Reflected sins

-Vieni qua amore mio.
Grugnì Robert subito trasportato dalla passione del bacio, scivolando sopra il corpo di Faith che si distese sul materasso. Lei più lo toccava e più si sentiva un mostro, qualcosa che va ben oltre la vergogna personale.
Continuando a baciarlo non solo feriva la sua dignità ma anche quella di Rob, lo stava tradendo davvero continuando quel bacio feroce e possessivo. Egli ovviamente non poté percepire i pensieri della ragazza, non poté capire che quella scarica di brividi su quella pelle morbida non erano dovuti al brivido della passione. Non poté mai vedere quelle ali d'angelo chiudersi forse per sempre. Ma Faith Davis proprio non riusciva a riconoscersi poiché nonostante volesse scappare da lui, le sue labbra rimanevano incollate alle rispettive compagne. Vedete, in una storia, in una vita, non esiste solo il cuore e la mente: esiste il peccato.
Faith ignorando qualsiasi pensiero che scrittori o semplicemente la nostra società ci ha messo in testa, assicurandosi di saldare le giunture, manifestava il più umano dei pensieri: sbagliare. Sopra tutto ciò che è buono e cattivo, sopra il cuore e la mente, sopra ogni cosa giace l'istinto volto al peccato. Perché lo sbaglio attrae, lo sbaglio è pericoloso, ma anche una scelta molto coraggiosa per chi agisce nel giusto. E l'essere umano non ha fatto altro che ripetere gli stessi errori, come la storia ci insegna. Perciò anche Faith faceva parte di quella umanità, anche lei con cuore e mente voleva staccarsi, ma rimaneva quella piccola seppur irrefrenabile voglia di non staccarsi mai. Un emozione che ti fa piacere lo sbaglio, che ti rende consapevole delle conseguenze, eppure rimani lì. Faith arrivò fino a farsi togliere la camicia e il reggiseno, ma nel momento che la divideva tra mare e burrone, la notevole resistenza che la terrà in vita fino alla morte, giunse ad aiutarla. Stava tenendo un mondo sulle spalle, ed era riuscita a sollevarlo e levarselo di torno. Così spinse via Robert all'improvviso, il respiro accelerato per due cause plausibili e ancora l'indecisione su cosa fare troneggiava sulla sua anima confusa.
-Ti ho fatto male?
Chiese premuroso Robert accarezzandole un braccio che ella scostò.
-Sapessi quanto ne ho fatto io a te.
Mormorò lei velocissima tant'è che il professore non udì e le chiese di ripetere.
-Ho...le mie cose sai...
Arrossì per la rabbia di aver sbagliato ancora, per non essere capace di dominare la paura e la codardia. Rob capì e non reagì con il solito atteggiamento dei maschi con un cervello sottosviluppato.
-Vado a prenderti qualcosa di caldo da bere, intanto stenditi.
Dolcemente la fece distendere coprendola con la calda coperta, ma prima di andare verso la sala ristoro si fermò qualche minuto a farle dei massaggi rilassanti alla pancia e basso ventre. Faith a momenti sarebbe scoppiata in lacrime, non poteva farlo con lui davanti. Quell'uomo un tempo perduto ora era diventato meraviglioso, e lei gli stava mentendo. Aveva anche paura di farlo soffrire di nuovo, così teneva il dolore per sé, ma qualunque cosa tu stia pensando Faith sappi che questo non significa essere un eroe sacrificato. Rimase con lei a coccolarla per l'intera mattinata, magari voleva addirittura tornare a dormire e le sue occhiaie confermavano l'ipotesi, eppure rimaneva lì. C'è un nuovo angelo, c'è sempre stato. Quando tutta la ciurma si svegliò e riprese le forze necessarie per affrontare quelle ultime ore di viaggio che rimanevano, Faith rimase silenziosa per tutto il tempo. Sì forse rispondeva a qualche domanda, altrimenti muta come un pesce a combattere contro la stessa codardia e paura. Combatteva non per affrontarla, ma per non farla uscire.
Fecero qualche sosta ed ella non parlò nemmeno con Lilibeth la quale, preoccupata, l'aveva chiamata per una conversazione in privato ma niente. Tirava sempre fuori la scusa delle mestruazioni e Lil non ci credeva affatto.
-Sono delusa che tu non abbia ancora capito: a me puoi dire tutto,
La guardava negli occhi ma senza rifletterli.
-Credimi è meglio di no.
L'amica incrociò le braccia e storse il naso, guardandosi i piedi.
-Sappi che qualunque cosa sia non devi combatterci da sola. Siamo un esercito non un soldato.
Detto ciò ripresero a viaggiare e la biondina ebbe le parole di Lilibeth Thatcher a ronzare per la testa tutto il tempo. Sapeva benissimo che erano vere, ma in quel momento dentro di lei voleva tutto tranne che la verità.
Giunsero quasi al tramonto nella città di Edimburgo, in un quartiere di periferia che Keith aveva indicato.
-Che posto è?
Chiese Robert avvicinandosi alla porta, ma l'acume di Murray lo spinse a mettere un braccio davanti al professore per avvertirlo e proteggerlo da qualcosa.
-Fermo.
Si guardarono e non bene.
Keith era molto intelligente, quasi sopra la norma, e in quella casa non percepiva nulla di buono.
-Sentite questo odore?
Parve che la cinepresa avesse fatto un primo piano sul volto allarmato e asciutto del ragazzo.
-È polvere da sparo.
Faith voleva sapere cosa diavolo centrasse la polvere da sparo con sua sorella, così scansò Keith e suonò al campanello un sacco di volte finché la porta venne spalancata e ne uscì una donna con una pistola in mano puntata sulla fronte della Davis. Robert immediatamente cercò di intervenire ma Lionel lo tenne fermo per le braccia.
Stranamente la biondina non sentiva paura, solo voglia di ricevere quella maledetta pallottola nel cervello e scappare ancora una volta dalle immagini che la tormentavano.
-Cercate qualcosa?
Lionel si rese conto di star guardando la ladra che aveva sorpreso in casa prima di partire. Guardando gli occhi capì della sensazione di averli già visti. Quella sensazione l'aveva provata con Faith quando la trovò, ma mai si immaginò di poterla riprovare.
-Damerina o parli o puoi dire addio ai tuoi amichetti.
La voce era giovane, sentirla fece scattare un brivido nel copro di Faith che la guardò negli occhi e quasi svenne. Erano azzurri, catturavano il cielo, ma era un cielo un po' più insicuro se essere nuvoloso o sereno. Quelle visioni di angeli, quel nome ora aveva trovato un volto. Erano i suoi occhi: si stava guardando allo specchio.
-Wonder.



*zan zan zaaaaaaaaaan. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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