"Sono nata con un esempio da seguire."

"Ehi! Sveglia, ZampaCanterina."
Il batuffolino marrone si srotola e alza la testa. Gli occhioni carichi di entusiasmo brillano già di prima mattina. "PanteraNera!" esclama. Troppo forte, perché ZampaIntrepida, accanto a lei, si volta su un fianco e le tira una zampata sul muso.
Ridacchio. "Andiamo, piccoletta. Oggi è il primo giorno di addestramento."
ZampaCanterina scatta in piedi ed esce fuori in fretta, trotterellando al mio fianco. "Cosa facciamo?"
Mi accuccio in modo da essere al pari del suo muso. "Ti mostrerò dove vivi. Ma prima, devo essere sicura che saprai starmi dietro." Strizzo l'occhio e scatto in avanti, inoltrandomi nella foresta.
Non mi sforzo a correre veloce, di modo che ZampaCanterina riesca a tenere il passo. Mentre corro, percepisco i suoi saltelli dietro di me.
Corriamo fino a Lago Stellare, dove mi fermo vicino alla riva.
ZampaCanterina mi raggiunge pochi secondi dopo, boccheggiando a testa bassa.
"Non male, piccoletta."
Lei sorride.
"Hai fame?"
"Oh sì."
"Beh, non puoi mangiare fino a che non avremo portato qualcosa al Clan."
La piccola abbassa le orecchie. "Giusto."
"Allora, direi di iniziare subito a cacciare."
Le mostro le varie tecniche per catturare determinate prede.
Dopo gli insegnamenti, ci mettiamo a cercare qualcosa. Troviamo un topolino su una radice di un vecchio albero. Dico a ZampaCanterina di far piano e di rimanere nascosta. Io intanto mi acquatto e striscio verso il roditore. A un certo punto pesto per sbaglio un rametto e faccio rumore. Il topo rizza le orecchie. Faccio in tempo ad acquattarmi dentro a un cespuglio e a non farmi vedere. Il topo si volta e osserva intorno a sé. Ignaro del pericolo, mi ridà le spalle. Sguscio via dal cespuglio e continuo ad avvicinarmi, attenta a dove mettere le zampe. Quando sono abbastanza vicina, balzo e atterro sul roditore, azzannandolo. Il sangue caldo mi scorre sulla lingua, e lo stomaco brontola forte. Devo trattenermi.
Torno da ZampaCanterina, che mi guarda a bocca aperta. "Wow!"
"Capito come si fa?" chiedo posando a terra la preda.
"Ma come hai fatto a nasconderti così velocemente?"
Sorrido. "Sono piccola ma veloce."
"E quel balzo?"
"Mai avvicinarsi troppo alla preda, per me. C'è più probabilità che ti sfugga. Certo, se sai essere silenzioso puoi anche rischiare."
"Tu sei silenziosa."
"È vero. Ma sono anche leggera e quindi abile nei balzi."
"Eri lontanissima. Come facevi a sapere che saresti atterrata sul topo?"
Osservo la mia preda e rispondo: "Ne ero sicura. Devi seguire il tuo istinto e non lasciare che l'insicurezza ti fermi. Fin ché sarai sicura delle tue capacità, niente ti potrà fermare. Certo, alle volte si sbaglia, però dagli errori s'impara."
ZampaCanterina mi osserva con un ammirazione che un po' mi imbarazza, però allo stesso tempo mi fa sentire bene.
La cucciola mi balzella intorno. "Fantastico! Allora posso cacciare la mia prima preda."
Annuisco e ci mettiamo ad annusare, allontanandoci da Lago Stellare.
Percepisco subito un topo nelle vicinanze, ma voglio lasciare che sia ZampaCanterina a trovarlo.
La cucciola non ci mette molto. Drizza le orecchie e la vedo acquattarsi, strisciando verso la preda, che se ne sta ad annusare davanti a noi.
Cerca cibo. Beh... gli basterebbe guardarsi.
ZampaCanterina continua ad avvicinarsi. D'un tratto si ferma, zampettando sul posto, poi però riparte un secondo dopo. Arriva alle spalle della preda. Il roditore evidentemente percepisce il suo respiro sulle spalle, perché si volta e prova a scappare. Ma la piccola gli tira una zampata, artigliandolo. Il topo vola via, sbattendo contro la corteccia di un albero e lasciando alcune gocce di sangue sul terreno. Poi ZampaCanterina lo azzanna al collo per finirlo del tutto.
Un senso di orgoglio mi sale nel petto vedendo la piccoletta sotterrare la sua prima preda.
Torna da me saltellante e soddisfatta.
Le sorrido. "Continuiamo."
E così continuiamo a cacciare. ZampaCanterina è bravissima, soprattutto la sua voglia di fare buona impressione su di me sembra stimolarla.
Quando sta per catturare un pettirosso, un altro batuffolo di pelo la precede.
Il micino grigio si volta con l'uccellino tra i denti.
"ZampadiGrillo!" esclama ZampaCanterina, infastidita.
MacchiaChiara esce allo scoperto e sfiora soddisfatto l'allievo con il naso.
ZampadiGrillo posa la preda a terra. "Scusa, ZampaCanterina, non pensavo fosse tuo."
I miei baffi vibrano e arriccio la coda di piacere: ricordo benissimo quando LucediFuoco, allora ZampadiFuoco, catturò la preda che stavo per prendere io. Mi fece tanto arrabbiare quella volta, ma a ripensarci ora mi viene da ridere.
ZampaCanterina si accuccia come per voler attaccare. "Non te la farò passare liscia."
"Cosa pensi di fare?"
ZampaCanterina balza e gli atterra davanti al naso, lanciandogli una zampata, poi salta all'indietro. ZampadiGrillo sembra sorpreso. Scuote la testa per riprendersi e cerca di saltarle sulla schiena. Ma la mia apprendista fa una cosa che mi lascia a bocca aperta: si sdraia a pancia all'insù. Posiziona le zampe in modo da proteggere le parti più sensibili. Quando ZampadiGrillo le arriva addosso, ZampaCanterina gli spinge tutte e quattro le zampe sulla pancia, lanciandolo dietro di sé e rialzandosi subito. ZampadiGrillo rotola nella polvere e si rialza piano, sempre più sorpreso. Ringhia e poggia velocemente le zampe sulla testa dell'amica, facendola cadere.
MacchiaChiara ridacchia: "Ok, basta così."
Poi mi guarda divertito, ma subito torna serio.
Perché mi guarda così? Ma... Sto piangendo? Mi tasto la guancia e scopro che è bagnata.
MacchiaChiara si avvicina preoccupato. "PanteraNera?"
Mi asciugo le lacrime col dorso della zampa e gli sorrido. "Ricordi che anche noi due abbiamo giocato alla lotta quando eravamo appena apprendisti?"
Sento che trattiene il fiato, poi i suoi baffi vibrano di piacere. "Sì, ricordo."

E così la giornata è passata bene. Ho mostrato a ZampaCanterina il nostro territorio e l'ho raccomandata di non superare i confini se non per casi di estrema emergenza. Le ho insegnato ad attraversare il Sentiero del Tuono, l'ho portata a Settealberi e a Bocca di Madre.
A fine giornata ci dirigiamo verso il mucchio di prede e ne prendiamo una, poi ci sediamo insieme a mangiare.
Intanto la guardo. Oggi mi ha dimostrato il suo impegno e sono sicura che non mi darà troppe delusioni.
"Hai corso un grande rischio a buttarti a terra quest'oggi." dico rivolgendomi allo scontro amichevole tra lei e ZampadiGrillo. "Eppure... è risultato efficace."
"Era solo un gioco."
"Se fosse stata una battaglia avresti rischiato di morire. La pancia è la parte più morbida e sensibile. Devi stare attenta." ZampaCanterina abbassa le orecchie. Mi affrettò così a dire: "Eppure sento che usandola io stessa potrebbe aiutarmi."
La cucciola rizza le orecchie, incrociando il mio sguardo. "Davvero?"
"Tu non mi deluderai, ZampaCanterina, lo sento."
A quelle parole, alla cucciola brillano gli occhioni e non posso trattenere un sorriso.
La lecco sulla testa e ci facciamo le fusa.
"È ovvio che sia così." fa la piccola. "Sono nata con un esempio da seguire." Detto questo alza la testa su di me.
Capisco cosa vuole dire e sento gli occhi pungermi di gioia. "Grazie, piccola."
Continuiamo a coccolarci.
D'un tratto sento un miagolio simile a un grido provenire fuori dal campo.
Mi volto, i sensi vigili.
"È successo qualcosa..."
D'un tratto un pensiero terribile mi affiora alla mente. "LucediFuoco faceva il turno di ronda notturno con ZampadiFormica. Resta qui!"
"Ma io..."
"Non sei ancora pronta per una battaglia."
"Ma ZampadiGrillo va con MacchiaChiara."
Mi volto e vedo il mio amico con il suo apprendista inoltrarsi tra gli alberi.
ZampadiFormica è il fratello di ZampadiGrillo, dopotutto, ed è anche più grande di lei.
Osservo gli occhi di ZampaCanterina, carichi di una forza quasi impossibile per una della sua età.
"Se ti dico di scappare, tu fallo!"

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