Fear of himself
Tutto puntava in America, dove Robert controvoglia aveva portato Talia Rodriguez in casa sua. Sbuffava ogni due per tre e sinceramente a volte nemmeno le dava ascolto. Però aveva comunque notato che quella spagnola non ci provava più con lui, o almeno, non come prima. Sì lanciava delle occhiate in mezzo alle gambe però pareva più spenta, più la vera Talia.
-Bene hai visto la mia casa addio.
Borbottò Robert scorbutico facendole segno di andarsene via, ma ella si sedette con nonchalance sul piccolo divano.
-Dio mio perché ti ho dato ascolto.
Sussurrò il professore stropicciandosi il viso stanco con le mani esasperato.
-Devi tornare alla Walter High, Robert.
Sussultò sentendo il suo nome dato che non lo aveva mai detto a nessuno tantomeno a Talia.
-Cosa?
Disse aggrottando leggermente le sopracciglia e avvicinandosi alla donna stringendo i pugni che tremavano a causa della mancanza che provava verso Faith. Inclinò la testa come un cane che non capisce, eppure lui stava solo fingendo di non aver capito.
-Ho cercato di abbordarti per convincerti a tornare e fare il preside.
Spiegò meglio la spagnola alzando lo sguardo su di lui, uno sguardo pieno di racconti.
Rob stette in silenzio sedendosi sulla prima sedia che trovò, praticamente cadendoci sopra a peso morto. Strofinò il polso contro la fronte come un bambino, sbottando senza preavviso subito dopo.
-Perché tutti devono fingere con me solo per arrivare a qualcosa?! Perché non potete soltanto....chiedermelo.
La voce si incrinò a causa del pianto imminente. Aveva le occhiaie nerissime, gli occhi lucidi, le labbra e il mento che tremavano. Talia stava per rispondergli ma la precedette subito.
-Sono stanco, stanco che tutti non hanno il coraggio di chiedermi semplicemente qualcosa. Ti avrei detto di sì, non faccio del male io...io non sono cattivo...
Mugugnò scoppiando a piangere troppo debole per trattenersi, piegando la schiena in avanti e coprendosi la faccia con le mani. Le lacrime si appiccicavano ai palmi e si perdevano fra la barba abbastanza folta da coprire la pelle fino alla gola. Talia abbassò lo sguardo impietosita da quel suo singhiozzare rumorosamente, quel pianto che lo rendeva un essere umano. Lo vide asciugarsi le lacrime con le maniche della maglia come se fosse un bambino, cosa che infondo ancora era: insicuro e vulnerabile al mondo.
-La scuola ha bisogno di te. Ci sono i figli della banda di mio fratello, in realtà fratellastro, che stanno rendendo quella scuola un riformatorio più che una superiore. I ragazzi hanno bisogno di qualcuno.
Raccontò guardandolo negli occhi marroni e rossi, denotando come la scuola stesse soffrendo da molto tempo.
Non si fece intimidire dal silenzio.
-Devi essere forte per loro, Robert. Ci sono ancora ragazzi che vogliono imparare, che vogliono poter svolgere una cazzo di lezione senza che scoppi una rissa o le studentesse vengano continuamente molestate. Gli insegnanti ti rivogliono perché, nonostante tutto, rimani il migliore.
Downey deglutì la saliva mentre la sua mente naufragava nella sofferenza, nell'aria che respirava ed ore gli sembrava veleno anche solo sentire battere il cuore.
-Tu come lo sai?
Chiese con ancora la voce stroncata a metà dal dolore.
-Io ti ho visto insegnare poche volte, facevo parte di quegli insegnanti pivelli che tu sempre snobbavi stando coi più popolari.
Talia sorrise leggermente ricordando quei momenti.
-E vedevo soltanto quella fenomenale tecnica di parlare, di muoversi, di portare una semplice canzone o opera teatrale qui!
Esclamò indicandogli il cuore.
-E credimi che anche quelli più casinisti avevano gli occhi illuminati quando spiegavi.
Robert non arrossì nemmeno per scherzo, abbassando lo sguardo mentre si incolpava per tutte quelle volte in cui aveva alzato troppo la voce o le mani contro i suoi alunni soltanto perché non era capace di togliersi quel maledetto corpo che non gli apparteneva.
-Beh poi ovviamente eri il più severo quindi...
Terminò Talia appoggiando le mani sulle proprie ginocchia guardandolo senza aspettarsi per forza una risposta. Poi però a Robert tornò il lampo rosso di rabbia che gli fece ribollire il sangue nelle vene.
-Adesso i tuoi amichetti sono diventati un mio problema a causa tua.
Ringhiò alzandosi e avvicinandosi a lei che non ebbe paura, anzi, si alzò anch'ella.
-Non significa che sia impossibile risolvere tutto.
Erano alti uguali e uguali erano le anime l'una davanti all'altra.
-Giuro che se uno di noi due muore per questa cosa ti ammazzo.
Spirò dai denti il professore creando delle piccole pieghe attorno al setto nasale come i leoni quando digrignano le zanne.
Talia Rodriguez annuì divertita dandogli una pacca sulla spalla.
-Affare fatto.
Gli porse la mano che ovviamente egli rifiutò roteando gli occhi e voltandosi verso la cucina per sgolarsi una bottiglietta di chissà quale alcolico, oramai nemmeno gliene fregava qualcosa.
-Okay però non puoi dirigere una scuola da ubriaco.
Talia gli tolse la bottiglia e la verso tutta nel lavandino buttando poi la bottiglia nel cestino. Robert strabuzzò gli occhi e rimase immobile vedendo come gli stesse letteralmente buttando via ogni singola bottiglia d'alcol presente nella casa.
-Ehi ma...
-Sono le regole Bobby mi dispiace!
Il professore sbatté un piede per terra, però alla fine non gli dispiaceva vedere tutta quella merda finire nella spazzatura.
-E non chiamarmi così.
Talia imitò la sua voce prendendolo per i fondelli così Downey la fermò prendendola per le braccia. Non la strinse, non la spaventò nemmeno, però appena egli abbassò lo sguardo sulle sue mani le rimise lungo i fianchi tremante.
-Scusami non...non voglio farti del male.
Sospirò mentre le dita affusolate ancora tremavano incontrollate, sussultando quando vennero prese e accarezzate da quelle di Talia.
-Smettila io di te non ho affatto paura.
Robert strizzò gli occhi sentendo il suo tocco, cercando di capire se provasse fastidio o sollievo. In ogni caso pensò a Faith e tolse le mani di scatto nascondendole nelle tasche.
-Come no?
Replicò un po' sorpreso poiché convinto che spaventasse ancora gli altri.
Talia alzò un sopracciglio pronta ad intendere davvero le sue parole.
-Come posso avere paura di chi si fa paura da solo?
*e questo è il tè per oggi. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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