Perennial pain

Da solo, in mezzo a uno sterminato campo coltivato a strane pianticelle fitte fitte ed altissime, che lo rendevano al semplice confronto alto poco più di un bimbo: si sentiva a casa. Nelle orecchie il frusciare del vento tra le foglie verdissime, nelle mani i frutti succosi di quelle straordinarie colture, rossi come i gruppi ottici posteriori delle automobili. Un sole tiepido e ammiccante sulle spalle coperte dal suo amato gi, bianco da abbagliare, splendente, quasi metallizzato. Nell'attraversare il campo, tagliente come lamiera sulla pelle nuda, ha visto spuntare la cima del ricco fogliame argenteo di innumerevoli alberi; il canto del vento s'è affievolito, lasciando posto ad un rumore di... Interferenza. Suo malgrado si è messo a sedere, la luce sempre più bluastra ad abbracciarlo stretto.
Al termine del campo, il cielo si è mostrato per ciò che è - una stupida, artificiale, meccanica copertura al mondo vero che è triste e senza speranze, atro proprio come... La vista che s'è trovato davanti agli occhi, una volta aperti.

Non era nella "sua" cella; era stato adagiato su una poltrona che non gli permetteva letteralmente di muovere un muscolo, e nella sua pelle era stata conficcata la spiegazione alle ferite "misteriose" - riaperte dai medesimi aghi collegati ai medesimi fili.
Ha fatto guizzare gli occhi in tutte le direzioni, sentendo il panico schiacciargli la gola e la bocca dello stomaco, e irrigidendo involontariamente tutti i muscoli: possiamo immaginare come Bison non si fosse sprecato ad assistere alla seconda seduta, e anche come i suoi dipendenti l'abbiano sostituito alla perfezione, abbassando a questo punto la leva senza un fiato.

Risparmiandoti la replica di ciò che sta per accadere, dato che l'hai già ben presente, mi basterà precisare che quattro "giorni" di allenamento, uno di riposo e uno dedicato alla seduta sono diventati la routine per svariati mesi. Dove il sole non sorge mai il tempo è relativo; non c'è motivo di rispettare la scansione della settimana, e per questo non ci si è posti neanche mezzo problema a cancellare il settimo giorno dal ciclo di vita del corpo #6. Le "giornate" non hanno albe o tramonti da rispettare nei laboratori della Shadaloo; la mattina rimane il momento dopo il risveglio e precedente la razione di robaccia servita sul tavolo bianco, il pomeriggio consiste nelle ore che trascorrono tra il "pasto" e il momento di dormire - non c'è desiderio né da parte degli allenati né da parte degli allenatori di imitare una cena, eppoi rimanga tra noi: queste "giornate" non durano abbastanza per servirla, trovandosi a durare soltanto sei ore. Nessun orologio è libero di contare nel regno di M. Bison, comunque, e per questo tutti si sono sempre adeguati e nemmeno si sono disturbati ad accorgersi del trucchetto.

La situazione del Sesto Corpo verso la fine del secondo "mese"?
Seduto sul letto granitico, in pantaloncini, la possente schiena al muro, la testa all'indietro, gli occhi serrati: una posizione nella quale era perfettamente normale trovarlo.
Le tempie gli pulsavano e il sopracciglio destro pareva, a volte, il suo peggior nemico, per il dolore che era là localizzato. Nessun tipo di pastiglia è mai stata studiata per alleviare un dolore del genere - una persona normale non l'avrebbe potuto sopportare, ma si sa che lui era uno dei Corpi ricercati dalla Shadaloo apposta perché dotati di qualcosa in più. Il motivo di questa sofferenza perenne, chiaramente, era lo Psycho Power - che sta avendo anche altri effetti sulla vittima, come il precoce sbiancamento dei capelli e la loro perdita. In più, se avesse avuto uno specchio, Abel avrebbe potuto vedere che le sue iridi e persino le pupille stavano scolorandosi: era una fortuna in effetti che non avesse un tale privilegio, perché questa è una delle cose capaci di far perdere il senno alle persone.
Altri effetti delle sedute, comunque, non hanno potuto passare inosservati. Ad esempio, la sua statura si avvicinava sempre più ai due metri - il che significa un incremento di circa venti centimetri, cioè non proprio uno scherzo. E ancora, i suoi ricordi non riuscivano più a superare la rinforzata barriera posta al limitare della coscienza, e con essi la personalità del judoka era scomparsa, insieme alla sua capacità di riflettere lucidamente: durante gli allenamenti non si era più udita mezza imprecazione o preghiera in francese, né alcuna domanda. Le previsioni degli studiosi e di Bison si stavano all'apparenza avverando - di Abel era a malapena rimasto il corpo, totalmente trasfigurato, ma ancora indiscutibilmente il suo. Un automa, ecco cosa sembrava quando obbediva agli stupidi ordini che gli venivano impartiti: posso comunque assicurarti che quanto portava a termine, era completato tramite di lui... Ma suo totale malgrado. La spia che mi permette di affermare questo, che ci lascia intendere la lotta che il suo animo stava ancora combattendo è il fatto che la cattiveria regnante in quel luogo oscuro non fosse ancora riuscita a prendere dimora in lui: quando non gli venivano date istruzioni precise su cosa fare, il corpo #6 rimaneva immobile. Anche di fronte a situazioni che avrebbe dovuto saper affrontare, perché già superate uguali e identiche, non muoveva un singolo muscolo: pareva un mulo. E questo tipo di resistenza inattesa scaturiva da qualcosa di letteralmente intoccabile - era nell'inconscio, l'unica zona dove nessuno può mettere mano, che le domande rimanevano, che il suo vero io urlava a squarciagola in ogni momento per continuare ad esistere: è questo il tipo di forza che il maestro Deprelles gli aveva fatto coltivare, e che s'è dimostrato essere l'unico a servire a qualcosa nella vita vera. È la forza dell'anima, che per la precisione è servita a irritare studiosi e responsabili, e il Capo in particolare. E che è stata quindi il motivo alla base delle decisioni prese da Master Bison su di lui - e di ciò che esse hanno determinato, ovviamente.

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È una gioia per me essere ancora qui. Non sono sicura che qualcuno leggerà quanto sto scrivendo, ma se per caso lo stai facendo: cosa te ne pare del piccolo Abel??
A presto!~

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