As in stand-by
Inutile nasconderlo: la scena più brutta di tutto il racconto è quella che mi sto accingendo ad introdurre.
Siamo ritornati nella base segreta dove abbiamo incontrato Master Bison per la prima volta: siamo però al termine di un corridoio diverso da quello verde che conduce al suo ufficio.
Balrog, ricevuto il lauto compenso, è tornato a casa disinteressandosi totalmente del destino che attende la sua vittima; Vega e Sagat, invece, sono ancora a caccia.
La stanza nella quale Bison e la sua squadra di studiosi sono riuniti è dotata delle medesime pareti scure del resto della struttura, abbinate alle divise dei dipendenti che sono distinti in base alle mansioni unicamente da delle minuscole spille appuntate all'altezza del petto sui grembiuloni.
Il laboratorio è ingombrato da parecchie macchine rumorose, dall'aspetto maledettamente complesso dato dalle forme irregolari del metallo e della plastica lucida di cui sono composti.
Alcune assomigliano a mobili intarsiati di schermi, altre pendono dal soffitto senza osare sembrare fragili, altre ancora ricordano le stampanti da ufficio ma con delle strane componenti che aggiungono dell'inquietante alla loro altrimenti "docile" apparenza.
Poi ce n'è una, unica nell'aspetto e nello scopo, che è isolata da tutte le altre, al centro della parete est. Sembra una poltrona rinforzata di modo che la figura adagiata "su" di essa possa propriamente essere definita "al suo interno".
Non senza incontrare resistenza, gli scienziati hanno appena finito di sistemarcela: innumerevoli fili neri sono or ora stati collegati alle braccia, al petto, al ventre, alle gambe ma soprattutto al viso del Sesto corpo. Il quale è preda di spasmi nervosi dovuti tanto alla paura quanto al dolore, provocato dagli spuntoni con cui i fili gli sono stati conficcati nella carne, rovinando irrimediabilmente l'aspetto tanto curato della sua pelle - già meno ambrata di quanto abbia usato essere prima.
Il suo collo, i suoi polsi e le caviglie sono legati con resistenti fasce sintetiche alla poltrona, che è così rigida da sembrare marmorea alla schiena del condannato. Quantomeno, chi fu spedito al patibolo quando la legge lo permetteva, doveva avere un motivo per essere là...
Le luci, d'improvviso, si abbassano; ad un gesto del terribile direttore dell'operazione, metà del personale lascia la sala.
Il corpo #6 geme, sussurra parole che nella sua lingua, probabilmente, sono preghiere; ma Bison è irremovibile.
La sua terribile mano si appoggia sulla maniglia argentea posta a fianco della poltrona-trappola così simile ad una ricca sedia elettrica: l'ultima cosa che gli occhi di ghiaccio possono distinguere è il suo ghigno, dai denti candidi come le palle degli occhi che riflettono le prime scintille violacee dell'energia destinata a riversarsi sul suo corpo.
Ecco la spiegazione dell'elaborato piano, della caccia in tutto il globo, del rapimento di chi sembrava una persona come tutte le altre; lo Psycho Power, ovvero l'arma che deve fare di Bison il dittatore del mondo. Il principio fondante di tutta l'associazione nominata Shadaloo. Un tipo di potere che soltanto lui sembra possedere in tutto il globo, e che ha fatto suo eliminando ogni traccia di umanità dal suo stesso animo. Tramite questa energia, che è riuscito a fare scorrere nei fili neri e che rimarrà dentro i corpi dotati del gene giusto rendendoli "portatori sani", lui stesso ignora tutto quel che può fare. Ma sa che non vi è cosa che non possa tornargli utile, una volta scoperta.
Trattandosi di un'energia spirituale, si può ben comprendere come nemmeno in una vita intera si possa giungere a padroneggiarla completamente; ma dato che sta a Bison di sondarla e studiarla, lasceremo volentieri a lui il gravoso compito.
Le urla che scappano dalla gola di Abel, inizialmente stridule e poi sempre più roche, riempiono la stanza e le orecchie dei presenti. L'unica reazione del cuore di pietra che alloggia nel petto di Bison, comunque, è uno scintillio febbrile negli occhi e un orrendo sorriso. Egli gode del dolore altrui: per questo non può immaginare nulla di più divertente di un simile spettacolo.
Poi, però, quando a pochi centimetri da lui il corpo inizia a dimenarsi, la spina dorsale ad inarcarsi come quella delle isteriche in crisi, le mani ad aprirsi e chiudersi ad una velocità incredibile - non esita ad ordinare di aumentare la carica, rendendo impossibile al cervello agire in qualsiasi modo. È la prima volta che si raggiunge un livello tale; i tentativi uno e due non hanno retto la scarica al solo impatto, il tre è deceduto appena l'energia ha smesso di fluire nei suoi nervi, il quattro ha perso l'utilizzo del sistema nervoso centrale ed è quindi in attesa di un qualche sostituto artificiale, il cinque infine appare ingovernabile e incredibilmente debole. Nessuno può dire in che modo finirà l'esperimento con questo corpo tutto diverso dai precedenti; il capo però, fidandosi ciecamente delle scienze e della matematica in particolare, è più che certo che tutto andrà per il meglio. La sua decisione di aumentare la dose di energia è dovuta solamente al fatto che oltre una certa soglia, non si può più avvertire nulla: molte altre sedute attendono il corpo #6, e non conviene in nessun modo farlo soffrire se si può "evitare". Più passerà il tempo e più, si spera, sarà potente; meglio che non si accorga di quanto sia doloroso, che non decida di rivoltarsi... Fin quando avrà la possibilità di decidere.
Il rumore degli ingranaggi si fa assordante: ben presto risulta chiaro che cederanno prima i fusibili della carne, e gradualmente gli scienziati impressionati diminuiscono la tensione fino ad annullarla. Si tratta di un successo totale e quasi insperato.
Con essa, anche lo spirito del numero 6 sembra perdere vigore: il mento si adagia sul petto, le ginocchia si allargano come rilassandosi e tanto le sopracciglia quanto le palpebre si distendono. Gocce di sudore ricoprono la sua fronte, e una gran quantità di sangue imbratta poltrona e abiti seguitando ad uscire dalle fenditure praticate dagli aghi e allargate sia dai movimenti sia dall'energia che le ha attraversate.
Ora il corpo è completamente abbandonato, e non sembra vero che abbia appena sopportato uno sforzo letteralmente sovrumano. Come in stand-by, i suoi poveri muscoli non compiono il minimo movimento.
Poche frazioni di secondo dopo la cessazione delle scariche, il corpo apparentemente esanime si trova circondato da scienziati armati dei più disparati attrezzi, che accertato il suo stato di sommaria salute, lo liberano e lo misurano.
Quel "semplice" esperimento ha avuto grandi conseguenze: gli esperti osservano sbalorditi che si sono guadagnati diversi centimetri d'altezza, e che le ossa hanno aumentato notevolmente il loro spessore.
Parole di lode si levano da ogni angolo verso chi non ha fatto nulla per raggiungere questi incredibili obiettivi: «Hurrà per Bison! Lunga vita al potente Bison!»
E il corpo è portato dove potrà riprendersi dopo ogni intervento - l'equivalente di una cuccia, in pratica, dato che non sembra in condizioni tali da dover essere rinchiuso negli acquari.
Finalmente, la gabbia inizia a popolarsi.
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