1 ~ Un sogno misterioso
Una ragazza si aggirava silenziosa per le strade illuminate dalla flebile luce dei lampioni. Tra le braccia stringeva un libro dalla copertina blu scuro che si confondeva nell'oscurità.
Le tenebre della notte circondavano ogni cosa: a fatica si distinguevano le case, ombre agli occhi della fanciulla. Dietro al villaggio, una fitta foresta, il luogo dove si stava dirigendo.
I piedi facevano lunghi passi, sempre più veloci. Quasi correva adesso. Sul viso aveva un'espressione che lasciava intendere paura per qualcosa che era appena accaduto, qualcosa di terribile. Le lacrime le rigavano il volto e ogni tanto singhiozzava, prendeva il libro nella mano sinistra e si passava il braccio destro sugli occhi. Ma non si fermava mai. Sembrava determinata ad andare avanti lungo quella scia immaginaria che portava fino alla foresta. Le sue gambe tremavano mentre le appoggiava una dopo l'altra sul suolo freddo. Tutto intorno era silenzio, la gente dormiva da ore ormai, ma la ragazza non sembrava essere stanca. Ormai si trovava a pochi metri dal bosco i cui alberi sembravano toccare il cielo popolato da miliardi di stelle che si riflettevano negli occhi azzurri e profondi della fanciulla.
Si diresse tra le piante e si acquattò sotto ad un albero a piangere, lasciando il libro accanto a sè. In quel momento tutti i lampioni si spensero e una nuvola nera coprì la luna. La ragazza alzò la testa e fissò il paesaggio davanti a sè. Sul suo viso comparve un'espressione di puro terrore: una figura bianca dalle sembianze di un gatto si elevò dal terriccio umido e la avvolse. Un urlo, poi più niente. Solo queste parole: "Quando l'oscurità avvolgerà la luce e la luna si oscurerà per un istante, verrà rivelata la verità, e colei che fino a quel momento era stata nell'ombra capirà". Tutto si fece nero. Nel buio comparvero due occhioni azzurri felini. E poi una voce sottile e acuta sussurrò: "Oh, Sofia..."
"Chi sei? Cosa vuoi da me? Perchè mi chiami? Rispondi!" grido svegliandomi di soprassalto, respirando affannosamente e con il cuore che mi batte forte nel petto. Mi guardo attorno, spaesata, sbattendo più volte le palpebre. Goccioline di sudore mi decorano la fronte, simili alla rugiada che, durante le mattine d'estate, imperla le foglie verdi degli alberi. Mi sembra di trovarmi in un luogo sconosciuto, misterioso come l'interno di un fitto bosco. Altro che la mia confortevole camera. Una sensazione di disagio mi pervade, mentre quelle parole continuano a rimbombare nella mia mente.
Mi ci vuole un po' per accorgermi che era solo un sogno, ma questo mi calma solo parzialmente. Prendo un bel respiro e mi strofino una mano sulla fronte, sospirando: "Meno male. Quel sogno era così reale...". Mi alzo dal letto nel quale fino a qualche istante prima mi trovavo e mi dirigo in sala, dove mia mamma mi aspetta.
Mia madre è una bella donna, anzi, bellissima: ha i capelli biondi e lucenti come l'oro e i suoi occhi sono azzurri e profondi come il più limpido dei laghi. Mi assomiglia molto sia esteriormente che interiormente: anche lei, come me, è un po' timida e fatica a stare in compagnia della gente, ma dentro presenta un cuore coraggioso come quello di una guerriera, ma una guerriera leale e altruista, non una di quelli che pensano solo a se stessi, che tradirebbero i loro stessi compagni per i loro interessi.
Sono un'amante del mistero, dell'avventura... e dei gatti. Questi sono sempre stati la mia più grande passione, una di quelle passioni che ti impregnano la mente e ti entrano nell'anima, che ti portano a non pensare ad altro e a voler sapere sempre cose nuove su di esse. E una scoperta che ha contribuito a migliorare le mie giornate è stata quella dei Warrior cats.
Tutto è cominciato un anno fa, quando mia mamma mi annunciò che ci saremmo trasferiti. Ero molto triste: avevo tanti amici nella mia bella cittadina, la conoscevo tutta a memoria, ogni singola strada, ogni singola piazza, ogni singolo monumento, e ora dovevo dire addio a tutto ciò che conoscevo e che amavo, e che non avrei rivisto mai più. Mia madre mi aveva portato un pacchetto dalla carta rosata, con su un fiocco azzurro. L'avevo aperto e i miei occhi si erano illuminati: era un libro con sulla copertina un gatto rosso e che prendeva il titolo di 'Warrior cats: il ritorno nella foresta'.
"Questo è per te, tesoro. Spero che ti potrà aiutare nei momenti difficili, consolare quando sarai triste e tenere compagnia quando ti sentirai sola" disse mia mamma con un dolce sorriso. Io l'abbracciai e cominciai a leggere. Mi appassionai subito e quello fu solo il primo della mia collezione.
Dopo poco è avvenuto il trasferimento, ma non mi dispiace questo posto: è un grazioso villaggio circondato dalla foresta, una foresta molto simile a quella dei miei libri e a quella del mio sogno.
Quando leggo mi rilasso e mi immedesimo nei personaggi, penso alle loro missioni, alle loro avventure, alla loro vita selvaggia. Me li immagino a correre liberi nel fitto del bosco, invisibili agli occhi di tutti, con il vento che carezza i loro manti, gli uccellini che cantano le loro dolci melodie accompagnando la loro corsa verso l'orizzonte. Non posso che ammirare il loro coraggio e la loro forza di volontà, e rattristarmi ogni volta che muore un personaggio. Mi piacerebbe essere come loro, ma purtroppo non è possibile. Sono nata come sono nata, e non sono una gatta. Il mio destino è questo, e non posso cambiarlo. È già scritto. Continuerò a sentirmi inutile per tutta la vita.
"Oh, ciao, Sofia cara. Come mai ti sei svegliata così presto?" chiede mia mamma vedendomi arrivare. Io mi siedo sul divano accanto a lei e prendo il libro che avevo cominciato a leggere il giorno prima, ma che ormai ho quasi finito: 'Warrior cats: la profezia di StellaBlu'. Seppur assai triste, lo trovo molto bello ed emozionante.
Il personaggio in cui mi impersono di più è MantodiNeve, la mia preferita. Se fossi una gatta guerriera, vorrei essere come lei: dolce e gentile, che riesce a trovare ciò che c'è di buono in chiunque, anche in chi, apparentemente, ne è privo. Riusciva anche ad amare un gatto crudele e assetato di sangue, ArtigliodiCardo. Eppure il loro amore era sincero e puro, un amore destinato a durare per sempre e a rafforzarsi nel corso del tempo. Purtroppo, il destino ha voltato loro le spalle: la morte li ha separati, la follia e il dolore si sono impadroniti del gatto bianco e grigio, facendolo diventare un essere spietato, privo di pietà, un mostro. Ma sono sicura che, nonostante il suo atteggiamento, ArtigliodiCardo continui ad amare la sua MantodiNeve con tutto il suo cuore. E non credo proprio di sbagliarmi.
"Ho fatto un brutto sogno, mamma. Uno di quegli incubi che ti fanno svegliare con il batticuore". Rispondo così a mia mamma.
"Ah, sì? E dimmi, che cosa hai sognato?" dice lei preoccupata.
"C'era una ragazza che mi somigliava tanto, con occhi che splendevano come diamanti e capelli del color del grano. Stava dirigendosi verso una foresta. Vi era dentro, quando tutto si fece nero. Si sentì solo una voce, una voce non umana, che pronunciava il mio nome" racconto tutto d'un fiato. Non ricordo altro.
Mia mamma spalanca gli occhi e si alza in piedi.
"Cos'hai, mamma?" chiedo un po' confusa.
"Oh, Sofia, se solo tu potessi capire... Non aspettarmi. Proteggi tuo fratello. Stagli sempre vicino. Veglia su di lui. Io sarò nel tuo cuore". Detto ciò, esce dalla porta.
"Mamma..." sussurro mentre lei sparisce dalla mia visuale.
Spero, per tutti coloro che leggeranno questa storia, che questo capitolo vi sia piaciuto. Cosa avrà scoperto la madre di Sofia? Dove starà andando? Lo scoprirete leggendo i prossimi capitoli...
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