Shadow

Sono distrutta. Ho pianto per ore, con LucediFuoco che tentava di consolarmi. Tigre non è tornato, e ormai è sera. Capisco che gli serva del tempo, troppe cose tutte assieme. Eppure mi ero immaginata la sua reazione diversa: pianti, ep poi che avrebbe stretto a sé la sua sorellina, promettendole di non abbandonarla, desiderando di incontrare l'altra sorella e i genitori. Invece mi ha dato le spalle, non mi ha più rivolto la parola. Magari preferisce stare qui, ma almeno potrebbe parlarmi.
Ora sono sdraiata a pancia all'insù a osservare le stelle. Gli occhi sono ancora umidi e spesso tiro su col naso.
Sento dei passi e vedo una massa bianca sdraiarsi accanto a me. Per un attimo trattengo il respiro pensando sia mio fratello, ma poi riconosco le macchie del pelo. Ovviamente, quando dico che voglio stare sola, MacchiaChiara deve tenermi compagnia.
"Ciao pelosetta, come va?"
Sbuffo. "Terribilmente..."
La sua coda sfiora la mia. "Dagli un po' di tempo. Fidati di me."
Non rispondo.
MacchiaChiara continua: "Sono andato a cercarlo e ho provato a farlo ragionare, e lui è sbottato. Ha detto che lui si sente impreparato, ha paura, e che non voleva nemmeno vivere qui. Voleva raggiungere la montagna, perché sa che laggiù ci sono i vostri genitori. Dice che c'è una scorciatoia attraversata questa foresta, ma si dovrebbe passare per il territorio dei lupi, e loro non glielo permettono."
Smetto di ascoltare. Mamma e papà sono aldilà di questa foresta, e c'è una scorciatoia. Si dovrebbe solo attraversare... Se portassi i miei a casa, tutti andrebbe meglio, e magari Tigre verrebbe con noi...
MacchiaChiara mi osserva. "Ehi, non fare quella faccia, potrei sempre essere io il tuo fratellone."
Sono commossa dalle sue parole. Sorrido e struscio la testa contro la sua spalla. "Tu lo sei sempre stato, MacchiaChiara. Il mio stupido fratello."
Lui fa le fusa. "E tu la mia sorella rompiscatole."

Non ho dormito questa notte, non sono nemmeno andata alla tana di Tigre: uno spazio d'erba riparato da un tronco caduto. Sono rimasta accanto a MacchiaChiara, che si è addormentato, e in queste ore sono rimasta ad ascoltare il suo russare.
Ormai è l'alba, e ho preso la mia decisione. Mi alzo senza far rumore e alla chetichella mi allontano. Percorro il tunnel che porta fuori da quel luogo meraviglioso, e mi avvicino al confine del territorio dei lupi.
Prendo un respiro profondo e continuo a camminare. È ancora un po' buio, perciò posso contare sul mio pelo nero per mimetizzarmi. Dopotutto, le pantere fanno così, no?
Non ho detto niente a nessuno, nemmeno a LucediFuoco. Andrò da sola, sono abbastanza forte e sicura di me. Ho paura, ma non voglio tirarmi indietro. Tornerò appena mi sarà possibile, e mi dispiace abbandonare così i miei amici, soprattutto dopo ciò che stanno passando per me.
D'un tratto percepisco odore di muschio e polvere, odore di lupo. Il tempo di voltarmi e mi accorgo che uno mi ha individuata e mi si sta avvicinando, minaccioso.
Terrorizzata, scatto in avanti e inizio a correre, sentendo il lupo abbaiare e lanciarsi al mio inseguimento. Siamo entrambi molto veloci, ma lui ha le zampe più lunghe, perciò in poco tempo guadagna terreno.
Allunga il collo e, voltandomi, noto con orrore che sta per mordermi la coda. Allora faccio l'unica cosa che mi sembra giusta: salto in avanti e mi arrampico su un albero. Mantengo l'equilibrio su un ramo, mentre il lupo sotto di me ringhia e salta per provare a prendermi. Sono troppo in alto.
Gli do le spalle e dal ramo mi avvicino a quello di un altro albero, saltandoci sopra. Il lupo capisce cosa voglio fare e abbaia più forte, inseguiendomi dal basso.
Lo ignoro tranquillamente. D'un tratto però mi rendo conto che il prossimo albero è troppo lontano. Cerco una soluzione, ma non c'è. Cavolo!
"E ora dove saltellerai?" ridacchia il lupo.
Abbasso lo sguardo impassibile su di lui e lo studio: è marrone scuro, della tonalità delle cortecce di questi alberi, il pelo sulle spalle è quasi neri, il ventre leggermente più chiaro. Le zampe sono snelle, ma il busto è massiccio e possente. Sembra giovane, probabilmente ha solo due anni. I suoi occhi sono neri con curiose tonalità d'argento.
Mi siedo sul ramo, pensando a un modo per fuggire.
"Ti riposi?" mi chiede.
"Di sicuro non mi farò prendere."
"Allora vuoi rimanertene lassù? Fa pure, io non ho nient'altro da fare." detto questo si siede e continua a osservarmi con un ghigno famelico.
Io ancora non mostro le mie emozioni. "Bravo cucciolone."
Noto con piacere un accenno di offesa sul suo muso, ma che subito sparisce.
Nessuno dei due dice niente per un po', poi il lupo rompe il silenzio: "Non saresti dovuta entrare nel nostro territorio."
"Stavo andando via, se me lo avessi lasciato fare."
"Purtroppo per te non posso."
Alzo gli occhi al cielo.
Ancora silenzio. Lo osservo con curiosità. I lupi sono davvero affascinanti. "Non siete affatto uguali ai cani."
Lui ringhia gutturalmente. "Loro sono più domestici. Noi invece siamo animali liberi, non ci attacchiamo facilmente agli umani."
"Ho un dubbio: un cane e un lupo possono avere figli?"
"Certo che possono?"
"E questo incrocio come... come lo ritenete?" chiedo incuriosita.
Il lupo sospira. "Dentro di sé hanno pur sempre sangue di lupo. Io non lo trovo un problema. Uno dei miei amici è figlio di un cane. Alcuni non credevano in lui, ma hanno dovuto cambiare idea."
"E suo padre?"
"Vive con gli umani, no? Tutto è successo quando era un randagio."
Annuisco. "Non si dovrebbe giudicare una persona per il suo sangue o per come cresce."
Mi lancia un'occhiata incuriosita. "Uno dei tuoi è domestico?"
"No. Però ho vissuto i miei primi mesi con gli umani."
Rimane zitto per un po', ma alla fine dice: "La tua storia deve essere interessante."
"E la tua è monotona?"
Non risponde.
Se proprio devo rimanere su quest'albero, con un lupo sotto di me, non ho intenzione di passare il tempo a farmi prendere in giro. Tanto vale fargli cambiare argomento: "Avrei bisogno di qualcosa di monotono."
Ghigna divertito. "E a me piacciono le storie interessanti."
I baffi mi vibrano. "Posso almeno sapere con chi ho l'onore di parlare?"
Ancora non risponde.
Sbuffo. "Se t'interessa, tu hai l'onore di ascoltare la storia di PanteraNera." dico scherzando.
Mi guarda e sorride, e credo che sia un sorriso amichevole. "Shadow."

E così inizio a raccontare tutta la mia vita a Shadow, un lupo sconosciuto. Tanto cosa mi cambia. E poi non so che fare qui sopra. In effetti, però, buttando tutto fuori, anche i miei sentimenti, mi sento meglio. Ho raccontato tutto anche a LinceRossa e Tigre, ma non così dettagliatamente come a Shadow.
Alla fine prendo un bel respiro e aspetto che dica qualcosa.
Lui mi osserva interessato. "Mi dispiace. Insomma, deve essere dura. Perciò Tigre è tuo fratello."
"Già."
"Allora ieri ci ha mentito."
Rimango impassibile. "Cosa cambia? Gli farete guerra?"
Lui ghigna. "Certo che no. Sai, avrei pensato che ti saresti messa a miagolare aiuto, una micia come te..."
"Non sono più domestica. Non mi fai paura. Sono una guerriera." ribatto.
"Mi piacerebbe sapere qualcosa su voi gatti guerrieri."
Sorrido alla sua curiosità e inizio a raccontargli dei Clan, del codice guerriero, del Clan della Stella.
"I gatti hanno un paradiso?" domanda.
"Certo."
"E gli altri animali."
Abbasso un orecchio, riflettendo. "Non ci ho mai pensato, e nessuno me ne ha mai parlato. Comunque, credo che ogni animale abbia il suo paradiso, dove possa stare con i suoi simili anche lassù. Voi lupi ne avete uno?"
Shadow guarda il cielo. "Beh, c'è il Branco Bianco, che equivarrebbe al vostro Clan della Stella."
Anch'io guardo lassù. "Ora raccontami di voi lupi."
Shadow sembra soddisfatto. "Veniamo dalle montagne, ma il nostro Branco ha preferito scendere perché qui è tutto più confortevole. Esistono tre Branchi: quello Azzurro, che sta quasi in cima allo montagna, quello Nero, poco più sotto dell'altro, e poi noi del Rosso. Quello Azzurro è leggiadro, i lupi sono curati e bellissimi, si sentono potenti, sono agili e abili. I lupi del Nero sono più chiusi, preferiscono stare tra loro, sono abili nuotatori, intelligenti. Noi del Rosso siamo meno curati, cacciatori professionisti, astuti, feroci e amiamo il buio."
"Già. Siete così feroci che vi mettete a conversare con un gatto."
Shadow sghignazza. "Beh, sappi che non ho iintenzione di lasciarti scappare."
"Non sei male con cui parlare. Sono stata fortunata a venire inseguita da te."
"Sono uno dei più antipatici del Branco."
"Wow, che razza di mammalucchi!"
Shadow ride e anch'io.
Poi lo stomaco inizia a brontolare, e anche Shadow sembra affamato. Su un ramo più alto si posa un passerotto ingenuo. Mi arrampico e arrivo alle spalle dell'uccellino, che ancora non si è accorto di me. Salto e lo afferro tra i denti. Ecco, ora ho da mangiare.
Sto per riempirmi la pancia quando mi ricordo di Shadow. Non mi sta guardando. Eppure devo, altrimenti non sarebbe giusto.
"Shadow!" chiamo, poi gli lascio cadere il passero tra le zampe.
Il lupo sembra sorpreso. "Che fai?"
"È poco, ma accontentati. Dopotutto è il tuo territorio, e io non ho il diritto di cacciare qui."
Shadow mi osserva intensamente, poi accenna un ringraziamento e mangia. "Sei rispettabile per essere un gatto. Mi hai raccontato tante cose straordinarie di te. Sai, spero che un giorno riesca a trovare i tuoi genitori."
"Ci riuscirò se i lascerai andare." sorrido.
Lui rimane serio, quasi combattuto. "PanteraNera, ascolta... Non posso..." dice quasi ringhiando, ma non credo contro di me.
"Lo so, hai ragione."
"Però..." fa per dire altro, ma s'interrompe.
Entrambi ci voltiamo verso quel rumore.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top

Tags: #warriorcats