It's time to remember
La ripresa della coppia Faith-Robert portò un vento nuovo e di gioia per gli studenti che vedevano il professore di nuovo felice. Per la protagonista in effetti pareva di vivere in una favola, anzi, era una favola da quando la fastidiosa Reyleen era stata mandata via da Lilibeth stessa dopo aver praticamente fatto a botte con ogni singolo studente del Peterhouse. Finalmente si accorse del problema che sua sorella causava, scusandosi infinitamente con Faith per averla fatta sentire in disparte. Ma se non è lei a portare guai significa che dovrà farlo qualcun altro. Poteva stare di più con noi Reyleen, ma c'è chi dura poco e chi invece dura di più in questa storia. L'aspetto più difficile fu proprio quello del nascondere la relazione tra studente e professore severamente proibita da quelle parti. Ritrovandosi avevano raddoppiato l'esuberanza e la felicità dello stare insieme, ma entrambi fedeli seguaci della mente se ne guardarono bene dal mostrare qualsiasi segno di affetto reciproco in pubblico. Keith Murray spesso non si presentava a lezione, restava chiuso in camera a deprimersi, troppo giovane per sopportare l'ombra nera sulle spalle. Non sapeva controllare la rabbia o le emozioni, le quali sono ancora più pericolose. Ma il suo dolore sarebbe destinato a spegnersi in fretta poiché la capacità di dimenticare ce l'aveva. A volte però pianificava di dire del bacio tra quei due al vice-cancelliere per far licenziare Robert, ma appena pensava che così per colpa sua Faith sarebbe stata espulsa teneva la bocca ben cucita. Perciò Keith poteva essere una potenziale minaccia sempre se avesse avuto il coraggio di esserlo, quindi chi dannerà la strada degli angeli?
Per ora basta vivere l'attimo, poi si vedrà.
Robert Downey restava sempre nel suo completo nero da ottimo amante del colore, ma a discapito di questa cosa il suo cuore risplendeva più che mai. Anche se ne aveva passate di ogni restava sempre sorpreso sapendo quanto possa essere capace di amare una persona. Riuscivano ad incontrarsi senza gli occhi di Cambridge puntati addosso soltanto allontanandosi dal centro della città fulcro di ogni pettegolezzo. Passeggiavano per le strade meno affollate e finora nessuno li scoprì. Come sempre Downey promise un mucchio di cose a Faith e lei ancora ostentò a dargli fiducia, restando con un piede nella staffa. Intanto per il teatro alla ragazza diveniva sempre più difficile lasciare che gli operai toccassero anche solo un sasso appartenente alla villa. Per colpa dei suoi capricci erano riusciti a pitturare un singolo palo del cancello e il comune stava facendo sempre più pressione per il restauro. Il loro litigio più frequente trattava appunto di questo argomento. Faith tuttavia nonostante il momento felice continuava a pensare a Wonder, notti intere a rigirarsi nel letto e correre nella stanza di Robert per farsi stringere da lui che riusciva molto meglio di Lilibeth a calmarla. Downey era diventato più tollerante su tutto e questo è il perfetto esempio di come Faith influisce sul suo umore. Il diavolo bussò molte volte alle porte del cuore di Rob ma egli imparava a difendersi anche senza il suo angelo di luce pura. La riempiva di doni come se fosse Natale, il più bello senza dubbio furono quei piccoli orecchini d'argento a forma di ali di angelo che Faith indossava sempre anche la notte. Anche Lilibeth notava questa nota allegra improvvisamente intonata con la routine della sua migliore amica, aveva dei sospetti ma li teneva per sé, per ora. La Davis ancora non si sentiva pronta a confessare tutto a Lil e più aspettava più minacciava seriamente il loro stretto legame d'amicizia. Mentire è come le caramelle: una bugia dopo l'altra. Ti ritrovi intrappolato dalla tua stessa trappola e ci rimetti soltanto tu perdendo la persona a cui hai mentito. Faith con questa menzogna stava ballando sul filo del rasoio ignorando il pericolo cosa sinceramente normale da parte sua. Volendo tornare alla giornaliera mattinata collegiale, ecco che la professoressa Shelley più amata di tutti, quella di discipline supplementari come il canto o il coro, stava guidando la classe della protagonista alla fattoria. Una volta alla settimana ella portava loro a fare una sana passeggiata a cavallo dato che tra gli inglesi l'equitazione è come il nostro calcio. Una piccola fattoria appena fuori centro circondata da querce e chiamata Ravenwood, famosissima tra gli studenti. Ogni alunno aveva un cavallo e Faith era stata scelta da Incanto: uno splendido esemplare di purosangue inglese dal manto bianco e qualche traccia di grigio soprattutto sul posteriore. È la protagonista, certo che deve avere un cavallo più bello degli altri! Con Incanto aveva imparato a galoppare senza mani l'estate scorsa, ricordo splendidamente filmato da Lilibeth:
Ovviamente la Thatcher non si era affatto limitata a filmare soltanto quel momento, ma anche il momento in cui Faith stava galoppando velocemente per raggiungere un compagno appena caduto dal proprio destriero:
È questa una parte dell'eleganza britannica di cui vi parlo, uno sport che in ogni caso fa parte della loro tradizione ed è sacrosanto portare questa loro leggenda vivente in questa storia che trasuda Inghilterra da tutti i pori. La biondina però, mentre sellava il suo Incanto, non udì il fatto che sarebbero passati proprio davanti alla villa un'altra volta. Difatti quando ci passarono al trotto, con la povera Lilibeth la quale montava un pony mansueto di nome Isabel, Faith Davis rallentò il cavallo fino a fermarsi completamente lasciando il gruppo andare avanti. Lo fece con così tanta nonchalance che nessuno se ne accorse dato che la professoressa aveva tutti gli studenti attorno desiderosi di ascoltare una delle sue storielle di quando era giovane. Gli operai avevano un giorno di ferie quindi nessuno scocciatore. Incanto parve non gradire quel posto, spingendo il muso in direzione del gruppo con insistenza facendo tirare le redini alla biondina continuamente. Lo spronò ad avvicinarsi al cancello ma egli si rifiutò categoricamente impennandosi e rischiando di disarcionarla se non si fosse aggrappata al collo dell'animale.
-Piano, piano...
Con la voce lo calmò e decise di smontare dalla sella, indirizzando Incanto alla scuderia. Con il loro legame di fiducia sapeva che sarebbe tornato a Ravenwood, non era la prima volta che accadeva. Gli diede uno schiaffetto sul posteriore per farlo correre e, quando lo vide indirizzarsi verso la fattoria dietro una nuvola di polvere, poté girarsi e scavalcare il cancello. Slacciò il casco lasciandolo all'entrata, guardando le due statue.
-Va bene, va bene voglio ricordare.
Ma ovviamente due statue stanno ferme, così dovette cercare la chiave del portone da sola.
Questa volta sarebbe entrata, è tempo di ricordare.
*e mo so cavoli. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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