I'll be good
Robert non riuscì a stare con Faith vedendola incapace di far altro se non dormire.
Era un sonno senza sogni, e nella sua mente rimbombava la parola depressione, una parola che voleva tenere lontana dalla sua amata.
Ma non riuscì a vederla in quel modo e andò a vedere il diavolo guardandosi allo specchio, pensando a tutto ciò che non aveva fatto durante gli anni. Aveva rovinato la vita ad un sacco di persone, tutti i suoi cari morivano.
E di Lionel poteva percepire che stesse morendo, poteva sentire l'amico tenuto in vita da un macchinario.
E rimase a guardare per terra soffrendo nella sua pazienza.
Voleva che quel momento lo spingesse ad essere migliore, voleva smetterla di trovare la soluzione nel bere e nel fumare. Avrebbe voluto amare il mondo, ma il perdono è qualcosa che rimane leggenda.
Camminava fuori verso la collina, tra il frutteto ancora marcio, diventato nero al suo passaggio. Avrebbe voluto colorare invece di lasciare tutto in bianco e nero. Vivere, essere migliore.
-Sarò buono, sarò buono.
Quella sua sete di dare fuoco alla pioggia, di distruggere chiunque provasse ad amarlo ancora rimaneva in lui, ma sepolta. Non voleva più toccare Faith quando magari non era giornata, non voleva più alzare le mani contro nessuno. Voleva raccontare che anche un uomo come lui, nonostante allo specchio si vedrà sempre come un mostro, c'è una speranza vana. Non aveva intenzione di far sanguinare Faith per colpa sua, voleva ferirsi insieme a lei.
Pensando al giorno come un dono non una maledizione.
Avrebbe voluto sorridere di più, non avere più il viso turbato dalle ferite. Il suo passato aveva un sapore amaro.
Sulla cima della collina rivide i momenti che teneva vivi in una cicatrice del tempo, mentre il vento gli copriva la faccia capì che d'ora in poi sarebbe stato un brav'uomo. Il coraggio serve poche volte, o così dicono.
-Sono stato freddo, senza pietà.
E le parole via col vento, portava via quelle crepe e sotto al sangue c'era un'anima nuova.
Ma il sangue sulle sue mani lo spaventavano a morte, forse si stava svegliando oggi.
Con il cielo ai suoi piedi rivide ogni singolo momento della sua vita, di tutte quelle lacrime che colpirono il terreno per causa sua. E a far del male a Faith non ci avrebbe più pensato, aveva la schiena aperta da frecce che oramai non sentiva più il gusto del dolore.
Iniziò a pensare che alla fine sei diavolo quando puoi diventare buono e ti giri dall'altra parte.
Robert non avrebbe voluto dirlo, ma con i capelli sul volto e la pelle che strisciava tra le sue ossa rotte, capì che il principio del perdono è perdonarsi. Per tutte le cose buone di cui aveva dubitato, per il bene che schifava.
-Per ogni ferita che ho causato e le lacrime...
Sussurrò sentendo la chitarra suonare nel suo petto, aprendo le braccia per sentire parole che solo il vento può pronunciare. Forse non poteva ancora dirlo, forse se si rimane convinti che al mondo non esiste redenzione, saremmo tutti morti.
E non ci fu futuro col sapore più dolce al mondo.
Per tutti quegli urli che aveva strozzato, per tutta quella luce che aveva spento dentro di sé, ora, perdonatelo.
Aveva voce ed ora sentitelo ruggire stanotte, aveva paura ed ora sentitelo gridare.
Ed andando avanti poteva percepire che il fato del destino lo riportava sempre lì, sempre dalla sua fine. Prima o poi sarebbe morto da qualche parte in pace, tra le braccia di Faith o nell'attesa di rivederla.
E tutta quella perfezione nei suoi sbagli che aveva sempre negato, quel bisogno di non essere solo.
Faith era sempre stata forte, più di lui, ma adesso toccava proteggerla dalla tempesta che si abbatte sul paese placido ed indifeso. Altre nuove croci da conficcare nel cuore, ma almeno Robert avrebbe sentito il suo di cuore battere per la persona giusta.
Ed era una promessa all'aria, al fuoco, al mondo.
Era il suo passato che si trasformava in presente per poi liberare il futuro.
-Sarò buono per tutte le volte... che non ho mai potuto.
E crebbe la voce, l'anima, il corpo.
Il suo crescendo d'emozioni lo colpivano in faccia fino a lasciarlo tramortito, folgorato dalla potenza del bene, della fragilità della gentilezza. Il suo credo poteva spezzarsi subito, ma doveva provare per resistere.
E per la prima volta percepì quel lieve calore nel corpo, quella consapevolezza di poter alzare una mano e sprigionare scintille. Voleva essere l'armonia che faceva addormentare Faith in mezzo agli incubi. Per tutte quelle volte che non ha mai potuto sorridere. D'ora in poi sarebbe stato lo scudo, non la lancia.
-Io perdono...me stesso.
*oh è da tanto che non usavo canzoni. Spero vada bene. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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