Capitolo 43 - Ciara e Nico

~Wren~

Una cosa non era cambiata nei miei doveri da prefetta. Avevo ancora paura quando Eris ed Emmanuel rilasciavano i turni di pattuglia per il nuovo semestre. Ora che Ciara ed io stavamo finalmente legando, e avevamo umiliato Eris, ero sicura che ci avrebbe messo entrambe coi peggiori compagni possibili. Ne avevamo discusso durante la nsotra ultima pattuglia. Le ipotesi più probabili erano Ciara e Tommy Ortega, ed io e Marcus Dillam (anche se era diventato talmente ridicolo che, dovevo ammettere, sarebbe stato più noioso che altro).

Albus suggerì di non preoccuparci. Dopotutto, Eris ci stava lasciando in pace ultimamente. Il che... Suppongo avesse senso. Perlomeno, stavo cercando di vedere le cose dalla sua prospettiva. Se una sospetta terrorista internazionale più piccola di me si fosse alleata con la ragazza che sembrava odiarmi di più per umiliarmi solo perché le avevo fatte lavorare insieme, suppongo che anche io l'avrei lasciata in pace, anche se fossi Caposcuola. Suppongo che la mia paura era più per Ciara, allora, perché Eris non aveva motivo di avere paura di lei.

Il giorno in cui pubblicarono le coppie nuove, Albus ed io aspettavamo di sotto che Emmanuel Beck appendesse la lista. Ad Albus era venuta la malsana idea che uno di noi fosse stato accoppiato con Eris, la tortura definitiva. Non importava quanto gli facessi notare che sarebbe stata una tortura anche per lei, non se lo toglieva dalla testa. Fu solo quando Emmanuel appese la lista alla bacheca e si fece da parte per far leggere la folla che Albus si calmò.

"Visto? Albus Potter e Scorpius Malfoy. Mica male."

Albus strinse gli occhi. "Ci dev'essere una fregatura. È troppo bello."

Emmanuel ci rivolse un sorriso confuso. "Prego?"

"È la lista vera?" Albus chiese.

"Certo che sì!" Il sorriso di Emmanuel si allargò. Si lanciò nella spiegazione di ogni coppia, ed io lo ignorai mentre cercavo il mio nome.

Poppy Stevens e Aron Horn

Lillie Collins e Tommy Ortega

Elias Brown e Celia Rowe

Wren Predatel e Ciara Malfoy

Sbattei gli occhi. Non potevo aver letto bene. Eppure eccoci lì, Ciara ed io di nuovo in coppia. Mi girai verso Emmanuel, che stava parlando del perché Marcus Dillam e Cedric Rogers erano stati accoppiati, e lo interruppi. "È davvero la lista giusta? Non stai scherzando?"

Emmanuel si girò verso di me, di nuovo sorridendo confuso. "No, certo che no. Perché? C'è un problema?"

"No, per niente. "Solo..." Guardai la lista un'altra volta, giusto per essere sicura di non essermelo immaginato. "Ciara Malfoy ed io siamo di nuovo in coppia."

Emmanuel guardò dietro di me, poi fece spallucce. "Sì. È così."

"Perché?"

"Oh, non lo so. Ha insistito Eris." Fece di nuovo spallucce, poi mi rivolse un sorriso. "Temo anche che la lista sia definitiva. Non possiamo cambiarla."

"No, lo so. Non intendevo questo." Mi accigliai. Lei aveva insistito? Dopo ciò che avevamo fatto? Insomma, sapevo che la maggior parte delle persone era al corrente che non ci odiavamo più, ma ero sconvolta dal fatto che Eris avesse rischiato una nostra ripicca per principio. Onestamente la cosa mi innervosiva. C'era qualcosa che non sapevamo? Eris stava pianificando qualcosa?

Qualcuno mi diede un colpetto, e vidi Ciara col mento sulla mia spalla, che fissava incredula la lista. "È una sorta di scherzo, eh?"

"Beck dice che è reale. E per quanto sorrida, non credo di averlo mai sentito fare battute."

Ciara annuì, ormai accigliata. "Ti preocucpa?"

"Un po'."

"Beh..." Lasciò la frase in sospeso, poi mi guardò. "Mi sa che dovremo tenerci pronte."

Avevamo una riunione di prefetti quella notte. Contro i consigli di Albus, decisi di chieder semplicemente ad Eris perché ci aveva accoppiate di nuovo. Nella peggiore delle ipotesi, se l'avessi chiesto mentre eravamo ancora di sopra nell'ufficio di Kimmel, sarebbe stata maleducata, e mi sentivo più che in grado di gestirlo.

Non lo dissi a Ciara, ovviamente, perché penso che anche lei non avrebbe voluto che lo facessi.

Emmanuel passò la maggior parte della riunione a ricordarci le procedure per gestire le punizioni (specialmente il fatto che non era concesso organizzare tornei di calcio con palline di carta con gli studenti in punizione, Collins) e che dovevamo tenere a mente i nuovi turni e ricordare i giorni che avevamo ora, perché erano cambiati per quasi tutti noi. Non erano cambiati per me e Ciara, ovviamente, e non avevamo organizzato partite di calcio durante le punizioni, quindi devo ammettere che non prestai molta attenzione durante la riunione.

Dopo, mentre i miei amici cominciarono a chiacchierare riguardo i nuovi accompiamenti, mi avvicinai di soppiatto al fondo della stanza dove Eris stava posando in una cartella le note della riunione. Non alzò lo sguardo quando mi avvicinai, e non sono sicura sapesse chi ero quando sospirò e disse, "Senti, i turni sono definitivi e non cambieranno, quindi per favore non chiedere."

"Non chiederò," dissi, fermandomi a qualche passo di distanza.

Eris alzò lo sguardo al suono della mia voce e mi guardò male. "Allora che vuoi?"

Stinsi le spalle, all'improvviso un po' esitante. "Io... Mi chiedevo solo come mai hai messo di nuovo in coppia me e Malfoy. Beck ha detto che hai insistito, e... Non lo so. Ho pensato che ci avresti volute con chiunque purché non insieme."

"Perché? Perché siete due mocciose ipocrite? Cos'altro ancora potreste farmi?" Sembrava amareggiata e arrabbiata, ma i suoi occhi avevano un'espressione sconfitta, quasi spaventata che non mi aspettavo. Come se all'improvviso avesse paura che forse c'era qualcosa di peggiore che potevamo fare. Forse davvero non c'era motivo di avere paura.

"Sai che non volevamo farne un affare di stato," dissi piano. "Mi dispiace così tanto che sia successo tutto ciò."

"Non me ne fotte che ti dispiace," Eris borbottò, scuotendo la testa e abbassando di nuovo lo sguardo sugli appunti nella sua mano. Dopo un momento, sospirò e alzò lo sguardo. Sembrava ancora arrabbiata. "Onestamente, Predatel, vuoi sapere perché vi ho messe insieme lo scorso trimestre?"

Annuii, anche se non ne ero sicura.

Eris strinse le labbra. "Era solo in parte per tormentarvi. L'altra parte... Ho pensato... Se Nico Jasper ha paura di qualcuno in questa scuola, quel qualcuno è Ciara Malfoy. Ho pensato che magari ti avrebbe lasciata in pace."

La fissai. Mi ci volle un attimo per ricordare che, sotto ogni punto di vista, Magnus Caldwell non esisteva al di fuori del mio gruppo di amici. Nico era il cattivone nella mente della maggior parte delle persone. Eris Prince aveva davvero fatto qualcosa per aiutarmi? Per tenermi al sicuro?

"Non so perché mi sia disturbata, onestamente. Voi due avete reagito umiliandomi e facendomi quasi cacciare dalla mia casa. Quindi. Sì. Grazie mille." Scosse la testa, alzando gli occhi al cielo.

Aprii la bocca per scusarmi di nuovo, poi la chiusi. Non avrebbe aiutato. Non sapevo cosa avrebbe aiutato, ma quello no. Invece, annuii leggermente. "Io... Ti ringrazio. Davvero."

Lei strinse le spalle, a disagio. "Niente di personale, né stavolta né quella prima."

"Comunque." Sorrisi leggermente. "Grazie."

"Vattene." Esitai, ma lei evitava il contatto visivo e sembrava molto a disagio, quindi mi girai e me ne andai.

Andai dritta da Ciara, che era vicino a Poppy ed Albus e Scorpius e mi guardava malissimo. Suppongo che Albus le avesse detto cosa volevo fare. Prima che potessi dire alcunché, lei domandò, "Che ti è venuto in mente?"

"Non vuoi sapere perché l'ha fatto?"

"Beh, ovviamente sì." Ciara alzò gli occhi al cielo. "Non c'è bisogno di essere così stupida al riguardo, però. Quella cretina poteva reagire in mille modi diversi."

"Te l'ha detto?" Albus chiese.

"In effetti sì." Mi accigliai. "A quanto pare, ci ha messe in coppia lo scorso trimestre perché ha pensato che Nico Jasper avesse paura di Ciara più che di chiunque altro. E che così mi avrebbe lasciata in pace."

Ciara sgranò gli occhi. "Sul serio?"

"È quello che mi ha detto."

"Che c'entra Nico Jasper?" Albus chiese.

Alzai un sopracciglio mentre Ciara, Poppy, e Scorpius lo guardavano confusi. "Amico, non ti ricordi cos'è successo a Dicembre?" Scorpius chiese piano.

Albus sgranò gli occhi. "Oh. Sì. Quello. Nico Jasper. Giusto."

"Ti sei scordato?" Ciara si accigliò verso di lui, poi verso di me. "Come?"

"Non mi sono scordato," Albus chiese, stringendo le labbra. "Mi dispiace. Sono solo stanco. Allenamento duro oggi."

Ciara era ancora accigliata, e non riuscii a capire a cosa pensasse, il che era alquanto inquietante. Sapevo che era già iper-sospettosa di qualunque cosa avesse a che fare con Nico Jasper. Anche se non mi aveva detto nulla, avevo il sospetto che lo stesse tenendo d'occhio nel tentativo di raccogliere altre prove. La rassicurazione che il signor Potter avesse tutto sotto controllo non era stata sufficiente. Sperai che questo errore non aggiungesse carbone alla brace, in qualche modo.

Scoprius aveva cominciato a parlare di Quidditch, una conversazione in cui Ciara, Poppy, ed Albus erano interessatissimi ed io per niente. Lasciai vagare la mente, e vagò di nuovo verso Eris. Era ancora dall'altro lato della stanza. La vidi osservare malinconicamente i nostri gruppetti che chiacchieravano, poi strinse le labbra e uscì di soppiatto. Come se fosse consapevole che la maggior parte dei presenti non la sopporta, o la riteneva ridicola. In realtà, mi sentii un po' triste per lei. Più di prima. Aveva tentato di... Non so, aiutarmi, a modo suo. E in cambio io e Ciara avevamo diffamato la sua famiglia, distrutto ogni credibilità che aveva, e per poco non l'avevamo fatta diseredare.

E l'aveva fatto di nuovo, anche dopo tutto questo. Davvero non sapevo come interpretarlo.

"Credi che sia davvero quello il motivo?" Ciara chiese, strappandomi dai miei pensieri. Mi girai di nuovo verso il gruppo e trovai Poppy ed Albus parlare con Scorpius riguardo un'uscita a quattro per la prossima gita ad Hogsmeade o qualcosa del genere. Ciara mi guardava pensierosa.

"Onestamente? Non lo so." Strinsi le spalle. "Ma non mi vengono in mente altri motivi per cui avrebbe rischiato di metterci insieme di nuovo."

Ciara sospirò. "Onestamente mi fa sentire peggio per tutta la storia di Piton. E già mi sentivo male. Divertente."

Annuii concorde, sospirando. Forse la sua vendetta consisteva nel farci provare una quantità esagerata di rimorsi.

Ciara ricacchiò. "Fa quasi ridere, perché non penso proprio che Jasper abbia paura di me, quindi metterci insieme non serve nemmeno a tanto."

Mi accigliai. "Sul serio?"

"Beh, non credo tu debba avere paura," mi rassicurò subito. "In generale è un codardo. Cioè, penso che non aggredirebbe nessuno se non sapesse per certo che sia da solo."

Non era quello che mi preoccupava, ma sorrisi come se mi avesse confortata. "Oh. Ha senso."

"Jasper non ha paura di me, però. Credo che mi odi solamente." Fece spallucce. "Va bene così, ovviamente, dato che lo odio pure io, e non voglio averci niente a che fare."

Riuscii a mantenere un'espressione neutrale. Nico Jasper che odiava Ciara Malfoy non poteva essere più lontano dalla realtà. Non che considerassi amore l'infatuazione che lui aveva per lei, o cose del genere, dato che era puramente egoistica, ma di certo non era odio. Di certo, non potevo dirglielo. "Certo. Ovviamente."

"Onestamente, cioè, so che Eris non lo sa, ma Jasper non ha paura di nessuno in questa scuola, tranne forse il professor Potter. E chiaramente non ha motivo di aver paura del professor Potter, dato che lui si accontenta di 'tenerlo d'occhio'." Alzò gli occhi al cielo.

"Oh. Giusto."

"Mi sto stufando, ad essere onesta. Sai che la settimana scorsa l'ho visto uscire di nascosto?"

"Davvero?"

"Una volta di queste, vado a vedere dove va."

Mi accigliai. Ecco perché non volevo che Albus traducesse quegli stupidi serpenti di Nico. "Non so se è l'idea migliore. Sembra alquanto pericoloso."

"Starò attenta." Ciara sgranò gli occhi mentre sembrava avere un'idea. "Potresti venire anche tu! Forse James Potter ci presterà quel mantello dell'invisibilità che so per certo che possiede."

Mi misi a ridere, consapevole che sembrava un po' nervosa e finta ma un po' troppo a disagio per rimediare. "Non credo che lo presterebbe a te."

"Vero." Sospirò. "Beh, ci inventeremo qualcosa."

"Forse..." Mi guardai attorno, cercando una distrazione. Albus era a qualche metro di distanza, e parlava emozionato di qualcosa con Poppy. "Oh, mi sono appena ricordata, Albus ed io dobbiamo lavorare ad un progetto di Astronomia." Rivolsi un sorriso di scuse a Ciara. "Ci vediamo in classe." Prima che lei potesse dire qualcosa, le girai attorno, presi il braccio di Albus, e gli ricordai sotto voce del nostro importantissimo e realissimo compito di Astronomia.

"Oh, giusto, il progetto di Astronomia!" Albus esclamò a voce alta. Si schiaffeggiò la fronte in modo esagerato. "Beh, devo andare, Poppy! Ci vediamo domani!" Cercando di non alzare gli occhi al cielo, lo trascinai fuori dalla porta mentre lui mandava un bacio a Poppy.

"Come mai Ciara era così emozionata?" Albus chiese quando ce ne fummo andati.

Sospirai esasperata. "Vuole seguire Nico Jasper la prossima volta che esce di nascosto dalla sala comune. Suppongo lo stia tenendo d'occhio?"

Albus sgranò gli occhi. "Oh, Merlino. Non può farlo! Ti vedrà."

"Appunto!" Gemetti. "Perché deve essere così ossessionata?"

"Beh, quando non hai praticamente amici, suppongo ti serva una sorta di sfogo," Albus disse. Alzai gli occhi al cielo, non dell'umore di fare battute. Ero frustrata dalla situazione, e mi sentivo una persona orribile per tutta la storia di Eris. Albus sembrò percepirlo, e si fece serio. "Hey, possiamo parlarne con papà, se vuoi?"

"Che cosa farà?"

"Non lo so."

Sospirai, scuotendo la testa. "Immagino che dovrò far sapere a Nico che deve stare più attento."

"Cosa vuoi fare? Proteggere Nico?"

"Fa parte del proteggere me stessa, Al. Quindi, sì, direi di sì."

Albus si accigliò. "A che punto finisce? Cioè, capisco che in questo preciso istante, in questa particolare situazione, ha senso. Ma stai provando a proteggerlo da molto prima che la cosa riguardasse te in alcun modo. Stavi cercando di impedire che Ciara lo scoprisse e tutto."

"Perché sapevo che sarebbe finita qui," dissi, accigliandomi. "Pensi che non sarei felicissima se Nico venisse catturato, e io potrei scamparmela senza alcuna implicazione?"

Albus smise di camminare e inclinò la testa. "Non lo so. Saresti felice?"

Aprii la bocca per dire sì, certamente, ma qualcosa nel modo in cui Albus mi stava guardando mi fece fermare. "Io... Io non lo so. Cioè, non è così male. Lui... Non merita di passare la vita ad Azkaban o cose del genere, che è ciò che succederebbe se venisse fuori che è una spia. Sono abbastanza sicura che abbia diciassette anni ormai."

Albus era ancora accigliato. "Non lo so, Wren. Ha fatto delle cose terribili."

"Anche io!"

"Ha scelto di fare delle cose orribili."

"Ma anche scelto di fare delle cose bellissime!"

"Quando gli ha fatto comodo!"

Scossi la testa. "Non solo quando gli ha fatto comodo. Tutto ciò che è successo quella note con Magnus? Non gli ha portato alcun vantaggio. Anzi, è stato pestato per questo, e ha peggiorato ancora di più la sua reputazione qui. Credo che sapesse che sarebbe successo."

"Okay, quindi forse tu sei l'eccezione alla regola." Albus fece una smorfia. "Non lo rende una buona persona."

"Cosa rende una persona buona? Si tratta di fare più cose buone che cattive? Oppure riguarda quanto sono buone o cattive le cose che fai? Dov'è il limite?" Albus strinse le labbra, limitandosi a fissarmi per un attimo. Mi accorsi di aver alzato la voce, e abbassai lo sguardo. "Scusa."

"Va tutto bene." Albus fece spallucce. "Onestamente, non lo so dov'è il limite. Credo riguardi più ciò che ti motiva. Quindi immagino di non poter dire definitivamente che Nico è una cattiva persona, perché non posso guardargli nella testa. Ma in base a come sta vivendo la sua vita, direi che non ci sono tante buone motivazioni lì dentro."

Feci spallucce, stanca all'improvviso di quella conversazione. Litigio. Quel che era. "Okay. Come vuoi."

"Scusa. Non volevo farti star male." Albus sorrise leggermente. "Insomma, è un po' la prova che sei meglio di tutti noi, se lotti per vedere il buono che c'è in Nico Jasper tra tutti."

Sorrisi. "Ho conosciuto persone peggiori."

"E scommetto che se ci provassi, troveresti del buono anche in loro."

Mi misi a ridere. "Trovare del buono in Magnus Caldwell? Impossibile."

"Okay, volevo dire esclusi gli psicopatici, ovviamente."

"Ovviamente," ripetei, ridendo più forte. Anche Albus cominciò a ridere. Scherzammo per il resto del tragitto verso la torre, e non riuscii a non pensare a quanto ero grata per avere un così buon amico.

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"Non sei stato seguito, vero?" Sussurrai mentre raggiungevamo la strada.

Nico si accigliò. "Seguito? Da chi?"

"Ho sentito Ciara Malfoy parlare di come ti aveva visto uscire ad orari strani. Credo che inizi a sospettare qualcosa."

"Oh." Si mise le mani in tasca, facendo spallucce. "Non credo mi abbia seguito. L'hai vista?"

"Nessuno ci ha seguiti fuori dal castello. Non so riguardo il prima."

"Beh, che farà lei? Chi crederà alla parola di Ciara Malfoy contro la nostra? Soprattutto se raccontiamo la stessa storia. Tutti pensano che ci odiamo."

"È vero," dissi, anche se non lo era. Ciara sapeva già che Nico era una spia, e che il signor Potter ne era al corrente. Se avessimo tentato un'impresa del genere, l'unico risultato sarebbe stato che Ciara avrebbe cominciato a sospettare di noi e del signor Potter, il che poteva solo finire male. Suppongo di poter solo pregare che non mi avesse vista.

"Ho sentito che hai scoperto tutto del Cavillo?" Nico disse con nonchalance.

"Oh, sì. Per fortuna, James e Colette sono molto interessati a tutto il processo. Non è difficilissimo chiedere a che punto stanno, e chi lo gestisce."

"Non ci credo che è quella cretina di Lindsey," Nico disse, scuotendo la testa. "Sai, non mi è mai piaciuta. Mai pensato che fosse nell'ES o altro, ma era il peggior prefetto che Serpeverde abbia mai avuto."

Mi misi a ridere. "Ti dà fastidio solo perché non ti lasciava maledire chiunque tu volessi. Come me, per esempio."

Anche Nico rise. "Forse era parte del motivo," ammise. "Ad essere onesti, pensavo fossi una traditrice."

"Mi chiamavi criminale, non traditrice."

"Beh, ovvio! Se fossi andato in giro a chiamarti traditrice, le persone avrebbero cominciato a capire da che parte sto. E la chiave per essere presi da tuo zio è convincerlo che nessuno sospetterebbe di me. Non avrei potuto farlo se le persone avrebbero cominciato a sospettare di me prima ancora di lavorare per lui!"

Alzai gli occhi al cielo, sorridendo. "Come dici tu."

Ormai stavamo entrando In Hogsmeade. Un paio di volte, Nico mi tirò in un vicolo per evitare un gruppo di maghi semi-sobri che barcollavano sul marciapiede. Entrambi tenevamo alzati i cappucci per nascondere più viso possible.

Mentre ci avvicinavamo all'appartamento di Zaria, Nico mi guardò. "L'anno scorso non hai mai dovuto lavorare con Welling, vero?"

Scossi la testa. "Nemmeno sapevo che lavorasse per mio zio finché non l'ha scoperto Astra." Inclinai la testa incuriosita. "Perché?"

"Curiosità." Nico fece spallucce. "Madama Cantha è parecchio fastidiosa, tutto qui. Preferivo lavorare da solo."

"Che sta facendo?" Feci uno sforzo per mantenere un tono normale, ma adesso ero attentissima. Le missioni di Madama Cantha e di Nico erano molto diverse dalla mia, e non ero mai riuscita a scoprire molto. Ma se ci fossi riuscita, magari avrebbe aiutato Astra.

"Mi tratta come se non avessi idea di cosa sto facendo! Come se non me la fossi cavata alla grande per tutto questo tempo. Lei appare all'improvviso e cerca di comandare a bacchetta." Nico fece una smorfia, e disse in falsetto, "Mandala solo in infermeria, Jasper, lascia stare tutta quella roba psicologica. Idiozie da Babbani!" Alzò gli occhi al cielo. "Come se lei ne sapesse qualcosa!"

"Perché vuole Astra in infermeria?" Chiesi, accigliandomi.

"Non lo so. Forse vuole drogarla o roba del genere. O forse rapirla. Come se potesse farla franca. Adesso nessuno sospetta di lei, certo, ma se desse una ragione a Potter, lui le starebbe addosso come un falco."

"Già." Mi accigliai. "Esattamente cosa pensa che tu non possa fare?"

Nico ridacchiò. "Oh, lo sai. Far sbandare Astra Lestrange. Isolarla. Lasciarla senza nessun altro a cui rivolgersi. Credo di essermela cavata piuttosto bene da solo, non pensi? Non mi serve il suo aiuto. Che resti a controllare lo staff di Hogwarts, come faceva prima."

Non mi riferivo a quello, ma non credevo che Nico mi avrebbe detto altro. Fu abbastanza ad inquietarmi, però. . Lasciarla senza nessun altro a cui rivolgersi? Nessun altro a parte chi?

Fu un normale rapporto. Non avevo molto da dire, dato che la volta precedente non mi era stato chiesto nulla di particolare. Menzionai che Astra stava cercando di imparare come resistere alla maledizione Imperius, anche se ancora non sapeva per certo cosa stesse succedendo (e nemmeno io, a dirla tutta, ma a mio zio non sembrò importare). Il signor Potter pensava che fosse meglio dirlo ora piuttosto che aspettare che lo scoprisse Nico, dato che non sarebbe cambiato nulla anche se lui l'avesse saputo. E se mi fossi scordata di dire ad Astra che l'avevo detto, evitando così che si arrabbiasse con me, non ci vedevo nulla di male.

Nico ed io parlammo di tante cose al ritorno. Si sfogò ancora su madama Cantha, perché a quanto sembrava l'aveva scavalcato e ora pure Stillens voleva che mandasse Astra in infermeria. Gli dissi di Eris prince e la ragione per cui Ciara ed io eravamo state accoppiate insieme negli ultimi due trimestri, il che secondo lui era ironico e divertente in modo macabro, tutto sommato.

"Se avessi paura di qualcuno in questa stupida scuola, saresti tu," spiegò.

"Non hai paura di me?" Chiesi, fingendomi indignata.

"Beh, se pensassi di non starti simpatico, potrei ancora esserlo." Sorrise. "Ma non mi sembri la tipa che fa del male a chi non odia, a meno che non gli viene chiesto."

"Suppongo sia vero," concordai. Eravamo vicini ai confini del prato, e abbassai la voce. "Nemmeno io ho paura di te, più o meno per lo stesso motivo."

"Io posso far del male alle persone eccome, anche se non le odio del tutto," disse, accigliandosi.

"Oh, sì, lo so. Ma non penso faresti del male a me, nello specifico."

Nico si limitò a sorridere e scuotere la testa, il che non era tecnicamente una conferma, ma nemmeno una negazione. Non sapevo perché mi importasse, dato che non eravamo dalla stessa parte e se avesse saputo la verità non si sarebbe fatto alcun problema ad odiarmi e farmi del male.

Suppongo però che fosse un passo più vicino alla luce. E avevo scoperto che più tempo passavo con lui, più volevo tirar fuori Nico Jasper da quel macello che era la mia famiglia ed aiutarlo a redimersi, in qualche modo.

Il castello era silenzioso e vuoto quando rientrammo di soppiatto nella sala d'ingresso. Ricordai a Nico di stare attento ai prefetti di pattuglia quella sera, poi salii di sopra a mia volta.

Il signor Potter era seduto nella sua classe quando entrai. Sobbalzò quando chiusi la porta, sorprendendomi, ma alzò le mani. "Wren, non dobbiamo dirle nulla se non vuoi, ma non avrei idea di come rigirare la cosa."

"Cosa?" Mi guardai attorno nella stanza vuota. Lei chi?

"Sai che Ciara Malfoy viene nel mio ufficio un giorno sì e l'altro no da qualche settimana ormai? Tentando di convincermi a fare qualcosa per Nico Jasper? Ma stanotte l'ha seguito, e l'ha visto uscire dal castello con qualcuno che teme sia tu."

Sentii una morsa allo stomaco. Ci aveva visti. Oh no. Non andava bene. Per niente. "Oh. Okay."

"Abbiamo due scelte," Il signor Potter sussurrò. "In questo momento, pensa che ti stia cercando nella sala comune di Grifondoro. Quindi possiamo dirle che sei stata lì tutta la sera, farlo confermare da James o Albus, e anche che cercheremo di scoprire chi può essere questa misteriosa ragazza."

Strinsi le labbra. Non l'avrebbe funzionato. Si sarebbe solo insospettita di tutti noi, ne ero certa. Come minimo, non si sarebbe fermata davanti a nulla per scoprire con chi lavora Nico, e non vedevo come non sarei rimasta coinvolta prima o poi.

"L'altra opzione è portarla da Haverna e dirle la verità," disse il signor Potter.

Alzai lo sguardo su di lui, cercando di capire qual era l'opzione migliore secondo lui. Nessuna sembrava granché, onestamente. Ciara ed io non eravamo così vicine. Non ero sicura di potermi fidare di lei. Beh, suppongo che un Incanto Fidelius fosse abbastanza potente da tenerle la bocca chiusa, ma era una magia talmente particolare che sono convinta avrebbe trovato una scappatoia, se avesse voluto. Ci avrebbe almeno creduto?

Mi morsi le labbra. "Cosa pensa che dovremmo fare?"

"Ti fidi di lei?"

In generale? Forse. Ma questa situazione era ben più grossa di un semplice in generale. "Non lo so."

"Pensi di potere?"

"Io..." Forse. Astra si sarebbe fidata, credo. Bastava? Suppongo dovesse bastare.

Annuii, e il signor Potter mi fece un sorriso gramo. "Va bene, allora. Facciamola finita."

Ciara era accasciata su una delle sedie dell'ufficio del signor Potter quando aprimmo la porta, ma scattò in piedi quasi subito. Mi guardò sollevata. "L'ha trovata nella sala comune?"

Il signor Potter si girò verso di me, ed io mi feci piccola piccola. "Non proprio." Tutto qui quello che riuscivo a dire? Niente che potesse tranquillizzarla? Evidentemente sì, perché nessun'altra parola uscì, anche se ci provai. Guardai inerme il signor Potter.

"Andiamo a parlare con la professoressa Haverna, va bene?"

"Perché?" Ciara si accigliò, sembrando all'erta. "Cosa sta succedendo?"

"Capirai tra qualche minuto," disse il signor Potter in tono rassicurante, anche se Ciara non sembrava per niente rassicurata. "Dobbiamo parlare con la professoressa Haverna."

Camminammo in silenzio verso la stanza della professoressa Haverna. Non riuscii a guardarla molto, ma sapevo che Ciara continuava a guardarmi, confusa e delusa e preoccupata tutto insieme. Continuai a cercare di pensare a qualcosa per tranquillizzarla, ma l'unica cosa che effettivamente potevo dire sembrava essere una cosa tipo, "Non temere, va tutto bene," che sembrava solo trito e falso, dovetti ammettere.

La professoressa Haverna sembrava leggermente preoccupata quando aprì la porta per farci entrare. La preoccupazione fece posto alla confusione, però, quando vide Ciara con noi. "Qualcosa non va?"

"Elaine, ho bisogno che tu parli a Ciara di... Sai, le cose che non possiamo dirle."

"Che succede?" Ciara domandò mentre entravamo nell'atrio. Lei fece cenno a Ciara e me di sedersi sul divano, poi si sedette in una poltrona di fronte a noi. Guardò il signor Potter con un cipiglio stanco, confuso. "Che c'è?"

"Ha visto Nico Jasper uscire di nascosto stanotte, con un'altra ragazza. Che lei pensa possa essere Wren. Non credo abbiamo opzioni migliori."

La professoressa Haverna mi guardò. "Ti fidi di lei?"

Ciara fissava me, adesso. La vedevo con la coda dell'occhio. Annuii. "Credo di sì."

"Non è abbastanza. Ti fidi di lei?"

I miei occhi guizzarono verso di lei. Ciara mi fissava, con un turbinio di emozioni e pensieri sul suo viso, che si rimpiazzavano a vicenda così rapidamente che non riuscivo a riconoscerne nessuno. Ma quando i nostri sguardi si incrociarono, mi fece un piccolo sorriso. L'angolo della mia bocca si alzò, per un attimo, poi annuii più sicura. "Sì, mi fido."

"Okay." La professoressa Haverna si girò verso Ciara. "È una cosa molto seria. Ho bisogno che tu lo capisca. C'è un Incanto Fidelius su ciò che stai per sentire, quindi non sarai capace di dire quasi nulla al riguardo, anche se non è molto chiaro qual è il limite. Per nessuna circostanza dovrai parlarne con chiunque non sia presente in questa stanza, capito?"

Ciara annuì, con occhi sgranati e sei.

"Wren Predatel fa il doppio gioco," disse lentamente la professoressa Haverna. Ciara rimase a bocca aperta, e in qualche modo riuscì a sgranare di più gli occhi. Mi guardò, con qualcosa di nuovo nella sua espressione. Rispetto, forse, o ammirazione? Non lo sapevo.

La successiva ora e qualcosa fu spesa dalla professoressa Haverna spiegando praticamente tutto, perché con Ciara Malfoy non puoi limitarti a 'Fa il doppio gioco'. Aveva un migliaio di domande, e la professoressa Haverna, il signor Potter e io riuscimmo a rispondere quasi a tutte tra noi tre. Domande tipo 'Da quanto tempo va avanti?' e 'Aspetta, sei nell'ES?' e 'Come funziona l'Occlumanzia?' In qualche modo, quelle su Occlumanzia e Legilimanzia furono le più complicate.

Finalmente, il signor Potter si alzò. "Credo sia tutto, ragazze," disse, guardando l'orologio con gesto teatrale. "Il coprifuoco è scattato da un pezzo, e tutte e due avete la mia lezione al mattino, quindi andare a dormire penso sia una buona idea."

La sua stanza era in fondo al corridoio. Lo convincemmo che eravamo perfettamente in grado di tornare alle nostre sale comuni da sole, quindi ci salutò e ci lasciò andare da sole.

Ciara mi guardò mentre ci avvicinavamo alle scale dove ci saremmo separate. "Sai, ad inizio anno, pensavo lavorassi per tuo zio."

"Davvero?" La fissai. "Perché?"

"Non lo so. L'anno scorso sono successe ad Astra delle cose che sembravano aver senso solo se era coinvolto qualcuno di vicino a lei, e tu eri in un certo senso una scelta ovvia. E non mi stavi simpatica, per niente. E poi Eris Prince ti ha beccata fuori dopo il coprifuoco quella volta, e sei stata così schiva..." Fece spallucce. "Aveva senso."

"Mi sembra giusto." Inclinai la testa. "Hai smesso di sospettare di me?"

"Sì. Più o meno alla fine dello scorso trimestre, in realtà. Dopo che ho cominciato a parlarti seriamente, e ho capito che eri genuina la maggior parte del tempo. Dopo che siamo diventate... Beh, qualunque cosa siamo."

"Amiche?" Suggerii.

Ciara sorrise, sembrando quasi sorpresa. "Già. Amiche." Fece di nuovo spallucce. "Comunque. Scusami per aver sospettato di te, suppongo."

"Non avevi torto, in realtà."

Avevamo raggiunto le scale. Ciara abbassò lo sguardo, poi mi guardò di nuovo. "Ho ancora un milione di domande."

"Forse posso rispondere alla maggior parte," dissi, sorridendo. "Meno male che siamo di nuovo partner, giusto?"

"Giusto." Ciara esitò, poi mi rivolse un sorriso. "A domani, Wren."

Si girò per scendere le scale, ed io iniziai a salire. Era tutto strano e nuovo, e non sapevo come mi sentivo, di preciso, ma era qualcosa di buono.

Era divertente, in realtà. Avevo pensato così tanto a cosa potevano temere le altre persone, ma eccomi lì, in qualche modo connettendo con, o almeno trovando nuove prospettive su, le persone che mi spaventavano di più qui all'inizio dell'anno. Ciara ed io eravamo amiche. Nico ed io eravamo alleati. Ed Eris ed io non eravamo proprio nulla, di preciso, ma si era sforzata di fare qualcosa di quantomeno decente, il che voleva dire che non mi odiava del tutto. Non avevo più paura di nessuno di loro.






Spigolo autore

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Alla prossima!

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