L'assasino dietro la luna parte 1
20 maggio 1994:
"Anne prima o poi verrà il momento in cui dovremmo dire la verità a Harry." Robbin Styles era un uomo assai saggio e pratico, era sincero e considerava il mentire un offesa all'umanità, seppur lui stesso mentisse per sopravvivere, ma dopotutto cosa potevi fare in una città dove anche il solo respirare era considerato reato?
Raggiunse in silenzio la finestra e si posizionò davanti a essa con le mani incrociate davanti al petto. Le stelle quella notte brillavano, ma a Talkingwalls niente andava a bracetto alla gioia o alla spensieratezza. Per questo seppur la luna splesse quella sera Robin ne sentiva la malinconia ugualmente.
"Lo so...ma ti prego facciamolo quando sarà più grande, non voglio che porti un fardello così pesante fin da giovane età" rispose Anne. Il suo sguardo era puntato oltre la finestra, forse pure lei sentiva la malinconia della luna, forse la sentiva sulla propria pelle quella angoscia. Ma sentire la vita che aveva generato, giocare con i suoi lunghi capelli neri la convinse a sostenere che infondo la felicità poteva essere una cosa per tuti.
Robin non potè fare a meno di sorridere, era una strana sensazione sul suo viso, corpo e anima. "Harry diventerà un uomo forte."
Il bagliore della luna illuminava la sedia a dondolo dove era seduta Anne con il piccolo Harry. E mentre la donna continuava a cullare il figlio con gentilezza e amore, una bambina sui cinque anni circa, dalle limpide guance tinte da una leggere sfumatura di rosso e gli occhi grandi e furbi si affacciò alla porta con un sorriso raggiante sul volto. "Mamma? Posso tenere un pp' Harry?" Chiese la piccola con voce sottile e dolce.
"Gemma, Harry è pesante." Rispose Anne e non potè proprio fare a meno di sorridere, fece poi un cenno alla bambina di venire verso di lei e così fece.
Gemma accarezzò la piccola e fragile testa di Harry, con più cautela possibile, aveva terrore che si sarebbe potuto rompere, per questo lo trattò come un vaso di vetro.
Quando però si udì la risata di Harry, il cuore dei presenti si sciolse.
"Mamma?..." Domandò puntando i suoi occhi verdi verso la madre "Harry è speciale, vero?" Chiese sorridendo la bambina mentre la sua mano non aveva mai smesso di accarezzare la nuca del fratello.
"Speciale" ripetè in un sussurrò la donna, avrebbe potuto pensare di associare una quantità esorbitante di agettivi a Harry, ma in prima linea ci sarebbe sempre stata "speciale".
"Sono orgogliosa di avere Harry come fratello" annunciò in conclusione la bambina.
"Anche noi siamo orgogliosi di avere voi due come figli" risposero Anne e Robbin assieme con gli occhi che si stavano inumidendo di felicità.
Una volta che Gemma fu uscita definitivamente dalla stanza per ritornare a dormire, Robbin puntò gli occhi verso Harry. "Anne tu sai più di me che dovrà essere essere Gemma a raccontare a Harry, che è un sensitivo." La donna si morse le labbra, lo sapeva perfettamente come sapeva che entrambi non avrebbero vissuto abbastanza per vedere Harry diventare un adulto "lo so lo so" sospirò prima di buttarsi sull'appogia schiena chiudendo gli occhi.
18 aprile 2012
Harry aveva le mani ricoperte di sangue, ma non era il suo. era quello dei suoi genitori. i loro corpi giacevano a terra morti mano nella mano un segno d'amore, avevano vissuto la loro vita assieme e lo avrebbero continuato a fare pure nell'aldilà.
Il ragazzo si guardò in torno agitato, era rimasto solo non c'era più nessuno. I suoi occhi erano colmi di traumi e pian piano le sue guance stavano diventando sempre più rosse e bagnate, una parte di lui se ne era andata via con i suoi genitori.
Aveva bisogno di un po'di supporto da parte di qualcuno, qualcuno che sapeva non essere il suo fidanzato Xander. Sapeva di avere il bisogno di sua sorella, l'unica al di fuori dei suoi genitori che c'era sempre stata e che Harry sapeva non lo avrebbe mai abbandonato.
Non aveva idea di dove fosse, sapeva che mentre era rimasto lì nascosto dietro a un cespuglio a vedere i suoi genitori morire per mano di uno dei seguici del presidente, lei era riuscita a irrompere nell'edificio più alto di Talkingwalls dove, colui che stava a capo di tutto questo inferno teneva dati e cartelle di ogni abitante con pure il numero preciso per disattivare il famoso codice, quello che teneva prigionieri li abitanti di Talkingwalls, da lì in poi non l'aveva più vista.
Per un momento l'ansia di aver perso pure lei colpì la mente di Harry ma svanì subito quando la rivide uscire furtivamente da quel imponente edificio, aveva qualche ferita e si teneva il fianco destro con la mano ma stava comunque bene
"Harry" annunciò la ragazza correndo verso suo fratello "sono riuscita a trovare i nostri codici, possiamo fuggire" disse Gemma con il sorriso stampato sulle labbra mente teneva le mani appoggiate sopra le spalle di Harry.
"Gemma io non voglio andarmene" affermò Harry abbassando la testa per evitare lo sguardo deluso che sua sorella gli stava riservando
"abbiamo l'opportunità di continuare a vivere la nostra vita felici e sereni e tu la vuoi sprecare?" Gemma allontanò le mani dalle spalle di Harry
"Qui c'è una parte del mio passato, c'è Xander" Gemma si mise a ridere nel sentire quel nome "vuoi dirmi il tuo fidanzato che non pensa neanche minimamente a te?" chiese in modo retorico la ragazza
"Harry, non ti ama" affermò porgendosi in avanti verso il viso del ragazzo "la vostra relazione ha un unico senso" continuò poi Gemma
"sta zitta" Harry si coprì con le mani le orecchie "stai mentendo" affermò mentre il suo tono iniziava ad alterarsi
"d'accordo Harry fai come vuoi, ma quando te ne pentirai non venire a cercarmi" la ragazza si allontanò dalla vista di Harry senza neanche degnarlo di un saluto prima di sparire del tutto.
ed Harry sapeva che la vita a Talkingwalls sarebbe stata difficile senza Gemma.
3 anni dopo:
Harry:
Harry continuò a lasciare baci leggeri sul collo del suo ragazzo, aggrappandosi a lui e lasciando vagare le mani sul suo corpo.
"Sempre la solita storia, non ci divertiamo mai come si deve" disse Xander spostandosi per mettere fine alle attenzioni che Harry stava dando al suo collo.
"Potremo farlo oggi..." un sorriso sornione comparve sulla bocca di Harry "perché no?" Disse prima di portare le mani sul bottone dei pantaloni del ragazzo e iniziare a sbottonarglieli, continuando comunque a non interrompere mai il loro contatto, avvicinando le labbra e facendo vagare la lingua all'interno della bocca del suo ragazzo.
Appena i pantaloni di Xander furono calati abbastanza per scoprire la reazione rossa e dolorante, Harry si inchinò per leccargliela per tutta la lunghezza, prima di inglobarlo del tutto cominciando a pompare su e giù a ritmo alterne, il ragazzo sapeva perfettamente come far godere il suo fidanzato, dopotutto era da un po' di anni ormai che stavano assieme.
Iniziò dapprima con spinte lente ma appena la mano di Xander afferrò i suo ricci dettando movimento Harry iniziò ad andare sempre più veloce fino a quando la sua bocca non venne inondata dal seme del suo ragazzo.
"Ingoialo" ordinò xander e Harry lo fece.
Harry sentiva che aveva bisogno di provare pure lui piacere, alzò la testa dal suo lavoro appena compiuto guardando con occhi supplicanti il suo ragazzo.
Xander non fece nulla, Harry sapeva che doveva togliersi lui i pantaloni da solo.
"Distenditi" disse con tono fermo Xander indicando il suo letto.
Harry si distese sul letto con le gambe pronte per il suo ragazzo.
"Sei la mia puttanata vero?" Harry annuì facendo così muovere i suoi ricci.
"Ti prego..." disse con tono supplicante mentre il suo membro diventava sempre più rosso e gonfio.
Gli angoli della bocca di xander si incurvarono formando un leggero sorriso prima di prendere da un cassetto un preservativo e avvolgerlo sul suo pene.
Xander aprì ancora di più l'apertura del ragazzo iniziando a far penetrare il suo membro.
"Ah" iniziò a gemere Harry aggrappando le unghie al materasso del letto, una lacrima scese per il suo volto, era da un po' che xander aveva deciso che Harry poteva fare sesso anche senza preparazioni ma il ragazzo lo trovavo lo stesso molto doloroso.
Le spinte che xander stava dando diventarono sempre più forti
"Vieni per me" disse e Harry lo fece, venne copiosamente proprio sul suo stesso letto, sporcando il lenzuolo azzurro.
I corpi nudi dei due ragazzi erano distesi a pancia a l'aria uno di fianco a l'altro, harry era sfinito, sentiva di avere il bisogno solo di chiudere gli occhi ma una voce insistente lo costrinse ad alzarsi, era la prima volta che la sentiva ed era veramente fastidiosa, non riusciva a ignorarla.
"Amore...dove vai?" Chiese Xander alzando il sopracciglio, ma Harry sembrava non ascoltarlo, si alzò dal letto portando con sé il lenzuolo che stava avvolgendo il suo corpo.
Il ragazzo non aveva decisamente idea di cosa stesse facendo, era in uno stato di trance, ma la sua mente continuava a seguire gli ordini che quella voce così fastidiosa gli stava dettando.
Fin quando finalmente non si svegliò scoprendo così che si trovava all'interno del bosco di Talkingwalls.
"Ma che cazzo?" il ragazzo iniziò a camminare calpestando le foglie che erano cadute sul terreno, abbassò lo sguardo notando che erano i piedi del tutto nudi a toccare il terreno.
"Merda che ci faccio nudo per il bosco?" disse tra sè e sè Harry continuando a camminare fin quando non si fermò davanti a una quercia e semplicemente iniziò a urlare, un urlo straziante un urlo che si sarebbe potuto sentire anche a kilometri e kilometri di distanza.
Quando quel suono cessò, Harry cadde per terra allontanandosi da quello che stava vedendo.
Una ragazza, probabilmente della sua stessa età, morta con gli occhi spalancati appesa a un albero con corde di raso che la legavano a esso lasciandole il segno dovunque ma, in special modo sul collo.
Sul tronco dell'albero alla quale era stata legata la ragazza una parola era stata incisa, virgines.
Restò immobile ancora per terra con gli occhi spalancati a guardare quel cadavere fin quando non fu colpito da una luce accecante di un gruppo di torce che erano state puntate tutte, contemporaneamente, verso di lui.
"Abbiamo sentito un urlo..." Harry riuscì finalmente a vedere chi pochi istanti prima lo stava accecando.
Un gruppo di agenti erano davanti di lui e uno dai capelli biondi con in mano una fotocamera si girò verso quello che aveva tutta l'aria d' essere il capo.
"È nudo...?" Disse cercando di abbassare la voce per non farsi sentire dal ricciolino.
"Liam che aspetti portagli una coperta"
"Subito Louis" l'agente, Liam, prese una coperta da uno zaino e la avvolse attorno al corpo nudo e gelato di Harry.
"In realtà avevo un lenzuolo prima, ma credo mi sia caduto..." disse Harry al quanto scosso, mentre Liam gli porgeva un sorriso sincero cercando di rassicurarlo.
Louis:
Erano anni ormai che Louis faceva quel lavoro, non era mai stato un problema per lui trovarsi davanti a un cadavere.
Ma il corpo che si stava trovando davanti in quel preciso istante era in condizioni davvero raccapriccianti e non aveva idea di come quel ragazzo avvolto in un lenzuolo semitrasparente fosse riuscito a trovare quel corpo.
Si avvicinò verso il cadavere seguito da analisti e agenti della scientifica, scrutò il corpo cercando di rinvenire qualcosa ma sapeva che quello non era il suo lavoro.
Si girò verso un ragazzo non molto più alto di lui, dai capelli biondi della stessa lucentezza dell'oro e dagli occhi azzurri colmi di vivacità, che si era appena infilato dei guanti in lattice
"Niall" lo chiamò Louis facendogli cenno di avvicinarsi.
"Louis, sai che non voglio darti informazioni prima di fare le autopsie... ma guarda qua" Niall indicò una scritta incisa sul tronco dell'albero dove ancora colava il sangue ormai quasi secco della vittima.
"Vergini...come l'ultimo cadavere che abbiamo trovato" disse afflitto Niall.
Louis tomlinson era sicuramente conosciuto per il suo gran sangue freddo, ma era difficile non impressionarsi a una vista del genere.
"Quindi dobbiamo pensare che gli omicidi siano collegati..." disse Louis prima di dirigersi verso il ragazzo che aveva spinto lui e i suoi colleghi fino a lì, o meglio l'urlo di quel ragazzo.
"Non so come ho fatto a trovarlo..." disse il ragazzo dagli occhi verdi, come due smeraldi frettolosamente ancora scosso .
"Okay, tranquillo come ti chiami?" La voce di Louis era tranquilla, voleva trasmettere più serenità possibile.
"Harry..." rispose debolmente mentre spostava lo sguardo dal cadavere.
"Io sono Louis, capisco che sei scosso ma mi devi dire cosa ci facevi qui..." il tono dell' agente trasmetteva serenità e ben presto Harry iniziò a calmarsi (più o meno).
"Non so come ci sono finito qui, lo giuro" Harry iniziò a scuotere la testa freneticamente prima che Louis potesse appoggiare le sue mani sulle spalle del ragazzo per tranquillizzarlo.
"Okay, tranquillo va tutto bene non importa" Louis tolse le mani dalle spalle di Harry e ritornò verso Niall.
"Ascoltami, ho bisogno al più presto delle analisi dell'autopsia" il biondo annuì.
"Liam, potresti accompagnare Harry a casa?" Liam raggiunse il ragazzo dai capelli ricci prima di fargli cenno di seguirlo verso la sua macchina.
"I segni sono sempre gli stessi vero?" Domandò Louis tenendo gli occhi ancora puntati sul cadavere che era stato appena portato giù da quell'albero.
"Si sono gli stessi..." confermò Niall.
Una cosa che Louis non sopportava era non trovare subito il colpevole, nessuno era mai sfuggito all'agente Tomlinson, era sempre riuscito a trovare tutti subito, ma l'assassino che gironzolava per le strade di Talkingwalls facendo palesemente sacrifici umani, stava creando decisamente non pochi problemi a Louis.
"Lucas" lo chiamò Louis avvicinandosi a lo stesso ragazzo che aveva slegato i nodi che legavano il cadavere all'albero.
"Sai dirmi chi era la ragazza?" Louis puntò gli occhi verso il corpo che ormai era stato inserito all'interno di un sacco.
"Serena Hill" rispose "24 anni, non so dirti altro però".
"Grazie comunque Lucas" disse Louis mentre il volto della ragazza veniva coperto prima di essere portato definitivamente via dalla sua vista.
Louis si passò le mani tra i capelli portandogli all'indietro, non sapeva più che fare era ormai il secondo cadavere che trovavano nella stesse condizioni, nel giro di pochissimo tempo era necessario riuscire a trovare l'assassino, non potevano morire altre vite innocenti.
Niall si avvicinò verso Louis appoggiandogli la mano sulla spalla "riusciremo a trovarlo" cercò di rassicurarlo Niall, Louis si girò guardando negli occhi il biondo.
"Si, ce la dobbiamo fare" l'unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento era la speranza e Louis c'è ne aveva fin troppa.
"Louis...credi sia necessario interrogare quel ragazzo, Harry?" Chiese Niall.
"Non credo, riesco a capire se una persona mente e lui non lo stava facendo, non sapeva sul serio per quale motivo fosse qui..."
E Sicuramente un nuovo enigma da scoprire era, 'che cosa era Harry...?' perché si. louis sapeva che quel ragazzo doveva essere Sicuramente qualcosa, louis aveva intuito che Harry doveva avere delle doti, doti che molto probabilmente avrebbero aiutato a trovare l'assassino, che sarebbero serviti a prevenire morti.
"Louis" un ragazzo con in mano un fascicolo corse verso louis
"Ethan" lo chiamò Louis in risposta.
"La ragazza, morta, aveva una sorella più grande"
"Dobbiamo andare a interrogarla, magari lei saprà dirci qualcosa, dove abita?" Chiese Louis.
"Appartamento numero 16, stanza 130" rispose ethan.
Gli appartamenti a Talkingwalls erano stati tutti numerati e c'è ne erano 20 in tutto, il ragazzo sapeva bene di quale condominio ethan stesse parlando.
Sicuramente con il venire degli anni un agente si poteva abituare a dare brutte notizie, ma Louis non era sicuramente tra quelli. Poteva essere l'agente con più sangue freddo di tutti ma avvertire una ragazza di appena 26 anni che sua sorella minore era morta, quello gli aveva sempre creato un nodo alla gola. e sicuramente la cosa più triste era quella di vedere i parenti del morto in uno stato di depressione totale prima di soccombere a un pianto, accompagnato da urli strazianti.
La ragazza davanti a Louis non cessava di piangere "non può essere morta" disse a fatica mentre i singhiozzi che uscivano dalla sua bocca coprivano le sue parole.
Louis non disse nulla, sapeva come funzionava e la prima fase da superare era sempre quella della negazione, quella ragazza stava negando che sua sorella fosse morta, ma lo faceva solo perché aveva paura che se avesse ammesso ad alta voce poi quelle parole si sarebbero mutate in realtà, pure nella sua mente.
"Okay, lo so che è difficile da mandare giù e lo capisco che tu sia ancora scossa, ma è importante che tu mi dica perché tua sorella si trovava nel bosco qua vicino" louis sospirò "se mi aiuti potremmo salvare altre vite innocenti".
La ragazza finalmente smise di singhiozzare e fece un profondo respiro cercando di darsi una calmata.
"Non era andata nel bosco, quattro giorni fa mi aveva detto che andava dal suo fidanzato a dormire da lui..." Louis annuì in modo serio facendo notare che stava ascoltando ogni parola che quella ragazza gli stava dicendo.
"Era la sua prima volta vero?" Chiese Louis.
"Si..." rispose "era da settimane che mi diceva che lei e il suo ragazzo avrebbero dovuto farlo, che sarebbe stata una prima volta fantastica" la ragazza abbassò la testa afflitta.
Ed era proprio questo quello che Louis aveva bisogno di sentire, ovviamente le scritte che avevano trovato incise su tutti e due i tronchi degli alberi non erano state messe a caso, chiunque avesse iniziato a praticare sacrifici umani aveva iniziato proprio dai vergini e il prossimo a morire sarebbe stato proprio un altro di loro.
Il ragazzo sospirò appoggiando la testa tra le mani, era impossibile sapere chi sarebbe stato il prossimo a morire, non si poteva certo nascondere tutti i vergini della città.
"Agente...?" Louis venne riportato alla realtà dalla ragazza seduta davanti di lui.
"Sei stata di grande aiuto, grazie mille e mi dispiace..." disse prima di alzarsi dalla sedia per uscire dall'appartamento.
Louis doveva a tutti i costi riuscire a scovare quel assassino e per farlo gli sarebbe servito un grande aiuto, era la prima volta in tutta la sua carriera da agente che Louis si ripeteva che non sarebbe arrivato da nessuna parte da solo.
sfilò dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette e ne accese una iniziando a fumarsela mentre era ancora avvolto nei suoi pensieri, una volta fatto l'ultimo tiro buttò per terra il mozzicone calpestandolo con la suola della scarpa.
Continuò a camminare con gli occhiali da sole appoggiati sul naso, non aveva idea di dove stesse andando e in realtà neanche gli interessava più di tanto, ma in quel preciso istante aveva solo bisogno di prendere un po' d'aria.
Louis sentiva gli occhi di sguardi indiscreti che lo guardavano mentre camminava calpestando le foglie secche, occhi di persone ormai morte. quando fu davanti a l'albero che quella stessa mattina lui e i suoi colleghi avevano rinvenuto il cadavere di quella giovane ragazza, (grazie all'aiuto di harry) si avvicinò per cercare di trovare dettagli che magari erano stati tralasciati.
Qualcosa colpì subito la sua attenzione, il perimetro dell'albero era stato tracciato da una sorte di polvere da sparo, sembrava essere stata messa lì apposta per non far entrare nessuno, una sorte di barriera.
Louis provò a oltrepassare quella polvere notando che effettivamente ci riusciva senza alcun problema si domandò quindi a cosa servisse, chi dovesse allontanare o se sarebbe servita per allontanare qualcuno.
Louis si abbassò sulle ginocchia e mise all'interno di un sacchetto un po' di quella polvere, e sapeva che l'unico che avrebbe potuto dirgli che cosa fosse era un suo vecchio amico.
Ben era un vecchio amico di data per Louis, si conoscevano da quando il ragazzo era diventato un agente, Ben era decisamente più vecchio di Louis, per questo trattava il ragazzo come un figlio.
Louis portò il dito indice verso il campanello per suonarlo aspettando che qualcuno aprisse la porta.
"Louis, hey entra" disse Ben entusiasta spostandosi per far entrare Louis.
Il ragazzo si tolse gli occhiali da sole "Ben, mi dispiace di essere venuto qui senza preavviso ma ecco..." Louis prese dalla tasca del giubbotto il sacchetto contenente la famosa polverina e la appoggiò sul tavolo.
"Sai dirmi che cos'è?" Chiese con tono fermo.
"Si...è il praesidium veniva usato dagli antichi per proteggere il corpo da donare agli idei senza che nessuno potesse avvicinarsi mentre avveniva il sacrificio, anche se solo per un determinato tipo di persone questa polvere risulta velenosa" Ben guardò dritto negli occhi Louis "e sono le banshee o al maschile farshee".
"E cosa sono esattamente?" Chiese Louis.
"Per lo più sensitivi, riescono a scovare e a parlare con i morti ma la maggior parte delle loro azioni sono dettate da delle voci persistenti che gli occupano la mente" rispose ben alzandosi per raggiungere la biblioteca in parte.
"Ecco..." disse indicando una pagina dal titolo "il bestiario "molti di queste creature sono inventate ma le banshee o farshee è l'unica persona che sappiamo esistere veramente.
"Ma oltre a scovare i morti posso pure provare a trovare qualcuno che sta per morire?" Chiese Louis.
"Si ma ci vuole molto impegno" affermò Ben chiudendo il libro e infilandolo nelle fessura vuota di quella libreria.
Qualcosa faceva pensare a Louis che Harry non fosse un semplice sensitivo.
Harry:
Liam aveva appena accompagnato Harry a casa, il ragazzo si sentiva ancora scosso e i suoi occhi riuscivano a vedere solo il corpo di quella ragazza. non riusciva a capire cosa lo avesse spinto a raggiungere il bosco, non sapeva perché il suo subconscio lo avesse spinto proprio ai piedi di quella quercia e mentre scendeva da quel auto blu metallico si continuò a chiedere se non fosse sul serio pazzo.
"Grazie mille..."
"Liam sono liam" disse mentre abbassava il finestrino per salutare il riccio, prima di fare retro marcia e ritornare probabilmente a casa sua.
Harry bussò alla porta aspettando che Xander gli aprisse, sperava vivamente fosse restato lì ad aspettarlo visto che non aveva sicuramente le chiavi.
Per gioia di Harry il suo fidanzato era rimasto lì a casa sua e ora era venuto ad aprirgli la porta mentre lo scrutava da testa a piedi prima di spostarsi per farlo entrare.
"Dove cazzo sei stato?" Chiese con tono fermo il ragazzo.
"Non lo so..." rispose titubante Harry.
"Sei uscito nudo!" Affermò xander alzando il tono della voce
"Senti non lo so perché l'ho fatto" disse Harry rispondendo con lo stesso tono di voce che stava usando il suo ragazzo.
"Sei pazzo ecco e io non voglio che in giro si venga a scoprire che sono fidanzato con un pazzo" disse xander infilandosi il giubbotto.
"Vuoi dirmi che ci stiamo per lasciare?" Chiese Harry.
"Si" confermò il ragazzo uscendo definitivamente dalla casa.
Una volta che la porta venne definitivamente chiusa Harry cadde sulle ginocchia iniziando a piangere, xander non poteva averlo lasciato erano riusciti a superare tutto. e ora veniva visto come un pazzo, qualcuno da rinchiudere in un manicomio dal suo stesso ragazzo o meglio ex ragazzo.
Le lacrime continuavano a rigare le sue guance rendendole rosse mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime o meglio di parole non urlate.
Non riusciva ad alzarsi non ne aveva le forze, rimase lì seduto continuando a piangere ancora un po'.
Erano molte le cose che la vita riusciva a donarti e molte altre che riusciva a togliertele, ma Harry sicuramente non voleva starsene seduto per terra a deprimersi per una relazione ormai terminata, non poteva stare seduto a non fare niente mentre molto probabilmente altri ragazzi stavano per essere uccisi.
Si asciugò gli occhi con la mano prima di alzarsi da per terra e prendere un quaderno pieno di pagine bianche.
Non sapeva perché lo stesse facendo, ma tutta via si voleva fidare di se stesso almeno per una volta, iniziò a tracciare linee che viste così non avevano nessun senso ma per Harry si.
Quando appoggiò la penna sul tavolo notò che aveva scritto molte frasi o meglio, la stessa frase ripetuta diverse volte fino a ricoprire l'intera pagina.
"Lì, dove le radici rinascono dal sacrificio di un guerriero valoroso" lesse ad alta voce, non aveva senso pensò, doveva essere una frase che aveva letto sicuramente in qualche libro o sentito in qualche film.
E mentre saliva al piano di sopra per andare a dormire si chiedeva se xander avesse avuto ragione, se non fosse stato sul serio un pazzo, un psicopatico.
Solitamente quando si chiude gli occhi per dormire si entra in un mondo migliore ma quella notte i sogni di Harry erano occupati da quel cadavere.
"Harry, sono serena ti prego salvami" disse la ragazza legata alla quercia mentre il suo corpo veniva ricoperto dal suo stesso sangue.
"Non so come aiutarti..." disse con tono disperato Harry iniziando ad andare in panico.
"Tu puoi, puoi salvarmi e puoi provare a salvare altri" disse la ragazza prima di fare il suo ultimo respiro buttando giù la testa.
"NO,NON POSSO" Harry si svegliò tutto sudato, il letto era del tutto disfatto "non posso aiutare nessuno" Continuò a ripetersi tra sè e sè.
Non avrebbe potuto, ma voleva farlo, voleva cercare di aiutare di dare tutto se stesso per cercare di salvare vite innocenti
E chiunque cosa lui fosse, un pazzo o un sensitivo avrebbe aiutato lo avrebbe fatto pure per i suoi genitori che erano stati uccisi mentre lottavano per salvare la vita del loro figlio, che avevano sacrificato la loro vita per Harry.
Louis:
Louis si era svegliato decisamente presto quella mattina, non era mai stato uno che dormiva tanto, ma in quel ultimo periodo aveva ridotto di molto le sue ore di sonno.
Stava aspettando Liam appoggiato sul cruscotto del auto con gli occhiali da sole appoggiati sul naso mentre sfregava le mani sulle sue braccia per darsi un po' di calore, dato il freddo autunnale.
Louis guardò l'orologio da polso, Liam era in ritardo molto probabilmente aveva ben pensato di rimandare la sveglia alzandosi tardi.
"Hey scusa per il ritardo" disse con il fiatone Liam mente si teneva la mano sul petto.
"Non fa nulla" lo fermò Louis
"Ma come mai siamo qui alle prime luci dell'alba?" Chiese Liam una volta che i suoi respiri si furono regolati, sbadigliando.
"Ho bisogno di parlare con il ragazzo di ieri e tu sai dove abita" rispose Louis.
"Non credi sia una scelta un po' azzardata andare a casa sua? Era molto intento ad aiutarci se lo vorrà fare molto probabilmente verrà lui da noi" disse Liam con tono calmo.
Louis odiava dare ragione a Liam ma andare a casa di quel ragazzo senza preavviso e magari incutendoli pure timore non sarebbe servito a niente.
Sicuramente Louis era fin troppo orgoglioso e non lo avrebbe mai ammesso, ma liam lo sapeva, per questo non disse nulla appena Louis cambiò discorso.
"Niall ti ha detto qualcosa sul corpo" chiese Louis.
"No...o meglio niente di nuovo, che non abbiamo già trovato nello scorso cadavere" rispose Liam afflitto.
"Devo mostrarti comunque una cosa, vieni" disse Louis.
"Va-va bene" disse liam seguendo Louis che aveva già iniziato a camminare.
Arrivarono davanti i piedi dello stesso albero, Liam si pietrificò per un secondo allontanandosi.
"Guarda..." disse Louis abbassandosi sulle ginocchia, indicando la polvere che ancora, anche se debolmente sembrava voler proteggere quel albero.
"Cosa è?" Chiese Liam
"Si chiama praesidium, serve per allontanare le banshee o farshee al maschile" rispose Louis con gli occhi ancora fermi a guardare il suolo.
"I che cosa?" Chiese liam alzando il sopracciglio.
"Si possono catalogare come sensitivi..., solitamente riescono a parlare e trovare i morti..." rispose, e sapeva perfettamente cosa stava per dire Liam.
"È tipo Harry..." disse una volta che Louis si fu girato completamente per guardalo negli occhi.
"Si tipo Harry" affermò Louis mentre si puliva i pantaloni dalla terra.
Liam restò per un istante immobile, fu Louis a riportarlo alla realtà
schioccando le dita.
"A cosa stai pensando?" chiese Louis.
Liam scosse la testa "ecco...se Harry è un farshee..." Louis annuì "allora perché è riuscito ad arrivare qui senza farsi nulla?" Chiese.
"Non lo so..." Louis andò dietro al albero e notò che il perimetro non era stato tracciato del tutto, non formava un cerchio ma un semi cerchio.
"Liam" lo chiamò Louis
"Guarda sembra che qualcuno abbia come rotto il cerchio" disse indicando il punto dove mancava il praesidium
"Sembra come che qualcuno volesse che Harry entrasse, qualcuno sa che cosa è Harry" disse Louis ritornando a guardare liam.
Qualcuno sapeva cosa fosse Harry, ma Harry no...Louis era certo che il ragazzo non avesse idea di cosa fosse e molto probabilmente era a casa traumatizzato dandosi del pazzo.
Il ragazzo si incamminò per raggiungere la sua macchina seguito da Liam.
"Dove stiamo andando?" Chiese liam.
"Mi devi portare da Harry" rispose Louis con tono fermo e Liam non osò controbattere.
Louis fermò lo sguardo davanti a una porta, probabilmente in legno dipinta di un bianco panna, non sapeva come comportarsi doveva bussare alla porta o suonare il campanello? Capiva che bussando alla porta avrebbe potuto solo sembrare uno sbirro o robe del genere quindi appoggiò il dito al campanello e lo suonò.
Liam gli sorrise Non aveva bisogno sicuramente dell'incoraggiamento del ragazzo ma era stato lui ad accompagnarlo quindi ricambio.
Fu ovviamente Harry ad aprire la porta, indossava una felpa che gli arrivava fino a metà coscia lasciando così le sue gambe così lisce semi scoperte.
Louis stacco le labbra scrutando ogni centimetro del suo corpo.
"Ciao..." disse un po' titubante Harry ma comunque spostandosi per far entrare i due agenti.
Liam fu il primo a salutare Harry e Louis non poté fare a meno di notare che c'era già una certa affinità tra i due.
I due vennero accompagnati dal riccio in cucina dove si accomodarono davanti a un tavolo non molto lungo.
"Prima che possiate dire qualunque cosa devo mostrarvi una cosa" disse Harry alzandosi dalla sedia per prendere un quaderno prima di iniziare a sfogliarlo fino ad arrivare a l'unica pagina occupata.
"Lì, dove le radici rinascono dal sacrificio di un guerriero valoroso?" Louis guardò negli occhi Harry una volta che ebbe smesso di leggere quella frase.
"Non ho idea di cosa possa significare, ma mi sono semplicemente fidato di me stesso" louis guardò liam annuendo, Harry meritava di saperlo.
a Talkingwalls erano sempre successe cose fuori dal normale ma Harry sembrava come non esserne a conoscenza.
"Cosa c'è?" Chiese Harry notando che i due agenti si stavano ancora guardando.
Louis cedette, staccò lo sguardo dagli occhi di liam che lo stavano supplicando di non dire nulla al ragazzo, fece un respiro profondo, il suo sguardo era serio doveva far si che Harry gli credesse.
"Le voci che senti nella tua testa in momenti precisi, non ti rendono pazzo...non sei pazzo tu sei un farshee" harry spalancò gli occhi aprendo leggermente la bocca ma la chiuse subito.
"Cosa sono?" Chiese Harry
Louis guardò Liam che lo stava ancora implorando di non continuare a parlare, molto probabilmente il ragazzo pensava che Harry non era pronta a sapere, e in effetti non aveva tutti i torti, un ragazzo di appena ventidue anni o comunque giù di lì era ancora troppo piccolo per mantenere sulle spalle un fardello così pesante...
Ma doveva saperlo, non poteva restare allo scuro, soprattutto ora che ormai Louis le lo aveva detto.
"Sei una sorte di sensitivo, puoi scovare i morti ma puoi anche trovare persone che stanno per morire..." Continuò louis mentre Harry ricominciava a staccare le labbra.
Louis capiva che aveva dovuto ricorrere a una verità brutale, ora come ora non poteva sapere come l'avrebbe presa Harry, restò fermo a fissarlo aspettando una qualunque reazione.
"Voglio aiutarvi" disse semplicemente e Liam e Louis si guardarono immediatamente.
"Se è vero quello che state dicendo potrei aiutare o almeno cercare" Continuò Harry mantenendo un tono fermo mentre si spostava di lato i capelli.
Louis non potè fare altro che scoppiare di gioia internamente per quella affermazione ma mantenne comunque un aria fredda.
Ci pensò liam a mostrare tutta la sua enfasi "Harry, davvero grazie mille" disse sorridendo.
Dopo tanto tempo Louis fece un sospiro di sollievo, sapeva che con l'aiuto di Harry sarebbe stato più facile risolvere il caso.
"Ti aspettiamo domani in centrale" disse Louis al ragazzo prima di uscire da quella casa seguito da liam.
Harry:
Harry fermò lo sguardo davanti a una imponente porta, prima di abbassare la maniglia ed entrare in una stanza occupata da attrezzi, armi e diversi fascicoli che occupavano tre tavoli.
Sembrava non esserci nessuno in quella stanza fin quando non si scontrò contro qualcuno.
"Oh scusa" disse Harry alzando la testa per vedere contro chi fosse andato addosso.
"Tranquillo non fa nulla" Harry lo riconobbe subito, in piedi davanti di lui con un sorriso affabile sul volto, un ragazzo dai lucenti capelli biondi (probabilmente tinti) stava continuando a scuotere la testa come nulla fosse successo. I suoi grandi occhi azzurri erano di un semplicissimo azzurro capace però di racchiudere al suo interno l'intero cielo.
Per di più quel colore calzava a pennello con la sua pelle chiara e limpida, colorata solo da delle leggere sfumature di rosso che tingevano le sue guance.
"Cosa ci fai qui?" Chiesero le sue labbra fine dipinte di un colorito sul rosso
"Voglio aiutarvi" rispose semplicemente Harry scrutando con gli occhi ogni centimetro di quella stanza immensamente grande.
Niall stava per aprire bocca, forse nel tanto di controbattere oppure di congratularsi ma si fermò appena vide che qualcuno stava aprendo la porta.
Fu Louis ad entrare seguito da Liam "hey, Harry non pensavo di vederti già qui" disse Louis appena vide il ragazzo.
Harry si avvicinò verso Louis in maniera lenta come un felino che sta per catturare la sua preda, e quando fu abbastanza vicino per guardarlo dritto negli occhi si girò verso Niall per poi ritornare a guardare quel azzurro ghiaccio che era riuscito fin da subito ad attrarlo.
"Ho detto che vi avrei aiutato" annunciò sorridendo mentre Liam annuiva entusiasta.
"Bene, ma prima di iniziare dobbiamo aspettare una persona" disse Louis.
Nessuno aveva idea di chi fosse. per quel poco che Harry aveva visto di Louis aveva notato che era un tipo davvero molto riservato quindi si sedette su una delle tante poltrone color blu e aspettò che arrivasse chi doveva arrivare.
Era ormai da un ora che stavano aspettando ma nessuno era entrato, Niall e harry iniziavano a sentirsi le palpebre pesanti "vado a prendere qualcosa da mangiare" disse Niall alzandosi dalla poltrona, dove era precedentemente stiracchiato.
"Okay ecco qui, patatine per te Liam una bella birra per te Louis e per te Harry delle caramelle" Harry si mise a ridere mentre Niall li porgeva quella sacchetto di caramelle ma apprezzò il gesto.
Harry stava per togliere l'involucro di una caramello ma si fermò quando vide che qualcuno stava abbassando la maniglia della porta, ad entrare fu un uomo sulla quarantina con capelli di un nero corvino tirati all'indietro da della lacca.
"Scusate il ritardo, ho trovato traffico" disse l'uomo togliendosi il giubbotto prima di appenderlo sull'attaccapanni.
Louis fu il primo ad alzarsi per salutare quel signore.
"Ragazzi lui è Ben, ci servirà un suo aiuto" disse mentre guardava i suoi compagni uno a uno.
Ben si avvicinò verso il tre ragazzi e si presentò con ciascuno.
"Allora...io direi di iniziare" affermò Louis facendo cenno a Niall e agli altri di seguirlo davanti a un tavolo decisamente molto lungo.
Louis si fece passare una carta dove erano state stampate tutte le strade, (ma non solo) di talkingwalls e la srotolò sul tavolo indicando poi un puntò ben preciso.
"Ascoltatemi" disse alzando la voce "sappiamo che le vittime che abbiamo rinvenuto non sono mai morte esattamente dove le abbiamo trovate..." Liam annuì
"Il nostro obbiettivo principale per ora e scoprire il posto esatto dove l'assassino le uccide" proseguì Louis con gli occhi attenti di Liam Niall Harry e Ben che lo guardavano.
"Cosa ne dici di questo?" Harry indicò un punto preciso su quella mappa che stava ricoprendo l'intera tavola.
"Il cavò?" Chiese Niall guardando Harry.
"Perché no? Ormai tutti sanno che è inutilizzato, nessuno ci va mai" disse in risposta Harry guardando negli occhi tutti uno a uno.
Nessuno disse nulla, ci furono quei cinque minuti dove nessuno parlò cinque minuti che però a Harry sembrarono un eternità.
"Credo che Harry abbia ragione..." affermò Ben dando man forte a Harry.
"Pensateci, non esiste posto migliore per uccidere una persona se no che in un posto inutilizzato" Ben appoggiò le mani sul tavolo "io propongo di andare a controllare già sta sera".
"Non lo so mi sembra una scelta pessima andare di notte in quel posto, è come se ci volessimo offrire" disse Liam in risposta.
In tutto ciò Louis non aveva ancora aperto bocca e Harry si domandava cosa mai stesse pensando, che pensieri lo stavano coinvolgendo così tanto.
"Ragazzi, Ben ha ragione...andremmo sta sera" disse Louis e tutti annuirono senza dire nulla, perché si un'altra cosa che Harry aveva potuto capire da quel pochissimo che conosceva Louis era che non si poteva contraddirlo, o che era comunque difficile.
Louis:
La notte era un ottima amica e Louis ci stava sperando con tutto il cuore, si stava fidando dei suoi colleghi e si sarebbe scoperto solo più avanti se questa era davvero la decisione giusta da prendere.
Era decisamente una scelta azzardata andare di notte in un cavò a cercare di incastrare l'assassino senza nessuna preparazione alle spalle, ma Louis se lo sentiva che aspettare ancora non sarebbe stata la decisione giusta da prendere.
Uscirono tutti e cinque dalla centrale alle 11:00, ognuno si era portato dietro con se un a Pistola per proteggersi o almeno per cercare di proteggersi.
Louis notava che Harry era decisamente quello più intento a uccidere l'assassino e si sorprese della tenacità che stava
dimostrando il ragazzo.
Per quell'ora era difficile trovare qualcuno per le strade di talkingwalls per questo non ebbero problemi a raggiungere il punto prestabilito.
Quando furono davanti al cavò ci pensò Ben ad aprirlo girando la grande maniglia, compiendo uno scatto verso destra.
"Non mi aspettavo funzionasse sul serio" disse Ben indicando agli altri di seguirlo.
Ma arrivati all'interno Louis non vide altro che il vuoto, il vuoto più totale non c'era niente, assolutamente niente.
"Abbiamo sbagliato, qui non c'è nulla" disse Louis con gli occhi che vagavano persi per il vuoto.
"Harry che succede?" Louis si girò di scatto e vide che Niall era seduto sulle ginocchia in parte a Harry.
Louis risentii di nuovo quel urlo straziante, vide Niall coprirsi le orecchie e allontanarsi e fece lo stesso accompagnato da Ben e Liam.
Harry continuò a urlare in maniera decisamente straziante fin quando non si alzò e iniziò a camminare in direzione del bosco, Louis guardò gli altri sapeva perfettamente cosa significava.
Camminò seguito da Niall Ben e Liam stando sempre dietro a Harry ma mantenendo comunque una distanza ragionevole, fin quando Louis sentì il ragazzo iniziare di nuovo a urlare.
Louis non poteva crederci, credeva di essere vicino nel riuscire a scovare il colpevole ma non poteva che essere più lontano di così, sembrava anzi ritornato al punto di partenza.
Angolo autrice:
O mio dio, non credevo l'avrei mai ripubblicata, eppure l'ho fatto.
Beh che dire bellezze del mare chiaro, per chi non conosce la storia dirò giusto due appunti su questo BELLISSIMO primo capitolo.
Come avete potuto notare è in terza persona, per ora avete visto solo i punti di Harry e Louis ma non saranno li unici, ci sarà anche Liam e bho...forse Zayn (?) Chi lo sa.
Comunque bando alle ciance, ciance alle bando, ci tengo a precisare che cercherò di correggere ogni cosa sia al limite del soprannaturale al livello di scrittura.
Tuttavia questa storia era la mia protetta e ha ancora un posticino all'interno del mio cuore.
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