Youth
Erano passati giorni, era finalmente giunta la vigilia di Natale. Faith stava decorando il suo Heaven assieme a Wonder, dicendo al coro di bimbi che voleva cantare quella sera come spettacolo natalizio di provare nei camerini e non sul palco. Faith stava su una scala per appendere dei giganteschi fiocchi rossi ai tendoni del sipario, Wonder aveva portato una cassa per intrattenersi con della buona musica. Era la prima volta che avevano un momento da sole, come vere sorelle.
-Come va con Keith?
Chiese la maggiore abbassando lo sguardo sulla ragazza canterina che stava appicciando degli adesivi a forma di fiocchi di neve sul bordo del palco. Vedendo i suoi occhi capì che era una domanda un po' ovvia, però non si sa mai.
-Nello stesso modo di te e il vecchietto.
Wonder aveva assegnato questo soprannome a Robert ogni volta che lo vedeva o ci parlava, e il professore si limitava a roteare gli occhi senza darle corda. Faith alzò un sopracciglio.
-Ah, quindi non proprio bene.
Wonder alzò la testa per guardarla dal basso, stranita.
-No va a gonfie vele, pensavo che fosse lo stesso tra te e Downey. Insomma non fate altro che scambiarvi liquidi corporei tutto il tempo.
Sorrise maliziosa e schivò una spillatrice rotta che Faith le aveva lanciato ridacchiando. Tornò il silenzio interrotto soltanto dalla musica e dalla voce della sorellina che ci cantava sopra conoscendo ogni singola canzone a memoria. Quando sentì puzza di fumo abbassò lo sguardo e vide Wonder fumare una sigaretta aspettando apposta che la protagonista se ne accorgesse. Sbuffò scendendo dalla scala.
-Quanto ti odio.
Presero a rincorrersi per tutto il teatro e la sorellina scavalcava i sedili posandoci le scarpe sopra sapendo che mandava in bestia la Davis. Faith iniziò a capire il modo di fuggire di Wonder e riuscì a prenderla e spegnerle la sigaretta buttandola fuori. La sorellina tornò al suo lavoretto fischiettando come se non avesse fatto nulla.
-Insomma tu e il vecchietto non scopate più eh?
Parlava ad alta voce sapendo che c'erano dei bimbi in giro, così Faith dovette pazientare per non strozzare quella tremenda.
-Fottiti Wonder. Pensa a te e Keith!
La provocò e la ragazza stette zitta facendole la linguaccia, stava per risalire sulla scala ma Wonder la bloccò.
-Comunque sappi che Lilibeth non è l'unica a cui puoi confidarti.
Faith ultimamente si confidava solo con Lilibeth rendendosi conto di averla trascurata un bel po', non facendo altro che spingerla a fare il primo passo con Lionel. Ancora vedeva il suo amico pulirsi il viso dalle lacrime ogni volta che lo incontrava. Annuì sorridendo alla sorella, tornando poi ad occuparsi delle decorazioni. Passarono altri minuti e stavolta fu la più piccola a rompere di nuovo il ghiaccio.
-Comunque bello l'arco di famiglia che tieni in camera.
La protagonista strabuzzò gli occhi e accusò subito Wonder.
-Ecco chi è che me l'ha rubato!
Sospettava di Wonder ovviamente, e alla fine non le chiese di restituirlo poiché forse se lo meritava più lei. Quando finirono il lavoro uscirono dal Heaven e trovarono un gruppetto di ragazzi del Trinity College e del Peterhouse che stranamente andavano d'accordo. Uno di loro si fece avanti.
-Hey noi abbiamo deciso di andare a Londra per divertirci un po', ti va di venire Faith?
La conoscevano eccome, anzi erano un po' emozionati di averla davanti a loro quasi. Non tutti gli studenti riescono a fare quello che ha fatto lei. Tra l'altro in quel gruppetto ci stava anche Keith il quale appena vide Wonder sorrise illuminato da una felicità immensa. Alla protagonista mancava un po' la vita da giovane inglese, quindi prese la sorella sottobraccio e si unì al gruppetto. Presero un bus e salirono al secondo piano che era completamente vuoto e quindi completamente a loro disposizione. Di solito bisogna stare in silenzio o comunque parlare a bassa voce, però finché non salivano persone potevano fare quello che volevano. Una ragazza tirò fuori dalla borsa delle bibite Monster che distribuì a tutti i presenti. Fecero cincin e Faith passò il tragitto a sorseggiare la bibita energetica e parlare con i tipi trovandoli abbastanza simpatici, preferiva comunque la sua vecchia compagnia. Quando arrivarono a Londra iniziarono a passeggiare verso Trafalgar Square riuscendo a superare tutti i turisti e sedendosi ai piedi del famosissimo monumento. C'era neve qua e là, la grande nevicata doveva arrivare il giorno dopo. E Robert? Pieno di riunioni, era libero solo alla sera che voleva passare a teatro con Faith e poi farle una piccola sorpresina. Intanto, mentre i ragazzi si godevano la gioventù, Lilibeth stava correndo verso l'ultimo posto che voleva visitare: casa di Lionel. Era rimasta a rimuginare tutto il tempo e alla fine i suoi stessi piedi la portavano verso il gentiluomo. Non sapeva cosa dirgli, non sapeva che fare con lui. Però almeno ci stava provando una volta per tutte. Una volta arrivata davanti al portone prese un bel respiro, sentendosi come se dovesse pensare a qualcosa di bello prima di buttarsi giù dal burrone. Bussò e per due minuti nessuno aprì. Restò ad aspettare che aprisse la porta, ma i minuti passavano, e così tese l'orecchio provando a sentire qualcosa. Nel cielo volava un pettirosso che iniziò a parlare nella sua lingua, cinguetta, canta. Lilibeth affinò quel suo udito fino a sentire dei lamenti, forse dei gemiti provenire dall'interno della tenuta. Preoccupata fece il giro dell'intera villa per trovare la prima finestra aperta, entrandoci e seguendo quel lamento. Era un lamento straziante, mischiato con un rumore d'acqua. Lilibeth prese a correre senza però il coraggio di chiamare il suo cuore col nome che gli spetta.
Trovò la stanza da cui proveniva il lamento, aprendola con cautela e vedendo Lionel chino sul lavandino con l'intera testa immersa in esso. Stava piangendo. Chi noterebbe una lacrima nel mare?
-Lionel!
Appena lo chiamò urlando egli di scatto cadde a terra boccheggiando, ansimando in un modo talmente penoso da preferirlo morto.
Iniziò a piangere come un disperato, stringendo il cuore di Lil e riducendolo ad una briciola.
-Cosa stavi facendo...
Sussurrò lei con una mano davanti al volto scossa dai brividi, completamente sconvolta. Adesso era sola e doveva affrontare la sua giovinezza, diventando adulta.
*si ieri mi ero addormentata perché gli anni passano. Per fare quelle gif non avete idea dell'Odissea che ho affrontato. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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