FiammaBianca
Nonna ci ha tenuti nella sua tana per buona parte della notte. Ha chiamato anche PeloArruffato, ordinandogli di accompagnarci l'indomani.
"Probabilmente i gatti laggiù saranno spaventati dal Clan della Tenebra e della Neve, perciò dobbiamo essere diplomatici. Offrirei loro protezione e magari asilo per i cuccioli e le regine."
A quelle parole siamo rimasti di stucco. "Sei sicura, nonna?" le ha chiesto LaMassiccia.
"Sì. Inoltre alcuni dei nostri guerrieri potrebbero raggiungerli per aiutarli a difendere il loro territorio." Ha scrutato le nostre espressioni e poi ha detto: "Sono disposta a tutto."
Più tardi siamo andati a dormire.
Stanotte ho avuto incubi terribili: ZampaIntrepida cercava di correre verso di me, ma qualcuno lo afferrava da dietro e lo trascinava via, e io non potevo aiutarlo.
Mi sono risvegliato in lacrime, col fiatone.
Dopo poco ho riabbassato la testa, chiedendo scusa in sussurri al mio povero cuginetto. Avrei dovuto aiutarlo, ma eravamo entrambi al campo, non avevo idea che se ne fosse andato. Tecnicamente non è colpa mia, eppure sento un gran peso nel mio cuore.
Ora chi addestrerò? Con chi giocherò mentre caccio o faccio la guardia?
Al mattino presto, io, LaMassiccia e PeloArruffato scusciamo fuori dalla tana. Mia cugina va a chiamare ZampadiLampone e noi intanto ci avviamo da StellaRossa e IlCacciatore.
"Mi raccomando, siate diplomatici."
PeloArruffato annuisce. "Tranquilla, StellaRossa."
"E se le cose si mettono male scappate. Vuol dire che con loro non c'è niente da fare." fa zio.
Appena si unisce a noi anche ZampadiLampone, partiamo.
Passiamo direttamente per il confine, senza attraversare Settealberi.
ZampadiLampone ha un'aria tristissima, e sembra non prestare attenzione a ciò che le accade intorno.
Abbasso la testa su di lei e le do una spintarella. "Dovresti stare più vigile." le dico.
Lei abbassa la testa come a scusarsi e va avanti.
"Mi dispiace." dico. "Per ZampaIntrepida, intendo."
Lei si volta. "Ma non è colpa tua. Mio fratello non doveva scappare. Anche se... il nostro territorio dovrebbe essere sicuro per noi." dice queste ultime parole con rabbia e veleno.
Attraversiamo il confine e ci fermiamo un attimo.
PeloArruffato sussurra: "Stiamo attenti. Chi parlerà?"
"Io, in quanto nipote di StellaRossa."
"Ok, LaMassiccia. Io e TigreBianca ti guarderemo le spalle. ZampadiLampone, abbiamo bisogno anche del tuo aiuto."
"Ma se le cose si mettono male, non appena te lo diciamo tu devi scappare."
"Lo so." annuisce la micina "Così andrò a cercare aiuto. Contate su di me."
Una volta messi d'accordo, seguiamo l'odore dei gatti del Vento per trovare il loro campo.
Questo posto non mi piace. Non mi sembra ci siano delle sentinelle in giro, né percepisco il loro odore. Strano.
Presto raggiungiamo un prato verdeggiante e punteggiato di fiori, sconfinato e vasto, come una prateria. L'erba è alta, molto più di noi.
"Il campo deve essere da queste parti." fa LaMassiccia.
Ci inoltriamo nella giungla di fili d'erba e continuiamo a cercare.
L'odore estraneo si fa sempre più forte, fin che non troviamo una zona completamente di terra. I fili d'erba la nascondono bene e la proteggono.
Devo essere sincero: l'abbiamo trovata per caso, altrimenti non ci saremmo mai arrivati.
Il campo del Vento è grande, però ci sono pochi gatti in giro: perlopiù sembrano guerrieri. Niente anziani, né regine con i loro cuccioli. Gli apprendisti saranno tre o quattro.
"Intrusi!" sentiamo gridare da uno di loro.
Tutti si avvicinano minacciosi, accerchiandoci.
Li osservo per bene: il loro pelo è arruffato, gli occhi rossi, come se non dormissero da giorni, gli artigli trascurati.
"Messi male." sussurro a PeloArruffato.
Una gatta bianca anziana si fa avanti: sulla schiena porta una macchia nera, così come sulle zampe e a metà coda.
Ci squadra trucemente. "Clan del Sangue. Cosa volete?"
LaMassiccia si fa avanti. "StellaLibera, siamo qui per parlarti da parte di mia nonna."
La leader sbuffa. "Sei la nipote di StellaRossa? La figlia della minore, credo..."
"È così..."
"E lui è il figlio della maggiore?" chiede indicandomi.
"Esatto."
"Poi c'è il figlio di PeloLungo e CodaStriata, giusto? E questa chi è?" indica ZampadiLampone.
"Mia sorella."
StellaLibera storce il naso, come se puzzassimo. "Parla."
LaMassiccia fa un passo avanti. "Abbiamo saputo che il Clan della Tenebra vi sta creando non pochi disagi."
A queste parole StellaLibera ringhia.
"Vorremmo aiutarvi."
"Come?"
"Nonna propone di spostare i cuccioli, con le loro madri, e gli anziani, nel nostro campo, in modo da fornirvi protezione. Inoltre, alcuni dei nostri guerrieri si uniranno a voi per difendere il vostro territorio."
"Cosa volete in cambio?"
"Solo la vostra lealtà, per ciò che potrebbe accadere."
Un attimo di silenzio, poi StellaLibera scoppia a ridere come una matta. "Lealtà? Protezione? Siete un po' in ritardo. Come potete vedere non ci sono cuccioli qui, né anziani. Credetemi, StellaOscura è molto furbo, al pari di tua nonna."
"Possiamo aiutarvi a liberarvi..."
"Liberarci? Come? Il mio nome, senza il mio suffisso, è Libera. Ma io non mi sento più Libera, volete capirlo? Sono stata costretta a seguire il Clan della Tenebra. Il nostro Clan è quello che più tiene al concetto di lealtà e onestà, e io devo essere fedele soprattutto alla mia famiglia. E quando l'ho vista in pericolo, senza nessuno che poteva aiutarci, ho dovuto fare l'unica cosa che potevo per proteggerla. A quanto mi dicono, nel campo della Tenebra stanno bene, vengono trattati come se facessero parte del loro stesso Clan. Se adesso mi unissi a voi, le cose cambierebbero, e non lo voglio."
I gatti continuano a circondarci, minacciosi.
"Mi dispiace, ma noi siamo vostri nemici ora. E in quanto tali, non possiamo permettere che scappaiate. StellaOscura perdona di rado."
Faccio dietrofront, pronto a fuggire, ma mi trovo la strada bloccata da due guerrieri.
Rizzo il pelo e ringhio, anche se non ho intenzione di lottare. Perderemmo sicuramente.
Un gatto balza verso PeloArruffato, ma questo rotola di lato e lo schiva. "Via!" grida, correndo.
Lo seguiamo, evitando gli artigli dei nemici.
I gatti del Vento ci inseguono e in breve ci raggiungono, veloci come sono.
Uno di loro mi tira una zampata, facendomi cadere.
"TigreBianca!" grida ZampadiLampone.
PeloArruffato prova a raggiungermi, ma due gatti gli sbarrano la strada.
Vedo LaMassiccia sussurrare qualcosa a ZampadiLampone, e quest'ultima corre via.
"Prendete la cucciola!" grida un guerriero.
Subito alcuni gatti si mettono al suo inseguimento.
LaMassiccia corre loro dietro, ringhiando.
PeloArruffato si volta verso di loro, combattuto.
"Pelo, va'!" gli dico "Io me la caverò."
Il mio amico annuisce e segue LaMassiccia.
Così mi ritrovo a fronteggiare tre gatti, molto più vecchi di me.
"Che mi è saltato in mente?"
StellaLibera arriva tranquillamente, squadrandomi. "Non permetterò che venga fatto del male al mio Clan. L'unico modo è farti fuori."
"Se uccidi i nipoti di StellaRossa, sarà guerra aperta. Lo sai che ieri uno di noi è stato ucciso dal Clan della Tenebra?"
StellaLibera abbassa le orecchie. "StellaOscura non ha ancora iniziato ad aggiornarmi sui suoi piani. Mi dispiace... Però è così che..."
"Così cosa? Mio cugino, un cucciolo di nemmeno sei lune, doveva morire?"
StellaLibera scuote la testa, e per un attimo penso mi lasci in pace, ma poi ordina: "Uccidetelo."
Ringhio e mi volto, correndo più che posso.
Da quanto corro? Ahahah, voi pensate davvero che lo sappia?
Ho perso la cognizione del tempo, mi fanno male i cuscinetti. Non ho mai corso così tanto in tutta la mia vita. Per la velocità non è un problema. Ho passato un intero anno a scappare dai lupi, anche quando ero un cucciolo, perciò me la cavo bene.
Penso di aver attraversato tutto il territorio del Vento.
Spero che LaMassiccia e gli altri stiano bene.
Il sole è quasi del tutto alto nel cielo.
D'un tratto mi vedo apparire davanti una vecchia fattoria abbandonata. Quel coso cade a pezzi, eppure potrebbe essere un buon nascondiglio.
Con tutta la mia forza di volontà, aumento la velocità e scatto in avanti. Mi sento una vera e propria tigre. Oh sì. Altro che Clan del Vento. Io sono TigreBianca, sia di nome che di fatto. Sto iniziando a chiedermi se in realtà mio padre fosse una tigre accoppiata con una gatta. A quanto so anche lui porta le strisce.
Già, penserete che sia matto. Sto correndo per salvarmi la pelle e penso a queste cose. Eppure è un buon modo per distrarsi.
Raggiungo la staccionata e salto, arrivando in cima.
Purtroppo, a contatto con il legno scheggiato, le mie zampe già dolenti cedono e mi ritrovo a cadere.
È la prima volta che non atterro sulle zampe. Perlomeno sono dall'altra parte.
Boccheggio a terra, nella polvere, la vista è annebbiata. Chissà in quanti hanno corso per così tanto tempo alla mia velocità. Magari qualche antico eroe. Chi lo sa.
Eppure ora non riesco a muovermi, non mi sento più i muscoli. Devo nascondermi...
Mi troveranno, e io avrò faticato invano.
No, non posso permetterlo!
Poi, un gatto rossiccio si mette davanti alla mia visuale.
Lo squadro per bene: è una giovane gatta, probabilmente della mia età, il pelo completamente rosso, tranne per le zampe, la punta della coda e delle orecchie, bianche. Ha un ciuffo che le copre un occhio. Ma quello che noto soprattutto sono i suoi occhi: azzurri come il ghiaccio, contornati dal colore del mare limpido.
Faccio per chiederle aiuto, ma mi rendo conto di non avere più fiato per parlare.
Pian piano, svengo.
Apro piano gli occhi, e mi metto a sedere tremando.
Sono dentro la fattoria, dietro a uno scatolone.
Mi lecco la zampa e mi pulisco il pelo, quando annusandomi mi accorgo di pruzzare di fango. E poi capisco che il mio pelo è completamente sporco.
"Bevi." mi fa una voce, e una scodella piena d'acqua mi appare davanti.
Alzo lo sguardo: la gatta è davanti a me.
"Mi hai messo in seria difficoltà. Ce n'è voluto per scacciare quei gatti."
Bevo e la ringrazio, sentendomi rigenerato. "Mi chiamo..."
"TigreBianca. Lo so."
"Come fai a..."
"So più cose io di questa foresta di quanto immagini."
Scuoto la coda. "Non è normale."
"Tranquillo, non sono una minaccia."
"Non lo sembri." mormoro. "Come ti chiami?"
Il suo occhio scintilla quando incontra i miei. "FiammaBianca è il mio nome."
"E FiammaBianca ti si addice benissimo."
"Grazie."
Mi pulisco il pelo. "Perché sono così sporco?"
"Sono stata io. Per nascondere il tuo odore."
"Astuta."
"Posso chiederti perché scappavi?"
Sospiro. "A quanto pare il Clan del Vento è nemico del Sangue."
"Vuoi dire il vostro Clan? StellaLibera ha accettato l'offerta di StellaOscura da un pezzo."
La squadro. "Sono curioso. Tu da che parte stai?"
"Non lo so. Sinceramente non ho ancora capito bene perché siete in conflitto."
"Allora fai tanto la saccente e poi le cose principali non le sai."
Ringhia piano e noto il suo ciuffo arrivare a una tonalità rossa.
"Wow. Come fai?"
Lei si calma e il ciuffo torna arancione. Soffia su di esso e per un attimo l'altro suo occhio è visibile. "Mah. Sono nata così."
Mi alzo e osservo la fattoria intorno a me. "Vivi da sola?"
"In completa indipendenza, da quando ho potuto fare a meno del latte materno."
"Sì? Da dove vieni?"
"Dai Bipedi. Ma sentivo di non appartenere a quel mondo."
"È bello vivere in libertà, vero?"
"Sì."
"Anche io sono cresciuto solitario, più o meno."
FiammaBianca sospira. "Tu sei il primo gatto con cui chiacchiero, da mesi."
La guardo sorpreso. "Davvero? E non hai mai chiacchierato con nessuno? Nemmeno un po' di compagnia?"
"No. E in effetti, non è male parlare con qualcuno."
"Non è male parlare con me."
Mi scruta. Non ha capito la battuta. "Allora, perché siete in conflitto?"
Inizio a raccontarle tutto. Non chiedetemi perché, ma mi ha salvato, e non posso fare a meno di fidarmi di lei.
"Wow!" fa lei alla fine "Certo, sentendo tutta la storia, non mi pare che i vostri nemici abbiano ragione."
"Lo so!" esclamo esasperato.
I suoi baffi vibrano di divertimento, e in qualche modo ne sono compiaciuto.
"Certo, la vita tua e dei tuoi fratelli non è stata per niente facile."
"E io non sono nemmeno il protagonista di questa storia. In realtà lo è PanteraNera, assieme al suo compagno LucediFuoco." Alzo lo sguardo su di lei. "Sai chi sono, vero?"
Scuote la coda, e il ciuffo si colora di un rosso ciliegia. "Non ho mai avuto il diritto di farlo, eppure da sempre esploro ogni angolo della foresta. Sono entrata nei vostri territori, e voi non potevate sentire il mio odore, dato che lo nascondevo."
"E lo facevi bene."
Sorride e il ciuffo torna arancione.
"Allora, hai mai pensato seriamente di unirti a un Clan?"
"Ora che so la storia, il Clan del Vento non m'interessa più. Neve e Tenebra non mi sono mai piaciuti. Magari il Fiume è un bel Clan, e anche il Tuono. Il Cielo... no. Sempre con la testa tra le nuvole."
"E il Sangue?"
"Devo avere un legame con qualcuno di voi."
"Già." Sospiro. "Che ne pensi di PiedediQuercia?"
"Quello nuovo? Mi sembra un tipo apposto, anche di comportamento. Il Clan della Tenebra è uno di quelli di cui so di meno, comunque, sembrano aver perso affidamento su di lui."
Annuisco tirando un sospiro di sollievo.
"Ehi, mi dispiace per quel cucciolo."
Mi sale un nodo alla gola. "Sai chi è stato?"
"Purtroppo no."
Dopo qualche minuto mi alzo e mi avvio all'uscita. "Grazie ancora di tutto."
"Voglio accompagnarti nel tuo territorio. Non è sicuro andarsene da solo."
Sorrido e accetto l'aiuto. In effetti un po' di compagnia mi farebbe comodo. Le zampe mi fanno ancora male per la corsa di prima.
Usciamo dalla fattoria e FiammaBianca mi fa strada attraverso il territorio del Vento.
A quanto pare la gattina conosce ogni più piccolo segreto di questa foresta. Davvero interessante.
"Scommetto che ti piacerebbe la foresta in cui sono cresciuto."
"Non ne dubito."
Dopo un'ora arriviamo al confine con il mio Clan.
"Grazie." dico a FiammaBianca.
"Buona fortuna per tutto. E state attenti."
"Ehi, il tuo segreto è al sicuro con me."
Lei inclina la testa di lato, sorpresa. "Ma il Clan della Stella vuole che tu difenda il tuo territorio."
"Il Clan della Stella vuole tante cose. Una di queste è seguire il proprio istinto."
"Davvero?"
"L'ho sentito dire."
FiammaBianca sorride e mi saluta con un buffetto alla testa. "Grazie." detto questo se ne va.
M'incammino verso il campo.
Intanto, le parole di mio padre mi rimbombano nella mente: "Segui il tuo istinto, sempre."
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