Nessun dorma

Faith rimase a fissare quella mano tesa verso di lei, sapendo che sarebbe stata per sempre lì quando ne avrebbe avuto bisogno. Come un sogno, meglio una favola, l'orchestra aveva già iniziato a suonare ed Eleonora in prima fila faceva scivolare le note dal violino. Robert sorrideva aspettando di perderla nel cuore, di vederla volare nel cielo come il più libero degli angeli.
Faith frastornata da questo amore si avvicinò a Robert cadendogli fra le braccia venendo subito sorretta. Appoggiò le mani sulle sue spalle, aggrappandosi, non riusciva a stare in piedi perché è questo il bello dell'amore.
È una poesia scritta dall'inizio.
Faith alzò lo sguardo morendo cento volte ancora vedendo di nuovo quei due occhi dolci guardarla ogni giorno come se fosse il primo.
Robert la strinse di più guardando sempre in basso verso di lei perché i tesori preziosi si trovano scavando.
Iniziò a ballare lentamente, muoveva i piedi, insegnava a Faith i passi per sapere che un giorno l'avrebbe vista correre.
Non c'è molto da dire, in ogni epoca questo amore è eterno, in ogni secolo ogni loro sguardo era magia.
Impresso, scalfito ed eroso dalle onde del mare quel loro ballare tra le note di una città che ama sempre.
Sempre e solo loro, ed in questo cielo si può annegare un mare. La musica solleticava i cuori, amava, ballava assieme a loro. Una canzone conosciuta che non vuol mai morire viveva ancora tra parole mai dette.
-Tu sei della libertà.
L'unica cosa che riuscì a dire Robert abbracciandola nel ballo, accarezzandole i capelli credendo di star filando l'oro.
Faith tramava in quel sospiro d'estate, una poesia nelle sue orecchie dove anche il dolore diventa perfetto.
Ed in questo cuor mio il sol tramonta, dove non esiste mare senza onda.
Difficili le parole da trovare, difficile continuare questa scrittura, difficile dare un nome quando nemmeno l'amore può essere definito. Ma in quei due corpi si vedeva l'ombra del vento, le pelli staccate lasciavano uscire le anime tornate nel loro mondo.
Non importa se la storia sta per finire o si ferma per un momento: siamo tutti lì a ballare con Faith e Robert.
Un mondo nascosto fatto di paradiso per i diavoli, di redenzione, di un qualcosa che resterà per sempre nei ricordi. E quando Faith baciò Robert fu come una colomba che plana tra le pagine finali di un libro.
Non si appartengono, non vogliono appartenersi, vogliono sapere di essere schiavi soltanto della libertà.
Una lenta foglia che cade a terra, due esseri umani che cadono tra il fango tenendo sulle spalle il peso della bella tristezza. Spira il vento e scompiglia i battiti del cuore, accarezza le ferite sulla schiena, riesce a creare di nuovo delle ali d'angelo. Non è nel cielo che troveremo un paradiso, basta guardarsi attorno.
Fragile come la neve Faith strinse il suo pezzo mancante di libertà al petto, si aggrappava a quel vestito nero di sangue e dolore, perdonava sapendo di essere perdonata.
Distrutto come il mondo Robert posò un bacio fra le spighe d'oro d'un campo che sa di infinito, stringeva il suo angelo restando chiusi nella stanza appesa al cielo tramontato.
Sono pensieri di queste due persone, di queste ali che finalmente stanno rinascendo dalle ferite.
Aspettare che l'orchestra finisca di suonare e intanto morire abbracciati portandosi dietro ogni passato che cambia il futuro. Cercano la poesia nel baciarsi, rasentano la bellezza di un gabbiano che vola sul mare quando è ancora uno sguardo che cura tutto. Non vedo più uomo e donna, non vedo più due esseri umani, non vedo più due anime abbracciate anche in una tempesta. Non vedo più niente. Vedo due angeli che soffrono nel sentire le ali spuntare, però nessuno ci crede perché dicono che gli angeli esistono solo nel paradiso. Una pace meritata col tempo. Forse l'intera Firenze si era fermata ad ascoltare quella musica, il sole cadeva dal mare spegnendo il suo fuoco, commosso l'orizzonte guardava non oltre Faith e Robert. Potranno anche dividersi, però questa è l'attesa di un finale che sta girando l'angolo. Robert lascia scivolare le mani sui fianchi coperti da quel vestito fatto di nuvole, le loro lingue come bambini giocavano a rincorrersi. La sollevò da terra sperando di farla volare nei cieli più belli, felice di aver restituito una stella al firmamento. La musica parve non finire mai ed i cuori tacevano, esistevano soltanto labbra che si toccano come due pianeti che collidono. E le stelle non rispondo mai alle nostre domande. Potrà finire fuori tempo, potrà durare ancora un poco ma già all'inizio dell'estate si sente la sua stessa mancanza. Nella tua fredda stanza guardi le stelle che tremano
d'amore e di speranza.
È qualsiasi cosa, perché nella notte muoio solo per vivere la mattina seguente.
Perché finisce così quando i violini alzano le note e si sollevano farfalle dalle fiamme: all'alba vincerò.


*oh là, e tra pochissimissimissimo anche questa finirà. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Ah e comunque nel mentre dei piccoli edit per farmi perdonare per l'attesa:

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