Capitolo 12.
Si sentì tremendamente male, il nostro guardone, nel vedere il povero ragazzo dagli occhi azzurri alzarsi a fatica e salire all'interno della propria auto, quindi appena fu certo che se ne fosse andato, decise di salire all'interno della propria auto e mandare velocemente un messaggio con una banalissima scusa: "ho dimenticato la copia delle mie chiavi di casa da te, adesso passo a prenderla".
La risposta non arrivò subito, come invece succedeva le altre volte, inoltre, per quanto forse un po' se lo aspettasse, fu dispiaciuto nel vedere delle parole che gli dicevano esplicitamente di non presentarsi a casa sua. Harry comunque non diede alcuna importanza ad esse, quindi salì sulla propria moto e si diresse verso casa Tomlinson, arrivando a destinazione in una decina di minuti. Quando arrivò, parcheggiò velocemente per poi bussare alla porta.
-Chi cazzo- Harry...
Si coprì velocemente il viso e questo suo serio fece male al riccioluto, il quale spostò le mani delicatamente, stringendole nelle proprie. Si guardarono: gli sguardi incatenati e quella combinazione così perfetta iniziava a prendere vita.
Non ci furono parole, né tanto meno gesti eclatanti, i due semplicemente si diressero all'interno della casa, si misero sul divano ed il nostro guardone iniziò a medicare il suo soccorritore del bar.
-Mi dispiace tu debba vedermi in questo stato, sono pietoso però ci sono dei pezzenti che sul serio-
-Hey, tranquillo, se ti agiti starai solo peggio. Ora finisco di sistemarti le medicazioni ed andiamo di là, ti addormenti e se vuoi resto con te, altrimenti me ne vado appena sei sotto le coperte. Domani è un nuovo giorno e vedremo se si possono prendere provvedimenti, se no sta comunque tranquillo Lou, mh? Troveremo una soluzione, anche non legale.
-Mh ma che piccolo boss, cosa avresti intenzione di fare di non illegale? L'unica cosa illegale è solo la tua dolcezza.
Al complimento le guance del riccioluto si colorarono di un rosa tenue ed iniziava a sentire del calore su di esse, nonostante questo sorrise, continuando poi a medicarlo tranquillamente: con dell'acqua ossigenata e dell'ovatta tamponava delicatamente i tagli, i quali poi copriva con dei cerotti a banda larga, o nel caso di grandi tagli, delle garze. Con molta cura cospargeva la crema sulle zone in cui invece stavano iniziando a formarsi dei lividi e lo ripulì dal sangue secco al di sotto del naso ed ai lati della bocca.
-La prima volta che ci siamo visti sono stato io a prendermi cura di te.
-Spero di essere altrettanto bravo.
-Tu certo che lo sei, io dopo tutto non feci niente, anzi per farti svegliare ho dovuto darti dei colpetti sul viso.
-Be' però ha funzionato.
Si sorrisero e, dopo essersi alzati, ovviamente con attenzione e lentezza, si diressero nella camera di Louis.
Quest'ultimo si mise sul letto ed Harry si curò di rimboccargli le coperte.
Si formò un'atmosfera silenziosa, dove il più grande osserva a il più piccolo studiare la propria camera e soffermarsi in particolare sulle foto che aveva visto durante la videochiamata, quelle nelle cornici sulla mensola grigia: vide delle bellissime ragazze ed un unico maschietto, insieme a lui naturalmente, i quali sorridevano alla fotocamera e mostravano tutti un pollicione all'insù. Sembravano molto felici e Louis era diverso da com'era in quel momento, infatti i suoi capelli erano più lunghi e la barba leggermente folta, per quanto sorridesse inoltre si traspiva una forte malinconia, come nello sguardo di tutti gli altri membri della foto, specialmente della donna che era seduta al centro, la quale oltre ad avere quegli occhi, così uguali a quelli di suo figlio, spenti era anche molto stanca ed il suo viso magro, con alti zigomi sporgenti, che ne davano la prova.
-Quella era l'ultima foto con mia mamma... tutti sapevamo fosse l'ultima, tranne i miei due fratellini più piccoli naturalmente, a loro era difficile spiegare la cosa ed infatti non lo facemmo. Aveva la leucemia, quando lo scoprimmo fu molto tardi ma nonostante questo provammo a farle tutte le chemio e cure di cui necessitava. Quella mattina ci dissero che sarebbe venuta a mancare in poco tempo, quindi volle che tutti indossassimo qualcosa di carino, sorridessimo per i nostri fratelli e facessimo questa bella foto, che ora è uno dei pochi ricordi che ho...
-Era molto bella, anche se si vede fosse stanca.
-Lo era.
Il riccioluto distolse lo sguardo dalla foto e strinse delicatamente la mano di Louis, accarezzandone con il pollice il dorso.
Quest'ultimo gli sorrise e dopo, col capo, gli fece cenno di mettersi accanto a sé, quindi Harry sfilò le scarpe e si mise al di sopra delle coperte, di fianco per poterlo guardare meglio. Poco alla volta si addormentarono insieme, con i visi rivolti l'uno verso l'altro e si svegliarono solo il mattino seguente, a causa di piccoli mugolii emessi dal ragazzo dagli occhi azzurri, per il bruciore di alcune ferite ed il dolore di alcuni dei suoi lividi.
Il nostro guardone quindi si alzò e prese altre medicazioni, rimuovendo e sistemando quelle fatte la sera precedente, invece per quanto riguardava i lividi, sempre con la stessa attenzione e delicatezza usata la sera precedente, cosparse la pelle di crema.
-Grazie e buongiorno.
-Di niente, giorno a te Lou.
-Ti va di fare colazione?
-Certo, ma la preparo io e dopo vado a lavoro, stasera devo anche continuare il corso.
-Il corso riguardo cosa?
-Non so se tu sia amico o meno del signor Malik, ma comunque non dire che l'ho detto io eh. Vogliamo ristrutturare il bar e continuare fino a notte tarda, così ci sarà più clientela ed il bar ovviamente ci va anche a guadagnare.
-Ah sì, ovvio che lo so, oggi vengo anche io.
-Come? Perché?
-Sono io che ho progettato la ristrutturazione del locale, quindi mi vedrai più spesso di quanto tu creda riccolino. La cosa ti dispiace?
-Sì, a lavoro faccio schifo, non puoi vedermi in quello stato!
-Ti ricordo come ci siamo conosciuti?
-Effettivamente... Va bene dai, andiamo a fare colazione.
Si alzarono ed andarono in cucina, il riccioluto preparò delle uova all'occhio di bue, le quali ruppe all'interno della padella, dove già vi erano delle fette di bacon che sfrigolavano dato il grasso che poco alla volta si scioglieva e le fettine di salumi che diventavano abbrustolite. Dopo aver impiattato quanto vi era nella padella, preparò in essa anche dei toast, dopo averli naturalmente imburrati e salati.
Dal cesto della frutta prese delle carote, una mela ed un'arancia, dopodiché azionò la centrifuga e poco alla volta ottenne il succo di frutta che zuccherò e mise a tavola, insieme a tutto il resto.
-Che buono Har! Dio mio sei bravissimo!
-Trovi? Non cucinavo da una vita...
Dopo colazione, il nostro guardone riprese le proprie scarpe, le indossò e, con uno spazzolito nuovo che gli diede Louis, iniziò a lavarsi velocemente i denti. Appena finito prese le chiavi, che effettivamente aveva dimenticato in quella casa e si avvicinò al ragazzo dagli occhi azzurri, lasciando un bacio sulla sua guancia.
-Ci vediamo domattina, tieniti libero che ho giorno di festa quindi ristrutturiamo camera mia!
-Ti ho detto che ci vediamo anche oggi al bar, ma comunque ovviamente ci sarò anche domani ricciolino, ci sentiamo a telefono.
Un ultimo saluto e successivamente Harry montò la propria moto, dirigendosi velocemente a lavoro. Era davvero così tanto felice e non poté fare a meno di dimostrarlo a chiunque, che fosse con un sorriso, o con un piccolo gesto di cortesia spontaneo.
Nel vederlo così, tutti quanti furono sul serio molto inteneriti, specialmente il biondo che, dopo essersi avvicinato a lui, gli diede una pacca sulla spalla. Sapendo cosa volesse dire, il nostro cameriere lo anticipò:
-Sì, Niall ho una cotta!
Mini angolo autrice.
Questo è uno dei miei capitoli preferiti, il vostro?
-Id
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