Beginning
-Faith Davis?
-Presente!
Iniziò, o meglio, ricominciò tutto con un appello e la solita routine. Questa volta era diverso, questa volta non c'era nessuna scuola americana con persone ignoranti e rumorose, solo l'innaturale eleganza britannica che risedeva lì, a Cambridge. Non serve un libro o una serie televisiva per spiegare questa magnifica nobiltà che giace nel cuore inglese di questi giovani i quali un giorno renderanno ancora più grande questa gloriosa nazione. Ma noi siamo tornati dopo troppo tempo dalla nostra studentessa preferita, la nostra biondina cervellona che da tre anni respirava la sua aria e vedeva la sua vera terra d'appartenenza. In America aveva lasciato un grosso e senza dubbio ombroso passato, ma credetemi quando dico di star parlando di una Faith Davis completamente nuova. Più solare, più se stessa. Ultimamente, anzi da ben tre anni, le sue labbra avevano dipinto molti sorrisi e meno disgrazie.
Gli occhi.
Dio salvi la Regina...erano meravigliosi: catturavano come un pesce nella rete il sentimento del cielo alla perfezione!
Risplendevano di un azzurro limpido, quando era triste o arrabbiata quel cielo subito si rannuvolava e scatenava violente tempeste, ma dopo la pioggia arriva sempre il sole. Da tre anni apparteneva al college più piccolo e antico della città: il Peterhouse college. Fondato nel 1284 rimane per la studentessa la sua casa, e casa rimarrà. Dopo le lezioni passeggiava per il Deer Park, faceva visita alla Cappella, attraversa Old Court e poi passava sempre per Gisborne Court.
Amava far parte di quella piccola comunità, perché dovete sapere che ciò che fa della Cambridge University una università sono i 31 college che la popolano. La maggior parte dei collegi non è specializzato in alcun settore, ma piuttosto riunisce professori, studenti e personale accademico da diverse aree di studio. E ora che siete abbastanza istruiti, torniamo alla nostra Faith.
-Oggi chi abbiamo dopo scienze sociali?
Sussurrò la biondina alla ragazza dai capelli castani e ondulati, occhi verdi come l'Irlanda e i soliti occhiali sempre sul naso.
-Teatro e musica.
Un brivido corse lungo la schiena della Davis, ricordando quell'arrivo inaspettato appena quattro giorni prima. Ancora non si era abituata, non lo accettava, riteneva oltraggioso il fatto di essere sempre inseguita dal passato.
Il professore dell'ora corrente aveva il compito di supervisionare il gruppo di studenti che lavoravano da sé, sviluppando così un forte senso della responsabilità. A volte interveniva se c'erano discussioni o dubbi e doveva spiegare, ma la particolarità di Cambridge è proprio la libertà di coscienza per i collegiali. Di certo questo Oxford non se l'aspettava: uno a zero per noi, schiappe.
-Lilibeth Thatcher?
La ragazza alzò prontamente la mano.
-Presente!
No, non era discendente dalla famosa Iron Lady, beh in effetti non dava risposte certe quando lo si chiedeva. Dovete sapere che queste due brillanti ragazze da tre anni condividono la stessa stanza e sono migliori amiche. Di quelle migliori amiche cui senza potresti cadere in una perenne solitudine. Facevano tutto insieme e anche al Trinity College sapevano del loro indissolubile legame. Lilibeth e Faith puntavano ad essere le migliori del loro corso cioè Scienze Umane e Sociali. Stavano ricopiando un testo dal libro, ma la protagonista teneva sulle gambe un piccolo quaderno dove a volte scarabocchiava qualche costellazione, una delle sue grandi passioni. Il professor Campbell girava con espressione accigliata tra i banchi, senza mai commentare i disegni della ragazza comprendendo il suo bisogno artistico.
-Signore posso chiedere una cosa alla signorina Davis?
Faith subito roteò gli occhi riconoscendo quella voce, alzando lo sguardo quando vide un ragazzo abbastanza alto con capelli color pece e due occhi grigi. Si chiamava Keith Murray e andava dietro alla biondina da un anno esatto. Keith è uno di quei studenti che sfrecciano per Cambridge con una Ferrari invece di utilizzare la bici come ogni normale studente. Ultimamente le macchine di lusso riempivano le strade, dando fastidio ai tradizionalisti dei college come Faith Davis e Lilibeth Thatcher. Tra quelle macchine da un milione di sterline si era aggiunta una Audi R8 Spyder dai cerchioni e contorni rossi, dando ulteriore fastidio alla biondina in particolare.
-Che cosa vuoi Murray?
Chiese lei con quella instabile autostima che si stava ancora costruendo pezzo dopo pezzo.
-Ehm...mi presti la gomma per favore?
Keith non era il solito ragazzo sfacciato o roba simile, anzi, non si capiva proprio il suo carattere: a volte faceva uscire il suo animo indomabile, a volte si chiudeva in se stesso. Era un dipinto camaleontico il suo. Faith gli diede la gomma e il ragazzo tornò al posto di fianco al suo amico Fred. Lilibeth, che era semmai più timida della ragazza, si strinse al suo braccio cercando protezione.
-Quel Jackson mi sta fissando da due ore, aiutami.
Alla sua migliore amica spaventava ogni genere di relazione o interesse amoroso poiché poneva lo studio davanti al cuore solo in modo più assiduo della protagonista. Faith alzò lo sguardo e con un gesto freddo e conciso fece capire al tipo in questione di tornare a lavorare e lasciar in pace la povera Thatcher. L'ora del professor Campbell passò in fretta, e l'intera classe dovette alzarsi all'entrata di un uomo affascinante dallo sguardo profondo e seducente, capelli marroni a ciuffo, occhi di un nocciola devoto al verde. Da quei pochi giorni in cui veniva a far lezione, indossava sempre e comunque un abito elegante forse per nascondere il suo accento americano che purtroppo non poteva evitare.
Adesso era lui l'estraneo.
-Buongiorno professor Downey!
Dissero in coro i ragazzi ricambiati da un fugace sorriso del prof.
Faith strinse la mano di Lilibeth per fermare il suo tremolio, eppure non sapeva perché sentiva tornare il lato sbagliato in sua presenza.
-Oggi non abbiamo nulla da perdere signori, dove eravamo rimasti l'ultima lezione?
Alzò il mento per scorgere la mano alzata di Keith, dandogli la parola.
-La signorina Davis stava illustrando il nostro progetto.
Downey annuì e chiamò alla cattedra la biondina prima che potesse strangolare il ragazzo per averlo detto.
E lei la percepiva quella voglia irrefrenabile che aveva il professor Downey di parlarle o farle altro. Ogni volta che tentava di trattenerla in classe ella scappava mano nella mano con Lilibeth completamente terrorizzata dalla figura severa, austera e in un piccolo ma proprio minuscolo anfratto del suo comportamento dolce. Diciamo che con Downey si poteva scherzare con un limite, e bisognava sempre rispettare le consegne. La peggior punizione? Si vedrà, dopotutto è in terra alleata da pochi giorni. Una volta Faith l'aveva sorpreso a consolare una sua alunna in lacrime seduta su una panchina del Deer Park. Guardò per un secondo negli occhi del professore, spaventata di quello che le stava comunicando con un semplice sguardo.
Voleva parlarle, ma siamo solo all'inizio di una vecchia avventura.
*eh già, sono tornati. Ringraziate helush-ka , downeystories e anche The Crown per questo improvviso ritorno di fiamma. Enjoy bitches! Ah e vi obbligo a guardarvi il video per sapere di più su Peterhouse, il quale ho avuto l'onore di visitare solo la Old Court, e di leggere la sua storia su Wikipedia o dove volete voi. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top