Canto spezzato
Tifone's pov
" CodaLunga è morto."
Mi voltai sconvolta. L'anziano gatto cieco si era ammalato di tosse verde insieme a mia madre e i miei fratelli. E adesso era morto.
Una gatta color sabbia mi si avvicinò:" Tifone, vieni è ora di dormire. Sei ancora una cucciola, e guarda come è ridotto il tuo pelo!"
Mi voltai. Era CuorediFiamma.
" Come te lo devo dire che non voglio il tuo aiuto?! Io ho una madre!" soffiai, amara. La gatta abbassò le orecchie e mormorò:" Tifone, tua madre e i tuoi fratelli sono malati. Io mi occupo di te..."
La interruppi sibilando:" Lo so che sono malati! Ma non ho bisogno del tuo aiuto. Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno."
La rabbia mi ardeva nel petto, il pelo gonfio e dritto. Non avevo mai parlato così a nessuno, ero io stessa sconvolta dal mio tono. Vidi la gatta allontanarsi lentamente, la coda bassa. Improvvisamente sentii una massa di pelo cadermi addosso. Sibilando mirai al muso del gatto, senza nemmeno guardare. Anzi, della gattina. Una piccola micetta rossa mi era saltata addosso. Aveva a malapena una settimana, era Ardente. Sospirai, scrollandola via. La gattina atterrò sulle zampe, guardandomi con i suoi occhioni verdi. Improvvisamente mi sembrò di vedere una fiamma negli occhi della gatta. Drizzai il pelo.
" È lei."
Sobbalzai. Mi guardai intorno ma non c'era nessuno. Ma come era possibile?
" Tifone? Tifoonee?! Mi senti?"
Battei le palpebre. Ardente mi stava urlando in un orecchio.
" Finalmente! Ti sei bloccata come se avessi visto un fantasma!"
Mossi le orecchie e mi allontanai, entrando nel nido, dove Ghiaccio, il fratello di Ardente, Luna, Oro e Oscura giocavano alla lotta. Loro tre erano dei cuccioli trovati appena nati al confine. Girava voce che fossero figli di ZampaCorvina, il solitario. Mi accucciai seminascosta e guardai i miei compagni di tana giocare sotto lo sguardo di CodadiAcetosella, madre del piccolo Tempesta, identico al padre ArtigliodiMora. Continuai a pensare ai miei compagni di tana, cercando di concentrarmi su di loro e non sulla mia famiglia. Mi accucciai sul punto dove prima dormivo con la mia mamma e i miei fratelli. Chiusi gli occhi, sprofondando nel sonno.
"Moriranno vero, DenteGiallo?"
" Sì StelladiFuoco... lo sai, è destino."
Accucciata sotto un cespuglio di ginestra, ascoltai una enorme gatta grigia scura e un bel gatto fulvo.
" Non possono essere salvati. Presto ci raggiungeranno. "
Drizzai le orecchie: di chi stavano parlando? Uno screziato seduto vicino a loro mosse la coda:" Potremmo salvarli però..."
" No CodaRossa. Sai che abbiamo già deciso. Lei deve seguire il suo destino."
Drizzai il pelo. Perché ero lì? Chi erano quei gatti? Iniziai ad avvicinarmi ma sentii che tutto stava svanendo. Pian piano tutto diventò buio.
Mi svegliai di soprassalto, un tuono che risuonava nell'aria. Pioveva a dirotto. I miei compagni di tana dormivano, accucciati stretti alle madri. Osservai la pioggia che cadeva dall'entrata del nido. Improvvisamente una piccola gatta grigia scura uscì dalla sua tana, il pelo zuppo. Raggiunse il nido, ma quando vide che ero sveglia si fermò:" Vieni Tifone... vieni con me."
La seguii inquieta. Sapevo che era l'alba, ma MantodiLava non passava più tempo con me da quando era scoppiata l'epidemia. Forse stavano meglio! La speranza mi accese lo sguardo. Mi portò nella tana, poi mi disse qualcosa. Non lo capii. Il mio sguardo era fisso su tre figure stese.
Immobili. Gelide. Senza vita.
Mia madre e i miei fratelli.
Angolo autrice: ciao gattini 😊 cosa ne pensate? Ho cercato di mostrare bene le emozioni di Tifone, spero di esserci riuscita. Al prossimo capitolo!
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