Capitolo 4. La nascita di qualcosa di nuovo

Il primo esame si stava avvicinando e Marina stava ancora cercando di capire dove aveva già visto Jotaro. Lui, invece, stava ancora pensando a quello che gli aveva detto il vecchio Joseph. Non si sentiva ancora pronto... E non sapeva se lo sarebbe mai stato. Aveva sempre delle ragazze che lo seguivano, il che lo metteva sempre di cattivo umore. Ma, più passava il tempo, e più c'era una cosa che aveva notato: una delle ragazze a scuola cercava continuamente di fermare le sue amiche dal dargli fastidio. Che cosa strana... Era la prima volta che gli succedeva una cosa simile.

"Qual è il suo nome? Devo scoprirlo a tutti i costi..."

Smise di camminare e le ragazze che lo seguivano si fermarono a loro volta.

-Qual è il nome di quella ragazza... Con i capelli lisci marroni e gli occhi grandi color nocciola...-

Un attimo... Perché era capace di descriverla con tanta precisione? Forse aveva passato più tempo di quanto pensasse a guadarla... Questo era... Bizzarro...

-Intendi Marina?-

-Dimmelo tu.-

Cassidy alzò gli occhi al cielo.

-Quella ragazza è così strana...-

-Parla sempre degli esami...-

-Ultimamente, non si ferma più nemmeno a mangiare con noi.-

-È svitata, te lo dico io...-

-Forte: è tipo il vostro opposto, il che fa al caso mio.-

Disse, riprendendo a camminare sotto gli sguardi perplessi delle sue ammiratrici.

-Sta scherzando, vero?-

"Marina... Cercherò di ricordarmelo."

Entrò in classe e trovò delle persone intente a discutere:

-Non serve a nulla negarlo: vai a chiedergli di uscire!-

-Non posso...-

-Vai lì e chiediglielo una buona volta!-

-Interrompo?-

Questa era piuttosto cruda, pensò Jotaro, ma gli era scappata. Si sentì in colpa dopo averlo detto. Una ragazza che lui aveva visto solo una volta prima di allora si fece avanti e disse:

-Jotaro... Ti va di uscire con me?-

Ci fu silenzio nella stanza. I suoi amici stavano aspettando la risposta.

-No. Neanche ti conosco. Ma tu chi sei?-

-Io... Non importa.-

E tornò al suo posto. Jotaro era veramente confuso.

-Non è stato molto gentile da parte tua...-

-Che intendi? Non posso uscire con una ragazza che neanche conosco...-

-Magari uscendoci l'avresti potuta conoscerla! Ugh...-

I due ragazzi andarono a consolare la loro amica e Jotaro evocò Star Platinum.

-Tu li capisci, amico?-

-Ora.-

Cassidy lo raggiunse.

-Che fai? Parli da solo?-

-Fatti gli affari tuoi.-

A Cassidy piaceva: un uomo rude, sveglio ed impulsivo, a cui non importava nulla di ciò che lo circondava ed alzava la sua voce con tutti. Quello era il suo tipo.

-Hai fatto bene a rifiutarla: Nora è davvero una lunatica.-

-Si chiama Nora?-

-Già. La conosco dalla quinta elementare, e quello è il vestito più bello che ha nell'armadio. Io, invece, sì che so sempre come vestirmi, non come quella stracciona.-

Disse lei, guardandolo dritto negli occhi.

"Santo cielo... È proprio fastidiosa. Non c'è un modo di spostarla in un'altra classe?"

Ovviamente questo non lo disse ad alta voce e si limitò ad andare al suo posto.

-L'ho impressionato? Sono certa di averlo impressionato.-

Marina entrò nella stanza e Cassidy le disse:

-Non ti azzardare: lui è mio!-

E la lasciò lì per andare al suo banco, mentre Marina la guardava, confusa.

-Cosa?-

La campanella suonò e Marina si sbrigò a prendere posto, ma prima...

-Jotaro. Ciao.-

Cercava di respirare regolarmente per non farlo vedere, ma era molto nervosa. Nonostante Marina fosse convinta che l'avrebbe ignorata, Jotaro si girò per ascoltarla.

-Sono io che ho chiamato qualche giorno fa... Ci ho messo un po' per...-

"Trovare il coraggio..."

-Dirtelo, però...-

Jotaro fece rapidamente due più due.

-Quindi sei tu Marina Fitzgerald?-

-Sì, ed io...-

Si fermò, come il suo cuore.

-Ti... ricordi di me?-

Lui stava tirando fuori il suo blocco appunti.

-Sì.-

Lei arrossì, imbarazzata. Come mai lui... Perché si sentiva così? Il fatto che lui si ricordasse di lei... In qualche modo...

-Il professore è in classe.-

-Oh! Giusto! Volevo solo scusarmi per l'altro giorno, quindi non odiarmi, so che ti sto infastidendo, quindi ciao!-

E corse via per sedersi dopo aver detto ciò tutto d'un fiato. Jotaro la lasciò andare, perplesso.

-Perché le persone sono strane oggi, amico?-

-Ora.-

Disse Star Platinum, alzando le spalle.

-La lezione sta iniziando.-

Jotaro smise di preoccuparsene e prese a seguire il professore, senza alzare mai gli occhi dai suoi appunti poiché era Star Platinum a guardare la lavagna e memorizzare tutto ciò che vi stava scrivendo.

"Ora è il doppio più facile. Nonostante non sia male nel multitasking, seguire alla lavagna, scrivere, ascoltare e rileggere i miei appunti è un po' troppo anche per me. Perciò lascio che sia Star Platinum a tenere d'occhio ciò che c'è scritto mentre scrivo. Ovvio, non lo userei mai per copiare durante un esame, ma così posso scrivere tutto più velocemente e con più precisione."

Diede un'occhiata ai due posti accanto a sé, vuoti.

"A chi importa?"

Il fatto che Jotaro si ricordasse di lei... Sia il suo nome che il suo cognome... la faceva sentire strana... Che Caroline avesse ragione? A lei piaceva davvero Jotaro... Per essere bello, era chiaramente bello. Nemmeno la pena di provare negarlo... E non riusciva a spiegarselo, ma ogni volta che lo guardava in faccia riusciva a leggere le sue emozioni chiaramente, una cosa che a quanto pare solo lei riusciva a fare. Quello, oppure era solo follemente innamorata di lui...

"No. È ridicolo. Io non mi sono innamorata di lui. È solo che... Arrossisco quando mi parla, tutto qui."

Lo vide camminare davanti a lei e mise la testa nel suo armadietto per evitare ogni contatto visivo. Jotaro si ritrovava sempre più spesso a guardarla ultimamente. Non pensava nulla di lei, però... Il fatto che fosse così diversa da quelle cavolo di ragazze che lo seguivano lo incuriosiva.

"Proprio ieri stava litigando con due ragazze che non conosco e mi stanno seguendo adesso perché volevano rovistare nel mio armadietto mentre stavo prendendo un caffé alle macchinette... Le ho viste con Star Platinum, mi controllo sempre le spalle in caso qualcuno decidesse di attaccarmi. E lei le ha fermate. Hanno cominciato a prenderla a parolacce, ma lei ha insistito. Perché sta facendo questo per me? Io sono il cattivo ragazzo che tutti odiano, eppure lei..."

Sospirò.

-Qualcosa non va, Jotaro?-

-Perché sospiri?-

-Sei stanco?-

-Vuoi che la portiamo noi la tua borsa?-

-ASCOLTATE, RAZZA DI...-

Star Platinum apparve. Jotaro lo vide e ringhiò sommessamente.

-Va bene! Mi dispiace. Quello che intendevo è che sto bene. Grazie.-

Un'altra cosa che era cominciata a succedere ultimamente era il continuo intervento di Star Platinum per tenerlo sotto controllo. Ogni volta che stava per urlare con qualcuno o essere scortese per nessun motivo, lui appariva. Le prima due volte che era successo, gli aveva mollato uno schiaffo, quindi da quel momento Jotaro aveva provato a moderare i termini. La gente probabilmente lo credeva matto a parlare da solo in quel modo, ma siccome Polnareff stava oltreoceano, Star Platinum era probabilmente l'unico vero amico che gli rimaneva. Senza sapere il perché, il suo sguardo si fermò di nuovo su Marina prima di aprire il suo armadietto.

-Sciò! Andatevene!-

Lui si volse e vide una ragazza con i capelli rossi. Un attimo... Lui l'aveva già vista quella ragazza.

-Jotaro. Il mio nome è...-

-Sei Caroline, giusto?-

Caroline lo fissò, impressionata.

-Questo... Cioè, sì, sono io.-

-Ti vedo spesso con Marina.-

Chiuse l'armadietto e cominciò ad andare verso casa.

-È perché sono la sua coinquilina.-

Disse, seguendolo. Lui non stava rispondendo: era intento a rileggere i suoi appunti.

-E, senti... Parlando di Marina, è colpa mia se ha chiamato, non l'avrebbe mai fatto di sua sponte e...-

Jotaro si fermò e le fece cenno di fare silenzio.

-No, Jotaro, questa è una cosa importante...-

-Quella ragazza è una cosa insopportabile...-

Nora, o almeno così pensava si chiamasse Jotaro, ed i suoi amici stavano discutendo con le due ragazze che Caroline era riuscita a scollargli di dosso.

-Dovete smetterla di stargli sempre appiccicate!-

-Senti chi parla! Se Brandon lo venisse a sapere...-

-Brandon non deve sapere proprio nulla!-

-Prendi il coraggio a due mani e lascialo una buona volta!-

-Stai zitta!-

Caroline non aveva mai visto un bisticcio del genere se non nelle serie TV e non era così che se lo immaginava.

-Teen drama... Che cosa raccapricciante.-

Commentò Jotaro, prima di cercare di andarsene mentre Caroline provava a fermarlo debolmente, lo sguardo totalmente rapito dalle ragazze...

"Ma allora è vero che non si può distogliere gli occhi da un litigio..."

La prima a fare una mossa sbagliata fu Nora; spinse una delle ragazze. Marina notò che la cosa stava degenerando e si mise in mezzo.

-Adesso smettetela! Vi sembra il caso di esagerare per così poco? Vi potreste fare del male...-

-Questi non sono affari tuoi!-

Disse uno dei ragazzi che accompagnava Nora, spingendola via con il gomito. Lei inciampò e cadde all'indietro, verso la strada. Una macchina stava passando proprio in quel momento e non frenò in tempo. Caroline urlò terrorizzata:

-MARINA!-

Tutti quelli che stavano guardando lo videro chiaramente, il muso della macchina totalmente piegato su se stesso e la frenata forzata. Marina, che stava praticamente a terra, si era ritrovata in piedi senza un apparente motivo ed alzando gli occhi lo vide: Jotaro si era frapposto fra lei e la macchina.

-Non... Non si è fatto neanche un graffio...-

Il ragazzo che l'aveva spinta rise nervosamente e disse:

-Certo, dovresti fare attenzione a dove metti i piedi, Marina...-

Jotaro lo fissò gelido e tutti quelli che videro il suo sguardo rabbrividirono. Marina guardò Jotaro e sentì di nuovo quella sensazione di familiarità...

"Aspetta..."

Il guidatore uscì dall'auto infuriato.

-Chi devo ringraziare per questo disastro? Ah, sei stato tu, eh? Voglio subito il rimborso!-

Jotaro lanciò un'occhiataccia anche a lui.

-Non ha nessuna prova che...-

Star Platinum apparve di nuovo.

"Mi prendi per il culo?"

-Ora!-

"Ho capito, ho capito... Calmati..."

Jotaro si sistemò il cappello.

-Mi dispiace non poterla pagare ora, ma se mi lascia la targa dell'auto ci penserò in settimana.-

-Non ho intenzione di crederti sulla parola!-

I due continuarono a discutere e finalmente Marina ebbe l'illuminazione:

"È lui che mi ha salvata in Giappone da quella banda di delinquenti!"

~

Sadao era sollevato di poter rivedere casa sua dopo più di cinque mesi di tour. Aprì il portone in legno ed annusò il prato pulito, nelle orecchie il rumore del ruscelletto.

-Non c'è un posto come casa... Non vedo l'ora di riabbracciare Seiko.-

Entrò in cucina, pensando che essendo piuttosto presto nessuno potesse essere sveglio e non volendo disturbare nessuno, ma si sbagliava.

-Ohi. Bentornato. Ti sei goduto la vacanza?-

Sadao sobbalzò, sorpreso.

-Jotaro! Che ci fai sveglio a quest'ora?-

-Mamma voleva un po' d'acqua. Ma basta parlare di me. Tu che mi racconti?-

Sadao era confuso: primo, da quando suo figlio faceva dei favori alla madre? E secondo, il suo tono di voce sembrava... In qualche modo contrariato.

-Che cavolo, Jotaro, sicuro di star bene?-

-Perché stai entrando così come se nulla fosse dopo essertene scomparso per cinque fottuti mesi?!-

-Che hai da strillare? Ero in tour, lo sai bene! Se non fosse per me, questa casa sarebbe tre volte più piccola.-

-Non è di quello che parlo, razza di bastardo! La fondazione Speedwagon ha detto che ha provato a contattare il tuo agente per QUATTRO VOLTE! E non ti sei mai scomodato a rispondere!-

Sadao sospirò, seccato.

-Cosa poteva essere di così importante da fermare il mio concerto?-

Jotaro perse completamente la pazienza e afferrò il padre per il bavero della giacca. La loro differenza di altezza era quasi imbarazzante, per Sadao intendo...

-Mi spieghi qual è il prob...-

-Se proprio lo vuoi sapere, Frank Sinatra, tua moglie stava MORENDO qui!-

Sadao deglutì.

-Ma che... Sta bene?-

-Adesso sì e non certo grazie a te, idiota.-

Disse Jotaro, mollandolo e prendendo un bicchiere d'acqua.

-Mi dispiace: non sapevo fosse così importante...-

-Certo. Basta che non rispondi al telefono. Tanto nulla può essere così importante da meritare un po' delle tue attenzioni, no?-

Fece Jotaro sarcasticamente. Suo padre cominciò ad innervosirsi.

-Adesso ascoltami, figliolo: nulla di tutto ciò è colpa mia ed ora spiegami in dettaglio cosa è successo!-

-Perché fai così tanto chiasso, Jotaro?-

Chiese Holly entrando in cucina mezza addormentata.

-Seiko! Buongio...-

-Il suo nome è Holly! Comincia a chiamarla così anche tu!-

-Sadao! Sei tornato!-

Disse Holly, baciandolo.

-Tch.-

Fece Jotaro, lasciando la stanza, ma prima...

-Mamma. Tieni.-

La donna ringraziò il figlio per l'acqua prima che lui se ne andasse.

-Come si permette quel... Quel... Bastardo a rientrare qui e fare come se niente fosse? E perché mia madre glielo permette?-

Star Platinum stava ascoltando; era diventata la norma per Jotaro parlare con lui come se fosse una vera e propria persona. Si sentiva come se lui fosse l'unico a poterlo capire davvero.

-È incredibile... Quel vecchio non riuscirà mai a farsi perdonare!-

Lo studente si preparò per la scuola e poi incrociò suo padre mentre usciva.

-Aveva solo un po' di febbre, Jotaro. Stai esagerando. Tua madre non è mai stata più sana, te lo assicuro!-

Jotaro lo fissò, arrendendosi all'idea di fargli capire alcunché, e lo spinse con una spalla per passare. Davanti alla cucina, sentì Holly dire:

-Sadao e Jotaro hanno litigato... Spero non sia nulla di grave...-

Rimase fermo davanti alla porta, esitante. Guardò per terra e poi pensò:

"Fanculo. Ora lo faccio."

Tornò sui suoi passi ed entrò in cucina.

-Mamma. Ho dimenticato una cosa.-

Sua madre stava piegando i vestiti.

-Oh, cos'è, tesoro?-

Jotaro la raggiunse e si piegò per darle un bacetto sulla fronte. Poi sorrise e disse:

-Buona giornata, mamma.-

E finalmente uscì. Holly si toccò la fronte, cercando di capire se fosse solo un sogno, e poi sorrise con le lacrime agli occhi.

-Jotaro...-

Mentre stava andando a scuola, Star Platinum stava sorridendo al suo portatore.

-Quello non è mai successo, ok, amico?-

-Ora!-


















.....
Ma buon Giorno Giovanna, personcine care

Che palle i capitoli filler, vero?

Questo mi serviva più come preludio per ciò che succederà nel prossimo di capitolo e comunque mi stava a cuore parlare del padre di Jotaro.

Tra l'altro, mi piace pensare a Star Platinum che tiene d'occhio Jotaro e il motivo per cui lo fa solo ultimamente è perché Jotaro sa dentro di sé che quello che gli ha detto il nonno è vero e quindi il suo spirito (o quello di Jonathan, perché per me è davvero così) cerca di bloccarlo dal fare figuracce

Comunque nulla, spero vi sia piaciuto uguale

PS: se qualcuno riuscisse a spiegare alla mia playlist che non si può mettere a suonare Virtuos Pope mentre scrivo mi farebbe un gran piacere.

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