The most fragile star in the universe

*si insomma quando parte il piano voi play.*

Lionel e Lilibeth si persero continuando a guardare fuori dalla finestra, ma mai di nuovo negli occhi dove si trovava il vero paesaggio da scrutare. Che poi a Lionel piaceva anche quando non parlava, quando pensava di essere brutta e invece non voleva altro che essere bello come lei. Che appena posava lo sguardo su di lei sentiva una magia che trasforma in pianeti i sassi. Lei, esattamente come l'aveva disegnata. Lui, perfetto soltanto se l'aveva tra la gente. E aveva un profumo addosso, lo stesso di sempre, che bastava a Lionel per farlo vivere. Lilibeth rimaneva anche quando se ne andava, restava nello sguardo di Lio. Il mondo si declinava dolcemente davanti ai loro occhi, quando nella polvere le loro mani iniziarono a cercarsi, a sfiorarsi come due fiori scossi dal vento. Ecco Lionel voleva essere ciò che era stato per Sarah. Voleva rivivere i ricordi in un modo tutto nuovo, completamente abbandonato alla poesia che liberava il corpo di Lilibeth. Nel corpo di lui fulmini e favole. Lei che profuma di sogni e di fragole.
-Sta succedendo qualcosa.
Mormorò Lionel guardandola negli occhi quasi volendo esporre quelle iridi al museo più bello del mondo.
-Lascia che accada.
Rispose Lilibeth con quella voce che rendeva la vita di Lio meno invivibile.
Che poi pensandoci quei loro sguardi, persi ovunque fino a ritrovarsi, giravano attorno allo stesso sole, scoprendo che insieme si è l'universo. E poi la poesia delle loro mani, lo scorrere del tempo pelle contro pelle, accarezzandosi in ogni loro gesto. Lionel si chiedeva se una delle tante stelle celesti fosse venuta a fargli visita. Lio imparava ad amarsi con lei attorno, a sapere che meritava qualcosa nonostante tutto. 
-Io di perfetto non ho proprio niente Lilibeth, mi dispiace.
La ragazza sorrise e gli accarezzò una guancia, strusciando il pollice sulla pelle ruvida.
-E lo sei proprio per questo.
Si sorrisero sapendo che dovevano finire insieme questa storia, in un modo o nell'altro. Così scoprirono l'importanza della perdita, di guardarsi per così tanto tempo da riuscire a vedere attraverso il corpo. Perdendosi si avvicinarono, dove Lionel l'aspettava da sempre, sfiorando le labbra. Crearono un sogno con un respiro. Ci fu un attimo di silenzio, mentre fuori il giorno ancora viveva. Infondo ogni notte si sognavano. Si baciarono in un posto perfetto, dove è vero anche il minimo abbraccio. Non pensarono nemmeno al vuoto che li stava schiacciando, rendendoli uguali agli altri. Non contava il tempo se c'è tempo anche solo per un bacio. Iniziò a strusciarsi su di lei senza affrettarla, toccandola piano. Lionel pensava di essere troppo romantico e prima o poi cascare nella trappola della gentilezza, ma Lilibeth lo stava baciando come aveva sempre voluto fare. E con un dolce frastuono i loro cuori si riattivarono, una flebile fiamma nell'impatto dei loro baci. Accarezzandosi per conoscersi, finendo abbracciati per rifugiarsi dal nulla assoluto.
Forse quello era l'inizio di un'altra vita, di un nuovo infinito.
Lilibeth descriveva l'amore in un modo pazzesco, un fiore che Lionel osava sfiorare.
Lionel lentamente posò Lilibeth sul materasso, salendole sopra per proteggerla da ogni brutto pensiero.
Perseguirono i baci come si prosegue un cammino, domando una fiamma mai pronta a scoppiare. Si bruciarono con la pioggia dei loro baci, del loro volersi. Eran due fulmini in un una tempesta di tuoni. Troppo lontani per capire che spogliandosi coprivano le anime. Lionel percorse il corpo della ragazza, innamorandosi ad ogni suo bacio, lasciandole segni per sempre indelebili. Lilibeth lasciava che la dipingesse d'amore, di ciò che non voleva più nascondere. Si tolsero i vestiti respirando i loro profumi. Lionel la continuò a baciare per distoglierla dalla naturalezza dell'unirsi, facendola soffrire soltanto per poco. Si mossero insieme come un unico corpo, un unica storia che si scriveva da sola ad ogni sospiro. Non avrebbero mai più nascosto il loro amore, quello che tace quando c'è un gran casino. Lionel sospirava baciandole la fronte, continuando a muoversi per unirsi con Lilibeth ancora di più. I loro corpi nudi si sposavano perfettamente, come un temporale pieno di fulmini. C'era tutto un mondo attorno a loro, nato dal loro pensiero d'amore. Quell'arte astratta che definiva i gemiti della ragazza, rendendola partecipe ad una poesia. Non importava se tutto sembrava fuori posto, se anche unendosi sentivano solo piacere carnale e non divino. Importava che quei baci si toccavano per via del cuore e non della passione. Sì è proprio questa: l'arte.
-Comunque vada con te.
Sussurrò Lil tra il piacere di conoscere la natura.
Forse il loro momento pare un po' astratto, troppo poetico e privo di fatti, ma a volte bisogna un tantino fermarsi e capire che non c'è nulla di nuovo in una storia d'amore.
-Io amo te.
Mormorò dolcemente Lionel smorzando il respiro quando aumentava il desiderio.
Lui la musica lei il violino.
-La stella più fragile dell'universo.







*azzeccata o non io ho comunque sonno. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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