Capitolo 56 - Idioti

~Wren~

Il giovedì dell'ultima settimana di scuola si stava rivelando una giornata molto normale. C'erano gli esami di Incantesimi quella mattina, e Pozioni nel pomeriggio. Ciara, Poppy, ed io avevamo deciso di studiare per l'esame di Storia della Magia dopo cena. Invitai Colette ad unirsi a noi, ma mi disse che aveva studiato abbastanza (il che voleva dire poco e niente) e che comunque doveva lavorare con la professoressa Haverna agli ultimi tocchi dell'incantesimo quella sera. Mi assicurò che non era solo una questione di non voler stare attorno a Ciara, perlomeno, cosa che apprezzai. Sembrava finalmente provare ad essere civile, il che non era cosa da poco per Colette.

Mentre ce ne andavamo dalla cena, Albus ci chiese per quanto tempo avevamo intenzione di studiare. Quando Poppy ci guardò interrogative e disse, "Probabilmente fino al coprifuoco?", lui si mostrò altamente deluso. Era un po' esagerato, ma in quel momento non ci pensai molto. Magari stava ancora cercando il modo di affrontare la situazione di 'aver detto ad Astra che gli è piaciuta per la maggior parte della loro amicizia', e tutta quella confusione lo faceva comportare in modo strano con tutti coloro i cui sentimenti potessero essere coinvolti.

Alla fine non studiammo fino al coprifuoco, principalmente perché tutte conoscevamo abbastanza bene il materiale che finimmo gli appunti di tutto il trimestre in solo un'ora e mezza. Poi parlammo per un po' dei nostri programmi estivi (tralasciando il fatto che i miei piani estivi probabilmente sarebbero stati nascondersi in una casa sicura dell'ES), prima che Poppy sbadigliasse e Ciara suggerisse che magari era meglio chiudere la serata. Ci separammo alle porte della biblioteca, Ciara e Poppy se ne andarono di sotto e io di sopra.

Nessuno dei miei amici era in sala comune quando arrivai, e non ci badai molto. James mi aveva detto che avrebbe studiato in un posto tranquillo con Colin, Lillie, e Roxanne per il M.A.G.O. di Incantesimi del mattino dopo, e Colette e Haverna probabilmente avrebbero lavorato fino a mezzanotte. Non riuscii ad immaginare dove potessero essere Astra ed Albus, però. Chiesi in giro, ma nessuno sembrava averli visti.

Nonostante non avessi un vero motivo per sentirmi preoccupata, mi si formò un nodo allo stomaco.

Non era ancora scattato il coprifuoco, ragionai. Magari erano in biblioteca, a fare ricerche come al solito. Non li avevo visti entrare, e Ciara e Poppy ed io eravamo abbastanza vicini alle porte, ma magari semplicemente non li avevo notati. Sicuramente era quello.

Quindi perché continuavo a sentirmi male?

Senza volerlo, la mia mente ritornò alla conversazione con Poppy la sera precedente, e le preoccupazioni che aveva scatenato. Avevo cercato di togliermele tutte dalla testa, dicendomi che sicuramente Astra ed Albus non erano così idioti da andare al maniero di Stillens da soli.

Non erano così idioti, giusto?

Stavo andando di nuovo nel panico. Dovevo trovarli. Dovevo assicurarmi che fossero ancora almeno nel castello. Pensai di provare a cercare James e Colette per aiutarmi, ma temevo non ci fosse abbastanza tempo. Invece, corsi su al dormitorio dei maschi, e pregai che James non si fosse portato la Mappa del Malandrino con sé.

Era lì, nascosta nel suo baule sotto il mantello. La tirai fuori e la aprii, dicendo le parole così in fretta che per poco non sbagliai. Mentre l'inchiostro si diffondeva come una tela di ragno sulla pagina, sparsi la mappa sul letto di James, leggendo più veloce che potevo per cercare un qualunque segno di Astra ed Albus.

All'inizio non li vidi. Non erano nel castello, e mi chiesi per un attimo se magari fossero solo nella Stanza delle Necessità. Ma notai movimento ai bordi della mappa, e mi sentii mancare quando vidi i due puntini muoversi al limite del parco verso la strada per Hogsmeade: Astra Lestrange and Albus Potter.

"No, no, no," Sussurrai, scuotendo la testa. Magari stavano andando solo ad Hogsmeade? L'avevano fatto in passato per usare internet per fare ricerche. Magari era solo quello di nuovo. Qualcosa mi diceva che non era quello il caso, però.

Stavo per sentirmi male. Erano due idioti. Due veri idioti. Che diamine gli era preso? Dovevo fermarli. Per un attimo pensai di chiamare il signor Potter, ma ebbi paura di non avere tempo. Potevo lasciare un biglietto, però, per James? Pregare che lo trovasse presto e andasse a chiamare suo padre? Così se non fossi riuscita a convincerli a tornare indietro, almeno avrei potuto tentare di tenerli occupati abbastanza a lungo da far arrivare il signor Potter a fermarli.

Volai di nuovo verso il suo baule, cercando un pezzo di pergamena avanzato e una piuma. Riuscii a trovare entrambi, e scribacchiai un biglietto più veloce che potevo non rendendolo illeggibile.

Jamie,

Ho preso in prestito la mappa. Mi dispiace averla presa senza chiedere, ma non c'era molto tempo. Ho paura che Astra ed Albus stiano facendo qualcosa di stupido. Credo vogliano tentare di andare al maniero di Stillens e liberare i bambini. Tornerò presto, ma se non sarò già qui quando avrai letto il biglietto, per favore avvisa tuo padre.

Ti amo,

Wren

Era abbastanza da farlo perlomeno preoccupare, pensai. Piegai il biglietto, poi lo poggiai gentilmente sul letto. Presi in considerazione l'idea di lasciare la mappa, ma decisi di chiuderla e portarla con me, giusto in caso fossero tornati indietro da soli.

Non era ancora scattato il coprifuoco, quindi non dovetti preoccuparmi di evitare qualcuno mentre correvo per i corridoi. Per poco non caddi dalle scale per la fretta, ma non rallentai. Avevo un solo pensiero in testa. Devo fermarli.

Quando raggiunsi le porte, mi fermai per controllare se fossero ancora sulla Mappa. Eccoli lì, fermi proprio al confine. Sospettai che aspettassero il momento per evitare un auror. Perfetto. Corsi verso i loro puntini, pregando che mi ascoltassero, che ritrovassero il senno, che non stessero facendo l'incredibile stupidaggine che pensavo stessero facendo.

C'era appena abbastanza luce fuori che quando arrivai al confine del prato, li vidi accucciati dietro dei cespugli, in attesa che l'auror che faceva lentamente il giro del perimetro uscisse di vista. Rallentai, cercando di riprendere fiato e calmarmi. Dovevo essere razionale, o non mi avrebbero ascoltata.

Non mi sentirono arrivare finché non fui proprio dietro di loro. L'auror era finalmente spirito dietro un gruppetto di alberi, e li vidi entrambi alzarsi. Astra si guardò alle spalle istintivamente, poi sussultò. La sentii imprecare, il che fece girare anche Albus.

"Oh, hey," disse, con un sorriso forzatissimo in volto. Si guardò intorno, poi ridacchiò nervoso. "Cosa c'è, Wren?"

"Cercavo giusto voi."

"Davvero?" Anche Astra rise nervosa. "Bello, bello. Noi stavamo solo... Facendo una passeggiata..."

"Giusto." Mi accigliai.

Si scambiarono un'occhiata, e io contrastai la voglia di parlare. Ero confusa e preoccupata, ma cominciavo anche ad infastidirmi un po'. Lo sapevano quant'era pericoloso Stillens. Che gli era venuto in mente? Dovevo lasciar spiegare a loro, però.

"Ti serve qualcosa?" Astra chiese, quando il silenzio fu finalmente teso abbastanza da diventare imbarazzante.

"Sì, in effetti." Resistetti alla voglia di rigirarmi la manica del maglione. "Speravo poteste dirmi che non siete così stupidi come temevo, ma ora non sono sicura che possiate farlo."

Lo sguardo che si scambiarono stavolta era decisamente allarmato. Albus riuscì a dire, "Cos'è che pensi che stiamo facendo?"

"Andare di nascosto al maniero di Stillens per salvare i bambini, o roba del genere?" Quando nessuno dei due negò, gemetti. "Ma siete impazziti sul serio? Sapete che è un'idea orribile?"

"Abbiamo un piano, Wren," Astra sbottò. "Non ci stiamo buttando a capofitto, okay? Abbiamo pensato a tutto."

"Se aveste pensato a tutto, avreste capito che è un'idea idiota e avreste lasciato perdere!"

"Non capisci!" Albus disse ad alta voce. "Sono bambini, Wren! E nessuno li aiuta!"

"L'ES li aiuterà!"

"Non stanno facendo abbastanza!"

Sbattei gli occhi, come se potessero mettersi a ridere e dirmi che era tutto un grande scherzo, e non era esilarante che ci ero cascata? Ma entrambi erano seri come mai li avevo visti. Scossi la testa. "Siete fuori di testa. Avete veramente perso la ragione."

Si scambiarono un altro sguardo mentre parlavo, e stavolta non capii cosa volesse dire. Astra alzò la mano quando finii, però. "Almeno ascolta il nostro piano, okay? Ci abbiamo pensato davvero."

Incrociai le braccia e strinsi gli occhi. "Va bene. Ditemi questo piano."

"Beh," Albus disse, con un tono ragionevole che mi fece infuriare, "entreremo di nascosto da uno dei passaggi nella cantina, quello che porta alla casa di Justus Purdue a Newtown. C'è un pub magico lì, quindi prenderemo la Metropolvere e andremo a piedi a casa sua. Non dovrebbe essere difficile infiltrarci nella sua proprietà e trovare l'entrata, considerando che passa la maggior parte del tempo a Londra. Comunque, si spera che non incontreremo molta gente, anche dopo essere entrati."

"E Schianteremo tutti quelli che incontriamo prima che possano fare qualcosa," Astra aggiunse. "Abbiamo Trovato parecchi armadi e celle in cui mettere le persone svenute."

"Ad essere onesti, non sappiamo di preciso dove sono i bambini, ma abbiamo un'idea generale," Albus disse. "Li faremo uscire, e poi li porteremo per lo stesso passaggio da cui siamo venuti. Una volta fuori è semplicissimo, basta portarli tutti al pub magico e prendere la Metropolvere per casa nostra, che secondo noi è probabilmente il posto più sicuro dove portarli finché l'ES non scopre cosa fare di loro. Mamma può alzare ogni sorta di incantesimo difensivo."

Li fissai, incapace di credere a cosa stavo sentendo. Ma le sentivano le loro parole? Non si rendevano conto di come sembrassero del tutto impreparati? Di come stessero completamente sottovalutando Stillens e la sua sicurezza? Tutte le storie che gli avevo raccontato sulla mia famiglia e la gente che lavorava con loro non gli avevano fatto capire quando fossero pericolosi?

"Non è un piano," riuscii a dire. "Siete pazzi? Pensate di poter entrare a passo di danza nel maniero di Stillens, senza nemmeno che nessuno se ne accorga?"

"Ho detto che Schianteremo tutti, Wren, non hai ascoltato?" Astra sbottò.

Scuotevo la testa, il mio respiro accelerava troppo. Stavo andando nel panico. "Non puoi essere seria. Non potete essere seri."

"Beh, lo siamo," Albus disse, incrociando le braccia e alzando il mento a mo' di sfida. "Cosa hai intenzione di fare?"

"Non potete andare," Sbottai. "Non posso credere che ci stiate anche solo pensando. Dove tornare al castello. È una pazzia totale, è stupido, e vi farete ammazzare."

Astra ed Albus si guardarono l'un l'altra, ma invece di vedere una sorta di accordo a malincuore, sembrava esserci una sorta di decisione. Sentii un nodo allo stomaco quando si girarono di nuovo verso di me e Astra disse, "Non torneremo indietro, Wren."

"Dovete," ripetei, più debolmente di quanto volessi.

"Non puoi costringerci."

Estrassi la bacchetta, ma suppongo se lo fossero aspettati perché all'improvviso mi trovai entrambe le loro puntate contro di me. Albus sembrava un po' preoccupato, ma Astra sembrava così determinata che mi rese un po' timorosa. "Non fare qualcosa di cui ti pentirai," disse lentamente, col tono di chi cerca di calmare una persona arrabbiata e pericolosa. Come accidenti ci ero finita io tra tutti noi in quel ruolo?

"Sapete entrambi che posso tenervi testa," dissi, con voce più calma di quanto mi aspettassi. Pensavo di poterli sconfiggere in duello, certo, ma ero anche molto preoccupata per loro due. Se erano in un tale stato mentale da fare una cosa così palesemente stupida con tanta convinzione, non sapevo cosa aspettarmi da loro.

Albus stava tentennando, ma Astra strinse gli occhi. "Non puoi affrontarci entrambi."

"Voi non sapete cosa so fare."

La tensione tra noi si poteva tagliare col coltello. Non volevo fare la prima mossa, e pregavo a raffica che cedessero e tornassero al castello. Astra mi guardava furiosa come mi sentivo io. Perché? Ero io quella che stava affrontando i propri amici per impedirgli di commettere il loro più grande sbaglio finora.

Non disse un incantesimo ad alta voce, ma vidi il movimento del polso. Appena l'incantesimo partì, lanciai un Sortilegio Scudo. Astra imprecò quando l'incantesimo gli rimbalzò contro, ma non ebbi tempo di prestarle attenzione, perché Albus era balzato in avanti, quasi oltre il Sortilegio Scudo, e lanciò Stupeficium. Parai anche lui, poi mi girai per bloccare un incantesimo di Astra, che si era messa dietro di me.

Non volevo fargli del male, anche solo stordendoli. Non c'era tempo per pensare; mi girai di nuovo verso Albus mentre apriva la bocca per tentare qualcos'altro, e urlai, "Expelliarmus," prima di lui.

La sua bacchetta volò di lato, ma non aspettai per vederla atterrare; mi girai ancora verso Astra per bloccare qualunque incantesimo mi stesso lanciando, ma ebbi solo il tempo di sussultare e vedere la mia bacchetta volarmi via dalla mano, e atterrare nella sua.

"Wren, non stiamo giocando," disse, con uno sguardo intensissimo ma molto meno arrabbiato di quanto mi aspettassi.

"Noi andremo, che ti piaccia o no," intervenne la voce di Albus. Si avvicinò dal lato, ora di nuovo con la bacchetta in mano.

Astra mi guardò male, ed io ricambiai. Non sembrò turbata. "Puoi venire con noi, se vuoi. O possiamo Schiantarti e lasciarti in un armadio delle scope. Scelta tua."

Albus la guardò sorpreso. "È una buona idea?"

"Quale, portarla con noi o lasciarla qui?"

Esitò. "Entrambe, suppongo."

"Sono le uniche scelte che abbiamo, no?" Astra sospirò. "Almeno se viene con noi, potrebbe sapere qualcosa in più su dove sono i bambini."

"Vero," concesse, annuendo.

Sbattei il piede a terra, stanca di sentirli parlare come se non fossi lì. Non stava andando per niente come avrebbe dovuto. "Non andrò da nessuna parte! E nemmeno voi! Avete idea di quanto è pericoloso?"

"Hai idea di quanto è importante?" Albus sbottò.

Erano stupidi per davvero. Fissai entrambi a bocca aperta. Astra alzò gli occhi al cielo. "Non abbiamo tutta la notte, Wren. Cosa vuoi fare?"

"Perché sentite di doverlo fare?"

Una volta tanto, non si guardarono l'un l'altra. Invece, Albus abbassò la testa, con le labbra strettissime. Astra aprì la bocca, poi la chiuse di nuovo e scosse la testa. "È la cosa giusta da fare. Vuoi farne parte, o no?"

Mi crollarono le spalle quando mi resi conto che non sarei riuscita a fermarli. In qualche modo si erano convinti che erano gli unici a cui importava di quei bambini e che fosse loro dovere salvarli, a prescindere da quante poche probabilità di successo avessero. Si sarebbero fatti ammazzare.

Non potevo lasciarglielo fare da soli, no?"

Se gli avessi detto di no, e loro mi avessero Schiantata e lasciata in qualche armadio delle scope in un angolo semi-deserto nel castello, nessuno mi avrebbe dato la colpa se gli fosse successo qualcosa. Avevo fatto il possibile per fermarli, ma alla fine Astra ed Albus non mi avevano ascoltata e mi avevano sopraffatta.

Ma io mi sarei data la colpa. Sarebbe stata colpa mia se fossero rimasti uccisi o catturati, perché mi avevano chiesto di venire. Se fossi andata con loro, magari avrei potuto rallentarli abbastanza da consentire al signor Potter di fermarli. Oppure, in caso contrario, magari avrei aiutato a farli fuggire. Ancora meglio, magari avrei notato trappole che loro non avevano visto, e li avrei convinti di quanto fossero impreparati prima di andare troppo oltre.

Chiusi gli occhi. Era l'ultima cosa che volevo fare. Se Stillens mi avesse scoperta, di certo mi sarei dovuta nascondere anche se fossimo riusciti a fuggire. Ma in caso contrario, avrei consegnato due dei miei migliori amici ad una morte quasi certa. Non potevo farlo.

"Va bene," dissi. Aprii gli occhi e vidi sorpresa sul volto di entrambi. "Vengo con voi. Ma non vado da nessuna parte senza il mio specchio."

"Lo specchio è inutile se non c'è nessuno dall'altra parte," Albus fece notare. "E non ci sarà nessuno dall'altra parte."

Ovviamente lo sapevo, ma finsi di non averci pensato. "Potremmo lasciare l'altro dove qualcuno potrebbe trovarlo tra qualche ora? In caso succeda qualcosa?"

"E dove?" Astra chiese sospettosa.

Volevo dire aperto sulla scrivania del signor Potter oppure darlo a James, ma avevo l'impressione che nessuna delle due sarebbe stata ben accetta. "Il letto di Colette, magari?" Astra strinse gli occhi scettica, e subito spiegai, "Probabilmente non andrà a dormire prima di mezzanotte, quindi passerà qualche ora prima che se ne accorga. E scommetto che è meno probabile per lei fare qualcosa di stupido rispetto a James." Ovviamente, non se ne sarebbe accorta a meno che James non avesse trovato il biglietto che gli avevo lasciato, e a quel punto avrebbero capito che qualcosa non tornava. Sperai succedesse prestissimo.

Albus fece spallucce. "Non credo faccia male."

Astra sembrava insicura. Sospirai. "Mi farebbe davvero sentire meglio. Farò in fretta."

"Tu non ci torni indietro da sola," disse, alzando gli occhi al cielo. "Andremo tutti, e faremo in fretta, e tu non parlerai con nessuno o io oblivierò tutti e ti lascerò qui."

"Hai mai obliviato qualcuno?" Chiesi, alzando un sopracciglio.

"Occasione perfetta per imparare," disse, rigirandosi rilassata la bacchetta tra le mani come se non sapesse che era una minaccia. Sapevano tutti quanto fosse facile sbagliare quell'incantesimo, e quanto erano devastanti le conseguenze sulla memoria di una persona.

Trattenni un gemito e riuscii a fare un sorriso che probabilmente non era molto bello. "Va bene. Mi porto lo specchio, però."

Astra ed Albus mi scortarono al castello, uno per lato come se fossero guardie del corpo. Suppongo che in un certo senso lo fossero, ma non vedemmo nessuno per i corridoi. Non sapevo di preciso che ora fosse, ma se il coprifuoco non era scattato ancora, ci eravamo vicini.

Fu Albus ad intrufolarsi nell'ufficio del signor Potter e a prender lo specchio da lì. Lo lanciò ad Astra quando uscì, e lei se lo mise subito in tasca, come per paura che io potessi farci qualcosa, anche se non riuscivo ad immaginare cosa.

Passare per la sala comune fu un'altra storia. Astra ed Albus si fermarono prima ancora di arrivare al corridoio col quadro della Signora Grassa per avvisarmi di non parlare con nessuno né fare cose stupide. Dopo avergli assicurato tre o quattro volte che tra i presenti ero l'unica non stupida, Astra finalmente annuì e fece strada.

La sala comune era piena e rumorosa come ogni tipico giovedì notte. Magari un po' più frenetica, con le persone che cercavano di studiare un altro po' prima dell'ultimo esame. A malapena ebbi tempo di guardarmi attorno prima che Astra mi spingesse su per le scale del dormitorio, ma quel tempo riuscii a intravedere James e Colette seduti ad un tavolo dall'altro lato della stanza.

Il mio specchio era nascosto in fondo al baule, proprio dove lo tenevo sempre. Presi anche il mio mantello, e mi misi lo specchio in tasca, poi mi girai verso Astra, che aveva semi-nascosto l'altro dietro il cuscino di Colette. Resistetti alla tentazione di alzare gli occhi al cielo.

"Pronta?" Chiese.

"Volevo restituire la Mappa del Malandrino a James."

"Cosa? No. Pensi che sia stupida?"

"Tutto ciò che è successo stanotte sembra puntare ad un sì."

Astra strinse gli occhi. "Piantala."

"Non voglio portarla con noi," insistetti. "E nemmeno voglio lasciarla qui. James ci ucciderebbe entrambe se sapesse che l'abbiamo lasciata qui in dormitorio allo scoperto."

Esitò, poi alzò gli occhi al cielo. "Se è giù in sala comune, puoi ridargliela. Tutto qui. Non puoi dire altro." Alzò un sopracciglio e picchiettò sulla tasca con la bacchetta. "Dobbiamo andare."

Quando scendemmo le scale, corsi verso dove erano seduti James e Colette, ignorando i tentativi allarmati di Albus di fermarmi. Sia lui che Astra mi seguivano abbastanza da vicino da sembrare strani, e la cosa non mi dava fastidio; anzi, era esattamente ciò che speravo. Con un po' di fortuna, James e Colette sarebbero stati confusi.

James a malapena alzò lo sguardo quando mi avvicinai. Sembrava immerso nel suo libro di Incantesimi, una cosa assolutamente adorabile. In circostanze normali, mi sarebbe dispiaciuto interromperlo. Stavolta, mi limitai a dargli un bacio sulla testa, che lo fece sorridere. Prima che potesse alzare lo sguardo, posai la Mappa sul suo libro.

Stavolta James si girò verso di me, con un sopracciglio alzato. Mi limitai a sorridere, consapevolissima di Astra e Albus che mi fissavano a pochi metri di distanza. "Scusa. L'ho dovuta prendere in prestito e tu non c'eri. Astra ed Albus ed io andiamo a studiare nella Stanza delle Necessità, però, quindi ho pensato di riportarla a te."

"Okay," disse, facendo spallucce come se non ci fosse nulla di strano in tutta questa situazione.

Colette, almeno, aveva alzato lo sguardo dal quaderno su cui stava scrivendo per guardare noi tre stranita. "È quasi scattato il coprifuoco, Wren."

"Sì, lo so," dissi, come se non ci fosse nulla di strano. Lei rimase accigliata per un momento in più, ma sembrò arrendersi. Tornò a scrivere.

James aveva di nuovo cominciare a studiare, il che non era buono. Strinsi le labbra. "Dovresti posare la mappa subito." Alzò lo sguardo, ed io cercai di mettere nella mia espressione tutto l'allarme che non potevo mettere nella voce. Lo confuse solo di più, credo.

"Tra poco," disse, annuendo lentamente.

"Giusto per non farlo vedere a nessuno..."

Ridacchiò. "Lo so, Wren. Ce l'ho da solo sei anni, sai com'è."

"Lo so," dissi. Esitai per un altro attimo, poi sorrisi. "Ti amo, Jamie."

Astra si schiarì la gola in quel momento. "Dobbiamo andare."

Mi guardai alle spalle, desiderando fare tutto tranne quello. Ma non mi avrebbero concesso di restare, e non potevo lasciarli andare da soli. Rivolsi un sorriso di scuse a James. Lui ricambiò il sorriso. "Ci vediamo tra poco."

"Già," dissi, annuendo. Sforzandomi di essere ottimista. Gli sorrisi un'altra volta mentre Astra mi prendeva a braccetto e mi trascinava via.

"Per me era superfluo," Albus brontolò mentre correvamo di sotto.

Astra fece spallucce, alzando gli occhi al cielo. "Ha insistito lei. Non credo abbia fatto male."

"Peccato," dissi, senza curarmi di fare l'educata. Entrambi mi ignorarono.

Dovemmo aggirare Emmanuel Beck e Tommy Ortega per strada, ma per il resto i corridoi erano vuoti. Astra ed Albus furono comicamente cauti mentre ci facevamo strada per il prato, accucciandosi dietro i cespugli ad ogni occasione, nonostante il fatto che c'erano forse tre auror di pattuglia attorno all'intero perimetro del prato, e di solito si concentravano più su cosa c'era fuori da Hogwarts, non dentro. Non ne vedemmo nemmeno uno mentre uscivamo.

Mentre andavamo verso Hogsmeade, Albus blaterò delle loro ricerche e del loro piano. In qualche modo aveva memorizzato nome ed età di tutti i bambini, e aveva una buona idea dell'ordine in cui erano stati rapiti. A quanto sembrava, lui ed Astra teorizzavano che i bambini venissero chiamati per 'numero', il che avrebbe spiegato Cassie che si era presentata come Uno all'inizio. Finii per ignorarlo, piuttosto guardandomi alle spalle ogni pochi minuti, pregando di vedere il signor Potter o la professoressa Haverna o letteralmente chiunque ad inseguirci.

Anche Astra era immersa nei propri pensieri, e non sembrava prestare alcuna attenzione ad Albus. Non riuscii ad immaginare quale forse il problema, ma non avevo voglia di chiedere. Fu solo ai confini del villaggio che ci fermò. "Ho un brutto presentimento."

Albus sbatté gli occhi. "Che altro dovremmo fare?"

Sospirai di sollievo. "Grazie! Ora possiamo per favore tornare al castello?"

Astra alternò lo sguardo tra noi, poi fece un respiro e scosse la testa. "No, non intendevo questo. Wren, non credo tu dovresti venire."

Nemmeno io volevo, davvero. Ma non potevo restare ferma e lasciarlo succedere. Avevo già preso la decisione. Scossi la testa lentamente. "Non posso farvi andare da soli. Vi farete uccidere."

"Io dico che dovresti rimanere," Astra disse in tono frustrato.

"Cosa c'è?" Albus chiese, accigliato.

Lei scosse rapidamente la testa. "Solo... Ho un brutto presentimento, tutto qui."

Per un attimo, mi limitai a guardarla. Se fossi tornata indietro adesso, ci avrei messo una ventina di minuti a trovare il signor Potter, ammesso e non concesso che si trovasse al castello. In caso contrario, avrei dovuto cercare la professoressa Haverna. A quel punto, Astra ed Albus di sicuro avrebbero lasciato Hogsmeade, magari sarebbero pure andati oltre il punto di non ritorno. Non c'era tempo. Sospirai. "Se... Se voi andate, io devo venire, Astra."

Lei chiuse gli occhi. "Ma... Se stessimo facendo la cosa sbagliata?"

"Ottima domanda!" Esclamai. "Ripensiamoci, eh, magari chiediamo al signor Potter che ne pensa?"

"No!" Urlarono entrambi.

Albus mi interruppe prima che potessi parlare. "Non possiamo pensare a tutti i se, Astra. Possiamo solo fare ciò che ci sembra meglio, e pregare che lo sia davvero."





Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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