Shield
-Faith io vado a lezione di piano, cerca di non intrufolarti nella stanza di Keith Murray.
Suggerì maliziosa Lilibeth guardando la sua migliore amica ballare per la stanza con la sigaretta in bocca dopo aver ricevuto una lettera dal ragazzo per uscire a vedere il suo film preferito: La Teoria del Tutto. Stephen Hawking dopotutto aveva frequentato Cambridge quindi si sentivano maggiormente ispirati dal film sognando di diventare qualcuno una volta laureati e loro erano al penultimo anno. Durante il weekend c'erano attività facoltative per gli studenti del Peterhouse come ad esempio musica materia che da sempre affascinava la piccola Lilibeth Thatcher. Faith Davis preferiva leggersi un libro, studiare e uscire con Keith. Non si era visto il professor Downey per tre giorni quando si era scontrato con Faith senza che nessuno lo sapesse. Oggi noi ci concentriamo sulla timida ragazza con gli occhiali sempre da tirare sù perché diventati troppo molli e larghi. Teneva la cartelletta con dentro gli spartiti stretta al petto, era la seconda volta che usciva da sola senza la biondina quindi appena incontrava qualche studente tendeva ad abbassare subito lo sguardo fingendo di star osservando qualcosa di interessante. A pianoforte c'era soltanto lei, la maggior parte del collegio preferiva violino e clarinetto. Per Natale volevano fare un grande concerto con tutti i collegi disponibili, e sapete chi sarebbe stato il direttore d'orchestra? Lo scoprirete.
Adorava fare lezione con il professor Kimmel uno dei migliori pianisti della Germania.
Era un vecchio strambo ma che parlava solo di cose vere e sapeva come far amare uno strumento.
Quindi, se vi sto dicendo queste cose, significa che è successo qualcosa.
Lilibeth quasi inciampò prima di entrare nell'aula, avvicinandosi alla persona che vedeva seduta al piano aspettandola e subito fece squittire la sua voce permettendosi di chiamare il vecchio per nome data la loro amicizia.
-Mi perdoni Johan, ho avuto un piccolo contrattempo.
Soltanto quando si avvicinò meglio capendo di non star parlando alla stessa persona, che la voce cui rispose la inorridì.
-Johan Kimmel è stato trasferito ad Harvard, signorina Thatcher.
Il professor Downey indossava la tipica giacca dei pianisti e aveva le dita lunghe affusolate già pronte ad essere usate. Dall'espressione pareva essere appena tornato da una guerra con tutti i rancori che essa porta. Come se su di lui fosse calata un'ombra ma egli stesso stesse cercando di non farsi oscurare. Dopotutto la parte buona di lui non si era ancora arresa.
-I..io...
Quanto avrebbe voluto avere Faith al suo fianco che sapeva come prenderlo, ma per la prima volta dovette cavarmela da sola. Appena lo vide alzarsi abbracciò letteralmente gli spartiti come se fossero uno scudo protettivo, facendo due passi indietro. Per quei pochi secondi in cui lo guardò negli occhi li vide molto più scuri del normale ma sempre con quella luce che a volte divampava come un colpo di frusta. Aveva davanti la guerra tra angeli e demoni nel pieno della furia.
-Lei deve soltanto sedersi vicino a me e suonare, ascoltando i miei consigli ovviamente.
E con quel tono le lasciò intendere che se avrebbe fatto di testa sua non sarebbe andata a finire bene la lezione.
Con un gesto della mano apparentemente galante l'invitò a prendere posto sul lungo sgabello così si sedette per forza dato che moriva dalla voglia di suonare. Sperava che si sedesse a debita distanza da lei, invece le loro cosce si sfioravano continuamente. Talmente era pietrificata che dovette farsi strappare gli spartiti dalle mani, continuando a fissare i tasti del piano senza alcuna emozione. Robert alzò il mento fiero ed elegante mentre leggeva le note, alzando un dito per darle il via libera. Lilibeth però non rispondeva, non sembrava nemmeno viva al momento poiché essere senza Faith la mandava davvero nel panico e non sapeva che fare. L'unico suo pensiero logico era quello di correre dalla sua migliore amica e mandarla contro di lui. Sopravvalutava troppo Faith Davis, ancora non sapeva che la sua forza poteva essere sconfitta.
-Si sente bene?
La sfiorò leggermente sulla spalla e quasi non cadde dallo sgabello per lo spavento, sorretta per un braccio dal professor Downey. I gesti potevano sembrare gentili e con buone intenzioni, ma la voce....il suo tono era cavernoso.
-Avanti si calmi, le posso assicurare che non c'è niente di cui essere spaventati.
Addirittura le porse un bicchiere d'acqua vedendola tremare, ma Lilibeth scosse la testa e fece per andarsene venendo bloccata dalla mano venosa di Robert che si posò sulla sua schiena, bloccandola con tocco deciso. Non la lasciava andare da nessuna parte senza aver finito la lezione.
-Deve finire la lezione prima, signorina.
Non le piaceva affatto quel tono ora che la crudeltà delle parole stava prendendo il sopravvento pure sui gesti. Basti pensare a quella mano che rimase sulla piccola schiena per l'intera lezione, spingendola in avanti quando mostrava ancora segni di ribellione. Le stava con il fiato sul collo, quando la correggeva su qualche nota troppo acuta le aumentava il batticuore come niente. Non vi sto nemmeno a dire come avrebbe voluto morire impiccata piuttosto che sentire una mano di Downey posarsi sulla sua e coprendola del tutto, guidandola su alcune note. Il tocco era gentile ripeto, ma percepiva quel taciuto avvertimento di non provare a muoversi altrimenti guai.
-È stata abbastanza brava, ci vediamo a lezione.
Si alzarono e almeno non commise l'imbarazzante errore di andare via prima di stringergli la mano.
La stava fissando in modo altamente molesto e inquietante, come se facesse apposta a farla sentire totalmente a disagio.
Guardandola schizzare via come un pupazzo a molla gli fece ripensare a quando Faith lo faceva, mentre adesso in classe ci restava eccome se si trattava di dargli colpe addosso o sfidarlo. Il brutto segno giunse quando il livello di pentimento per averla fatta sentire in quel modo rasentava lo zero, segno che quella sua guerra stava volgendo al termine nel peggiore dei casi. Uscì dall'aula, andando a cambiarsi con l'obbiettivo fisso di fare colpo sulle inglesi là fuori. Lilibeth apri la porta della sua camera come se avesse fatto cento piani di scale, trovando Faith seduta sul piccolo divano con un nuovo braccialetto al polso probabilmente l'ultimo regalo di Keith.
Le raccontò tutto per filo e per segno senza far uscire una parola di bocca alla biondina troppo persa a come risolvere la situazione.
-Intanto ti fai un bagno caldo, poi vedrò io che fare con Downey.
Il problema è appunto questo: lei poteva anche fare da scudo alla sua migliore amica, ma gli scudi prima o poi si rompono.
*io ho finito addio. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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