Capitolo 12 - Gideon e Vinnie
~Wren~
"Ma dov'è?" Albus chiese, guardando l'orologio. "La sua lezione è finita quindici minuti fa."
Feci spallucce. Eravamo seduti da soli in sala comune e aspettavamo che Astra tornasse da Cura delle Creature Magiche. "Forse è rimasta a parlare con Hagrid? O magari lei e Poppy si stanno conoscendo. Non sarebbe male, no?"
Albus sembrò sorpreso dall'idea che Astra e Poppy potessero parlare in sua assenza. "Di cosa parlerebbero?"
"Beh, insomma, tu, Cura delle Creature Magiche, e il Quidditch sono più o meno le uniche cose che sanno di avere in comune, giusto?"
Albus sbatté gli occhi. "Oh. Okay." Sembrava ancora più sorpreso, e anche un po' a disagio. "Cosa... Cosa potrebbero dire su di me."
"Non lo so, Al. Ti adorano entrambe, quindi di sicuro cose buone." Tornai al mio libro, ovvero il testo di Storia della Magia di livello M.A.G.O. Di solito non leggevo libri di testo per divertimento (Non sono la supernerd che Astra e Albus dichiarano, contrariamente alle dicerie popolari) Ma questo era il libro in cui si arrivava finalmente alla storia contemporanea dell'Inghilterra, a partire dall'ultimo secolo. Grindelwald, Voldemort, tutta roba interessante. Non sapevo se leggere di altri potenti maghi oscuri rendeva mio zio più o meno spaventoso, in realtà. Il fatto che sembrasse tutto un circolo senza fine era terrificante, perché come poteva il mondo magico permettere che succedesse tre volte di seguito? D'altro canto, Grindelwald e Voldemort erano stati sconfitti entrambi. Magari anche questa parte della storia si sarebbe ripetuta.
"Ma chi lo segue quel corso?" Albus chiese, facendo un cenno con la testa. "Non riesco a credere che qualcuno possa aver subito Rüf per cinque anni e ne voglia ancora."
"Rose lo segue," puntualizzai.
"Sì, ma Rose è Rose. E prima che tu nomini Colette, ho detto cinque anni, e lei l'ha avuto solo per quattro. E poi le fa anche Antiche Rune, quindi sapevamo già che era matta."
Sorrisi. "Io ho fatto Antiche Rune."
"Anche tu sei matta," disse lui. "Ma non così tanto, perché hai smesso."
Alzai gli occhi al cielo. "In realtà Storia della Magia quest'anno è una classe minuscola. C'è anche Poppy, sai?"
"Davvero?"
"Tutte le matte a te, eh?" Lo presi in giro. "Oltre a lei c'è solo qualche Corvonero e Ciara Malfoy."
"Ew."
"Se ne sta per i fatti suoi in classe," dissi, facendo spallucce. "Non è così male."
"Immagino ci sia gente peggiore con cui fare lezione," Albus disse. "Ieri notte Nico si è portato il serpente ad Astronomia, l'avevi notato?" L'avevo notato, perché Albus lo aveva puntualizzato la notte precedente e si era messo a tradurre ciò che dicevano finché non gli avevo detto di piantarla. Il serpente si lamentava perché gli mancava il suo amico, che secondo Albus era il serpente che avevamo catturato. Lo teneva in dormitorio finché non avrebbe potuto liberarlo nella natura durante la gita ad Hogsmeade, prima di incontrarsi con Poppy.
"Non riesco a credere che nessuno dei professori abbia da ridire sui suoi serpenti, "Albus disse. "Sai che hanno dei nomi? Nomi stupidi, molto banali, come Tom. Dici che li sceglie Nico, o i serpenti si danno il nome da soli?"
"Io non lo so, Albus, perché non lo chiedi ad uno di loro?" Stava blaterando, una cosa che di solito faceva quando era nervoso. Ovviamente sapevo cos'era; il ritardo così esteso di Astra metteva ansia anche a me. Ma sapevo che doveva esserci una spiegazione. Alla fine sarebbe arrivata, in perfetta salute, con qualche spiegazione sul nuovo animaletto di Hagrid e una scusa per il ritardo.
"Lo farei, ma non ce ne sono molti nel prato, tranne quelli di Nico, che ovviamente mi odiano," Albus spiegò. "E poi, i serpenti non mi piacciono molto. Sono davvero fastidiosi. Quello che ho catturato non chiude il becco nemmeno quando dormo. Sibila così forte che dà fastidio anche agli altri. Luke ha minacciato di soffocarlo con un cuscino più volte-"
Il ritratto si spalancò di schianto, facendoci sussultare entrambi. Astra inciampò dentro. Ci volle un po' ad analizzare la vista. Aveva la manica rossa, e si stringeva il braccio al fianco. Il suo viso era rigato di lacrime, aveva un'espressione selvaggia, e appena entrata cadde a terra.
Albus ed io arrivammo da lei in un istante. "Astra, cos'è successo?" Albus chiese. "Mi senti?"
Lei annuì, ma sembrava distante. "Io... Non lo so, credo di essermi rotta il braccio..."
"Sei caduta?" Chiesi. Non sembrava molto probabile, perché Astra pareva traumatizzata. Non mi venivano altre spiegazioni, però.
Lei scosse la testa. "È stato stranissimo... Io... Io non ricordo..."
Albus le aveva alzato la manica; Astra quasi non sembrò accorgersene, tranne per una leggera smorfia. Il suo braccio era decisamente rotto. Nel breve attimo in cui l'avevo visto, vidi l'osso spuntare in mezzo al sangue coagulato. "Oh, miseriaccia. Non è messo bene."
Albus fece una smorfia. Sembrava stesse per avere un attacco di nausea. "Dobbiamo portarti in infermeria, Astra."
"No," disse lei, rannicchiandosi come una bambina. "La nuova infermiera fa paura."
"Guardai il braccio," Albus disse fermamente.
Astra lo fece, lentamente. Quando lo vide, divenne pallida. "Oh..."
"Andiamo, puoi dirci cos'è successo per strada," Albus disse. Le prese l'altro braccio, se lo mise attorno alle spalle, e si alzò lentamente, tirandola su con lui. Astra non protestò mentre la portava fuori. Io rimasi indietro, sentendomi un po' inutile.
"Io... Penso di averlo fatto da sola," disse mentre camminavamo.
"Cosa? Come...?" Chiesi.
"Non lo so..." Si accigliò. "L'ho spezzato io? Con l'altra mano? Penso."
"Perché?" Albus chiese, guardandola preoccupato.
"Non me lo ricordo, disse lei. "Ci sto provando. Non ci riesco."
"Cos'è successo di preciso? C'era qualcun altro?" Chiesi. Non somigliava a niente che conoscevo.
"Non penso," Astra disse. "È solo... Mi sono sentita come se dovessi, fermarmi, all'improvviso, quindi l'ho fatto. Poi mi sono sentita come se dovessi rompermi il braccio. Quindi l'ho fatto. Non ricordo perché."
Albus mi guardò preoccupato. "Beh, almeno starai bene," disse piano. "Madama Cantha ti aiuterà."
"Astra, c'è altro che non riesci a ricordare?" Chiesi. Se era così, poteva essere la prova che qualcuno l'aveva obliviata.
Lei sbatté gli occhi. "Non... Non lo so."
"Dimmi, come si chiama tua zia?" Albus chiese, afferrando il mio ragionamento.
"Andromeda," Astra disse prontamente.
"Ottimo, bene. Che mi dici di Teddy, te lo ricordi?"
"Mio cugino?"
"Sì, giusto," I said. "Quando è il tuo compleanno?"
"28 Agosto."
"Okay, e il mio?" Albus chiese.
"10 Aprile."
"Qual è stata la prima parola di Charis?" Albus chiese.
Astra fece un leggero sorriso. "Il mio nome."
Albus mi guardò. "Non penso si sia dimenticata altro."
"Al, io sono qui," disse lei. Mi sentii invasa da una sensazione di sollievo. Almeno era tornata in sé. "Non so se ho dimenticato altro. Non mi sembra, però. Ricordo tutto ciò che sto cercando di ricordare."
"Oh, bene," Albus disse, annuendo. "Se fossi stata obliviata, probabilmente noteresti il vuoto nella memoria."
"Pensi che sia stata obliviata?" Astra chiese, sbattendo gli occhi.
"È tutto molto strano, Astra," dissi subito. "Stiamo solo cercando di capire cos'è successo. Non preoccuparti, però; stai bene, è solo questo che conta."
"Sei sicura che non c'era nessun altro?" Albus chiese.
"Onestamente, non lo so. Non ricordo di aver visto qualcuno, ma non ci ho prestato molta attenzione."
"Forse dovremmo dirlo agli auror," dissi, accigliandomi.
Albus si fermò all'improvviso. "Wren, c'è un serpente che ci segue. Lo sento. Non posso raggiungerlo..."
Mi girai, e all'improvviso non vidi niente. Dopo un momento, però, vidi un piccolo serpente arrotolato nell'ombra di un'armatura. "Devo maledirlo?" Chiesi, confusa.
Albus scosse la testa. "Wingardium Leviosa, poi lo porti qui così posso parlarci."
Guardai di nuovo il serpente; mi stava fissando. Rabbrividii, ma mi avvicinai comunque. Appena mi mossi, strisciò via velocissimo. Uscì dalla mia visuale prima che potessi lanciare l'incantesimo.
"È sparito?" Albus chiese. Annuii mentre ricominciavamo a camminare. "Bene," disse lui. "attenta a ciò che dici; potrebbe tornare."
"È uno di quelli di Nico?" Astra chiese. Albus mi guardò, e io strinsi le spalle. Non mi ero mai premurata di osservare per bene i suoi serpenti, ma chi altri poteva possedere serpenti ammaestrati?
"Magari dovremmo andare dal signor Potter invece che in infermeria," Astra suggerì quando arrivammo al corridoio dell'infermeria.
Albus scosse la testa. "Assolutamente no. E comunque, siamo quasi arrivati.
"E poi, qual è il problema con madama Cantha?" Chiesi.
Astra fece spallucce, poi sussultò. "Non lo so. Sembra cattiva."
Mi accigliai. "Non significa niente."
"Welling sembrava cattivo, e si è scoperto che lavorava per tuo zio."
"Haverna sembra cattiva, e le probabilità che lavori per Stillens sono uguali a quelle che lo faccia tu," Albus disse, alzando gli occhi al cielo. "Come ha detto Wren, non significa nulla."
"E poi, Stillens avrebbe detto a me e a Nico se aveva qualcun altro ad Hogwarts," feci notare. Albus alzò un sopracciglio verso di me, chiaro segnale di chiudi il becco. Non ero abituata a dover stare attenta a non farmi sentire da un serpente.
Quando entrammo in infermeria, madama Cantha intervenne subito. Non chiese cos'era successo, fece solo sedere Astra su un letto e corse a prendere qualche pozione. "Beh, le sue capacità sociali lasciano a desiderare," Albus ammise. "Almeno però sa cosa fa, Astra."
Astra alzò gli occhi al cielo mentre madama Cantha tornava e le dava una pozione. Astra la bevve, facendo una smorfia per il sapore.
"Stenditi, e non muovere il braccio. Potrebbe far male," madama Cantha disse seccamente.
Astra fece una smorfia quando madama Cantha le alzò il braccio e vi poggiò la bacchetta sopra. Sprazzi di luce bianca si diffusero attorno alla ferita, e lentamente l'osso venne trascinato al suo posto. Astra sussultò e strinse la mano non ferita, ma a parte questo non reagì. Albus si era girato prima ancora che madama Cantha iniziasse, e ora sembrava resistere a fatica ad un conato di vomito.
In meno di un minuto aveva finito. Madama Cantha posò il braccio di Astra sul cuscino. "Non muoverlo. La pozione agirà contro eventuali infezioni, e ci metterà qualche minuto a fare effetto. Anche l'osso deve riposizionarsi."
Astra era bianca come le lenzuola del letto. "Okay," disse debolmente; mi chiesi quanto aveva fatto male. "Per quanto devo restare?"
"Preferirei se restassi tutta la notte, ma almeno qualche ora," madama Cantha disse seccamente, come frustrata dal fatto che Astra l'avesse anche solo chiesto. Si alzò e se ne andò prima che potessimo chiedere altro.
Albus sembrava ancora traumatizzato da tutta l'operazione, e gli accarezzai il braccio. "Albus, ormai Colette dovrebbe aver finite Antiche Rune. Vuoi andare a cercarla?" Lui annuì e uscì, sollevato da quella scusa.
Astra ridacchiò. "È stato così tutto il tempo?"
"Praticamente. Penseresti che se l'è rotto lui il braccio."
"Pappamolle." Astra sorrise affettuosa. Passò subito, però. "Non capisco come sia successo. Ricordo solo di aver sentito che dovevo farlo. Perché?"
"Sembrava un incantesimo?"
"Beh..." Strinse le spalle. "Mi sono sentita molto calma mentre lo facevo. Come se ogni mia preoccupazione si fosse risolta all'improvviso, e non ci fosse motivo di avere ansia per nulla. Altrimenti penso che avrei reagito. In un certo senso non ero in me."
"Sembra una specie di incantesimo," dissi, accigliandomi. "Scommetto che Colette lo saprà."
Non era così, scoprimmo quando lei ed Albus arrivarono una decina di minuti dopo. Lei aveva ascoltato la storia con un'espressione indecifrabile. "È proprio come quel sogno," fu tutto ciò che disse.
Astra sgranò gli occhi. "Me ne ero dimenticata."
"Aspetta, cosa?" Albus chiese, accigliandosi. "Lo hai sognato?"
"Più o meno." Astra guardò Colette. "Ricordate? Credo di avervelo detto qualche settimana fa, quando mi sono addormentata in biblioteca."
"Oh, giusto," dissi. Ricordavo vagamente. All'epoca non era sembrato molto importante, dato che era sembrato così ridicolo.
"Davvero tutto qui?" Colette chiese. "Ti sei semplicemente fermata e ti sei spezzata un braccio?"
Astra annuì. "Probabilmente ho fatto proprio come in quel sogno."
Colette si accigliò, e capii che era preoccupata. Il che non era una cosa positiva. Era una cosa grave se riusciva a far breccia nell'apatia di Colette. "Questo... Questo vuol dire..."
"Succederà anche quell'altro?" Astra chiese. All'improvviso sembrava sull'orlo delle lacrime.
"Quello in cui hai lanciato qualcosa?" Albus chiese.
Colette strinse le labbra. "Non lo so." Si alzò all'improvviso. "Vado a... Devo controllare una cosa. Torno dopo."
"Abbiamo Incantesimi tra poco," intervenni.
"Se ho ragione, è molto più importante questo," Colette disse.
"Che stai facendo?" Astra chiese.
Lei scosse la testa. "Non voglio dirlo finché non ne sono sicura. Scusami. Non è una cosa su cui so molto, okay?" Sorrise. "Non ti preoccupare, presto ti dirò tutto ciò che trovo. Magari spiegherà una parte di tutto questo."
E se ne andò. Albus ed io ci scambiammo uno sguardo confuso, poi guardammo Astra, che sembrava persa come noi. "Non so cosa sta facendo," Astra disse.
Albus si accigliò. "Beh, allora non preoccupiamocene. Ce lo dirà quando sarà pronta, e nel frattempo non possiamo fare niente. Tu stai bene, è questa la cosa importante."
Sembrava davvero stare bene. Madama Cantha accettò riluttantemente di farle lasciare l'infermeria quella sera, e anche se fu piuttosto attenta col braccio nei giorni successivi, sembrava stare bene. L'unica cosa che si poteva chiamare insolita era che si rifiutava di andare in giro da sola, ma era perfettamente comprensibile; non sapevamo di preciso cos'era successo, e anche se non voleva ammetterlo, credo avesse paura che succedesse di nuovo.
Il signor Potter, quando glielo dicemmo, concordò sul fatto che era strano ma disse che probabilmente non era nulla di cui preoccuparsi se non fosse successo di nuovo. In caso contrario, ovviamente, Astra doveva dirglielo subito (Rompersi il braccio svariate volte non sarebbe stato molto salutare), ma lui non pensava davvero che sarebbe successo di nuovo. "Non possiamo farci molto se non aumentare la sicurezza. Tu stai bene, e questo è l'importante," disse lui.
Colette sparì dai radar per il resto della settimana. Io la vedevo più spesso degli altri, perché insistevo a portargli gli appunti di tutte le lezioni che si stava perdendo. Passava ore in biblioteca, e non mi permetteva di guardare i libri che aveva preso. "Non voglio sbagliarmi. Non voglio mettergli la pulce nell'orecchio se mi sbaglio," fu la sua criptica spiegazione.
Quando arrivò il Sabato, credo che Albus fosse segretamente lieto di separarci da noi ad Hogsmeade e andare a cercare Poppy (e liberarsi del serpente; era riuscito a portarlo fuori dal castello di nascosto solo perché l'aveva Schiantato prima). Colette aveva scelto di non venire, quindi rimanevamo Astra, James, ed io a girovagare da soli. Astra sembrava un po' giù, e il motivo era probabilmente che erano passati quattro giorni e Colette non aveva trovato nulla.
"Volete una burrobirra?" James chiese dopo che Albus se ne andò.
Astra fece un coraggioso tentativo di sorriso. "Sì. Sembra ottimo."
"Hey, scommetto che Colette avrà trovato tutto quando torneremo al castello," James disse mentre andavamo verso i Tre Manici di Scopa. "Per adesso, pensiamo solo a divertirci, okay? Almeno per oggi, non dobbiamo preoccuparci che succeda nulla. C'è troppa gente in giro."
Entrammo nell'affollato pub e ci districammo verso un tavolino in fondo. James andò al bancone per ordinare mentre Astra ed io ci sedevamo.
"Santo Merlino!" Esclamò un mago, poi all'improvviso trovammo due persone in piedi di fronte al nostro tavolo. "È Astra Lestrange!"
Per un attimo fui troppo stupita per riconoscerli, ma Astra sussultò. "Non ci credo. Gideon e Vinni,e giusto?" Quei due erano stati tirocinanti con Faith, e noi li avevamo indirettamente coinvolti nell'ES quando eravamo andati al Profeta l'anno prima. Ed ora eccoli lì, ad Hogsmeade.
Vinnie interruppe il suo rimprovero a Gideon. "Per l'ultima volta, Merlino non è un santo") per sorriderci. "Ciao! Oh cielo, voi due! Sono così contenta di vedervi!"
"Volevamo ringraziarvi; forse non lo sapete, ma siete state alquanto influenti su... Sulla nostra carriera," Gideon disse, facendoci l'occhiolino. "Come state?"
Astra fece spallucce, sorridendo. "Non male, direi." Per la prima volta da giorni, qualcosa sembrava averla distratta completamente, e cosa meglio di vedere Gideon e Vinnie.
"Che ci fate ad Hogsmeade?" Chiesi curiosa.
"Siamo stati promossi," Vinnie disse, sorridendo fiera. "Siamo appredisti, ora. Tra l'altro Dillam ci ha dato un incarico speciale, quindi siamo stazionati ad Hogsmeade fino a nuovo ordine."
"Non è cosa da poco," Gideon disse, sorridendo. "Possiamo sederci? È bellissimo avervi incontrato."
Come seguendo un copione, James apparve in quel momento, con tre burrobirre in mano e un'espressione allertata. "Hey, ehm, Che succede?" Si sedette di fianco a me e li guardò accigliato.
"Lui è James," dissi, con un sorriso di scuse.
"Potter?" Gideon sgranò gli occhi.. "Whoa, figo! Tuo padre è un fenomeno."
"Ne sono al corrente," James disse acido.
Vinnie alzò gli occhi al cielo. "Non sa chi siamo, Gid." Girandosi di nuovo verso James, sorrise. "Sono Lavinia Briar, apprendista reporter per la Gazzetta del Profeta."
"E io sono Gideon Montry, fotografo," Gideon disse, porgendo la mano. Dopo un attimo, James la strinse.
"Sono i due tirocinanti che ci hanno aiutato a Giugno," Astra spiegò mentre Gideon e Vinnie si sedevano. "Solo che non sono più tirocinanti."
"Stiamo seguendo una storia di basso livello, secondo Dillam," Gideon ci sussurrò cospiratorio. "Cercare potenziali spie ad Hogsmeade, o addirittura ad Hogwarts. Finora, però, siamo riusciti solo a scrivere un articolo sulla nuova fiamma di madama Rosmerta."
"E l'avvistamento di un'Astra Lestrange ad Hogsmeade," Vinnie disse, facendo un occhiolino ad Astra. "Se per te va bene, si intende."
"Sì, perché no," Astra disse, ridacchiando.
"Siamo letteralmente i paparazzi locali," Vinnie disse, saltellando un po' sulla sedia. "È divertente!"
"Cos'è un paparazzi?" James chiese."
"Oh, una cosa babbana," Gideon disse, alzando gli occhi al cielo. "Vinnie dice che sono persone che seguono altre persone e gli fanno foto? A me sembra una stupidaggine."
"Hai saltato la parte importante," Vinnie rispose. "Fanno le foto a gente famosa, come attori e politici e cose così." Astra si mise a ridere.
James scosse la testa. "Non capisco. Perché Dillam vi ha dato una storia sulle spie? Sembra un po' stupido, considerando che lui è una spia."
Vinnie fece spallucce, facendosi seria. "Non ne siamo sicuri. La teoria di Michael Corner è che sia stato qualcun altro ad ordinarlo a Dillam, quindi non può tirarsi indietro, ma pensa che non siamo abbastanza svegli da riuscirci davvero."
"E noi teniamo in piedi la farsa, ovviamente," Gideon aggiunse. "Perché pensiate che perdiamo tempo con questa roba da paparazzi?"
"Stiamo cercando di costruirci una reputazione di gente che scrive solo storielle come quelle," Vinnie spiegò. "Sono buone per l'intrattenimento, ovviamente, ma non hanno sostanza. Prima o poi saremo in grado di infilare di nascosto altre cose nelle nostre storie, e Dillam non se ne accorgerà."
Gideon si guardò intorno, anche se nessuno ci prestava attenzione, poi si avvicinò. "A dire il vero stiamo seguendo alcune piste al momento. Ci sono un paio di persone sospette in città. Una di loro, un tizio di nome Kyle, secondo noi è un'agente di Stillens."
"Oh, forse è Ned Niente Nome," Astra disse.
James le diede un calcio da sotto il tavolo, e le rivolse uno sguardo di avvertimento, ma Vinnie e Gideon l'avevano sentita e si erano girati curiosi. "Chi?" Gideon chiese.
"Oh, ehm..." Astra mi guardò.
Alzai gli occhi al cielo. "Un po' di tempo fa il signor Potter ha menzionato che sospettava che ci fosse una spia ad Hogsmeade. Non ha voluto dirci niente di lui, quindi James ha pensato fosse divertente chiamarlo Ned Niente Nome."
"Oh. Ma è una contraddizione," Vinnie disse, sbattendo gli occhi.
"No, è ironico," Gideon disse. "Santo Merlino, Vin, impara la differenza." Lei alzò gli occhi al cielo. Io sfruttai l'opportunità per guardare male Astra; Kyle era Ned Niente Nome, l'uomo dal cui camino prendevo la Metropolvere per il maniero di Stillens. Comportarci come se sapessimo qualcosa su di lui avrebbe reso Gideon e Vinnie sospettosi, e anche se non sarebbe stata la fine del mondo se avessero scoperto tutto ciò che facevo per l'ES, non sarebbe stato certo ideale.
Immagina se se lo fosse fatto scappare di fronte a qualcun altro?
"Quindi, cosa sapete di questo tizio, Kyle?" James chiese, riportando la conversazione su di loro.
"Non molto," Gideon disse. "Abbiamo tenuto d'occhio il suo appartamento, ma non l'abbiamo visto fare effettivamente nulla di criminale. Ci sono solo parecchi tipi loschi che vanno e vengono."
"Quand'è che lo tenete d'occhio?" James chiese.
"Oh, non possiamo farlo sempre," Vinnie disse. "Il nostro appartamento è proprio di fronte, ma possiamo solo guardare la porta d'ingresso senza risultare sospettosi."
"È molto divertente," Gideon disse. Saltò in piedi. "Beh, la ringrazio per l'intervista, madamigella." Ci sorrise. "Non possiamo far vedere che siamo troppo amici, ovviamente, ma un'intervista con Astra Lestrange sembra un gran bell'articolo, giusto Vinnie?"
"Assolutamente spettacolare," confermò lei, sorridendo. "Solo, veloce veloce, come va la scuola?"
"Tutto bene," Astra disse, facendo spallucce. "È il livello M.A.G.O. quindi è piuttosto difficile."
Vinnie annuì seria. "Ma certo, ovvio. Parlami del Quidditch."
Astra guardò James. "Non lo so, perché non chiedi al capitano della squadra di Grifondoro?"
James arrossì leggermente. "Oh, va benissimo. Astra è la nostra stella, come al solito."
Vinnie sorrise. "Oh cielo! Perfetto! Vediamo, Stella di Grifondoro Definita Futura Stella del Quidditch dal Capitano." Si accigliò, inclinando la testa, e Gideon alzò gli occhi al cielo.
"Il titolo lo scegliamo dopo con calma, okay?" Lui sorrise, poi alzò la fotocamera. "Dite cheese!"
Astra sorrise mentre Gideon faceva la foto, poi corsero via. Lei si girò verso James. "Non sono fantastici?"
"Penso di sì," disse, accigliandosi. "Tu, però? Sul serio? Ned Niente Nome?"
Astra incrociò le braccia. "Come se tu non avessi mai detto qualcosa senza pensarci, James," disse sulla difensiva.
"Non è grave," dissi subito, prima che lui potesse rispondere. "Cerca solo di non menzionarlo di nuovo."
"Si chiama davvero Kyle?" James chiese.
Sospirai. "Forse."
"Preferirei Ned, ad essere onesta," Astra disse, sorridendo. "Che nome noioso per una spia."
"Immagino che non tutti possano avere nomi belli," James disse. "Kyle, però... Effettivamente è più noioso del solito."
Alzai gli occhi al cielo. "Cambiamo argomento."
"Bene, okay," James disse, mettendomi un braccio attorno alle spalle. "Cinque falci che Lacy ed Iris faranno un'imboscata ad Albus quando torna per chiedergli del suo appuntamento."
"Non aspetteranno nemmeno che torni," Astra predisse. "Scommetto che lo intercetteranno sulla strada del ritorno."
Astra aveva ragione; Albus non tornò con noi perché Lacy ed Iris lo trovarono prima. Passarono tutto il tragitto di ritorno a tartassarlo di domande, e quando finalmente tornò al castello Albus era incredibilmente imbarazzato. James dovette trascinarlo via mentre Lacy proclamava a voce alta alla sala comune che Albus e Poppy erano la coppia più adorabile dell'anno.
Spigolo autore
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.
Alla prossima!
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