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Saltarono la colazione e partirono.
Il paesaggio si faceva sempre più verde, ma le costruzioni erano tutte distrutte.
In lontananza si poteva scorgere un faro ancora intatto.
Paperjam lo indicò a Fresh, il quale annuì e aumentò la velocità.
Dopo diverse ore di viaggio, arrivarono ai piedi del faro.
-Tu sali, io esamino i dintorni e ti raggiungo dopo.- disse Paperjam.
-Va bene.- rispose l'altro, entrando nella costruzione.
Le secche spieghe di grano gli pizzicavano le gambe, leggermente cullate dal vento.
Un'improvvisa nostalgia lo avvolse, facendolo rimanere immobile a ricordare.
Sentì l'odore del mare.
Si ricordò di quando suo padre Ink lo portava in acqua e lo teneva in braccio, facendoli fare giri e tuffi.
Era molto piccolo a quei tempi, ma i ricordi nella sua mente erano limpidi come un ruscello.
Chinò la testa, affranto dalla tristezza.
Gli mancavano terribilmente quei momenti, i suoi genitori, la sua vecchia casa.
Tirò una manata contro le spighe, come per distruggerle.
Pestò il piede a terra, mentre copiose lacrime gli cominciarono a scendere lungo le gote arrossate.
Era un debole, e non smetteva di ripeterselo.
Quella frase gli percorreva in corpo, e ogni volta che riemergeva, era come se un proiettile gli avesse appena forato la pelle.
Il suo cuore era pieno di frecce.
Si asciugò le lacrime, sollevando gli occhi al cielo.
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