60 ~ Panico
PiantodelCielo's P.O.V
La coda del guerriero avversario sparisce tra gli alberi, svelta come una serpe. Le foglie sibilano delicate, accompagnando la fuga rocambolesca. Gioisco.
"Vittoria! Siamo salvi! Il Clan del Tuono è salvo! Si è ribaltata la situazione, non è vero, StelladelSilenzio? Non te lo aspettavi, o sbaglio?" penso, raggiante, schernendo mentalmente il leader nemico.
Un altro gatto mi artiglia la schiena e tenta di affondarvi i denti, ma lo allontano rapidamente con un calcio allo stomaco. Corre via boccheggiando e mi sento potente, potente come un leone.
Sento una forza prorompente che si agita in me come uno spirito ribelle. Una forza arcana e ancestrale, antica come il tempo.
La consapevolezza.
Di chi ero, di chi sono, di chi sarò.
Quel fragile cucciolo mingherlino non esiste più.
Ora ha un nuovo nome.
Ora ha una nuova identità.
Ora sarà conosciuto come un eroe, come il prescelto degli antenati, come il portatore della forza delle stelle.
Poi, sovviene qualcosa.
Buio.
Il mio sorriso si incrina.
Una nube nera oscura la mia determinazione, e mi spinge ad allontanarmi dal campo, a riprendere fiato.
Panico.
Un eroe... Io sarò un eroe...
Ma saprò esserlo? Prima ne ero convinto, mentre correvo verso il Clan del Fiume, mentre parlavo con StelladiCascata, mentre tornavo trionfante a casa. Ora, però, non lo so più. Non so più nulla.
Vuoto, oblio.
Riuscirò a sopportare il peso delle aspettative? Sarò all'altezza delle parole della profezia?
Colui che è ignaro della verità,
nelle cui membra la forza delle stelle brucerà,
che la Fonte con le sue lacrime ristorerà,
costui il Pianto sarà.
Ma sono davvero così? Sono davvero diverso dagli altri? Non rimango alla fine, nel cuore, quel piccolo apprendista che non è stato capace di provare al padre la propria bravura?
Il mio sguardo è catturato dal cielo tornato rosso come il sangue. Rade nuvole, ultimo ricordo del breve acquazzone, solcano il mare scarlatto come esili barchette. Una nube in particolare mi attira: pare avere una forma, e guardarmi.
Lo so chi è. È mio fratello.
Gli rivolgo un silente miagolio.
La nostra rivalsa è più merito suo che mio. Lui ha guidato i miei passi, mi ha donato la forza, mi ha sussurrato in un orecchio le parole da rivolgere a StelladiCascata.
Lui è l'eroe, non io.
Il cuore martella forte nel mio petto. Lo sento forte, incessante, martellante.
Panico.
Il Pianto non è nulla. Non ci sono lacrime, se non ci sono gli occhi.
GocciadiCristallo è i miei occhi.
Tutto il Clan della Stella è i miei occhi.
Io altro non sono che un corpo ambulante la cui anima è di proprietà degli antenati.
Un burattino degli abitanti dell'aldilà.
Un nome, nulla di più.
Panico.
Le pupille si allargano. Sprofondo nel buio.
Riabbasso lo sguardo e questa volta guardo per davvero, senza che i miei occhi siano velati dall'orgoglio, senza che le stelle modifichino la mia vista.
Questa volta, ciò che vedo è molto diverso: corpi straziati che a fatica si reggono sulle zampe, artigli e zanne insanguinati, colpi e agguati sempre meno efficaci.
Non stiamo vincendo, nonostante l'intervento degli alleati.
Stiamo perdendo.
"No, no... Non deve andare così! Non deve!"
Mi lancio di nuovo nella mischia, non come il leone che prima ero.
Lo faccio come PiantodelCielo.
Anzi, come ZampadiCielo.
Panico.
Lotto senza guardare, graffio con la notte negli occhi, con la paura nel cuore, con la disperazione nella voce.
Non so chi sto colpendo, se amico o nemico.
Sono furia.
Furia cieca.
Panico.
Non so se sto uccidendo, o venendo ucciso.
Non sento stanchezza.
Non sento dolore.
Solo... immenso... panico.
Gli odori si alternano nelle mie narici, ma tutto è coperto dal sangue, offuscato dalla paura. Non percepisco più il profumo di mio padre, dei miei amici, della mia compagna.
FonteChiara.
L'unica che potrebbe restituirmi alla luce, quell'angelo che sarebbe in grado di strapparmi alle fiamme di tenebre.
Devo trovarla, vederla, toccarla.
Voglio ammirare il suo sorriso, inebriarmi del suo aroma, nuotare nei suoi occhi.
La desidero qui, vicino a me, a combattere.
"FonteChiara?"
La chiamo, disperato. Mi risponde un turbinio di grida e ruggiti.
"FonteChiara!"
Urlo più forte. Non serve. Nessuna sagoma bianca. Niente iridi azzurre come l'acqua.
"FonteChiara! FonteChiara!"
Corro tra i combattenti, continuando a sferrare colpi ciechi con l'unico fine di non crollare.
"FonteChiara!"
Le zampe mi portano alla tana della sciamana.
Le zampe, o forse l'anima.
Un orribile presentimento mi stritola la mente. Esso è, purtroppo, presto confermato.
Eccola là, FonteChiara, una soffice nuvola bianca, immobile, insanguinata. Sembra semplicemente assopita, ma so che non è così.
"No..." mugolo. Singhiozzo così forte che la mia gola diviene una grotta in cui rimbomba lugubre l'eco di un grido. "No..."
Cerco smarrito la sagoma di SognodiCalendula. La adocchio in un angolo, piangente, chinata sulle erbe in cui confida. Le setaccia con le zampe, accarezza le foglie di menta e calendula, senza mai smettere di lacrimare.
È smarrita, impaurita, perduta.
Proprio come me.
"No..." sussurro ancora, per poi avvicinarmi alla mia compagna.
Magari sono i miei occhi a ingannarmi, o il mio naso, o il mio spirito.
Magari non è davvero FonteChiara, la dolce, bella FonteChiara.
Panico.
Lo sento ovunque, il panico. Scivola nelle vene, attanaglia le forze, pulsa nel petto.
C'è odore di paura. Acre, pungente. Forse sono io a emetterlo, forse SognodiCalendula, forse tutto il Clan, come un'unica creatura.
Sono sempre più vicino alla nube candida. Non trattengo le emozioni, grido, scoppio a piangere.
È lei, è proprio lei. Questo muso aggraziato non può essere che suo.
Gli occhi sono chiusi, il respiro piatto, il battito lento e irregolare.
Sta morendo, e la colpa è mia.
Mia, perché non le sono stato vicino.
Mia, perché sono scappato senza dirle nulla.
Mia, perché ho preferito la gloria a lei.
Mia, perché l'ho abbandonata alle grinfie del nemico.
Affondo il muso nel pelo bianco e lo innaffio di calde lacrime. "FonteChiara, ti prego, svegliati" la supplico. Ma non serve a nulla.
Vorrei fuggire, sparire.
Essere lontano, essere libero.
Libero da tutti. Libero da me stesso.
Fuori intanto continua a infuriare la battaglia. E io sono qui, a piangere sui miei errori, a interrogarmi sulla mia vita.
PiantodelCielo non è nulla, alla fine.
Non è orgoglio, non è coraggio.
È panico.
Poi, il silenzio.
Quieto. Assordante.
"Il silenzio dominerà la battaglia."
Non appena ricordo le parole dell'agghiacciante profezia, mi risollevo e scatto fuori. FonteChiara non ha più bisogno di me. Solo il Clan della Stella può aiutarla, ormai.
Mi faccio spazio a spallate tra i corpi dei guerrieri, improvvisamente fermi, immobili, come se il tempo si fosse fermato.
Passo accanto a ZampaScarlatta, che mi ha seguito durante il ritorno al Clan, supplicandomi di perdonarla. Se prima, quando mi aveva quasi ucciso, nei suoi occhi del colore dell'alba vedevo solo spaventosa vacuità, ora scorgo l'orrore.
Non mi nota nemmeno, è troppo fissata su un punto. Seguo il suo sguardo.
Raggelo.
La prima che vedo è VioladelPensiero. Sorride sadica, premendo con una zampa il capo di StelladiCascata, la quale non prova neanche a difendersi. È troppo anziana, troppo debole, troppo stanca. I suoi compagni sono fuggiti, o feriti gravemente, o morti. Non c'è più nessuno che la possa aiutare.
Poi, però, vengo catturato da una vista ben peggiore. Al centro del campo, come una mostruosa scultura, si erge StelladelSilenzio in tutta la sua maestosità. Il sangue gli macchia il muso e le zanne, la brama di vittoria gli balugina nelle pupille. Sotto di lui giace, immobile e straziato, un corpo che non riconosco subito.
Panico.
"È giunto il momento, miei fidati compagni." La voce di StelladelSilenzio echeggia nella quiete innaturale. "Il Tuono è stato sconfitto.
Oggi avrà inizio il dominio della Tenebra!" urla il leader, rivoltando il corpo che giace alle sue zampe, così che io possa vederne il muso contratto in una smorfia di dolore.
Un gemito collettivo attraversa la piccola folla di gatti del Clan del Tuono. Mi sento mancare, svenire, morire.
Mio padre, il valoroso StelladiGelso, è caduto, e con lui l'intero clan. Non ha più vite, questa era l'ultima.
"È sorta una nuova alba, compagni miei! L'alba della gloria, del valore, dell'onore! La nostra alba!" grida StelladelSilenzio, seguito da festose acclamazioni.
Trattengo il pianto, ma non posso fermare quel poderoso battito che prosegue ad assordarmi.
Panico.
È la fine.
La profezia si è realizzata.
Il silenzio ha dominato la battaglia.
~•~•~
E siamo giunti alla fine di questa prima storia. FonteChiara è svenuta e non si sa se sarà capace di risvegliarsi. Il Clan del Tuono è stato sconfitto, StelladiGelso è morto, le tenebre dominano.
È sorta la nuova alba.
Ma è davvero tutto perduto? Oppure il tuono sarà capace di trovare un pertugio nell'oscurità e tornare a far sentire il proprio rombo poderoso?
In fondo, la profezia non è ancora compiuta...
Prima di ringraziarvi e di lasciarvi con l'annuncio dell'imminente pubblicazione del sequel, "Warrior Cats: I Quattro Guardiani", vorrei salutarvi con un ultimo capitolo, l'epilogo.
Iniziata con un mistero, con un mistero questa storia si concluderà...
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