World's worst awakening
Il peggior risveglio del mondo? Probabilmente è stato quello subito da Abel al termine dell'ibernazione. I suoi muscoli, che non si muovevano da mesi, hanno iniziato a bruciare proprio come se fosse stato dato loro fuoco; gli occhi, rinchiusi dietro le palpebre da così tanto che parevano non doversi aprire mai più, erano sul punto di uscirgli dalle orbite; e poteva avvertire ogni singolo lampo viola trapassargli il cranio per entrare nel cervello, prima di diffondersi in tutto il resto del corpo.
Balrog, che stava assistendo alla scena per la prima volta nella sua vita, è rimasto paralizzato dall'impressione ed ha sentito come un senso di rispetto per il poveraccio trafitto da mille fili e attraversato dalle scariche come un'autostrada dai mezzi pesanti la mattina. La posizione in cui era stato sistemato, nondimeno, sembrava la più scomoda mai esistita.
Era uno spettacolo demoniaco, che gli ha dato un senso di vertigine prima e di nausea poi, particolarmente quando ha avvertito un inquietante odore di carne bruciata.
«Fermate tutto! Spegnete!!»
In pochi secondi, nella stanza è nato il caos più completo. La macchina continuava a rilasciare scosse a intermittenza sebbene fossero stati chiusi tutti i collegamenti, un fastidioso fumo aveva riempito l'aria facendo pizzicare gli occhi ai numerosissimi astanti e celando la condizione del soggetto dell'esperimento, che da parte sua è stato l'unico a non tossire istericamente. Facendosi largo a spallate in mezzo ad una folla di ometti in fibrillazione, Balrog ha compiuto la prima azione utile di tutta la sua vita: con un calcio ben assestato ha rotto i collegamenti della macchina sia alla corrente elettrica che al trasformatore dello Psycho Power, interrompendo quantomeno i lampi che ritmicamente coloravano l'atmosfera altrimenti grigia della sala. Poi ha tolto con uno strappo violento tutti i fili dal corpo #6 e l'ha liberato dai lacci che lo incollavano alla seduta in modo così scomposto. L'ha adagiato a terra e, dopo due schiaffoni, ha provato a chiamarlo.
«Ci sei? Respiri?! Rispondimi!!» Nessun segnale: tirandolo su da terra, il pugile l'ha scosso con violenza. «Rispondimi, dannata bambola!»
Ha fermato il dipendente più vicino e gli ha mostrato il corpo completamente abbandonato, che reggeva a fatica con entrambe le mani. «Dammi una mano, non vedi che è svenuto?!»
Sbiancando, lo studioso ha messo due dita sotto il mento di Abel.
«Non è svenuto, s-signore» ha bisbigliato, così piano che Balrog non ha sentito nulla; poi è corso via, tornando in un batter di ciglia con un altro collega e una barella. Ci hanno gettato sopra il corpo grondante di quel sangue del quale già era stato in gran parte privato, e poi sono corsi in "infermeria".
**
«Morto.»
«Peccato» ha commentato M. Bison con un sorrisetto, alla notizia che la sua guardia era venuta a comunicare.
«In verità, signore, il cuore batte ancora ma fievolmente, però non vi è attività cerebrale.»
«Non mi importa. Non serve più. La macchina è distrutta, è questa la perdita che mi duole.»
«Lo trasferisco al forno per la cremazione, signore»
«È occupato, al momento, ma mi sembra una buona alternativa. Lascialo da qualche parte finché non si libera.»
«Sissignore»
Vega ha attraversato i corridoi a testa bassa, riflettendo su dove lasciare il corpo in quel lasso di tempo non ben definito; giunto presso il moribondo, comunque, ha deciso di lasciare la decisione ai due dipendenti che l'avevano in custodia. Ha dunque spiegato loro la situazione, e approvato la proposta di lasciarlo nella sala degli acquari sotto controllo per monitorare, finché fosse stato possibile farlo, il suo battito - così da poter avvisare Bison in caso di miglioramento. Ha seguito la piccola comitiva durante il trasporto, dopodiché ha lasciati soli i dipendenti col tumefatto corpo #6 per sistemarlo.
Rimasti in esclusiva compagnia del corpo adagiato su un tavolo d'acciaio, a causa del disagio che le persone comuni non possono evitare di provare in luoghi come quello in cui loro si trovavano, i due infermieri si sono sforzati di mantenere la calma parlando in continuazione.
«Per sistemare questo rilevatore di battiti è meglio metterlo in mezzo a due strati di bende sopra il petto.» Dopo avere detto questo, il più basso ha fatto oscillare in aria un tubo di gomma collegato ad uno schermo.
«Non sprecherei due fasce, non c'è più perdita di sangue e domani al massimo il corpo sarà carbonizzato. Appoggiamolo direttamente sulla pelle, così» ha detto uno dei due, prendendolo e applicando la piccola ventosa giallastra che stava al termine su un pezzetto di pelle intatta all'altezza della terza costola. «Dovrebbe essere l'ideale dato che il battito è debole»
«Ottimo. Possiamo andarcene quindi?»
«Meglio coprirlo, non si sa mai che Master Bison passi di qui e non voglia vederlo. Tu intanto accendi il monitor» ha ordinato ostentando una sicurezza che non provava davvero, indicando la lucida superficie sulla quale sarebbe comparso il grafico dei battiti cardiaci di Abel e subito dopo abbassandosi per recuperare un telo col quale celare lo stato pietoso del povero ragazzo, peraltro abbigliato soltanto con un paio di pantaloncini completamente sporchi di scarlatto.
«Quanto sangue pensi che gli sia rimasto in corpo, a quest'ora?»
«Non più di tre litri, a mio avviso»
«Poveretto.»
Sistemato tutto, i due colleghi hanno mosso qualche passo verso l'uscita; si sono però dovuti voltare subito a guardare indietro, allarmati dal rumore del contatore che sembrava impazzito. Si sono scambiati uno sguardo, e diretti al tavolo. Per fare un salto quando gli occhi del Sesto Corpo si sono spalancati, rivelando un'iride candida e una sclera, invece, nera come pece.
Alzandosi a sedere, Abel s'è tolto benda e sensore con un gesto ed ha tirato un urlo bestiale. Sbiancando come se stessero assistendo alla visitazione di qualche fantasma, i due infermieri hanno iniziato a tremare.
Come un dinosauro il risuscitato li ha superati e si è diretto alla porta che, come sappiamo, dà sul corridoio verde e poi alla sala principale di tutta la base; le ha tirato un pugno praticando un buco netto al suo centro, e l'ha forzata quasi senza faticare. Si è bloccato, però, alla vista del corridoio che si snodava innanzi ai suoi occhi, e pareva senza fine.
Voltandosi, Abel ha lanciato un secondo grido e s'è diretto velocemente verso i due infermieri, per sollevarne uno per il colletto.
«È tutta una menzogna!» Gli ha urlato in faccia con tutto il fiato che aveva, come per sfogare una speranza segreta che nel corso della prigionia era diventata ossessione. Come se i muri neri, i tubi e i vetri lucidi, loro stessi fossero un sogno o una scenografia, destinati a sparire o rivelare la loro natura fittizia, mimetica del vero mondo, al primo bagliore del mattino.
Paralizzato dal terrore, l'uomo non ha risposto e per questo è stato scagliato a terra. Gli spaventosi occhi neri hanno scrutato ogni angolo della stanza in poche frazioni di secondo. Poi, il Sesto Corpo imitando le movenze di una gru da demolizione si è diretto al tavolo sul quale giaceva fino a pochi attimi prima, l'ha fatto roteare sulla testa senza fatica e lanciato a frantumare ben due acquari in un unico gesto. Desiderava dimostrare che la sua convinzione era vera; che fuori da quelle mura splendeva ancora il sole e soffiava ancora il vento... Che il cielo reale è quello azzurro e infinito, non quello nero e claustrofobico che si trovava sulla testa da così tanto.
Ha tirato un calcio ad un tubo che stava per terra, facendone uscire il liquido che manteneva stabile da più di sei mesi la condizione del corpo #5; e si è abbassato per continuare a colpire con i pugni lo stesso punto, con una furia sovrumana - finché due forti mani non l'hanno bloccato afferrandolo da dietro e costringendolo a stendersi prono, la guancia destra proprio sulla pozza di liquido rivoltante.
Ha nuovamente gridato con tutte le sue forze, ma non ha potuto opporsi alla scarica elettrica inflitta dal taser che gli è stato appoggiato al fianco destro. Si è quindi accasciato, con gran sollievo dei due infermieri e persino di colui che era intervenuto a bloccarlo - Master Bison in persona.
«Sarebbe uno spreco farlo fuori. Mettetelo in cella. Privatelo di sostentamenti finché è fisicamente possibile, dategli il minimo d'acqua indispensabile alla sopravvivenza fino a nuovo ordine.»
Senza aggiungere altro, il Capo della Shadaloo s'è diretto al suo scuro ufficio.
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