Sorpresa
"Emma, chi era quel ragazzo?"
Emma non sapeva se rispondere vagamente, semplicemente evitando la domanda, oppure dirle la verità. Cioè, non tutta tutta la verità, di certo non le avrebbe raccontato quello che c'era stato tra loro due e nemmeno avrebbe accennato al fatto che si era presa una cotta bella e buona per lui. Forse non tanto bella nè buona, ma pur sempre cotta rimaneva.
"Killian Jones, non so se te lo ricordi" - optò per la verità
"AAAH certo!! Quel caro bambino...Beh, tanto bambino non lo è più! Mi chiedevo da un po' che fine avesse fatto, non sapevo che fosse tornato in città! Mi piacerebbe risentire sua madre, un tempo eravamo amiche. Ci piaceva guardarvi giocare insieme davanti ad una buona tazza di tè e qualche gossip di paese."
"Sì, è tornato in città da qualche anno ormai"
"Anni? E non mi hai mai detto nulla?!"
"Non credevo volessi saperlo...mamma non è tardi? sono le sei e mezza passate e tu e papà non dovete uscire?"
"Di già?! Sì è tardissimo! Ed è tardissimo anche per te! Sei tornata a casa molto in ritardo, senza dirmi nulla per giunta. Ora devo prepararmi, ma non credere di passarla liscia tesoro!"
Emma era quasi divertita, quella minaccia seguita dall'appellativo 'tesoro' era sicuramente molto intimidatorio. "Va bene, aspetterò con ansia la punizione"
"Non prendermi in giro!"
"Mamma è tardi, muoviti"
"Oh hai ragione, vado"
Non appena Mary Margaret sparì al piano superiore, Emma appoggiò lo zaino, si tolse la giacca e si diresse in cucina a prendersi qualcosa da spizzicare prima di cena. Non fece tempo nemmeno ad aprire il frigorifero che una voce, come divina, le intimò da lontano: "Non ci pensare nemmeno, tra poco mangiate! Chiudi il frigorifero"
Ma come faceva sua madre a prevedere ogni suo gesto? Non cercò nemmeno di trasgredire di nascosto, perché conoscendola avrebbe previsto anche quello.
Decise così, da brava e giudiziosa figlia, di cominciare a preparare la tavola, in vista della cena a casa solo lei e Neal, per il quale apparecchiò il seggiolone.
Con la scusa di mettere il pane in tavola, ne approfittò per strapparne un pezzetto per placare quel vuoto allo stomaco che la stava torturando da quando aveva messo piede in casa. Salì quindi al piano superiore, in camera di sua madre per vedere come procedeva con la preparazione. Aveva indossato la bellissima camicia verdognola che Emma le aveva regalato per il compleanno, abbinata a dei pantaloni neri molto morbidi, che le davano un tocco di classe. "Hai bisogno di una mano con il trucco?" le chiese gentilmente
"Se non ti scoccia" - "Ma dai mamma, figurati...vediamo, ti va questo ombretto verde scuro? Con un leggero tocco di mascara staresti divinamente! In tinta con la camicia"
"Mi fido, sei tu l'esperta" - "E verde sia"
Dopo essersi concentrata sugli occhi, aggiunse due sbuffi di cipria per completare il tutto, e nel giro di poco, era pronta per una cena romantica con il suo adorato marito.
Per quanto la imbarazzasse pensare ai suoi genitori in situazione intime, come andare in giro a fare i piccioncini, era molto contenta di essere cresciuta in una famiglia così piena di amore. In momenti come quelli vedeva ancora come sua madre, dopo così tanti anni di matrimonio, era ancora in ansia nello scegliere cosa mettere, o cosa dire all'arrivo di suo padre. Delle volte era anche buffa, ma vedere come le luccicavano gli occhi quando ogni anno, in occasione del loro anniversario, suo padre si presentava alla porta con una bellissima rosa rossa, era impagabile.
Ogni anno Emma si emozionava nel vedere quella scena, e sperava un giorno di poter trovare altrettanta fortuna; ma quell'anno, dopo Killian, il pensiero andò proprio a lui. Non negava a sé stessa il desiderio di vederlo comparire un giorno sulla soglia, con un fiore altrettanto bello, per farle capire quanto lei fosse importante per lui. Ormai aveva rinunciato al piano di nascondersi dai suoi sentimenti; si può dire che la rassegnazione avesse preso il sopravvento.
Chissà come si doveva sentire Killian vendendo i suoi genitori separati, magari frequentare anche persone diverse. Emma non avrebbe mai potuto accettarlo, la considerava una delle cose più brutte che potesse accadere ai suoi genitori. Come poteva un amore così cancellarsi al punto da voler ricercare quel sentimento altrove? Non dovrebbe essere così per tutti i genitori?
Emma era abbastanza intelligente da sapere che la realtà dei fatti era ben diversa. I genitori di Killian erano una delle tantissime prove. Certo pensava anche che con l'esempio che aveva avuto, non sarebbe stato semplice per lui cedere a dei sentimenti profondi per qualcuno. Magari era per questo motivo che non voleva esternare quello che provava per lei. Magari aveva paura di essere ferito; lei non lo avrebbe ferito.
Certo, non si può essere sicuri al 100% di qualcosa, ma le buone intenzioni c'erano. Delle volte vale la pena buttarsi, altrimenti un giorno ci si potrebbe pentire di non averlo fatto pur avendone avuto l'occasione.
Emma si era buttata, e per il momento non sembrava essere pentita, non del tutto almeno. D'altronde, come diceva spesso sua mamma 'è meglio avere rimorsi che rimpianti'.
"Emma, è arrivato tuo padre dal lavoro, allora noi andiamo" - Sua madre la fece tornare alla realtà, così si avvicinò a Neal, lo prese in braccio, gli diede un bacio sulla sua guanciotta paffuta, e scese le scale per salutare mamma e papà e augurargli un buon anniversario e una buona serata. E ovviamente per ammirare ancora una volta quel quadro perfetto che le si sarebbe parato davanti.
La cena a casa da sola con il fratellino trascorse molto tranquillamente, tra aeroplanini per invogliare il piccolo a mangiare, pezzettini di cibo un po' sparsi ovunque, cartoni animati e smorfie buffe. Una volta ripulito tutto quanto, mentre Neal era ancora sul seggiolone a guardare i Baby Looney Tunes, e la musica proveniente dallo stereo faceva da sotto fondo per gli ancheggiamenti di Emma, mentre lavava i piatti, sentì il campanello squillare.
'Non può essere Graham! Gli ho detto di passare dopo cena, certo, ma sono appena le 20.'
Si asciugò velocemente le mani, e cercò di rendersi presentabile togliendo il grembiule da cucina e sciogliendo la coda disordinata che si era fatta per evitare di bagnarsi i capelli o con l'acqua dei piatti, o con la pappa di Neal.
Aprendo la porta, il suo cuore perse un battito nel vedere che a suonare era stato...Killian.
"C-che ci fai tu qui?"
"Buonasera anche a te" rispose, facendogli uno dei suoi sorrisi perfetti, di quelli che lasciano senza parole, che danno anche un tocco di mistero alzando un sopracciglio con aria maliziosa.
"Non hai risposto alla mia risposta...cioè domanda" - Che imbarazzo! Quel sorriso aveva messo anche Emma K.O.
"Beh, se non ho capito male saresti stata a casa da sola questa sera, così ho pensato di venire a farti compagnia e ad aiutarti a mettere a letto tuo fratello. Ma poi scusa, che modi sono, non mi chiedi di entrare e accomodarmi come fossi a casa mia? Dove sono le buone maniere Swan?"
Emma non potè fare altro che aprire ulteriormente la porta e scostarsi di lato per farlo passare, anche se avrebbe dovuto risolvere la situazione in fretta, dal momento che nel giro di un'ora anche un altro ragazzo avrebbe suonato alla sua porta.
"Se hai sentito che sarei stata a casa da sola, avrai anche ORIGLIATO l'invito che ho fatto ad un'altra persona"
Nel frattempo aveva trovato Neal, e gli stava facendo il solletico sotto il mento salutandolo, al che il piccolo rispose con un bellissimo sorriso praticamente sdentato, se non fosse stato per i quattro incisivi. Wow, sembrava cavarsela davvero bene con i bambini.
"Sì, ho ascoltato anche quello"
"E quindi?"
"E quindi niente, me ne sono fregato. Non potevo perdere l'occasione di venire a casa tua, sapendo che i tuoi genitori non ci sarebbero stati"
"Non fare lo scemo, perché sei qui?"
Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, che il campanello irruppe di nuovo. 'Chi è adesso?'
Emma andò velocemente ad aprire la porta, non aspettandosi di trovare...Graham.
"Hey Em. Scusami, sono un po' in anticipo" - Sì, se ne era accorta.
'E ora che faccio? Come gli spiego Killian?' - Se si aspettava di trascorrere una tranquilla serata con un amico a guardare un film, la situazione le stava leggermente sfuggendo di mano.
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