Problem with no solution

-Sei un maledetto, Robert Downey, un maledetto bastardo!
Strillò Lyn stringendo la presa sul manganello di un materiale molto duro e resistente.
Rob la guardò serrando le labbra, indeciso se avvicinarsi o no. Sapeva che prima o poi sarebbe tornata, nessuno dimentica il male che ha subito, sopratutto una donna. L'ha trattata di merda a volte, è vero. Il professore a pochi e lenti passi iniziò ad avvicinarsi, vedendola perdere quella sfumatura di aggressività forse rendendosi conto che avrebbe potuto ritrovarsi il coltello dalla parte della lama in un attimo. Vacillava, non teneva quel manganello con la sicurezza di volerlo colpire. Riacquistò quella voglia appena egli le fu vicinissimo, quel che bastava a fargli abbassare lo sguardo. Sospirò, il respiro cadde sulla frangia della donna asiatica la quale cercò di dimenticarsi il suo profumo che ogni notte cercava di ricordare. È facilissimo innamorarsi di uno come il professore, ma bisogna essere Faith per voler affrontare tutto ciò che un uomo del genere trascina con sé. Lyn era soltanto al primo stadio, stava solo chiedendosi se mai sarebbe stata capace di eguagliare la Davis. Non sapeva nemmeno lei cosa fosse successo tra di loro in America, ancora nessuno lo sapeva, ma questa cosa non durerà per molto. Adesso Rob rigava dritto, al primo schiaffo Faith avrebbe esporto denuncia rivelando tutto il resto, lo aveva avvisato anche se non è stato raccontato. Non bisogna fidarsi in tutto e per tutto, nemmeno in una coppia. Se una cosa è accaduta le probabilità che possa accadere di nuovo sono altissime, e la protagonista di rischiare aveva perso ogni voglia. Però Robert mica teneva le mani in tasca per paura di finire in manette è ovvio. Lo faceva per amore, per voler dimostrare a tutti e sopratutto al proprio animo che poteva diventare un brav'uomo, e voleva riuscirci.
-Le persone come te non cambiano mai.
La voce sprezzante di Lyn lo riportò indietro nel mondo reale, ancora indeciso su cosa dirle.
-Non sono tenuto a giustificarmi per quello che ho fatto.
Rispose semplicemente abbassando lo sguardo sul terreno che piano piano diveniva bianco neve.
-Esatto, quindi adesso lasciati spiegare due cosine, che ne dici?
Rob deglutì la saliva guardandola negli occhi mentre una sensazione di angoscia prendeva il suo stomaco compreso il cuore, facendolo tremare.
-Tu mi hai solo usata, e questo l'ho capito, era palese. Non ti sto accusando per le notti che abbiamo passato, perché non mi hai mai toccata senza il mio consenso e te ne do atto. Sto parlando di ciò che accadde dopo, di come ti ha fatto schifo vedermi in lacrime per te soltanto perché mi ero innamorata, e lo sono ancora.
Downey abbassò di nuovo lo sguardo dopo aver sentito le ultime parole.

-Non hai mai pensato alle conseguenze, a cosa sarebbe potuto succedere? Io ho sbagliato ad innamorarmi perché lo so che uno come te non merita nulla, lo sai anche tu. Purtroppo sono i miei sentimenti e non posso controllarli, il bello è che non riesco a dimenticare come tu te ne sia fregato di me e mi abbia scopato ancora, anche se piangevo. Ecco da quel momento ho capito che le persone come te moriranno sole, e al funerale in chiesa ci sarà soltanto il prete.
Robert affrontò ogni singola frecciatina con maturità restando in silenzio, semplicemente respirando e basta. Addirittura non obiettò quando ricevette uno sputo dritto in faccia, pulendosi e basta senza fiatare. Non poteva dire nulla, non aveva nemmeno una linea di difesa. Se hai torto non c'è scusa che tenga, altrimenti ti rendi solo ridicolo è codardo.
-Come ho detto: non sono tenuto a giustificarmi per quello che ho fatto.
Lyn rise amara.
-Ah, adesso fai pure il maturo? Dimmi dove cazzo era il tuo cervello a quei tempi, uh?!
Robert volle comunque giocarsi la sua ultima carta, avvicinandosi fino a sfiorarla, vedendo di nuovo quel momento di ostentazione da parte della donna asiatica. Non era pienamente sicura, e lui doveva giocarsela su quel fattore.
-Non mi colpirai.
Mormorò con voce dolce cercando di buttare giù le sue resistenze.
Lyn alzò un sopracciglio, scettica, dopotutto solo metà di lei non voleva colpirlo.
-E tu non puoi sempre trovare una via di fuga.
Una saetta nera e Robert si ritrovò girato dall'altra parte con una guancia che fumava dal bruciore, un dolore che gli fece lacrimare l'occhio. Con mano tremante si sfiorò il volto e poi vide una goccia rossa lasciata sulla punta del dito. Scrollò le spalle, reprimendo ogni tentativo di reagire per difendersi, girandosi di nuovo verso la donna. Provò soltanto a toccarle un braccio, venendo subito colpito sulla mano che dovette stringere al petto per soffocare un gemito di dolore. Adesso sentiva come una striscia incandescente che si infilava nella pelle bruciando l'intera mano. Lyn gli puntò il manganello addosso minacciosa.
-Volevo anche farti sapere un'altra cosa, magari la tua coscienza schifosa ne risentirà.
Stavolta gli colpì la gamba con molta forza facendolo cadere in ginocchio, Robert soffriva in silenzio tenendosi la parte colpita. Bruciava e dava insopportabilmente fastidio la pelle, avrebbe voluto togliersela. Ne aveva passate di peggio, questo è certo, ma tempo fa. Doveva riabituarsi a quel tipo di dolore. Lyn lo guardò dall'alto sentendosi potente per una volta, colpendolo sul petto e squarciandogli giubbotto e maglietta. Downey strinse i denti non sapendo più dove alleviare il dolore, almeno riuscì ad afferrare il polso alla donna quando stava per colpirlo di nuovo, ma ricevette comunque un pugno dritto in faccia da fargli scendere sangue dal naso. Cadde definitivamente per terra venendo avvolto dalla fredda neve, sentendosi meglio in un certo senso.
-Sono incinta. Ed è tuo.
Disse dura Lyn, dandogli un calcio sul fianco per poi andarsene via come se non fosse successo niente.
Robert di primo impatto rimase fermo per terra, guardando il sole che flebile lo illuminava per contrastare quel freddo sotto di lui. Respirò piano, iniziando ad esternare il dolore. Sopra di lui soltanto il cielo, un cielo improvvisamente troppo pesante per i suoi occhi. Cominciò a ridere per tutto quello che aveva fatto, per aver appena saputo di essere nei guai fini al collo, di aver rovinato tutto. Rideva perché sapeva di essere fottuto, sapeva di essere morto. Rideva per come sia assurda la geometria degli sbagli. Prese un po' di neve e se la mise sul volto per rinfrescarsi, perdendo man mano la risata. Era rovinato, altroché. Adesso avrebbe dovuto scaricare un altro problema sulle spalle della sua Faith, la quale già era occupata ogni giorno per l'Heaven. Sarebbe dovuto andare al teatro, interrompere le prove del piccolo musical che Lionel dirigeva e interpretava, e dare la splendida notizia. Lyn non aveva l'aria di chi in questi casi passerebbe subito alla corte, anzi, lei pensava di più a farlo patire.
A volte non tutti i problemi sono stati creati per essere risolti.





*booooooom bitch. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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