Capitolo 37 - Non Proprio Amiche

~Wren~

Mi stavo preoccupando molto per Astra. Si stava lentamente isolando da tutti. Era una cosa sottile, ovviamente; nessuno oltre al nostro ristretto cerchio di amici se ne accorse. Ma ero comunque preoccupata.

Albus mi assicurò che era stata così in passato, ed era finita bene. Durante il secondo anno aveva passato un mese in biblioteca, isolandosi da tutti. Si era completamente buttata nel lavoro di scoprire chi fosse sua madre, al punto che erano stati costretti a intervenire fisicamente. E dopo quell'evento era stata bene, quindi non c'era bisogno di preoccuparsi.

Certo, all'epoca non ero presente. Non posso dire come avrei reagito. Ma questa sembrava una questione un po' più seria. Principalmente perché nulla delle cose a cui si dedicava avevano un vero scopo. Non cercava nulla. Dopo aver cercato tutto il possibile su quelle persone scomparse, aveva cominciato ad ossessionarsi su cose che non importavano davvero, tutte cose che lei stessa aveva detto in passato che non importavano. Oppure semplicemente vagava, persa. Non capivo quale fosse peggio.

James diceva che non potevamo fare niente per lei se non essere presenti. Dopotutto, nessuno di noi capiva davvero cosa stesse attraversando. C'era ancora un sogno che ancora non si era avverato, e nessuno sapeva quanti altri ancora ne mancassero. Aggiungiamoci ciò di cui tutti gli altri avevano paura – Guerra e perdite e tutto il resto – alle ragioni personali di Astra per temere mio zio, e potevo davvero aspettarmi altro da lei? Potevo dirle di non isolarsi e di non lasciare che Stillens l'avesse vinta quanto volevo, ma non cambiava il fatto che tutto ciò che le capitava la rendeva isolata di base. Le stavo chiedendo l'impossibile. Tutto ciò che potevamo fare era assicurarci che sapesse di non essere sola. Prima o poi tutto sarebbe finito.

La maggior parte del tempo, apprezzavo l'ottimismo di James. Una volta ero ottimista, penso, tanto tempo prima. La maggior parte del tempo, quando James mi ricordava di avere speranza, apprezzavo il promemoria. Perché c'era parte di me che voleva credere che avesse ragione. Era molto più facile vedere il lato bello.

Ma adesso? Non c'era molto di bello da vedere.

Sapevo di stare un pochino meglio dei miei amici. Stavo facendo qualcosa. Potevo lavorare verso qualcosa di migliore, anche se non era a vista. Per quanto spiare fosse spaventoso e spossante e terribile, mi dava qualcosa a cui aggrapparmi, qualche motivo tangibile per non impazzire in mezzo a tutto il caos. Avere questo impediva a tutte le cose quotidiane che dovevo fare per continuare a vivere di sembrare inutili.

A proposito di cose quotidiane, pattugliare con Ciara era diventato molto meno stressante. Beh, forse era un nuovo tipo di stressante. Non temevo che mi odiasse, non avevo paura che provasse a litigare. Adesso, il problema era che nessuna delle due sembrava sapere in che rapporti ci trovavamo l'una con l'altra, rendendo difficile passare parecchie ore insieme da sole. C'era qualcosa in lei che non riuscivo a identificare, e non sapevo come reagirvi.

Spesso camminavamo in silenzio. Era diverso dal silenzio dell'inizio dell'anno, quando entrambe eravamo arrabbiate l'una con l'altra e con il modo per averci fatto pattugliare insieme, ma non mi sembrava fosse meno imbarazzante. Adesso, era imbarazzante perché avevo la distinta impressione che avrei dovuto decisamente avere qualcosa da dire.

Occasionalmente, una di noi due menzionava cose completamente a caso, come un compito di Storia della Magia o dicerie generali della scuola. Era tutta roba così superficiale che la conversazione moriva nel giro di pochi minuti. Oltre a quello, nulla. C'era una barriera invisibile che ci impediva di andare oltre. Non ero sicura di cosa fosse, o anche se avessi dovuto tentare di fare qualcosa al riguardo.

Una notte, però, si fece avanti Ciara. "Tommy Ortega ha cercato di nuovo di maledirci le scope."

Sbattei gli occhi, poi la guardai. Ci aveva già provato qualche mese prima, se ricordavo bene. Immagino che fosse ancora arrabbiato perché Ciara l'aveva cacciato dalla squadra di Serpeverde l'anno prima dopo che lui aveva praticamente sfondato il cranio di sua sorella con un Bolide. "Le scope di Serpeverde? Brutta storia."

Ciara annuì. "Beh, in realtà, l'ho beccato io. Ha avuto punizione per un mese, e una segnalazione." Fece un debole sorriso, e fece spallucce come se non fosse niente di che. "Ma ora è ancora più arrabbiato di prima..."

"Oh." Non sapevo se fosse il caso di dire Mi dispiace, quindi optai per annuire e basta.

Lei sospirò. "Non è che ho... Paura di lui o cose del genere. Sul serio. È solo frustrante. Sto guidando la squadra molto bene, anche se sono io a dirlo, e stiamo sulla buona strada per vincere la seconda Coppa del Quidditch di fila... Senza offesa, ovvio."

Sorrisi. "Nessun problema." James era molto meno coinvolto come capitano di quanto lo era stato Fred, e penso che avrebbe semplicemente ridacchiato e le avrebbe detto che le avrebbe dato filo da torcere, ma in realtà non gli sarebbe importato tanto. A me importava molto meno del Quidditch rispetto a lui, quindi non mi dava fastidio prendere in parola Ciara.

Anche Ciara sorrise, ma passò in fretta. "Non lo so. Tommy è fastidioso perché gli importa solo del fatto che l'ho cacciato dalla squadra. Per aver quasi ucciso qualcuno, se posso aggiungere. Come se non fosse una buona ragione per cacciarlo." Scosse la testa. "Ignora tutto ciò che ho fatto per la squadra, e cerca di screditarmi, solo perché è ancora arrabbiato."

Prima che potessi dire altro, ci fu uno scoppio di risate davanti a noi. Alcune persone non erano proprio dei geni riguardo infrangere le regole. Andammo verso di loro, e cominciammo a sentire le loro voci. Sembrava quasi che volessero farsi beccare.

Ciara gemette e rallentò fino a fermarsi. "È Ortega."

"Okay?" Mi fermai e mi accigliai verso di lei. "Ottimo. Magari verrà segnalato di nuovo."

"Davvero non ho voglia di averci a che fare." Ciara sospirò. "In ogni caso, è un prefetto. Non possiamo fare granché..."

"Dobbiamo portarlo da un professore." Sorrisi incoraggiante e picchiettai la bacchetta, nella mia testa. "Se gli vengono strane idee, lo stendo." Stavo scherzando, ma Ciara sembrava serissima mentre gemeva di nuovo e annuiva. Ricominciammo a camminare verso le voci.

Tommy e altri due Serpeverde che non riconobbi erano appoggiati al muro giusto dietro l'angolo. Onestamente, sembrava che ci stessero aspettando, perché Tommy si staccò dal muro e ghignò quando girammo l'angolo. "Ah, Malfoy, che bella sorpresa."

"Sei fuori dal dormitorio oltre il coprifuoco," dissi calma. "È contro le regole."

"Silenzio, cretina." Strinse gli occhi, poi si girò di nuovo verso Ciara. Sembrava quasi stesse recitando, per noi e i suoi amici. Chiaramente non dovevo interferire. "Sai, volevo davvero prenderti a pugni, Malfoy, e ho pensato che questo fosse il momento migliore per farlo. Non mi aspetto che Predatel ci dia noie, per quanto è codarda. Come ci è finita in Grifondoro?"

"Disse quello che non si sentiva al sicuro contro una sola ragazza e ha chiesto agli amici di accompagnarlo," Ciara disse, stringendo gli occhi.

Tommy la guardò male. "Stai difendendo una criminale?"

"No, ci sto discutendo. Sei stato fortunato ad avere solo una punizione, perché manomettere le scope è illegale."

"Così come il tentato omicidio," Ortega disse con cattiveria. Ciara sbatté gli occhi, tutta la sua spavalderia sparita in un istante. "Non guardarmi così," continuò. "Tutti sanno cosa avete fatto tu e Jasper ad Astra Lestrange un paio d'anni fa."

Era un colpo basso. Ciara aprì e chiuse la bocca. Sembrava congelata. Io ero un po' sorpresa; era da qualche mese che nemmeno ci pensavo più, e solo perché avevo dovuto passare tempo con Nico Jasper. Davvero la gente la accusava ancora per aver detto a Nico di quell'incantesimo? Persino Astra l'aveva superato dopo qualche settimana.

Evidentemente era così. Quando divenne evidente che non era in condizione di difendersi, feci un passo avanti. "Ciara non ha fatto niente. Allontanati."

Sbirciai dietro di me e vidi Ciara guardarmi con ovvia sorpresa. Un bel contrasto rispetto agli amici di Ortega, che sembravano leggermente a disagio. Ortega rise e basta. "Non ho paura di te, Predatel."

"Dovresti." Estrassi la bacchetta con fare casuale. Non la puntai verso di lui; non volevo davvero minacciarlo, solo spaventare i suoi amici così che non protestassero quando li avremmo portati dal professor Lockley nel giro di qualche minuto.

Funzionò. Uno degli amici di Ortega gli diede un colpetto col gomito, sembrando seguire il mio consiglio. "Hey, amico, non ci avevi detto che era con lei che Malfoy era di pattuglia."

"Sì... Quella è pazza, Tommy. Conosce una maledizione senza perdono."

"Non la userebbe," Ortega disse, alzando gli occhi al cielo.

Aveva perfettamente ragione. Assolutamente non l'avrei fatto. Ma per il momento, non mi dava fastidio lasciare che lui e i suoi amici pensassero il contrario. "Come dici tu," dissi, rigirandomi la bacchetta tra le mani. "Ciò che conta è che siete tutti fuori dai dormitori oltre il coprifuoco. Ora, possiamo andarne a parlare col professor Lockley, oppure con Kimmel. Scegliete voi."

Entrambi gli amici di Ortega borbottarono qualcosa riguardo andare dal professor Lockley, e Ortega sbatté i piedi per la frustrazione. "Siete seri tutti e due? Sono solo due ragazze!"

"Due ragazze che ti apriranno il culo, Ortega," Ciara disse, avendo evidentemente recuperato l'uso della voce. Brandì la sua bacchetta. "Non provocateci." Quel tono di voce mi rese contentissima di essere dalla sua stessa parte, per una volta.

Con un sacco di lamentele scocciate, Ortega si fece accompagnare coi suoi amici nell'ufficio del professor Lockley. Ciara era uno degli studenti preferiti del professore, quindi ovviamente credette a noi quando Ortega provò a convincerlo che avevamo minacciato di aggredirli. Penso che la pessima recita dei suoi amici non aiutò molto.

Quando lasciammo l'ufficio ci restavano ancora due ore di pattuglia. Ciara mi condusse di sopra, camminando abbastanza in fretta che nemmeno provai a dire qualcosa. Quando finalmente rallentò il passo parecchi minuti dopo, la guardai di sbieco. "Stai bene?"

"Ma certo," disse, accigliandosi. "Perché non dovrei?"

"Non lo so. Sembrava averti ferita, ecco tutto." Ciara distolse lo sguardo, ed io esitai. La barriera era abbattuta, almeno al momento. Ma ciò non voleva dire necessariamente che Ciara avrebbe reagito bene alle mie pressioni.

Ma forse sì. "Ci è riuscito, giusto?"

Ciara fece spallucce con fare neutrale. "Io... Forse." Sospirò. "È complicato. Non penso capiresti, Wren."

Inclinai la testa. "Scommettiamo."

"Io..." Mi guardò incerta. "Beh... In realtà avrebbe dovuto smettere di tormentarmi tanto tempo fa." Fece spallucce. "Insomma, forse tu non hai saputo niente, perché nessuno ne parla quando c'è Astra, ma ormai sono due anni che la gente dice che sono un'assassina. Da quella volta con Jasper." Alzò subito la mano, come per impedirmi di dire che era vero. "E lo so che non avrei mai dovuto parlare con Jasper di quell'incantesimo, e che l'ho combinata grossa. Lo so. Ma... Ho fatto tutto il possibile per rimediare. E non basta. Quindi, sì, direi che mi ha ferita."

"Oh..." Sbattei gli occhi. Perché non avrei dovuto capirlo? "Oh, Ciara, è orribile. Mi dispiace. Ti capisco."

"Davvero?" Non sembrava accusatoria o ostile quando lo disse. Solo stanca. "Tu... Non lo so, sembra che a te finisca sempre bene, con la maggior parte delle persone. Solo perché sei amica di Astra." Scosse la testa. "Sai, ti ho odiata per tanto, tanto tempo. Per questo. Tu hai fatto così tante cose orribili, e a nessuno interessa, però io sono praticamente il diavolo per essermi fidata della persona sbagliata."

Personalmente, non mi sembrava che a me fosse finita poi tanto bene. Ma immagino che la maggior parte delle persone a scuola mi tollerava. Non c'erano risate nei corridoi quando passavo; non c'erano da parecchi anni. E se davvero le persone non avevano mai lasciato perdere quella storia con Nico, capivo perché Ciara lo pensava.

"Senti, lo so che sbagliavo," Ciara disse. "Sono stata orribile con te, in passato. Io... Mi dispiace. So che ne hai passate tante, ed eri solo una bambina quando è successo tutto, e non era affatto colpa tua. Quindi non dico che le persone devono avercela con te. Però è difficile pensarla in questo modo quando sei amareggiata. E fino a poco tempo fa, ero molto amareggiata. Ma non è colpa tua, se ho dato un incantesimo mortale a qualcuno. Avrei dovuto capire che era pericolo. È solo... Non lo so. Mi dispiace tanto, tutto qui."

Si spiegavano così tante cose. In quel momento, ogni paura o malinteso verso Ciara svanì. Annuii e basta, percependo che aveva tanto bisogno di essere rassicurata. "Va tutto bene."

"No, non va bene."

"Invece sì, davvero." Sperai che il mio piccolo sorriso trasmettesse l'empatia e il supporto che volevo darle. "Onestamente, avevi tutte le ragioni per sentirti così. Nessuno ha il diritto di trattarti in quel modo. Non potevi sapere cosa avrebbe fatto Nico. Non sei una criminale. Anche tu eri una bambina, Ciara."

Ciara fece una vuota risata. "No. Sapevo dal terzo anno che Nico era un poco di buono. Si stava immischiando in un sacco di faccende oscure. Sono rimasta con lui solo perché era l'unica persona che mi prendeva sul serio."

"Se tu avessi saputo che avrebbe tentato di uccidere Astra, saresti rimasta sua amica?"

Ciò la fece fermare. "Io... No, penso di no."

"Esatto." Sorrisi. "Non devi ammettere che non sei responsabile, se non vuoi. Se preferisci pensare che è in parte colpa tua, va bene così. Ma non puoi lasciare che quel rimorso ti abbatta, okay? Devi andare avanti. Astra è quella che si è fatta male, e lei ti perdonerebbe cento volte per qualunque cosa tu abbia fatto. Quindi non conta cosa pensano gli altri. Anche tu puoi perdonare te stessa."

"Non è così facile."

"Fidati, lo so." Abbassai lo sguardo. "Ma è comunque necessario, penso."

Ciara non rispose. Dopo un momento, però, sentii la sua mano sul mio braccio. Solo per un attimo, poi lasciò. "Grazie." Alzai lo sguardo e vidi un'espressione che non era proprio un sorriso.

"Di niente." Sorrisi, all'improvviso un po' a disagio. Eravamo andate da zero a cento nell'arco di più o meno quindici minuti, ed ero ancora meno sicura su quale fosse la nostra situazione. Ma non sembrava una situazione brutta.

Finimmo la pattuglia in silenzio, ma questo non era scomodo. Ciara sembrava immersa nei propri pensieri, e onestamente, lo ero anche io. Rimuginavo su ciò che aveva detto, su come mi sentivo al riguardo. Era bello sapere perché era stata orribile così a lungo, ben oltre il punto in cui quasi tutti avevano accettato il fatto che sarei rimasta per sempre, e si erano abituati all'idea. Era ancora più bello sapere che era finita. Ciò che non era bello era sapere il motivo di tutto. Desiderai che ci fosse qualcosa che potevo fare.

Hmm, questa era nuova. Il desiderio di aiutare Ciara Malfoy. Chi l'avrebbe mai detto? Non potevo dire che mi dispiacesse. Con tutte le cose che andavano male nel mondo, era bello avere una cosa che andava bene.




Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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