55 ~ Occhi di puma
FonteChiara's P.O.V
Piove.
Piove sulle foglie e sui fiori.
Piove sul fiume e sulla terra.
Piove sui nostri corpi insanguinati.
Piove sui nostri cuori impauriti.
Piove sui nostri occhi stanchi.
Piove, ma l'odore dell'acqua non riesce a mascherare quello acre del sangue. Troppo forte. Troppo amaro.
Le nubi già cominciano a rischiararsi, tornando a mettere in mostra l'alba rossa e il sole infuocato. Un acquazzone durato pochi istanti, metafora della vita: un temporale brevissimo, che culmina in un vortice di luce solare e polvere di stelle.
Continua tuttavia a piovigginare, come se la tempesta stesse lottando contro l'alba. Un po' come noi, tuoni che continuano a rombare, opponendosi al silenzio delle tenebre.
La mia testa si volta frenetica in cerca di una ben nota figura sfumata, invisibile nel groviglio di corpi e di gocce di cristallo.
"ZampadiCielo, dove sei?"
Corro da un lato all'altro, evitando le sagome che si scagliano nella mia direzione. Tutte nemiche. Tutte feroci.
"ZampadiCielo?"
Abbasso le orecchie, lascio sfociare il panico. Non lo trovo. Sparito, volatilizzato, come la pace.
Vedo NotteSelvaggia e SpiritodiLuce. Combattono affiancati, si difendono a vicenda dagli attacchi avversari. Sono feriti e malridotti, ma si reggono ancora in piedi.
A differenza di molti altri.
AladiPioggia è steso a terra e respira appena. PetaloOndulato, la sua compagna, tenta di fargli da scudo col suo corpo.
Narciso, ZampadiCerbiatto e ZampadiLacrima affrontano due guerrieri muscolosi, che non sembrano avere difficoltà a tener testa ai tre giovani.
Gli unici altri gatti del Clan del Tuono che riesco a vedere sono Mantod'Ermellino, Ashes e StelladiGelso, indeboliti dalle emorragie, sfiancati dall'eccessivo sforzo.
Troppo pochi. Troppo stanchi.
È la fine. Per tutti noi.
Un guerriero nero mi scruta tra le gocce come si farebbe con una preda. Una creaturina pallida trema sotto di lui, e mi ci vuole qualche istante a riconoscere ZampadiPerla.
Piccola, gracile, apprendista da così poco. È una facile preda, un topolino tra le grinfie di un lupo.
Devo intervenire.
Non posso continuare a cercare qualcuno che qui non c'è. ZampadiCielo sarà con SognodiCalendula, o starà combattendo fuori dalla mia visuale.
Soffio inferocita, lanciandomi contro il gatto scuro. Un tifone si agita nella mia anima, rafforzando la mia determinazione.
Il guerriero nero mi nota e, in un momento di distrazione, permette all'apprendista di liberarsi.
"Fuggi, ZampadiPerla, fuggi!" ordino alla gattina ancora tremante, che obbedisce senza fiatare.
Tiro un sospiro di sollievo quando la vedo sparire dalla mia visuale, ma il fiato mi si mozza in gola quando noto lo sguardo con cui il nemico mi osserva. Deglutisco a fatica e mi preparo ad affrontarlo.
"Questo non lo dovevi fare. Nessuno può prendersi gioco di ArtiglioCremisi" ringhia, per poi alzarsi sulle zampe posteriori e balzare.
Non ho il tempo di muovermi.
Atterra sulla mia schiena e mi fa rovinare in terra. La sua mole mi soffoca, appiattendomi al suolo come un'ombra. Provo a divincolarmi, tento di alzarmi in piedi e di scrollarmelo di dosso, ma non serve a nulla: quelle zampe sono troppo possenti, troppo taglienti quegli artigli insanguinati.
Alzo lo sguardo verso colui che stringe tra le zanne la mia sorte. Fisso i suoi occhi rossi, mari di sangue, scintille infuocate. Mi scrutano affamati, mi pungono come spine, mi provocano gelidi brividi. Nulla mi ha mai spaventato come quelle iridi su di me.
Lui ghigna e mi graffia la schiena, come se fossi l'insensibile fusto di un albero. Perde tempo, gode della mia sofferenza, si nutre delle mie grida di dolore.
Sa che il Clan del Tuono è in difficoltà, che più di metà dei guerrieri si trova nella tana della sciamana, che ormai siamo in pochi a sorreggerci ancora sulle zampe.
Presto neppure io ne sarò più capace. Poco tempo e sarò ferita gravemente. O, peggio, morta.
"Lasciami andare, cuore di volpe!" esclamo, urtando col capo la mascella del mio aguzzino.
Lui gnaula per il dolore, ma non allenta la presa. Anzi, affonda gli artigli ancora più in profondità, facendomi gemere. I miei mormorii sofferenti sembrano produrgli un certo godimento. "Zitta, micetta. Sai, io, ArtiglioCremisi, di guerrieri, anche professionisti, ne ho già ammazzati molti nel corso della mia vita. Tu sei una cuccioletta in età da apprendista" dice con un sorriso sadico sul muso.
"Beh, si dà il caso che io sia una guerriera, e che quella gattina che stavi per uccidere sia la mia apprendista" rispondo.
"Tu hai un'apprendista? Un esserino fragile come te ha un'apprendista? Che è? Adesso nel Clan del Tuono gli apprendisti addestrano gli apprendisti?"
"Ho detto che sono una guerriera! E non farti ingannare dalle apparenze: io sono pericolosa. Potrei strapparti il cuore dal petto con una sola artigliata" replico, assottigliando le pupille in un futile tentativo di apparire minacciosa.
"Quante stupidaggini! Rassegnati, gattina. Non te la caverai" sussurra maligno, facendo per addentarmi il collo.
"Io non lo farei, se fossi in te" tento, in un approccio disperato. "Il Clan della Stella non sarebbe felice se tu uccidessi la sua prescelta."
All'udire le mie parole, il ghigno sul muso del gatto si allarga. "Hai detto 'prescelta'? Ho forse l'onore di incontrare FonteChiara, la giovanissima guerriera di cui si parla tanto?"
"Esatto! Quindi lasciami, se non vuoi che il Clan della Stella ti maledica!" soffio, reprimendo in malo modo la paura che mi pulsa violenta nelle vene ed esplode nel cuore in un oscuro uragano, trascinandomi con sé come se fossi una bambola di pezza.
ArtiglioCremisi ride, folle. Questa voce gorgogliante è l'orrore puro, la rappresentazione delle tenebre, il verso della notte. "Maledetto? Io? Ma per favore! Uccidere un prescelto è un grande onore, che solo pochi gatti fortunati possono sperimentare." Guarda il sangue che gli chiazza il cuscinetto, splendente come l'alba.
Il mio sangue.
"Ma..." uggiolo futilmente con la vocetta sottile di un cucciolo.
"Ma... Ma..." scimmiotta, schernendomi. "Patetica. Porta al Clan della Stella i miei più distinti saluti."
Mi guarda ancora per un istante, evidenti segni di squilibrio mentale impressi nelle pupille a spillo.
"E ora muori, prescelta!"
Cala l'arto e chiudo gli occhi.
Nulla.
Nessun colpo, nessun dolore lancinante.
L'oscurità non è più nera del solito.
Furiose grida belluine rimbombano nelle mie orecchie.
Riapro gli occhi, svelta.
ArtiglioCremisi non è più sopra di me. Solo il cielo, le nuvole rossicce e la pioggia sottile mi sovrastano.
Mi sollevo con fatica, sentendo le zampe tremare per lo sforzo. Cerco con lo sguardo il guerriero nero.
Lo individuo, in atto di combattere contro una gatta candida macchiata di luce.
SpiritodiLuce.
La mia salvatrice.
Nonostante i profondi tagli che le costellano il pelo e una ferita poco sopra l'occhio destro da cui fuoriesce un rivolo di sangue, lotta come una pantera, manovrata dalla furia e dalla disperazione, dall'istinto protettivo e dal desiderio di gloria.
Soffia e si agita, scatta non appena il nemico cerca di intrappolarla, si destreggia abilmente tra le zanne e gli artigli cremisi del gatto possente. Non sembra essere una neoguerriera, che ha da poco terminato la sua veglia: deve essersi allenata duramente per guadagnarsi il titolo di guerriera.
Io mi sono impegnata abbastanza?
Ha senso che io, con le mie quasi dieci lune e il mio passato "nebuloso", sia già guerriera?
Io che non sono riuscita neanche a tenere testa al mio patrigno squilibrato?
Io che non ho saputo proteggere mio fratello?
No, non è giusto. Ma questa è la volontà del Clan della Stella, e non posso fare altro che assecondarla.
NotteSelvaggia accorre ad aiutare l'amica, ma, prima di balzare a propria volta sulla schiena dell'avversario, mi rivolge gli occhi di ossidiana, notti d'oblio prive di luce, profonde e spente.
"FonteChiara, va' da SognodiCalendula. Ti sta cercando per parlarti. Si tratta di ZampadiCielo" esala, per poi lanciarsi nella mischia, sopprimendo il panico.
Obbedisco, piena di paura. Sfreccio tra i corpi, quasi tutti nemici, in cerca della figura ambrata della giovane sciamana.
Tuttavia, mentre ancora sto cercando di farmi largo nel groviglio di sagome, sento qualcosa sfiorarmi una zampa. Abbasso gli occhi e impallidisco.
"Menta! Che ci fai fuori dal nido?" grido, tesa.
La gattina argentata trema violentemente, lacrime cristalline le inumidiscono il pelo del muso e le illuminano gli occhioni verdi, lucidi e gonfi. "F-FonteChiara... D-dov'è mio fratello? D-dov'è GocciadiCristallo?" balbetta, scossa dal pianto e dai brividi.
Un tuffo al cuore mi fa sprofondare. Non solo ZampadiCielo è sparito, lo è anche suo fratello...
"Torna al nido, Menta, dai tuoi fratelli. Lì sei al sicuro" mormoro.
"M-ma io voglio il mio fratellone! Non voglio che sia ferito! N-non voglio che muoia!" geme, singhiozzando.
Provo a sorridere, cercando di essere rassicurante. Fallisco. "Tranquilla, piccola. Vedrai che GocciadiCristallo non morirà. È forte e agile, se la cava nel combattimento. Non si arrenderà facilmente alle tenebre" replico, senza convinzione.
"E invece io mi sento che morirà! E non voglio! Non voglio!" Piange più forte.
"Menta, per favore, calmati! Una cucciola come te non può stare in campo. Sei in pericolo! Potrebbero calpestarti, o rapirti!" dico, affannata, provando a spingere la piccola con la coda. È in momenti come questi che comprendo la continua apprensione di FiammadiSperanza.
"Ma che ne sarà di GocciadiCristallo? E della mamma? E di papà? E di ZampadiCielo?" strilla Menta, affondando gli artigli nel terreno e scuotendo la coda, forse in preda a una crisi isterica. "Non voglio che muoiano! No! No! No!"
Con quanta insistenza lo ripete, povera piccola... Anche io sono preoccupata per il mio Clan, per ZampadiCielo in particolare. Ma cosa posso fare, a parte combattere e dare il meglio di me?
A parte affrontare con coraggio il mio destino?
A parte danzare con la morte?
Mi accingo a chinarmi per leccarle la fronte e calmarla, ma un orribile dettaglio attira la mia attenzione: una guerriera grigio-blu si è girata nella nostra direzione.
La stessa che stava al fianco di StelladelSilenzio.
VioladelPensiero.
Odio e rancore le oscurano il muso, mentre squadra il mio manto bianco dalle sfumature argentee.
"Oh, no..." mormoro, appostandomi con fare protettivo davanti alla gattina piangente. Appiattisco le orecchie e soffio, ma lei non reagisce.
Il duello di sguardi prosegue.
All'improvviso, scatta.
Reagisco.
Afferro la cucciola per la collottola e, nonostante i suoi lamenti sottili e il suo dimenarsi, corro verso il nido. Il peso della piccola rende impacciati i miei movimenti, ma non posso permettermi di rallentare.
Non se tengo alla vita di questa creatura innocente, spaventata a morte.
Non se tengo alla mia vita.
Mi volto, la felina è ancora dietro di me. Sorride maligna, il sangue le scivola ai lati della bocca. Sembra provenire dalla Foresta Oscura, fa spavento.
Arrivo all'entrata del nido con il cuore che martella contro la cassa toracica e gli occhi strabuzzanti. Non posso ansimare, perché il pelo della cucciola mi solletica il palato. Il naso pizzica ogni volta che cerco di respirare.
FiammadiSperanza, stretta attorno a Mughetto e Ginepro, mi rivolge lo sguardo smeraldino, annebbiato dal terrore.
Spingo Menta verso di lei e la piccola raggiunge i fratelli senza protestare, acquattandosi accanto alla regina fulva e affondando il musetto nella sua coda morbida. Trema per la paura, trema per le brame ignobili del destino. I suoi brividi si mescolano a quelli della più grande, preoccupata per il compagno, preoccupata per la sorella, preoccupata per i cuccioli che nasceranno.
Mi volto di scatto per fronteggiare la nemica, rizzando il pelo e digrignando i denti.
Ma lei non c'è.
Al suo posto, mi ritrovo un passaggio vuoto, un silenzio vacuo e innaturale, una calma apparente, un orrendo puzzo di sangue.
E, all'entrata del campo, lasciata scoperta dai nemici, un gruppo di gatti sconosciuti.
Ma come è possibile che sia bastato l'arrivo di un gruppo di dissidenti a interrompere una battaglia?
Poi, quando vedo chi sta in testa al gruppo, trasalisco. È una figura mostruosa: un felino enorme, muscoloso, con artigli e zanne così lunghi e affilati da poter essere visti da molti metri di distanza. I suoi occhi privi di pupille sono sfocati dalle fini gocce di pioggia e sembrano setacciare tra i corpi, in cerca di qualcosa.
Qualcosa di importante.
Incrocio il suo sguardo e il cuore accelera i battiti. La risata che segue questo scambio di occhiate mi fa rizzare ogni singolo pelo.
Mi sbagliavo.
Questa voce è molto peggio di quella di ArtiglioCremisi: non è solo il verso della notte. Questo è il ruggito di una frana, il ringhio dell'oblio, il canto della morte.
E quegli occhi...
Quelli non sono solo scintille di un incendio divampante.
Quelli non sono solo affamati. Sono insaziabili. Sono predatori che ammaliano le loro prede per poterle divorare lentamente e inesorabilmente, senza permettere loro di difendersi.
Sono occhi di puma.
Avanza verso di me e i gatti gli lasciano il passaggio. Persino StelladelSilenzio, che prima combatteva contro StelladiGelso, si scosta. Nessuno ha il coraggio di ostacolare il suo cammino. Gli permettono di proseguire, come se fosse il re della foresta, come se fosse uno spirito degno di reverenza.
Abbasso le orecchie e indietreggio, comprendendo esattamente le sue intenzioni: lui vuole me.
Ma chi sarebbe questo tale?
All'improvviso, la risposta giunge da un meandro recondito della mia mente. Il passato è tornato a bussare a una porta che speravo di aver chiuso per sempre. Quelle iridi color nocciola, prive di rimorso, sono troppo famigliari.
"No... non può essere lui..." mormoro, mentre i ricordi si rifanno vividi ancora una volta.
Due ragazzini. Una finestra. Un coltello.
E due occhi di puma.
"No, Clan della Stella, ti prego..." imploro, nel futile tentativo di respingere l'orribile certezza.
Mi arriva davanti al muso, senza smettere di ghignare, senza smettere di lacerarmi l'anima. Le parole che gli escono dalla bocca sono la prova definitiva, schiacciante.
La prova che è giunta la mia fine.
"Ci incontriamo di nuovo, Sofia."
~•~•~
Ecco un nuovo capitolo! Che ne pensate? L'atteso incontro tra FonteChiara e LeonediMontagna è avvenuto. Una lotta tra presente e passato. Cosa succederà? Alla prossima!
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