La Grande Fuga

Guardai fuori dalla finestrella nella gattabuia.
Il tempo era grigio, preannunciava ancora temporali.
-Ragazzi dobbiamo uscire da qui! - disse Adrian alzandosi dall'angolo in cui si era rintanato.
- È come? - chiese Anny scettica.
-Fate fare al mio fratellino- disse Chris, con un mezzo sorriso appena visibile. Strano visto che in biblioteca per poco non si mandavano all'ospedale.
-Ma come non vi odiate voi due?! -
-Fatti gli affari tuoi - Adrian, mi fece gelare il sangue con quella risposta, non me la sarei mai aspettata.
-Basta! - interruppe Arthur.
-Ha ragione Adrian, dobbiamo andare via-
-È come?! - il tono di Anni fu infastidito.
-Abbiamo le celle molto vicine, qualcuno fa da distrattore e gli altri le scippano le chiavi.
-Potremmo fare finta di stare male- mi venne in mente.
-Facciamo correre la guardia qui-
-perfetto-annuì Adrian.
Io e Anny fingemmo coniati di vomito tale te reali che per poco non rigurgitavamo sul serio.
-Stanno male, stanno male-Arthur ed i ragazzi cominciarono a urlare e sbattere contro le sbarre.
-Che succede!? - una guardia, un signore gracile e dall'aspetto severo, fece irruzione con le chiavi in mano.
Inutile dire che sia Adrian che Chris erano il doppio di lui in quanto altezza e muscoli.
Chris allora lo afferrò per la spalla costringendolo a sbattere contro le sbarre, Adrian lo prese per il collo mentre Arthur cercava di afferrargli le chiavi.
L'uomo senza fiato cominciò a dimenarsi
con forza ma nulla poté contro quei due.
Il poliziotto cadde per terra esausto e quasi privo di respiro.
I ragazzi aprirono le grate, fummo nuovamente liberi.
-Ci beccheranno- dissi
-No, ora scappiamo-
-Ragazzi, si, scappiamo e poi?, siamo in un carcere-
-Ma quale carcere questa è la cella della biblioteca-
Adran e Chris scoppiarono a ridere ed aprirono una porticina.
Uscimmo fuori, in effetti eravamo ancora nella biblioteca.
-questo è un vecchio riformatorio, ma quanti ricordi abbiamo qua- esordì Adrian.
Cominciammo a percorrere un lungo corridoio tra libri vecchi ed impolverati.
-possibile che non ci sia nessuno?! - chiesi in preda alla confusione.
-Se ci vedono all'entrata siamo morti- esordì Chris.
Durante il cammino, non riuscì a staccare gli occhi da Adrian, avevo la sensazione che mi fosse mancato, lui però non fece alcun cenno come a dire, si ti ho riconosciuta.
Nulla.
Arrivati all'entrata, notai dei poliziotti intenti a ridere mentre prendevano alcuni libri da terra.
-Facciamo finta di nulla magari non ci notano- esordì Anny.
Arthur cominciò a fischettare
-non in quel senso - lo guardò alzando un sopracciglio.
- Va bene, faremo finta di nulla, perfetto - dissi sussurrando.
Io e Chris afferrammo dei libri a caso, e ci avviammo verso l'uscita.
-Hey, voi!! - ci girammo tutti di scatto.
Ero in procinto di avere un infarto.
Una poliziotta paffuta, sembrava un bignè, ci fermò non appena arrivati sull'uscio del portone.
-Scappate- urlò Adrian.
Corremmo tutti dalle parti più svariate.
Vidi una fessura, una luce fioca uscì da essa,
Spinsi il più forte possibile.
Ero libera.
-Ragazzi da qui!! - mi seguirono.
Mi sembrava di avere le ali ai piedi, ero sospesa tra un salto e l'altro.
L'aria pungente e l'odore della terra bagnata, mi ricordarono i campi estivi che facevo quando ero ancora piccola ed innocente.
La luce dell'esterno ci rese cechi per un po'.
La poliziotta si lanciò al nostro inseguimento.
Corremmo per circa tre isolati,
Il bignè ambulante dopo il primo ci abbandonò.
Fu un istante
Mi resi conto che la pioggia era passata
Era bello
Ero libera
Mi voltai verso Anny, le sorrisi

La corsa cessò fino ad un parco, non lontano alla biblioteca.
Ci buttammo tutti sul prato
Bagnato
Fresco
Il contatto con la mia pelle mi regalò dolci brividi.
Urtai con il gomito contro qualcosa.
Era Adrian, si distese al mio fianco
Un sorriso gli illuminò il viso
-Cosa facciamo adesso?! - chiese Arthur, la sua montagna di riccioli parve prendere vita, come i suoi occhi, due laghi di cioccolato.
Alto e molto esile, accanto al corpo di Chris sembrava scomparire.
Anny prese il posto accanto a me, a gambe incrociate.
-Non lo so- rispose Adrian
Un telefono squillò
Chris estrasse dalla tasca un IPhone
Rispose
Mise in viva voce
- È mio padre-
La voce dell'uomo ruppe quella calma apparente
-Dove cazzo ti sei cacciato?!, mi ha chiamato la polizia, spero che tu no sia coinvolto in qualcosa altrimenti la luce del sole non la vedrai-
Il suo tono fu deciso e rude.
Chris bloccò il telefono con lo sguardo perso nel vuoto.
-io a casa non ci torno- concluse
-Io sto con te fratello- lo appoggiò Adrian
-Scappiamo? - chiesi sorpresa
-perché no! - disse Adrian
-io non vado da nessuna parte- rispose Anny
-abito solo con mia nonna, non posso andarmene -
-Dai vieni con noi, non avrà nulla da obiettare-
- la dovrei lasciare sola con mio fratello-
-si almeno ci sarà lui- rispose Chris.
-io dovrei andare a prescindere nella contea di Bay, a Callaway - disse Arthur - dovrei incontrare una persona.
-Io voglio partire- disse Adrian - al ritorno c'è la vedremo con i genitori-
Spostavo il capo da una parte all'altra.
Ero confusa, avevo una voglia pazzesca do andare con loro.
Ma sapevo di non potere.
I miei genitori sono i due avvocati più rinomati della contea di Polk
Educati all'antica
Severi fino all'ultimo mignolo del piede,
Mi avrebbero imprigionata e torturata tutta la vita.
-Io non posso- dissi, mi alzai all'impiedi, mi sarebbe piaciuto ma non potevo.
-perché Diane? -. Adrian mi prese per un braccio,
Abbampai
Resta, per noi
-Ma se neanche vi conosco! - esclamai liberandomi dalla sua stretta.
-Dai non staremo via al lungo, passiamo qualche settimana a fare le cose che abbiamo sempre desiderato, e poi torniamo-
- Si torniamo, ed i nostri genitori ci uccideranno-
-verranno  avvisati, lo diciamo e basta appena possiamo, andiamo a casa e ci prendiamo le cose-
-lo impedirebbero- dissi, mi sembravano tutti pazzi.
-Dai iii, Dianee- sospirò Anny.
Si dai facciamolo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top