Gone to pieces

Aprendo gli occhi, il nostro Abel non ha potuto evitare di sorridere. Si sentiva debole come sempre e la testa gli faceva male - proprio come sempre.
Ma sopra la sua testa... C'era il cielo.
I suoi occhi, che tanto l'avevano anelato, hanno potuto riempirsi di quell'azzurro così intenso. Era davvero infinito, così dolce... Le nuvole bianche sembravano condividere la sua letizia e la brezza fresca faceva un rumore completamente diverso da qualsiasi altro che avesse potuto sentire da-- da quando aveva memoria.
I raggi del sole lo accarezzavano come le dita di un amante su tutta la pelle diafana segnata da mille cicatrici finalmente rimarginate e comunque scurita dallo strato di sporcizia che non aveva mai avuto modo di togliersi.
I pochi capelli che avevano avuto il coraggio di ricrescergli erano così fini e chiari che non potevano che aumentare il suo aspetto da fantasma allo sguardo preoccupato della persona che - solo ora se ne rendeva conto - gli era a fianco.
«Stai bene, ragazzo?»
L'autoritaria voce dell'uomo che lo aveva salvato gli è sembrata così premurosa che l'ha dovuto guardare qualche momento prima di riuscire a rispondere.
«Mai stato meglio» ha affermato, mettendosi a sedere. Lo sguardo scettico che si è trovato addosso ha fatto sì che decidesse di aggiungere qualcos'altro alla sua peraltro sincera affermazione. «E lei... Come sta?»
In risposta, l'uomo ha guardato altrove.
«Io le devo la vita. Grazie mille» ha quindi osservato, nella speranza di udire una risposta almeno a questo.
«Da quanto eri là sotto?»
Abel ha sgranato gli occhi chiari e d'istinto si è voltato. Si trovava sul fianco di una collina, in mezzo al nulla più assoluto; qualche pianta qui e là, erba ovunque... A parte il caos generato dalla distruzione della base, la natura era tutto quanto risultava visibile. Il luogo dal quale aveva pensato di non uscire vivo era completamente andato in pezzi - non esisteva letteralmente più. Persino la colonna di fumo nero che sicuramente doveva aver causato aveva terminato di sporcare tutto nel raggio di chilometri.
«Non lo so. Non so nemmeno quanti anni io stesso abbia. In che anno siamo o come mi chiami»
La mano che si è appoggiata sulla sua spalla è stata molto più significativa di qualsiasi discorso di conforto.
«La mia squadra sarà qui a momenti. Permettimi di offrirti riparo e... Altre cure.»
Il giovane l'ha guardato negli occhi, realizzando che il suo attuale stato di relativa salute era dovuto alle attenzioni che quell'uomo doveva avergli dedicato.
«Molto volentieri: non ho alcun posto dove tornare... O dove andare in generale.»
«Immagino.»
Finito di pronunciare quest'unica parola, Charlie ha udito un rumore in lontananza e ha strizzato gli occhi nello scrutare l'orizzonte. Abel ha notato il suono poco dopo e imitandolo ha rivolto l'attenzione allo spazio immenso che li circondava. Sembravano proprio le pale di un elicottero, ma insieme ad esse si distingueva qualcosa di molto più inquietante... Spari. Questo è quanto ha potuto peggiorare la brutta sensazione che aveva il Tenente, dacché al contrario di quanto si era aspettato, ovvero di trovare la squadra appena fuori dall'uscita già pronta a ripartire, aveva dovuto riporre ogni speranza nella possibilità che non fosse accaduto quel poteva ben immaginare, quello che forse era l'unica cosa in grado di impedire alla squadra di raggiungerlo per tre ore intere.

I "rinforzi" dell'U.S. Air Force sono arrivati da dietro la collina, confermando quanto Charlie temeva: i due, per l'appunto, elicotteri che sono sfrecciati sulle loro teste a quota bassissima erano seguiti a qualche decina di metri di distanza da un altro gigantesco e viola, con un teschio alato sul fianco a contraddistinguere la sua provenienza - Shadaloo.
La radiolina di Nash è impazzita, ha iniziato a frusciare e poi a gracchiare senza permettere ad alcun suono di definirsi. Egli, intanto, fissava pietrificato l'inseguimento: l'elicottero di Bison sembrava più veloce di quelli americani e sparava senza fermarsi missili dal diametro spaventoso, che in poco meno di un minuto sono riusciti a colpire uno dei due inseguiti e a fargli perdere rapidamente quota.
Invertendo la marcia in modo spettacolare, l'ultimo mezzo dell'Air Force è riuscito a centrare a sua volta il nemico; ma quello ne è uscito illeso, come nessuno avrebbe mai osato immaginare.
La radio ha aumentato il volume, attirando finalmente l'attenzione del primo Tenente che se l'è tolta di dosso per scagliarla a terra.
«Ragazzo, seguimi» gli ha mezzo imposto, a causa dell'agitazione che sentiva all'altezza della bocca dello stomaco. «I miei colleghi riusciranno a cavarsela, devono averne già abbattuti diversi; ma la situazione sta diventando qualcosa di troppo pericoloso per te. Sei ancora tanto debole, capisci. Voglio portarti da un mio conoscente che so bazzicare da queste parti. Se starai con lui saprò dove ritrovarti e tu intanto potrai guarire e, perché no, provare a ricostruirti una vita.» Mentre affermava questo, Nash aveva iniziato a dirigersi alla cima della collina; Abel l'ha rincorso senza proferir parola e finché non hanno ritrovato delle tracce di civiltà - parecchio tempo dopo - non è proprio riuscito a dire nulla.
«La vedi la città?»
Essa era proprio di fronte a loro. Si trovavano al termine di un piccolo bosco, prima di un campo coltivato a girasoli; oltre questo, sì, si scorgevano i tetti spioventi di un centro abitato. Ormai il sole era prossimo a tramontare, le ombre erano lunghe; le poche nuvole che sporcavano il cielo si stavano tingendo d'arancione e l'intensità di quei colori si rifletteva sui volti dei due uomini.
«Basterà che ti rechi nell'unico albergo che c'è, capirai di esserci arrivato perché ha l'insegna in verticale e tre piani tutti forniti di balconi ampi. Là entra e chiedi di Sumner. Consegnagli questa mia lettera... E fidati di lui»
«Non ho alternative.» L'ha guardato, sorridendo. E anche Charlie, dopo qualche attimo, ha sorriso.
«Lo so bene.» Gli ha teso una busta bianca, annuito per incoraggiarlo; poi, appena il ragazzo l'ha presa dalle sue mani, l'ha afferrato per le spalle e letteralmente lanciato oltre il fossato che li divideva dal campo. Egli si è rialzato in piedi con un balzo senza fare alcun rumore e ha guardato Nash con perplessità.
«Stai lontano dalla Shadaloo! Qualsiasi cosa accada: evitala! Essa è il male!» Gli ha urlato, prima di voltarsi e: «Strike!», fare di nuovo quel movimento col braccio, creando un altro boomerang incandescente. Un urlo ha confermato che la sua intuizione era giusta: qualcuno si nascondeva tra gli arbusti. Senza esitare oltre, quindi, Charlie ha corso verso il cuore della boscaglia, e più oltre in direzione della collina dove era rimasta la radiolina; la sua squadra aveva bisogno di lui e in più non voleva che gli affiliati dell'organizzazione di Bison trovassero colui che aveva appena liberato - che da parte sua aveva inteso la situazione e senza indugiare si era affrettato alla meta attraverso il suggestivo campo.

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