Edwards."

Una ragazza vagamente familiare si alzò, con un largo sorriso. "Era una Grifondoro," Albus sussurrò. "Si è diplomata insieme a Toire."

"Non è un po' troppo giovane per insegnare?" Colette chiese.

Albus fece spallucce. "Non lo so. Immagino non conti l'età, basta saperlo fare."

Kimmel stava continuando il discorso. Aveva appena annunciato che il professor Milligan era ufficialmente Capo della Casa Tassorosso. Milligan fece cadere la sedia mentre si alzava, e ci mise un minuto a rimetterla a posto. Poi si sedette subito, col viso del colore dei capelli di Rose.

"E, infine, vorrei un bell'applauso per la professoressa Haverna. È il nuovo Capo della Casa di Corvonero, nonché vicepreside!"

Sbattei gli occhi. "È la cosa più ridicola che abbia mai sentito."

Albus fece spallucce. "Papà dice che è meglio lei che qualcun altro. È una buona posizione in cui avere un membro dell'ES, e Haverna non è sospettabile."

"Sì, ma resta il fatto che è orribile," James disse.

Colette si accigliò. "Non ha più poteri degli altri professori, vero?"

"Credo di sì, un po'," Albus disse. "Perché?"

Colette gemette. "Lo giuro, se prova di nuovo a impedirmi di creare incantesimi..."

Il cibo apparve, e tutti cominciarono a riempirsi i piatti. Wren rivolse un piccolo sorriso a Colette. "Beh, una volta che sarai diciassettenne, non sarà più illegale, giusto? È proibito solo ai minorenni."

"No. Haverna dice che è pericoloso, e non crede che prenda le precauzioni necessarie. Nonostante lo faccio. La legalità non le interessa minimamente."."

"Forse... Forse sì," Wren disse. "Non è così male, se non ti sforzi di odiarla, sai. Forse dopo che farai diciassette anni avrà una mente più aperta."

"Mancano ancora due mesi," Colette disse. "Cosa dovrei fare nel frattempo?"

"Usa la Stanza delle Necessità," Albus disse, alzando gli occhi al cielo. "Fai quello che stavi già facendo. Non può dimostrare nulla se non ti becca, giusto?"

Wren si accigliò. "Al, è contro le regole."

"Quindi?"

"Sei un prefetto!"

"Oh. Beh, quella regola è stupida."

James si accigliò. "Credo che Wren abbia ragione. È una regola stupida per Colette, perché lei sa quello che fa, ma la maggior parte degli studenti no. Non è una regola stupida in sé per sé."

"Wow, chi l'avrebbe mai detto, James che dice che una regola non è stupida," Colette disse, alzando gli occhi al cielo. "Io faccio come mi pare, e voi tutti potete anche starne fuori, grazie."

Wren e James si scambiarono uno sguardo, ma non insistettero. Mi sforzai di trovare un modo per cambiare argomento. "Ah senti, James, ti ho detto che Ciara ha detto che l'idea che lei e Fred Weasley stanno insieme è assurda. Quindi chiudiamola qui."

James alzò gli occhi al cielo. "È assurda, ma è vera. Non ha negato."

Wren sospirò. "Di questo passo la farai arrabbiare, James."

"Non puoi lasciar perdere? Non fa nemmeno più ridere," Albus aggiunse.

"Non è uno scherzo! È la verità!"

Colette alzò gli occhi al cielo. "Come ho detto prima, sei pazzo, James."

James brontolò qualcosa su come eravamo tutti idioti. Lo presi come segnale per cambiare di nuovo argomento. "Non riesco a credere che Kimmel abbia reso Eris Caposcuola. Cosa le è saltato in mente?"

Albus sospirò. "Quest'anno sarà tremendo."

Wren strinse le labbra. "Dobbiamo viverlo al meglio. Eris non può rovinarci l'anno intero. Non possiamo permetterglielo."

"Rovinerà ogni riunione dei prefetti, quasi sicuramente ogni pattuglia, ogni punizione che dovremo supervisionare-"

"Andrà tutto bene, Albus," Wren disse. "Finché facciamo il nostro dovere, non potrà fare niente di anormale."

Non ne ero così sicura. Eris ci odiava tutti per davvero. Se voleva far del male ad Albus e Wren, avrebbe trovato un modo. Non si era mai fatta scrupoli sugli abusi di potere. Non erano nemmeno più sullo stesso livello, ed Eris ne avrebbe approfittato più spesso possibile. Sperai solo che Wren ed Albus sarebbero stati pronti ad affrontarla.






Spigolo autore

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Alla prossima!

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