Silenzio

Emma non riusciva a fermare il flusso ininterrotto di lacrime che sgorgava dai suoi occhi. Non era il tipo dal pianto facile, ma sembrava che in quel periodo, da quando Killian era rientrato a far parte della sua vita, a tutti gli effetti, avesse recuperato tutte le lacrime che aveva risparmiato durante gli anni. Certo erano lacrime, ma non si poteva dire che lei non stesse vivendo al 100% ogni attimo ed ogni emozione da quando Killian era comparso, e nel pacchetto era inclusa anche la tristezza, il nervosismo e la rabbia nei suoi confronti.
I pensieri più contorti e contraddittori la assalirono in quel momento.

Dopo aver chiuso bene la porta di casa, che Hook aveva sbattuto uscendo, era tornata da Neal, lo aveva preso in braccio, tenendolo stretto a se così forte da fargli quasi mancare il respiro. Quello che cercava era un conforto, non voleva essere capita o consolata, solo voleva sentire di non essere sola. Avrebbe voluto stringere Killian, dopo la dichiarazione che gli aveva fatto, almeno sperava che mettendosi a nudo in quel modo, esponendosi così tanto nei suoi confronti, lui avrebbe fatto lo stesso.
Che stupida a pensare che a Hook bastasse così poco per aprirsi. Il silenzio che le aveva dato, faceva più male di una qualsiasi altra parola. Avrebbe preferito addirittura un rifiuto, in quel modo avrebbe potuto farsene una ragione; sarebbe caduta, si sarebbe fatta male, molto male, ma si sarebbe anche rialzata.
Quel silenzio che aveva seguito le parole di lei invece non fecero che alimentare i suoi dubbi: era stato zitto per paura di esprimere quello che provava? Non le aveva risposto male per pietà? Perché non le aveva risposto?!

C'era anche il fatto di Zelena: se non andava al ballo insieme a lei, con chi ci sarebbe andato? E che cosa aveva visto allora quel giorno in palestra?
Troppe domande per una nottata sola, troppi pensieri per la testa che non trovavano una risposta, nemmeno lontanamente.

Neal era così calmo in quel momento, come se sapesse il bisogno di quell'abbraccio che gli stava dando sua sorella. Lei era grata di poter avere quelle guanciotte da poter baciare e accarezzare, lui non l'avrebbe mai respinta come aveva appena fatto Killian.

Una volta sciolto Neal dalle sue braccia, lo posizionò sul tappeto in salotto: guardarlo mentre giocava con le sue costruzioni le regalò un attimo di sollievo da tutti i sentimenti negativi che l'attanagliavano e non le davano un attimo di tregua.
Il suo desiderio più grande in quel preciso istante era quello di riuscire a carpire un po' di quella spensieratezza che traspariva dagli occhi del fratellino, per trovare un minimo di sollievo da quel ciclone che erano le sue emozioni per Hook.

Non si era nemmeno accorta della posizione che aveva assunto su quel tappeto, seduta, con la schiena appoggiata al divano, con le gambe al petto e le lacrime che non le davano tregua. Aveva costruito come un rifugio, una piccola bolla che non avrebbe più permesso a nessuno di varcare, affinché nessuno potesse di nuovi trattarla con così poco riguardo.
Emma non ricordava di essersi mai sentita tanto sola e indifesa come in quel momento. Si era messa in gioco come mai aveva fatto, esprimendo quanto provava, tirando fuori i sentimenti che fino a quel momento aveva nascosto il più possibile in fondo al suo cuore.

In realtà un posto in cui ricordava di essersi sentita al sicuro c'era. In quel luogo nessuno avrebbe mai violato i suoi spazi; per molti ragazzi il rifugio consiste nella propria stanza, tuttavia, in quella casa la privacy non era mantenuta con molto rigore, e seppur volesse un bene immenso ai suoi genitori, sapeva che se l'avessero vista in quello stato non le avrebbero dato un attimo di respiro.
Chiudersi in camera era quindi un'opzione da escludere. Quello di cui aveva meno bisogno era di dare mille spiegazioni su quello che provava, perché nemmeno lei era riuscita a dare una sola risposta a se stessa riguardo tutte quelle domande che si poneva da mesi ormai.

Il posto che invece le venne in mente in quel momento fu un altro: la casa sull'albero. Non ha un solo ricordo brutto collegato a quella casetta, lì aveva vissuto i suoi momenti più felici, spensierati è molti dei suoi ricordi di infanzia avevano proprio quello scenario a fare da sfondo. Quando suo padre l'aveva costruita per lei, le merende con la mamma, l'ora del the con le sue bambole...e Killian.
Lì nulla era difficile, e in quel posto non sarebbe mai stato Hook, sarebbe stato semplicemente Killian, il suo amico, il suo riferimento, il suo compagno, tutto tranne che la persona che più poteva ferirla al mondo.

Un desiderio irrefrenabile cominciò a farsi strada, voleva ritrovare quel luogo felice, e voleva tornare a respirare. Così prese Neal, una copertina e uno dei suoi pupazzi preferiti, in modo che il piccolo avesse comunque avuto qualcuno con cui giocare, lasciando le costruzioni lì, sparse sul tappeto in soggiorno. Uscì nel giardino sul retro, e si diresse verso quel piccolo alberello, che ombreggiava nelle più belle giornate di sole, nell'angolo del prato verde. Pochi pioli l'avrebbero condotta a quella botola che era l'ingresso, e dentro avrebbe potuto sdraiarsi e liberare la mente per almeno cinque minuti.

Posizionò Neal in un angolino sicuro, lontano da appigli vari o dalla finestra, gli mise di fianco anche qualcuno dei cuscini morbidi e rosa che erano rimasti lì fin da quando ci aveva giocato l'ultima volta da bambina. Lei prese il materassino che si trovava su quel pezzo di tronco che aveva fatto finta fosse il divanetto di casa, e si accucciò, accanto a Neal.

Anche il fratellino era stanco, e per quanto stranito e in vena di scoperte, riguardo al nuovo luogo in cui si trovava, cominciò a strofinarsi gli occhi, e con le dolci carezze di Emma sulla schiena, si addormentò velocemente su uno dei cuscini, al caldo, sotto la coperta che Emma aveva previdentemente portato con loro.

Con gli occhi gonfi, e il naso chiuso a causa del pianto prolungato, quel torpore che provò trovandosi in quel posto, ancora una volta dopo tanto tempo, le riportarono alla mente ancora più ricordi, e sfinita da quella giornata, riuscì finalmente ad addormentarsi, non pensando a Hook.

***
Rieccomiii, spero di esservi mancata almeno un pochino. Voi mi siete mancati un sacco, quindi ho deciso di anticipare la pubblicazione del capitolo. Come sempre grazie del supporto che mi date, buna lettura <3

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